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Autore: perfctoned    24/11/2013    7 recensioni
Essere adolescenti non è facile, è risaputo. Ma per Luke e Kimberly è ancora peggio.
Entrambi si sarebbero lasciati andare alla deriva, se non si fossero incontrati. Così, dopo alti e bassi, cercheranno di prendere in mano la loro vita e darle un senso, reggendosi a vicenda.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Is there a place for us?
Cap.2 - Save me, please!


'Okay' recitava il messaggio ricevuto alle due della notte scorsa.
Aveva letto e riletto milioni di volte quella parola ed ogni volta era un colpo al cuore.
Le mani ormai sudate continuavano a tremare incessantemente e non riusciva a darsi una spiegazione a quei suoi sintomi.
Eppure era stato lui stesso a farle quella proposta.
Non voleva mica ritirarsi? 
No, ormai era entrato nel gioco e non poteva più tirarsi indietro.
Non aveva idea di come risponderle né di cosa fare per iniziare.
Teneva sempre in mente che dovevano ancora conoscersi per bene prima di proporle cose affrettate come una cena fuori o andare a casa di uno dei due.
L'unica cosa che gli venne in mente fu quella di fare una semplicissima passeggiata.
Niente di troppo grande per due semplici adolescenti sconosciuti.
La prima parte fu completata.
Ora mancava la seconda: come impostare il messaggio. 
Era un ragazzo di poche parole, anzi, pochissime, quasi nulle.
Ed era raro che scrivesse un messaggio a qualcuno dal momento che non aveva nessun amico.
Il suo sguardo balzava da una parte all'altra della stanza, in cerca di qualche miracolo che potesse aiutarlo. Poi lo vide, appoggiato sulla scrivania, il suo vecchio portatile ricoperto di adesivi.
Internet;
Google.

Come invitare una ragazza fuori.

Miliardi di risultati apparivano ai suoi occhi.
Scelse il primo link: messaggi carini per un primo appuntamento.
Le proposte erano tantissime e davvero belle, ma troppo sdolcinate per un tipo come lui.
Non chiedeva molto, solo una stupidissima frase di approccio per uscire con lei!
Faceva scorrere la pagina verso il basso ma non trovava nulla che potesse andare bene.
Arrivò all'ultima e sorrise.
Era quella giusta.
Tirò fuori il cellulare dal taschino dei pantaloni e ricopiò le parole riportate sul sito, svolgendo però qualche correzione.

Oggi. Tu. Io. Al posto del nostro primo incontro. Alle 03:30 p.m. Ti va? 

Chiuse gli occhi e veloce e indolore premette invio, in modo tale da non avere ripensamenti.
Ora aspettava solo la risposta.


Era nella doccia quando sentì il telefono vibrare.
Uscì velocemente, prese l'accappatoio viola e dopo esserselo infilato lesse ciò che citava il messaggio.
Non sapeva come interpretarlo.
Una semplice uscita o un appuntamento?
Ci pensò un po' su e poi si autoconvinse: una semplice uscita.
Era convinta che mai nessuno le avrebbe chiesto un appuntamento, quindi era inutile illudersi troppo.
Avrebbe risposto dopo. Non voleva fargli vedere che si stesse interessando troppo a lui, quindi poggiò malamente il cellulare sulla lavatrice e riprese la sua mattinata.
Si asciugò il corpo magro, piccolo e bianco. Non si era mai abbronzata. Odiava andare al mare, soprattutto farsi vedere in costume. La vergogna e il disagio prendevano il sopravvento su di lei impedendole di passare un'estate normale, svolgendo le tipiche attività estive delle persone comuni.
Dopo aver infilato l'intimo, si occupò dei capelli.
Era una tragedia ogni volta a pettinarli. Nonostante fossero bagnati, i ricci, pieni di nodi, le facevano passare le pene dell'inferno. 
Le cadevano ogni volta manciate di capelli e si chiedeva come facesse ad averne ancora.
Però li adorava nonostante tutto. 
Erano lunghi quasi fino al fondo schiena, dei due colori che lei amava, neri con le punte viola e ricci che parevano fatti dal parrucchiere.
Era la parte che le piaceva di più di se stessa, insieme agli occhi.
Per il resto non si considerava brutta, ma semplicemente uno scherzo della natura.
L'autostima non era di certo la sua migliore amica!


