... A precious Star... Ti adoro!

CAPITOLO 3
 
 
Pochi giorni dopo.
 
Sono seduta su una poltrona, in terza fila, del Grande Teatro di Amburgo e prego in tutti modi che conosco perché mia sorella non faccia una figura di merda eclatante e caschi per terra come una pera cotta mentre esegue la sua coreografia di danza, davanti a due file di esaminatori dell’accademia. Signore, ti prego, fa che non cada! Signore, ti prego, fa che si accorgano di quanto è brava!, ripeto come un mantra nella mia testa, mentre fisso intensamente il palco a pochi passi da me.
Ad un certo punto una luce fioca mi distrae dai miei pensieri: l’arrivo di un messaggio, segnalato dal mio telefono messo in silenzioso. Lo prendo da dove giace sulle mie ginocchia e guardo il mittente: Bill K.
Ci eravamo sentiti parecchio negli ultimi giorni, da quando era stato a casa mia, e ci eravamo ritrovati a parlare di tutto, senza imbarazzi, senza peli sulla lingua. Mi piace il suo modo di essere diretto e acuto anche nei messaggi.
Sblocco il telefono e leggo il suo messaggio: “Ehi, Ginny! Non ti sei ancora fatta viva oggi! Che fine hai fatto????”, gli rispondo immediatamente: “Sono a vedere il saggio di fine anno di Camy, adesso parte il suo assolo!”
“È brava? Come se la cava?”
“Aspetta ti mando una foto…”, la scatto e gliela mando con un MMS.
“Che carina che è! Molto sexy, anche! Riferiscile dopo che mi aspetto che balli anche con me alla sua festa di compleanno;-)”
“Ma tu non balli!”
“Per lei potrei fare un’eccezione!”
“Ehi, qualcuno si sta prendendo una cotta?????”, gli chiedo per prenderlo in giro.
“Oh, di sicuro! Ma non di lei!”
Oddio che vuole dire?! “Chiarire il concetto, prego!”
“Ma come?! Non ci sei ancora arrivata?! Mi stupisce da una ragazza intelligente come te!”
“Che vuoi dire, Bill?”, insisto, sono curiosa, e poi ormai io e lui ci diciamo tutto!
“Che sono cotto di sicuro, Ginny… ma non di tua sorella…”
“Fin qui c’ero arrivata… È di chi sei cotto che non riesco ad arrivare!”
“Ripeto: per essere una ragazza brillante, a volte mi stupisce la tua tendenza ad avere i prosciutti sugli occhi! DI TE SONO COTTO! DI TE! Cristo, l’hanno capito tutti, ormai! Persino tua sorella c’è arrivata! L’unica che ancora non se n’è accorta sei tu!”
Oddio, ho capito bene?! Sicuramente no, rileggo il messaggio una volta, poi due, poi tre… Quelle parole in maiuscolo non cambiano e il senso di quello che c’è scritto mi da il batticuore. Non può essersi preso una cotta per me! Io sono una ragazza tormentata, senza famiglia, con un’anima solitaria e triste, non può provare questo per me! Cosa vuole da me?!
La mia risposta tarda ad arrivare e Bill se ne accorge: “E adesso, con questa rivelazione ti ho spaventata a morte! Bella mossa, Bill, davvero! Che cretino! Cancella, reset e fai finta che non ti abbia detto niente! Scusami!”
“Ehm, non preoccuparti! Mi fa piacere sapere quello che provi! Anche se quello che provi è assurdo!”
“Perché dovrebbe essere assurdo?”
“Perché siamo diversi, Bill!”
“Siamo diversi perché tu mangi carne e io no?”
“Siamo diversi perché io sono una ragazza piena di problemi e tu no!”
“Anch’io ho i miei problemi, piccola! Che credi? Non sono mica perfetto o un automa, eh!”
“Non intendo questo…”
“Che intendi?”
Non voglio parlare di un argomento tanto spinoso per messaggio, allora gli dico: “Ne parliamo più tardi… e non per messaggio…”
“D’accordo! A dopo! Chiamami tu quando vuoi! Aspetto la tua chiamata, quindi… non darmi buca!”
Mi fa sorridere, come sempre! È straordinaria la sua capacità di suscitarmi un sorriso anche nelle situazioni più critiche.
