Ripubblico il sesto capitolo, perché ho apportato delle modifiche e reso più leggibile ^^ (sperando intanto di capire come cancellare il vecchio)
CAPITOLO 6
MI SENTO
CONFUSA
I raggi della luna illuminavano il viso di Tomoyo,
intenta ad osservare dalla finestra la sua amica Sakura che la salutava dal
giardino, e si allontanava. Non era molto convinta di quello che le aveva detto
quando lei le aveva chiesto un consiglio, ma confidava nel cuore di Sakura, e
sapeva che qualunque scelta la ragazza avesse fatto, sarebbe risultata comunque
giusta.
Erano trascorsi ben tre mesi da quando Sakura aveva liberato le
carte della Luce e dell’Oscurità, e in quel periodo erano successi molti
avvenimenti, che lasciavano Tomoyo stranamente confusa. Prima che iniziassero le
vacanze estive, Sakura era stata attaccata dalla carta del Salto, e da quella
del Tuono, riuscendo a liberare entrambe con facilità, nonostante la seconda
avesse creato un po’ di problemi e Kero-chan avesse rischiato di finire
arrostito. Poi erano iniziate le vacanze, e Sakura aveva completamente scordato
la preoccupazione di Shaoran, che sembrava essere scomparso nel nulla. Gran
parte delle giornate le trascorrevano uscendo con le loro amiche e approfondendo
anche l’amicizia con i nuovi compagni di Rika e Naoko, che avevano presentato
loro. In particolare Sakura approfondì l’amicizia con Yota Negishi, il ragazzo
che aveva incontrato i primi giorni di scuola in corridoio. Ed era proprio per
quel motivo che Sakura era andata da lei per chiederle aiuto.
- Mi sento
confusa…- le aveva detto, non appena erano entrate in argomento. Tomoyo aveva
ancora impressa nella mente la discussione di pochi minuti prima.
- Ecco,
vedi… il fatto è che Moteuchi è molto simpatico… ed io non mi sentivo così bene…
da tempo…- aveva detto Sakura, imbarazzata e terribilmente a disagio. Credeva
che anche parlandone alla sua migliore amica avrebbe commesso chissà quale
crudeltà.
- … Shaoran ormai non si fa più sentire… forse non mi vuole vedere
più…- concluse poi mentre due piccoli lucciconi le spuntavano dagli occhi.
Tomoyo cercò di essere il più comprensiva possibile.
- Ma allora perché ti ha
aiutato tre mesi fa?- chiese poi la mora confusa.
- Non lo so… ed è proprio
per questo che non so più cosa pensare… ho una tale confusone per la testa che
mi sembra di impazzire! Yota mi piace, devo ammetterlo, però… - Sakura sospirò
dopo essersi resa conto di averlo chiamato per nome, e attese che la sua amica
le dicesse cosa fare.
- Sakura io non posso decidere per te, devi guardare
nel tuo cuore per capirlo!- la incoraggiò l’amica - Però sappi che se tu
sceglierai Negishi o Li, avrai fatto comunque la scelta giusta, e non devi
pentirtene! I tuoi sentimenti ti aiuteranno a scegliere, devi solo essere più
tranquilla e vedrai che la soluzione arriverà da sola!- le parole di Tomoyo
furono un vero conforto per Sakura che riacquistò il suo dolce sorriso.
Chiacchierarono ancora a lungo sull’ultimo attacco della carta del Tuono e di
come si era ridotto Kero-chan fino a quando il cielo non incominciò ad imbrunire
e Sakura decise di tornare a casa. Tomoyo non era sicura di averle dato un buon
consiglio, perché considerava Li un suo amico e le dispiaceva che lui e Sakura
dovessero lasciarsi definitivamente. Però bisognava anche pensare al fatto che
Li era sparito nel nulla, e Sakura non poteva aspettare che lui si facesse vivo
chissà quando! Sospirò e chiuse la finestra prima di scendere in sala da pranzo,
per raggiungere sua madre.
Una figura indistinta gemeva per terra.
Sakura si trovava in piedi vicino ad essa, e cercava di capire chi fosse e che
cosa avesse. D’un tratto la figura alzò il volto e Sakura con molta
preoccupazione, scoprì che si trattava del suo amico Yota Negishi. Stava male e
a stento riusciva a respirare. La ragazza gli si avvicinò cercando di farlo
riprendere ma il ragazzo si agitava sempre di più fino a svenire. Poi la sua
figura fu avvolta da un’ombra indefinibile e Sakura urlò aiuto con tutte le sue
forze, finchè…
- Sakura!!! Che ti prende, perché chiedi aiuto!?!- la ragazza
si alzò dal letto ansimando trovandosi davanti il viso preoccupato di Kero-chan.
Era stato un incubo, un terribile incubo. Calmò il guardiano, dicendogli che era
stato un sogno, e dopo essersi vestita si diresse in cucina. Quel giorno doveva
uscire con la sua amica Rika per andare a fare compere e mancava solo un’ora
all’appuntamento.
- Buongiorno mostro… vedo che hai smesso di urlare!!!- la
canzonò il fratello quando la ragazzina scese in cucina per fare colazione.
Sakura gli rispose con una smorfia e si mise a fare colazione pensando al sogno
che aveva fatto. La cosa che più la turbava era che l’incubo sembrava reale, fin
troppo reale, proprio come i sogni che anni addietro aveva fatto sulle Carte.
Uscì di casa salutando suo padre e Touya, e si diresse in centro per
incontrarsi con Rika. Fino a pomeriggio passeggiarono per i negozi e
chiacchierarono del più e del meno, finché non si divisero per tornare a casa.
