CAPITOLO
6 None Of Them Were You
“Bene,
allora posso baciarti, detective!”
E
lo fa davvero. E con un ardore e una passione
addirittura maggiore a quelli che avevi provato nel sogno. Oh
sì, la realtà
supera di gran lunga la tua fantasia.
Ti
alzi dal letto cercando di fare piano e lo guardi.
Si
è addormentato.
Non
ti meraviglia che sia crollato. Ti ha sempre ispirato una grande
fisicità e devi ammettere con compiacimento che sono vere
tutte le dicerie che
hai letto negli anni su di lui, le dichiarazioni di alcune sue amanti
che
avevano cercato un po’ di notorietà tessendo le
sue doti amatorie. A quel
pensiero, un moto di disgusto ti attorciglia le budella.
Sei
una delle tante.
Speri
tanto che non sia così, ma sai
perfettamente che le persone difficilmente cambiano. Sei anche
consapevole che
dopo le performance della giornata sarà dura rinunciare a
lui.
Mentre
sei in bagno, ti guardi allo specchio. La tua razionalità
non fa
che ripeterti che hai fatto una cazzata.
Ti
osservi a lungo. Stai pensando di aver fatto una cretinata e stai
lì
con un sorriso stampato in faccia. Kate Beckett, sei una contraddizione
vivente. Cuore e cervello, cervello e cuore sempre in lotta fra loro.
I
tuoi occhi.
Concentrati
sugli occhi, Kate.
Che
ti dicono i tuoi occhi?
Ti
avvicini ancora di più allo specchio fin quando la messa a
fuoco del
tuo sguardo non è più definita, ti riallontani
nuovamente, ti osservi e,
volutamente, ti riavvicini per sfuocare la visuale.
I
tuoi occhi brillano Kate, come non mai. Non puoi mentire al tuo
sguardo.
Guardati
Kate, guardati dentro l’anima. Cosa vedi?
Sgomento?
No.
Rimpianto?
No, di certo.
Paura?
Forse.
Felicità?
Felicità.
Sì,
Kate tu vedi felicità nei tuoi occhi che splendono di una
luce
nuova.
Gli
occhi non ingannano, Kate. Sei a tre metri da terra. Hai fatto sesso
con il tuo scrittore preferito, anche se lui non sa di esserlo, con il
tuo
migliore amico, anche se lui non sa di esserlo, ed è stato
fantastico.
Un’esperienza
totalizzante, inebriante e completamente nuova.
Sospiri.
Ne hai conosciuti di uomini intimamente, forse anche troppi,
eppure, nonostante questo, non riesci a ricordartene neanche uno con
cui tutto
è stato così naturale sin dall’inizio.
Tuffi
la faccia nel lavandino e dai una sciacquata al viso. Ti soffermi
ancora per darti una rinfrescata e, quando esci, non puoi fare a meno
di
appoggiarti allo stipite della porta del bagno. Lo osservi.
Kate,
Kate, Kate… cosa succederà adesso? E se non fossi
stata
all’altezza delle altre? Se non gli fosse piaciuto?
Kate
Beckett, che ti prende? Non sei mai stata così insicura in
tutta la
tua vita.
No,
non può non aver trovato
magnifico
quanto te quello che è accaduto tra di voi, no, no, no.. non
ci credi!
Se
non avesse gradito non sarebbe stato ore e ore a rotolarsi nel letto
con te. Alla prima occasione sarebbe fuggito via, con la scusa della
fame, del
pranzo, di qualche impegno di cui si è ricordato
all’ultimo. Cerchi di
convincertene ma il dubbio ti assale. Non ti è mai importato
così tanto di
questa cosa. Non riconosci il tuo comportamento e la tua
fragilità.
Con
lui è stato diverso, forse è per questo che ti
poni tante domande. Ti
sembra di conoscerlo da sempre, anche intimamente. E’ stato
tutto così dolce,
naturale, spontaneo. Senza imbarazzo. Vi siete trovati ad amarvi come
se non
aveste fatto altro per tutta la vita. Come se ognuno conoscesse i
desideri
dell’altro e li anticipasse. Ogni corda toccata era quella
giusta da sollecitare.
Ha provocato vibrazioni di ogni sfumatura nel momento in cui
è stata percossa e
sfiorata dalle vostre mani e dai vostri stessi corpi.
Kate,
Kate, Kate… cosa hai fatto? La tua razionalità sa
che hai commesso
un grosso errore e ti sta tartassando, ma il tuo cuore e la tua anima
stanno
godendosi il senso di benessere e di serenità che hai
diffuso in tutto il
corpo. E ricordati i tuoi occhi: gli occhi non mentono, Kate.
