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Autore: Clary1234    24/11/2013    5 recensioni
Tradimenti, amore, bugie...a chi va la tua fede?
Sei disposto a cambiare tutto quello in cui credi, per amore?
Non avere paura di amare sarà la tua unica salvezza.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
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Ciaoooooo come va??? Allora vorrei ringraziare tantissimo tutte le persone che seguono la storia, e soprattutto quelli che commentano scrivendomi la loro opinione, grazie davvero!!!! Ho aggiutno un nuovo capitolo e ho cercato di farlo più lungo (su richiesta). Spero vi piaccia ci vediamo in fondo!!!
 
JACE (Flashback: quattro mesi prima)
 
Jace era immobile da ore, fermo a guardare la parete su cui era appesa una foto di lui e Clary, lui le cingeva la vita con un braccio, e con l’altro le accarezzava il viso. La ragazza sorrideva, guardandolo come se fosse la cosa più bella del mondo, come se fosse lei la vincitrice anziché il meraviglioso premio…
Era quella che Jace guardava, cercando di capire dove aveva sbagliato, perché Clary gli era stata strappata via, era sicuro che l’avessero rapita, perché lei non se ne sarebbe mai andata, giusto? I dubbi si insinuavano dentro di lui mandandolo in confusione. La cosa peggiore era sentire di dimenticare, dimenticare l’esatto colore dei suoi occhi, dimenticare la sua risata o la sfumatura rossa dei suoi capelli…
Il campanello dell’istituto suonò rumorosamente ma Jace non si alzò Izzy o Alec sarebbero andati a rispondere, di solito andava Maryse, ma in quel momento era a Idris con suo marito.
Passarono diversi minuti in cui il campanello continuò a suonare insistente, finche il ragazzo con un verso di fastidio si alzò, uscì dalla stanza e si diresse verso la porta dell’Istituto.
La spalancò e si ritrovò faccia a faccia con una ragazza alta, con i capelli rossi.
-Chi sei?!-
-Io sono Marcie, sarò ospite dell’Istituto per il mio allenamento, suppongo che tu sia Jace, l’allenatore strafigo che si occuperà di me. –
 
JOCELYN
-Che cosa vuol dire che non ci possiamo ancora sposare?! Sono sei mesi che siamo qui, venendo trascinati da un posto all’altro per tutte le vostre stupide regole, e ora lei mi dice che non ci possiamo sposare?!- Jocelyn era in piedi, guardando furente un uomo dall’altra parte della scrivania, che si fece piccolo piccolo nel sentire li strilli della donna. Erano a Idris, in uno degli uffici nella sede del Conclave, erano lì da mesi cercando di avere il permesso di sposarsi, ma dato che erano tutti occupati a cercare Sebastian nessuno si occupava di loro. Accanto alla donna c’era Luke, che guardava la sua fidanzata per farle capire che non doveva scaldarsi, ma lei non li prestava attenzione, era troppo occupata a fulminare con lo sguardo l’altro cacciatore.
-Signora Fray, in questo momento difficile, il Conclave non ha tempo per esaminare il vostro caso.- L’uomo aveva ripreso il controllo di se, e ora guardava Jocelyn con aria annoiata – Non potrebbe semplicemente rimandare il matrimonio?- proseguì lui – Non mi sembra una tragedia. – La cacciatrice stava per rispondergli, quando Luke la prese per un braccio.
-Non importa, cercheremo un’altra soluzione, grazie. – Trascinò la sua fidanzata fuori dalla stanza lasciandola solo dopo che furono usciti dall’edificio.
-Sono degli incompetenti! Per l’Angelo non potrebbero semplicemente lasciarci in pace e farci sposare?!- L’irritazione di Jocelyn era evidente, ci teneva a quel matrimonio, moltissimo. Avrebbe rappresentato non solo la sua unione con Luke, l’uomo che amava, ma anche il distacco finale da Valentine e tutto quello che aveva rappresentato per lei.
-Lo so, anche a me dispiace ma in questo momento non ci possiamo fare niente, che ne dici di chiamare Clary?  È da un po’ che non la sentiamo.- Quelle parole risvegliarono Jocelyn, Clary! Non le aveva mai telefonato! Certo, c’era Maryse che telefonava a Isabelle che le diceva che stavano tutti bene, ma lei voleva sentire la voce di sua figlia, che si accorse in quel momento, le mancava terribilmente.
-Hai ragione, sono stata così presa da tutto quello che mi succedeva, che non ho pensato a lei. La chiamo!-
La donna prese il cellulare, e incominciò a digitare il numero.
 