Era già ora di pranzo e ancora non aveva ricevuto risposta.
'Probabilmente non l'ha ancora letto o non ha soldi per rispondere!' si ripeteva per auto convincersi di non aver ricevuto buca.
"LUKE! E' PRONTO IN TAVOLA!" l'urlo della madre raggiunse il secondo piano e lui, svogliatamente, si trascinò fino in cucina, dove già presenti i suoi genitori e i suoi due fratelli.
Mentre si stava sedendo, il fratello più piccolo gli levò la sedia da dietro facendogli prendere una dolorosa culata per terra. 
Le risate dei due bambini provocarono l'incazzatura silenziosa del ragazzo che, conoscendo il padre, si tenne dentro per non creare casini. Quell'uomo era molto suscettibile e lui lo sapeva benissimo.
Infatti "Basta voi due! E tu Luke, alza quel culo da terra immediatamente!" ringhiò alterato.
Ogni volta che quell'uomo parlava, in quella casa calava il silenzio totale.
Luke odiava suo padre. Era meschino e senza cuore e aveva preso più volte in considerazione l'idea di scappare lontano da lì. Un viaggio senza ritorno.
Ma purtroppo le condizioni non erano mai a suo favore.
Non aveva soldi e poi, dove sarebbe potuto andare?
Il suo futuro era tappato e non vedeva alcuna via d'uscita.
I suoi coetanei sicuramente, raggiunta la maggiore età, avrebbero preso la vita nelle loro stesse mani, trovandosi una casa e un lavoro soddisfacente, tornando dai genitori per il pranzo della domenica o per le vacanze di Natale, a differenza sua. E questo lo uccideva dentro.
Il pranzo passò lento e cupo.
In quella famiglia l'unico mezzo di comunicazione che conoscevano era il litigio e di dialoghi normali non se ne sarebbero mai sentiti. 
Ma ora che ci pensava, quella famiglia non era normale. Nulla era normale nelle loro vite.
Sicuramente Luke non era il tipo di adolescente che ogni genitore desidera di avere, e lui lo sapeva benissimo, non perché fosse un drogato, alcolizzato o uno di quei teppistelli di strada, ma perché non sorrideva mai e non era, come lui stesso si definiva, di buona compagnia.
Anzi, la compagnia lui non l'aveva mai trovata.  
Era in pace con se stesso solo quando suonava. Allora lì sì che era felice. 
L'unica cosa che gli dava soddisfazione.
Quando suonava e cantava, il mondo intorno a lui spariva e veniva circondato da un vortice di suoni che lo facevano stare bene. E quasi come un fiume in piena, si sentiva potente e invulnerabile.
In fondo, non era tanto difficile da capire come ragazzo. Bastava leggere i suoi innumerevoli testi per comprenderlo a fondo.


Alle 03:15 p.m lei era già arrivata nel luogo dell'incontro. Odiava arrivare in ritardo e perciò si presentava anche un quarto d'ora in anticipo.
Se il ragazzo fosse arrivato in ritardo non se la sarebbe presa, perché alla fine era colpa sua dato che lo aveva avvisato mezz'ora prima.
Avrebbe aspettato pazientemente, tanto finché aveva il suo mp3 a farle compagnia tutto andava bene. 
Controllò l'orario: 03:30 p.m e ancora prima di alzare lo sguardo per accertarsi che fosse arrivato o no, ecco che un'ombra la coprì.
Si alzò dalla panchina e notando che anche lui indossava la maglia dei Nirvana, scoppiò a ridere.
"Tu devi dirmi come ci riesci!" cominciò lei schiarendosi la gola.
"A fare cosa?" chiese il ragazzo stranito.
"A farmi ridere così, senza un motivo. Mi fai sentire una psicopatica" continuò lei mimandosi offesa.
Lui sorrise beffardo.
"Credimi, non ne ho la più pallida idea! Perché è la stessa cosa con me" 
A quell'affermazione la ragazza divenne pensierosa.
Le faceva davvero quell'effetto?
"Comunque piacere, io sono Luke" aggiunse il biondo porgendole la mano.
Lei la guardò un momento, per poi afferrarla e presentarsi anch'essa.
"Mi chiamo Kimberly. Kim per gli amici, se ne avessi qualcuno" un sorriso amaro le si dipinse sul volto.
Per strappare via quell'atmosfera rigida che si era creata, Luke se ne uscì con "E così ti piacciono i Nirvana, figo!"
Kimberly osservò la sua maglia ed rialzando il capo gli sorrise soddisfatta. 
Finalmente qualcuno che pareva avere i suoi stessi gusti!
"Se mi piacciono? Io li adoro! Ho tutti i CD, li ascolto tutti i giorni. Sono la mia medicina quotidiana" rispose allegra a Luke, il quale, diventando sempre più curioso, continuò con le domande.
"Concordo pienamente. E chi altro ascolti?"
"E' lunga la lista!" ridacchiò lei prima di elencargli la musica che ascoltava. "Allora: Green Day, Thirty Seconds To Mars, Paramore, AC/DC, Pink Floyd, Blink-182, Good Charlotte, Anti-Flag, Avenged Sevenfold, Avril Lavigne, Escape The Fate, Evanescence, Queen e tantissimi altri" finì in modo breve i suoi gusti musicale e "Tu?" ricambiò la domanda.
"Wow" fu la risposta iniziale del ragazzo. "Beh, più o meno gli stessi ma devo aggiungere Ed Sheeran" continuò.
"Forte! E suoni qualche strumento?" prese in mano lei la conversazione ora. 
"Beh, canto e suono la chitarra. Tu invece?" le ridiede la parola.
"Canto, suono la chitarra, il piano e un po' la batteria" 
Poteva quasi definirsi felice. Finalmente aveva trovato qualcuno che parlasse la sua stessa lingua e poteva stare tranquilla senza sembrare un alieno.
Sentì il cuore accelerare e riscaldarsi.
Entrambi avevano perso, per il momento, argomenti da proporre.
Allora Kim se ne uscì con "facciamo un giro e ci fermiamo in qualche bar?"
Non rispose subito Luke. L'aveva preso alla sprovvista ma accettò volentieri.
Alla fine erano usciti per quello!
Si incamminarono attraverso il parco giochi.
Le parole ormai uscivano automaticamente e quell'aria imbarazzante sembrava essere svanita.
Le risate avevano preso il sopravvento e chiunque fosse passato nelle loro vicinanze avrebbe scommesso che quei due ragazzi si conoscessero da sempre. 
Kimberly avrebbe ricordato quel pomeriggio per il resto della sua vita. 
Quel giorno, forse, era riuscita a trovarsi un amico.
Parlavano di musica, di vestiti, tavole da skate, piercing e tatuaggi.
Avrebbero riservato l'argomento 'vita privata' per una prossima volta se ce ne fosse stata una, ma soprattutto per quando sarebbero stati pronti.
Si era fatta ora di andare, i due ragazzi camminavano all'unisono, con passi lenti e regolari.
Il cielo, nonostante fossero già le 07:40 p.m, era ancora chiaro e ciò permise loro di prendersela con calma.


