Direi di partire dalla base... Chi sono io? Io.. Sono un ragazzo  stronzo insensibile e asociale. Perché? Perché non dovrei? Tutti coloro che hanno avuto la mia fiducia
hanno finito per tradirmi senza alcuna eccezione, dopo un po' di tempo ho imparato che non mi importa degli altri, perché impegnandomi per loro la sola risposta
che ne avrei tirato fuori sarebbe stata un: "vaffanculo figlio di troia!" sono diventato uno stronzo perché è la mia natura. Poi successivamente ho capito, ero
circondato da "amici" ,cose da fare e uscite con gli amici che però mi davano quella felicità temporanea, che ben presto diventava non dico tristezza, ma un'emozione 
vuota, che sapeva un po' d'amaro.. Così giorno per giorno.. Ho deciso di cambiare ora ho esattamente 5 amici, con cui esco poco e stiamo a casa a "nerdare" al pc. 
E posso dire che è bellissimo io mi sento bene, sono felice quando sono vicino al pc. Io sono l'anti-nerd per eccellenza, eppure non voglio "millemila" amici, non
voglio uscire, io voglio  stare a casa in chiamata su skype con persone che vivono a 10 minuti da qui, (per via di diverse esperienze non voglio più innamorarmi anche
se è un po' troppo tardi) voglio vivere la mia solitudine con i miei compagni di viaggio, che vivono la loro di solitudine. Per molte persone sono pazzo, rinuncio a 
ciò per cui un nerd è disposto a uccidere, sarò così anormale? Sarò, così strano? Il prezzo da pagare per la felicità è restare da "soli" (*metto soli tra virgolette
perché per il momento ci sono i miei amici) a vita? È un prezzo alto? E soprattuto.. Perché continuo a farmi domande inutili per gente che avrà già chiuso EFP ?
Cercate di avere un po' di pazienza, arriverò al discorso interessante lo giuro cercate di avere un quarto della mia pazienza (ho 15 anni e per scelta non ho mai 
baciato una ragazza. Aspetto quella giusta io.) Ma orsù rispondiamo alle mie stesse domande, siccome sono troppe risponderò solo all'ultima. Come ho già spiegato
ho barattato la mia "vita sociale" per un po' di felicità o almeno l'illusione di ciò che è, un riflesso di luce (la felicità) in una stanza buia, completamente buia
(la mia mente). (Sì amo le metafore) Riflettendo Ho scritto numerossisime parole che non vogliono dire nulla, ho parlato di me, ma non della mia pazzia, non ho parlato
dei casini che ci sono nella mia mente, non ho dato un modo per identificarvi, in me come fanno diversi scrittori. E facendo così probabilmente mi integrerei nella 
massa, cosa che a differenza di come pensano molti non è completamente negativa (*mi rivolgo ai finti rivoluzionari* l'istruzione dove la pigli, se non ti
omologhi alla massa?.. Testa di cazzo!) ma nonostante io non voglia sto creando un complesso dettato dalla logica morale della nostra società. Pff è complicato
essere parzialmente differenti! Cosa potrebbe dimostrare la mia pazzia se non quello che ho scritto qui sopra? un mucchio di cagate sparate a caso, per motivi 
ignoti sia a voi che a me, anche se probabilmente era solo un modo per sfogarmi, per non pensare alla realtà, per fare finta anche solo per un'attimo di dire qualcosa
a qualcuno, ma non per mancanza di fiducia nei miei amici, ma per paura, per paura di sognare, di guardare, di parlare.. Spero di non avervi rubato troppo tempo con
la mia "cagata" ... Mi dispiace se siete arrivati fino alla fine, avete ragione potevo risparmiarmi il tutto... Se invece vi è piaciuto il tutto e vi siete 
riconosciuti in qualcosa che ho detto... Fate come me... Abbiate paura della pazzia, che incombe su di voi, su di me.