SIMON
Il tetto del grattacielo era completamente buio dato che era notte fonda. Non sarebbe potuto essere altrimenti visto che stava parlando con Raphael Santiago un vampiro, che, a contrario di lui, non si poteva esporre alla luce del sole senza rimanere carbonizzato. Quella non era una visita amichevole, né un amabile incontro tra amici, Raphael era lì per un motivo preciso, che Simon non mise molto ad intuire dato che il vampiro gli aveva appena detto che cercava il momento e il modo migliore per ucciderlo. Il ragazzo avrebbe dovuto aspettarselo, dato che il concetto del “quando non avrai più il Marchio di Caino io sarò il primo a farti fuori” gli era stato ribadito. Ed era successo, la sua fronte non aveva più nessuna runa magica e potentissima fattagli da Clary.
In quel momento, nella notte buia e fredda Simon sentiva la sua mancanza come una puntura nel cuore, non riusciva a capacitarsi del fatto che, forse, non l’avrebbe mai più rivista. Per lui era un dolore insopportabile, era sempre stato il suo compito proteggerla, fin da quando in prima elementare sua madre le aveva permesso di andare a scuola solo se fosse stato lui ad accompagnarla. Vivere senza di lei non aveva senso, per questo una volta Simon aveva deciso di andare lui stesso da Raphael, per mettere fine alla sua vita, ma poi aveva pensato che Clary se si fosse semplicemente arreso, non l’avrebbe mai perdonato. E lui non poteva sopportare questo pensiero.
-Non ho intenzione di andarmene senza combattere, lo sai vero?- La sua voce era piatta, prima di emozioni, cosa che aveva richiesto parecchio allenamento.
-Lo so, non sono uno stupido Simon Lewis, ma tu non sai usare i tuoi poteri a pieno, per questo penso che eliminarti non sarà una grande sfida.-
Raphael salì sulla sua moto, la accese e partì nella notte. Lasciando Simon solo, immerso nel buio.
 
JACE
Entrato nella sua camera Jace chiuse la porta, fece appena in tempo a girarsi prima che una figura familiare gli si parasse davanti. Sebastian.
Il ragazzo indietreggiò con un’espressione di puro stupore dipinta sul viso, come aveva fatto ad entrare? L’altro ragazzo, invece, esibiva un sorriso rilassato, e stava lì fermo a guardare divertito lo spaesamento di Jace. Poi finalmente parlò.
-Come va angioletto?- La sua voce era esattamente come se la ricordava, ma dietro si nascondeva una sadica soddisfazione a cui Jace non sapeva dare spiegazione.
-Che cosa ci fai qui?! E come hai fatto ad entrare?!- Il ragazzo biondo cercò a tentoni dietro di lui la spada angelica che teneva in camera, ma l’altro lo anticipò.
-Non darti pena a cercare un’arma, non potresti farmi alcun male comunque. Sono una proiezione, non sono veramente qui. Comunque vedo che non hai ancora le tue manie di pulizia!- Jace ignorò la battuta e si avvicinò con cautela, era vero si vedevano i granellini di polvere che venivano colorati dalla macchina che Sebastian stava usando.
-Okay, sei venuto per controllare se la mia stanza fosse in ordine?-
-No, veramente sono venuto a vedere come stavi, come va la tua storia d’amore?- Quelle parole colpirono Jace come uno schiaffo, addolorato indietreggiò cercando di riprendere fiato. Sebastian doveva saperne qualcosa o altrimenti non gli e lo avrebbe mai chiesto. Una furia omicida crebbe nel ragazzo che quando parlò lo fece con voce fredda e tagliente.
-Sei stato tu! L’hai rapita!- Non aveva bisogno di una risposta lo poteva vedere dall’espressione dell’altro ragazzo che la sua intuizione era giusta.
-Ma che bravo! Finalmente ci sei arrivato, pensavo che ti avrei dovuto fare un disegno.-
-Lei dov’è?!- A Jace tremava la voce dal desiderio di riaverla al suo fianco.
-Sta bene, mi sto occupando io di lei e non temere, le piaccio.- Il piano di Sebastian stava andando benissimo, ancora qualche parola per far crollare Jace.
-Lei ti odia, ti ha sempre odiato!- Non ci poteva credere semplicemente, Clary, la sua Clary disprezzava suo fratello, non poteva essere cambiata…
-Diciamo che ho saputo farle cambiare idea, sai era così distrutta, le mancavi così tanto. Urlava sai? Sempre. Urlava il tuo nome e diceva che saresti venuto a prenderla. Ha aspettato uno, due, tre, quattro mesi…prima di capire che tu non saresti arrivato, che tu l’avevi dimenticata. Così io l’ho consolata, e lei disperata si è unita a me e al mio piano. Ora lei è mia, e lo sarà per sempre-  
Jace si stava per scagliare contro Sebastian, ma lui era già sparito lasciandosi dietro un ragazzo praticamente morto.

Vi è piaciuto??? La lunghezza andava bene??? Commentate per me è importante!!! Ci vediamo al prossimo capitolo!!! :D
 
 
 
  
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