Luke era stato così bene quel giorno che quando Kim gli propose di accompagnarlo a casa sua lui ne approfittò, scegliendo la strada più lunga. Meno stava a casa e meglio era.
E poi era in compagnia di una ragazza fantastica con cui si trovava magnificamente bene.
Chi l'avrebbe mai detto: Luke Hemmings, il ragazzo più asociale di questo mondo era uscito con una ragazza. E SI ERA PURE DIVERTITO!
Se lo avesse raccontato ai suoi genitori non lo avrebbero creduto. Ma fortunatamente lui non volle proprio farlo.
Si sarebbe solo rovinato la giornata parlando con quelli. 
Scacciò via quei pensieri e tornò ad occuparsi della ragazza al suo fianco.
Sentiva il bisogno disperato di stare vicino a lei, quasi come se lo salvasse dalle grinfie cattive della Terra. 
In quelle ore passate con Kim era riuscito a dimenticarsi tutto ciò che lo preoccupava o feriva.
Luke Hemmings, con Kimberly Foster, stava bene.
Purtroppo la destinazione arrivò troppo in fretta e i due dovettero salutarsi.
"Grazie" mormorò lui sul ciglio della porta con un sorriso appena accennato ma sincero.
"A te" concluse Kim ricambiando il sorrisetto. 
Ecco di nuovo l'imbarazzo.
"Beh, allora io vado Luke" disse Kim. "C-ci vediamo" continuò con tono mezzo interrogativo, come se neanche lei fosse sicura di quello che diceva. 
"Sì, per favore. Mi farebbe davvero piacere tornare ad avere la tua compagnia" sussurrò Luke timidamente.
'Per favore non lasciarmi' pensò tristemente.
La vide voltarsi e con gran velocità sputò i suoi pensieri.
"Salvami, ti prego!"




#Spazio Autrice
Allora cari lettori, come vi pare in questo momento la ff? 
E' di vostro gradimento, vi è indifferente o vi fa schifo? lol
Mi piacerebbe saperlo attraverso una piiiiiccola recensione ^^

Come vedete i due ragazzi stanno cominciando a frequentarsi e hanno scoperto di stare piuttosto bene l'uno con l'altra :)
secondo voi come si svolgerà il continuo?
E Kim accoglierà la richiesta di aiuto del nostro Luke?
Vedremo ;)

Beh, cosa posso aggiungere...
vi ricordo che potete tranquillamente contattarmi su twitter, sono @Vaffanluke :3 

Un bacio e al prossimo capitolo, love u all asdfgh <3
  
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