Sei
ancora lì, appoggiata alla porta. Ti piace guardarlo e
ripercorrere
con la mente ogni attimo che avete vissuto. Non sai neanche che ore
siano, hai
perso completamente la cognizione del tempo. Sai per certo che
è pomeriggio
inoltrato perché non avete pranzato e il sole che filtra
dalle tende ha
cambiato direzione ed è più basso. Oltre al fatto
che hai fame.
Vedi
che si muove lentamente, si gira di fianco rivolto dalla tua parte
così lo osservi ancora meglio.
Piano
sbatte gli occhi.
Lentamente.
Una,
due volte.
Poi
ti vede.
E
ti sorride.
E
tu ti senti la donna più felice di questo mondo.
Ti
sei sciolta per un sorriso come neve al sole.
“Hey”
ti dice.
“Hey”
rispondi.
“Che
ci fai laggiù? Vieni qui.”
Ti
avvicini lentamente e lo raggiungi. Ti siedi sul letto accanto a lui
senza riuscire a trattenerti dal guardarlo con desiderio. I tuoi occhi
si
soffermano un po’ sul suo torace poi salgono indugiando
appena sulle sue labbra
prima di rimmergersi nei suoi.
“Che
ci facevi sulla porta?” ti chiede dolcemente.
“Tornavo
dal bagno”.
“Uhm”
ti guarda.
Che
begli occhi che hai, Castle. I tuoi pensieri sopraggiungono veloci e
improvvisi. Trattieni un respiro.
Un
silenzio imbarazzante cala su di voi, sottolineando i vostri sguardi
reciproci.
Hai
paura.
E’
vero.
Ma
lui è qui.
E
se adesso … se a lui non….
Devi
sapere.
Sai
che se non lo fai, ti tormenterai per ore.
Devi
chiederglielo, ora!
“Rick,
io … tu… “ non sai come iniziare ma sei
turbata e lui se ne
accorge.
“Kate”
e ti porta una mano alla guancia per farti una carezza “You were right, I had no idea”.
Sorridi,
anche pensando a quel giorno in cui l’hai stuzzicato
salutandolo con quella frase. Non sai neanche perché
l’hai fatto. Anzi sì che
lo sai. Ti sei divertita a provocarlo.
“So… you liked it?”
sussurri
piano come se avessi timore della sua risposta.
“Yeah”.
Il
tuo cuore è un tumulto. Devi assolutamente sapere. Non tutti
i tuoi
ex hanno apprezzato la tua irruenza, soprattutto all’inizio.
“Even that part where I…”
non
ti fa continuare. Ti interrompe, forse ha capito la tua insicurezza.
“Especially that part. I loved
that!” esclama, guardandoti
fissa negli
occhi. Non lo dice tanto per dire. Gli occhi non mentono, vero Kate?
“Good. Me too”. Fai fatica a sostenere il suo
sguardo. Ti senti in
imbarazzo. Vorresti sapere se per lui è stato come con tutte
le altre. Come fai
ad andare a letto con uomo, constatare sul campo che siete fatti uno
per l’altra
– almeno a livello d’intesa sessuale non hai dubbi
– e poi roderti il fegato
pensando che per lui possa non essere lo stesso?
Devi
saperlo.
Prendi
un grande respiro e
decidi di
tirare fuori tutta la fierezza e il tuo orgoglio.
Castle
continua a guardarti con uno sguardo pieno di tenerezza. Ce la
puoi fare.
“Castle,
io… “ ti interrompi, fai un sospiro. La tua
tensione è
palpabile tanto che lui ti stringe una mano fra le sue e ti incita a
continuare
“Ascolta: so che non è il massimo chiedertelo
adesso, ma io devo sapere.”
“Spara,
Kate. In senso metaforico, si intende. Ma spara” sorride per
alleggerire la tua agitazione.
“Immagino
che questo letto, questa casa … insomma immagino quante
donne
siano state qui, accanto a te, a farsi le stesse domande che mi faccio
io ora.”
“Kate,
se non mi dici di cosa stai parlando… Che domande ti stai
facendo?”
“Castle,
queste ore appena trascorse sono state fantastiche ma
io…”
“Dimmi”.
“I
can’t help wondering how many girls …”
prendi un respiro per
continuare “how many girls…”
Ti
stringe forte la mano.
“Right” ti guarda intensamente
negli occhi e con serietà continua “Well,
I’m not gonna deny that I’ve brought other women up
here” ti fissa così intensamente
che lo senti nell’anima
“but uhm …
“ si porta la tua mano al petto “None
of them were you”.
Il
tuo cuore perde un battito.
Quel
gesto.
Vuoi
fidarti di lui con tutto il tuo essere.
