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Autore: Mala Mela    01/05/2008    9 recensioni
Questa Fan Fiction ha partecipato al contest Made In Italy indetto da V@le.
“Cento demoni giocano con te
Come puoi sentirti sola più che mai?”
[Afterhours - Male in polvere]
Non riusciva a chiudere occhio, la notte.
Rimaneva sveglia a fissare il bianco sporco dell’intonaco sopra di lei, studiando con massima attenzione ogni macchia d’umidità e osservando le curiose ombre che le luci esterne proiettavano sul soffitto.
Era arrivata a conoscere ogni minimo difetto e ogni più piccola crepa di quelle pareti, perché, in fondo, si sentiva come loro: tutto quello che aveva costruito sarebbe potuto crollare da un momento all’altro, senza preavviso.
[500 parole]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA NOTTE

 

 

LA NOTTE

[500 parole]

 

 

“Cento demoni giocano con te

Come puoi sentirti sola più che mai?”

 

[Afterhours - Male in polvere]

 

 

Non riusciva a chiudere occhio, la notte.

Rimaneva sveglia a fissare il bianco sporco dell’intonaco sopra di lei, studiando con massima attenzione ogni macchia d’umidità e osservando le curiose ombre che le luci esterne proiettavano sul soffitto.

Era arrivata a conoscere ogni minimo difetto e ogni più piccola crepa di quelle pareti, perché, in fondo, si sentiva come loro: tutto quello che aveva costruito sarebbe potuto crollare da un momento all’altro, senza preavviso.

La sua vita bianca e perfetta all’apparenza, si sarebbe rivelata debole e pericolante davanti agli occhi di un osservatore più attento.

Ogni mattina si recava all’ospedale, sul volto il falso e rassicurante sorriso di sempre, salutava amici e conoscenti, parlava e rideva.

Quando rincasava apriva stancamente la porta e attraversava a grandi passi il piccolo ingresso, evitando in tutti i modi di fermarsi di fronte allo specchio lì era appeso. Non voleva vedere la giovane donna dai capelli chiari e lo sguardo accusatorio, non voleva vedere il suo riflesso o, più semplicemente, ciò che era diventata.

 

Non riusciva a chiudere occhio, la notte, incapace di dare risposta alle sue domande.

Dov’erano Naruto e Sasuke?

Erano loro ad averla lasciata indietro, o era forse stata lei a sorpassarli, a superarli entrambi?

Li aveva persi o si era persa?

Questo non lo sapeva.

Non lo sapevano nemmeno le agghiaccianti ombre che danzavano sul soffitto, non lo sapevano le mute crepe dei muri, o le tristi macchie d’umidità.

Non sapevano nulla, ma ad ogni luna le sussurravano incessantemente la stessa cosa: i morti non possono tornare.

Li sentiva bisbigliare non appena le palpebre iniziavano cederle, costringendola a spalancare di nuovo gli occhi.

Dormire significava illudersi, abbandonare quella condizione di razionale consapevolezza per sprofondare in un universo ovattato, dove non sarebbe riuscita a distinguere fantasia da realtà.

Non voleva illudersi.

 

Non riusciva a chiudere occhio la notte, e fissava il soffitto con il timore che i demoni tornassero a tormentarla.

Ma i demoni, si ripeteva sempre, non potevano avere i limpidi occhi azzurri di Naruto, né gli aristocratici lineamenti di Sasuke. Eppure era così.

Assopirsi significava rivedere i loro volti, udire nuovamente le loro voci, vivere nuovamente con loro. Ma i morti non possono tornare in vita, e Sakura si sentiva sola.

Sentiva nelle orecchie il sibilo dei kunai e il fragore della battaglia, era come trovarsi nuovamente nell’occhio del ciclone: l’odore del sangue, le grida, le mani sudate per l’angoscia.

Ricordare era doloroso, ma il loro ricordo aveva un sapore più amaro.

Ogni volta i suoi demoni personali tornavano a straziarla, quasi gioissero nel vederla in quelle condizioni, nell’osservarla consumarsi su se stessa in silenzio, pur mantenendo quella perfetta facciata.

La sua solitudine era la sua rovina, insieme a quei timori infondati e alle sue contraddizioni. Si isolava dagli sguardi altrui, ma in segreto soffriva per l’abbandono.

Loro erano con lei, eppure non c’erano.

Avevano il potere di sedarla, eppure la loro presenza l’affliggeva.

Sapeva che presto le crepe si sarebbero aperte e lei, come la sua facciata, sarebbe crollata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Con questa Fan Fiction ho partecipato al concorso Made in Italy indetto da V@le. Non ho vinto… ma c’est la vie, dopotutto.

Sakura non è esattamente il mio personaggio preferito, spero di essere riuscita comunque a renderla in modo efficace^^

Questo racconto mi ha talmente depressa che subito dopo averlo finito sono uscita di casa per tingermi i capelli di viola. Scrivere FF ha effetti decisamente deleteri sul mio aspetto fisico.

Va beh, ora vi lascio alle recensioni u___u Perché state per recensire, vero?

Se non lo fate, per vendetta verrò personalmente a casa vostra a cantare Male in Polvere dei mitici Afterhours. Paura, eh?

 

 

Mala Mela -dalla testa violacea-

 

   
 
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