“Ti chiamo dopo, promesso!”, gli scrivo, poi ripongo il telefono nella borsa e mi concentro sui ballerini che continuano a ballare imperterriti sul palco, incuranti del mio tumulto e della mia confusione interiore, anche perché la signora che siede di fianco a me mi lanciava occhiate di fuoco perché la stavo infastidendo con il mio scrivere messaggi.
Finita l’esibizione vado nel camerino di mia sorella e l’aiuto a rivestirsi e sistemarsi, lei mi chiede con ansia, mentre le scucio l’abito da ballo: “Come sono andata?”
“Sei stata perfetta!”
“Andiamo a mangiarci una bella bistecca adesso? Ti prego!”
L’accontento e, raccolte tutte le sue cose nel borsone e salutati tutti, usciamo e camminiamo per il centro mano nella mano, finché non arriviamo al nostro ristorantino preferito per la cena.
Decido, prima di ordinare la cena, di chiamare Bill, dal separé dove sediamo, approfittando della tappa di mia sorella in bagno.
“Ciao, Ginny.”, mi risponde al secondo squillo.
“Ciao.”, il mio tono è un po’ mogio e decisamente esitante, non so come comportarmi, visto l’argomento di conversazione di qualche ora prima!
“Come stai?”
“Bene, grazie! Tu?”, che imbarazzo, quanto odio i convenevoli!
“Sto bene, un po’ annoiato, forse! Sei con tua sister?”
“Sì, al momento però è in bagno… ha una fame da lupi, visto che oggi ci ha dato dentro alla grande, però è stata divina! Stiamo per ordinare la cena… ”
“A base di carne immagino…”
“Ehm, sì!”
“Assassine! E se qualcun altro mangiasse voi?!”, mi prende in giro, so che lui è vegetariano e che, anche se maschera la provocazione dietro una battuta, un po’ lo urta il fatto che io e mia sorella, come Georg e Gustav del resto, ci cibiamo di carne.
“Se qualcuno mangiasse me, farebbe un bene all’umanità, facendomi scomparire!”
“Non dire così! Non pensi che ci sarebbe qualcuno che soffrirebbe della tua dipartita?”
“E chi?”
“Io, per esempio! Tua sorella, tua cugina, i tuoi zii…”
“Ve la cavereste anche senza di me, fidati!”
“Perché sei così negativa verso te stessa?”
“Perché la morte mi ha portato via la voglia di vivere, Bill, e adesso vado avanti solo perché devo…”
“Ah, ora capisco! È per questo che mi hai detto quelle cose, oggi! Smettila di rifuggire il calore umano! Solo perché due persone che ti volevano bene non ci sono più non significa che non ce ne siano altre che non potrebbero volertene, è chiaro?”, si sta scaldando e infervorando Bill, lo sento dalla sua voce.
E più lui si infiamma, più io mi ghiaccio: “Bill, non sono brava in queste cose! Io sono fatta per stare da sola, lo capisci o no?!”
“Solo perché hai paura di tornare ad essere felice…”, la sua frase è come una stilettata dritta al cuore: ha dannatamente ragione, ma io non lo ammetterei mai con lui neanche morta!
“Bill, non…”
“Lo so! Non fa niente, lasciamo perdere! Allora, che farete stasera dopo cena?”
Apprezzo il suo tentativo di cambiare discorso e lo colgo al volo: “A letto presto! Domani c’è scuola per noi due!”
“Ma tua sorella non ha appena fatto il saggio?”
“Sì, ma questo non significa che le lezioni teoriche siano finite…”
“Ah! Brave! Dateci dentro, secchioncelle!”
“Ci proveremo!”, vedo mia sorella avanzare verso di me: “Sta tornando mia sister, giusto in questo momento… vuoi che te la passi?”
“No, tranquilla, salutala per me e falle i complimenti da parte mia e di Tom per il suo successo! Buona cena, ragazze! Ci sentiamo presto, io e te, ok?”
“Sì, d’accordo!”
“Ciao, Ginevra! Un bacio.”
“Ciao, Bill.”


My Space: ciao ragazze! Benvenute a bordo del nuovo capitolo! Vi piace? Spero di sì... beh, fatemelo sapere se vi è piaciuto...
Nel frattempo, ringrazio: _Vesper_ per aver commentato il precedente capitolo, aLien_souL per aver aggiunto questa storia alle ricordate e audrey_bass per averla inserita tra le seguite... infine ringrazio tutte quelle che leggono semplicemente... siete meravigliose! Grazie! Al prossimo capitolo!!!!!