La
tua vocina interiore fa dei deboli tentativi di riportarti con i
piedi per terra. Senti in lontananza sussurrare che Richard Castle
è un
playboy, un uomo che ha sempre una donna diversa al suo fianco sin da
quando
hai iniziato a seguire le sue gesta sui giornali e sul web, da quando
avevi 18
anni. Senti la voce di tua madre mentre ti diceva che i ragazzi non
cambiano,
che dovevi lasciare il tuo boyfriend del college perché se
ti aveva tradito una
volta, lo avrebbe rifatto e avresti sofferto ancora. Senti il tuo
raziocinio
cercare di farsi spazio nelle emozioni forti che cercano di emergere
dal tuo
cuore.
Ti
stringe a sé circondandoti con le sue braccia.
“Ascolta,
Kate. So di avere due matrimoni alle spalle e di aver avuto
tante donne. Io non posso prometterti niente. So solo che quando ieri
sei
arrivata qui non credevo ai miei occhi. Non pensavo saresti
venuta.”
“Castle,
non devi…”
“Fammi
finire, Kate. Quando ti ho invitata qui non pensavo che
succedesse questo, neanche lontanamente. “
Sorridi.
Neanche tu lo pensavi. Lo speravi, lo volevi ma non credevi ti
saresti arresa nell’assecondare il tuo raziocinio, la tua
vocina interiore.
“Neanche
io” dici.
“Kate,
ma ieri… abbiamo passato una giornata e una serata splendida
in
cui ci siamo avvicinati e conosciuti più di quanto abbiamo
fatto in due anni. E’
stato tutto così tremendamente naturale. E non ho intenzione
di scusarmi per
esserti corso dietro nell’Oceano. Tu e il tuo bikini rosso
eravate
irresistibili, detective! “
Gli
sorridi. Te lo mangeresti. Di nuovo.
“Non
devi scusarti. Non hai fatto nulla che non volessi pure io ma
quello che mi chiedevo è: e ora? Passeremo un weekend da
favola e poi? Io torno
a lavorare, tu continui a scrivere qui e c’è tutta
l’estate di mezzo… che
succederà?”
Ti
accarezza i capelli e ti sorride.
“Te
l’ho detto che sei bellissima?”
Sorridi.
E accenni col capo di no, sussurrando tra le labbra un leggero
ringraziamento imbarazzato.
“Senti,
Kate. Non so cosa capiterà e
non posso saperlo. Ma questa è la prima volta in vita mia
che faccio una conversazione
del genere dopo aver fatto l’amore con una donna
e… non so… forse il fatto
stesso che ne stiamo parlando significa che qualcosa di buono
accadrà.”
Lo
abbracci non tanto per quello che ha detto ma perché non ce
la fai
più ad averlo davanti senza ristabilire un forte contatto
fisico con lui.
Vi
baciate teneramente sorridendo l’uno nelle labbra
dell’altra.
Lo
stomaco di Castle emette un deciso borbottio e scoppiate entrambi a
ridere.
“Ma
che ore sono?” ti chiede.
Non
ne hai la minima idea. Ti guardi in giro e non vedi neanche un
orologio. Il tuo l’hai lasciato questa mattina in camera
sapendo che avresti
fatto il bagno e il cellulare.. dove hai lasciato il cellulare? Oh
Santo Cielo,
meno male che non sei di reperibilità. Anche il telefono
è nell’altra camera.
“Sono
quasi le sei! Ci credo che ho fame”. Castle ha riesumato il
suo
orologio dal cassetto dal comodino.
“Mmmh”
. Un’idea malsana ti è balenata in mente.
“Cosa?”
ti chiede.
“Ho
fame anche io: potremmo scendere giù e prepararci un
“lunner”!”
“Un
che?”
“Un
lunner, l’ora del brunch è passata,
l’ora del lunch pure e per la
dinner è presto”. Rispondi sicura di te, come se
stessi sentenziando su una
cosa seria.
“Ok
vada per il lunner! Ma prima vieni qui!” ti prende stretta
nel suo
abbraccio e ti attira a sé buttandosi indietro nel letto.
La
tua risata risuona cristallina
nella
stanza, smorzata presto dai suoi baci impetuosi. In pochi istanti vi
ritrovate
nuovamente ad amarvi con tutti voi stessi.
Un
antipasto al lunner sta per essere servito direttamente lì
nel letto.
Angolino
delle autrici:
Cuore
e cervello, cervello e cuore. Kate è una
contraddizione vivente, desidera ardentemente una cosa ma la sua
razionalità le
impedisce di fidarsi ancora completamente di Castle. Paranoie normali
nel mondo
femminile...
Come
affronteranno la serata? E il giorno dopo?
Kate dovrà tornare a New York e Rick deve assolutamente
finire il libro. Riusciranno
a gestire la distanza? Suggerimenti, idee? Vediamo chi indovina questa
volta!
;-)
Un
grazie di cuore a tutte le lettrici attive che
ci seguono sempre con tanto affetto e grazie anche a chi legge
silenziosamente.
A
mercoledì!
Debora
e Monica