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Autore: therapyday    24/11/2013    1 recensioni
Onda d'amore, che ti travolge e non ti lascia scampo.
Roxy, 18 anni, ragazza dagli occhi color verdi.
Niall, 19 anni, tipico ragazzo popolare, playboy.
Stessa scuola, stesso pase, eppure non hanno mai avuto nessun tipo di contatto, fino a quando il destino decide i farli unire. Ma c'è qualcosa che li sempara, qualcosa che dovranno superare, se lo vorranno. Ma loro lo vogliono?
"Quindi da quanto sei in questa scuola? Da poco?"
"Se 4 anni sono poco, sì."
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Primo giorno di scuola…della quinta. Gli amici si rincontrano, le coppie ricominciano a baciarsi durante l’intervallo, le lezioni diventeranno sempre più noiose.
Non me la sentivo di alzarmi dal letto.

“ROOOO! E’ ORA DI ALZARSI DAL LETTO O FARAI GIA’ TARDI!”

Se non le rispondevo magari avrà pensato che stessi ancora dormendo e magari avrebbe anche avuto la grazia di lasciarmi dormire.
Ma stiamo parlando di mia madre e sarebbe stata in grado di buttarmi fuori di casa in pigiama.

“Arrivo.”
“ROXY!”
“ARRIVO!”

La testa mi stava esplodendo, forse la sera prima non sarei dovuta andare al pub con Andrea. E forse sarebbe stato meglio se non avessi bevuto.
Non avevo neanche voglia di vestirmi, così decisi di mettermi su le prime quattro cose che avrei visto.
Jeans, Vans nere e una bella maglietta larga bianca con rappresentata sopra una rosa. Un regalo di Andrea per i nostri 7 mesi.
Essendo un tatuatore è bravo a disegnare, quella rosa l’aveva disegnata lui e nel mezzo erano inserite le nostre iniziali, nessuno le notava mai. Apparte noi.
Gardandomi allo specchio notai ancora quei lividi. Rimasi ferma per un paio di minuti, guardandomi in quel riflesso. Ma il silenzio fu interrotto.

“RO, ANDREA E’ ARRIVATO!”
“Cazzo sono già le 8. Merda.”
Borsa, libri, chiavi. Iniziai a correre giù dalle scale con una velocità di cui fui sorpresa in prima persona.
“Eccomi mamma. Io vado.” Le diedi un bacio, uno di quelli frettolosi.
“Hai preso tutto?”
“Si mamma.”
“Borsa? Libri? Cellulare? Chiavi?”
“Si, dai mamma! Ho pres…cazzo! Il telefono! Arrivo subito!”

Rifeci il mio scatto felino.
In camera non lo trovai guardai sotto il letto, nei cassetti del comodino, nel bagno. Pensai alla serata prima. Il mio percorso era stato sala-camera-cucina-letto.
Corsi di nuovo giù, e lo trovai il maledetto. Appoggiato sulla mensola di marmo. Lo presi al volo e corsi di nuovo all’ingresso. Mia madre non si era mossi di un centimetro.

“Eccomi, ci sono! Ciao mamma!”
“Ciao Roro, buona giornata!” era felice quella mattina, lo notai anche dal suo dolce e debole sorriso.

Andrea era seduto in macchina, come al solito stava fumando una sigaretta aspettando il mio arrivo. Era posteggiato davanti al cancello. Corsi verso di lui, ed entrai sbattendo la portiera come per fargli capire che ero entrata.

“Ciao principessa.”
“Ciao amore.”

Le nostre labbra si unirono in un bacio dolce, che sapeva di zucchero, che sapeva di amore.

“Pronta per il primo giorno scolaretta?” disse il tutto ridendo e con la sua tipica ironia.
“Muoviti e andiamo stronzo.”

Mi strinse la mano, gesto che mi rendeva da sempre tranquilla, al sicuro.
Lo guardai. Era bellissimo. Con quei capelli marroni e quegli occhi azzurri, ghiaccio. La maglietta che indossava permetteva la vista dei suoi numerosi tatuaggi sul collo e sulle braccia, e i pantaloncini corti mostravano i tatuaggi delle due tigri sui polpacci. Era settembre sì,  ma faceva ancora abbastanza caldo.
La nostra relazione andava avanti da ben 7 mesi. Il nostro primo incontro avvenne in un bar, in centro. I nostri occhi si incontrarono e da gentiluomo si avvicinò e mi offrì da bere.

Sorrisi pensando a quel ricordo. Quante cose erano cambiate da quel giorno e in quel momento i miei occhi si riempirono di tristezza pensando ancora a quei lividi.
Il mio amore per Andrea era immenso, ma alcune volte non era in grado di controllare la rabbia, e spesso durante i litigi diventava un po’ violento. Ma non lo faceva apposta, lui non avrebbe mai voluto farmi del male.
Abbassai gli occhi.

“Piccola tutto bene?” Le sue parole interruppero i miei flashback pieni di amore e odio.
“Ehm, si Andre, tutto bene.”

Mi sorrise, nei suoi occhi vedevo amore. Mi prese il mento e mi baciò.
Le sue labbra chiare avvolgevano le mie con una dolcezza indescrivibile.

“Devi girare qui.”
“Lo so, lo so!” Rispose scocciato, ma con sempre un pizzico di ironia.

Il parcheggio era già pieno di macchine e di alunni.

“Piccola, devi scendere.”
“Devo proprio? Non posso rimanere qui? Anzi non ti va di andare a fare un giro? O andare al McDonald a fare colazione? No anzi, andiamo al centro commerciale. O se vuoi vengo al lavoro con te e..”

Le mie parole vennero bloccate da un altro bacio, più caloroso di quello prima. Un bacio che durò solo pochi secondo, ma che racchiudeva mille emozioni, mille paure e mille parole.
Per un secondo il mio cuore si fermò e la mia mente si svuotò di tutti i pensieri, belli e brutti.
Andrea si allontanò, ma solo di pochi centimetri, cosa che mi permetteva di sentire il suo profumo che tanto amavo avere addosso. Appoggiò la sua fronte alla mia e i nostri occhi fecero l’amore. Il suo azzurro ghiaccio mi toglieva il respiro. In macchina regnava il silenzio fino a quando lui non lo riempì di dolcezza.

“Piccola devi andare. Non ti devi preoccupare di nulla, io sarò qui all’uscita. Solo poche ore e ci rivedremo. Andrà tutto benissimo, devi solo stare tranquilla.”

I suoi occhi pieni di amore e tranquillità mi diedero la forza.  Gli diedi un bacio deciso sul naso, che lo fece ridere, mentre chiudeva i suoi bellissimi occhi.
Presi la borsa e scesi dalla macchina. Ma prima di andarmene sentivo la necesità di dirglielo, di ricordarglielo e volevo che lui me lo ricordasse.

“Ehi Andre.”
“Dimmi Ro.” I suoi occhi si unirono di nuovo con i miei insieme ad una nuovissima ondata d’amore.
“T-ti amo.”

Sorrise, mi guardo, aprì la portiera e si incamminò verso di me.
Mi prese con le sue grandi mani per i miei fianchi deboli, mi tirò verso di lui e mi strinse.
Mi diede un bacio, prima sul naso, poi sulle labbra.

“Ti amo anche io Roxy.”
  
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