Sulla via del ritorno, ormai Sakura aveva completamente scordato il sogno che
aveva fatto quella mattina, ma quello che vide le raggelò il sangue e le riportò
alla mente tutto quello che aveva sognato. Yota Negishi gemeva terra. Corse da
lui in preda al panico, quasi facendosi investire da un’auto attraversando la
strada. Non appena fu da lui cercò di parlargli e di farlo riprendere, sperando
che non perdesse i sensi come nel sogno. Fortunatamente il ragazzo dopo alcuni
attimi di attesa si riprese, ma Sakura non ancora convinta si offrì di
accompagnarlo a casa.
- St-stai bene?- chiese ancora preoccupata, fissandolo
ansiosa.
- Sì… ora mi sento meglio… grazie…- le rispose i ragazzo
sorridendole, nonostante ansimasse ancora.
Sakura avrebbe voluto chiedergli
cosa avesse, ma non gli sembrava in grado di poter dare delle spiegazioni in
quel momento. Lo salutò dopo averlo seguito con lo sguardo mentre entrava nella
sua casa. Solo quando lui fu sparito dalla sua vista, una miriade di dubbi le
attanagliarono la mente. Una cosa le era apparsa subito strana non appena gli si
era avvicinata: era diverso. Aveva subito avuto una sensazione diversa da quelle
precedenti, avendolo vicino, e poi si era comportato diversamente da come aveva
sempre fatto da quando Sakura lo aveva conosciuto. Arrossì quando le venne in
mente che forse la causa del suo strano comportamento era dovuto alla
confessione d’amore che le aveva fatto solo una settimana prima. In seguito non
lo aveva più incontrato, e magari vedendosela arrivare davanti in quello stato
non gli aveva fatto piacere!
- Sì, deve essere per questo!- disse ad alta
voce cercando di convincere se stessa e sorvolare sul problema
“dichiarazione”.
La mattina dopo Sakura fece molta fatica a svegliarsi e a
rendersi conto subito che quello era il primo giorno di scuola dopo le vacanze
estive. Per fortuna Kero-chan che non aveva chiuso occhio per una strana
sensazione che si era impadronito di lui più o meno un’ora prima che Sakura
tornasse a casa il pomeriggio precedente, riportò la ragazza ai suoi doveri
dandole dei piccoli colpetti sulle guance e chiamandola insistentemente per
nome.
Sakura si spazzolava i capelli davanti allo specchio, cercando di
fermare i ciuffi ribelli con delle mollette; fissava la sua immagine, ma in
realtà pensava ad altro. Nonostante i consigli di Tomoyo era ancora confusa e
non sapeva come comportarsi ora che sarebbe entrata a scuola. Avrebbe
sicuramente incontrato Shaoran, ma come si sarebbe comportato con lei? E che
cosa gli avrebbe detto se invece lui le avesse chiesto in che rapporti era con
Negishi? Era ancora piena di domande, quando aprì la porta della sua aula e
trovò il banco di lui vuoto.
- Non… non è venuto…- mormorò delusa, mentre
qualcuno la chiamava alle spalle. Si voltò con poco entusiasmo e provò una
strana fitta al cuore quando si trovò davanti gli occhi
allegri e azzurri di Negishi.
- Ciao Kinomoto! Come va? E’ da tanto che non
ci vediamo- fece il ragazzo allegro. Sakura non capiva più niente: non solo
Negishi le parlava in quel modo, nonostante tutte le congetture che aveva fatto
il giorno prima sul suo strano comportamento, ma le diceva anche che era da
tanto che non si vedevano!
- C-ciao… come stai?- rispose lei cortesemente,
cercando di celare il suo stato d’animo turbato.
- Io? Benissimo grazie! Ora
devo andare, ma lascia che ti dica una cosa…- disse poi il ragazzo accostandosi
di più a Sakura e parlandole sottovoce - … io sto ancora aspettando… vorrei una
tua risposta… ciao!- urlò infine facendo sussultare la ragazza e allontanandosi.
Sakura si sedette sconvolta, cercando aiuto in Tomoyo che aveva assistito alla
scena con discrezione.
- E adesso che faccio?- domandò disperata.
-
Ascolta il tuo cuore Sakura…- sentenziò tranquillamente la moretta. La ragazza
sospirò, e si alzò in piedi quando il professore entrò in aula. Per il momento
avrebbe dovuto concentrarsi nella lezione, poi al resto avrebbe pensato in un
altro momento. E mentre fissava poco coinvolta la lezione del professore, non si
rese conto che non era solo il banco di Shaoran ad essere vuoto, ma anche quello
di qualcun’altro…
- Insomma si può sapere che diavolo stai
facendo? Quel ragazzino è ancora libero da qualche parte, possibile che non mi
possa fidare di te?!- la voce gelida che sempre si era rivolta a Mei-ling adesso
era anche molto irritata.
- Non ci posso fare niente! Avevo scoperto dove
abitava, ma quel Li non torna più nella sua casa! Sembra sparito nel nulla! Si
sta nascondendo, e credo che cambi sempre posto, perciò non riesco mai a
prenderlo!- fu la risposta lamentosa.
- Hai provato in quella scuola?-
-
Non credo che sia così stupido da tornare a scuola con quello che rischia… mi
dispiace ma per il momento dovrai attendere!-
- Sei un’incapace!- sbuffò la
figura. Era orribile pensare che anche un semplice sbuffo poteva essere così
agghiacciante -… comunque l’importante è che per il momento rimanga lontano
dalla catturacarte. Non ho bisogno della sua presenza, soprattutto adesso che
una delle carte la sta attaccando in uno dei suoi punti deboli. Non voglio che
rovini tutto. Ora vai e sbrigati, se vuoi tornare in quella stupida scuola vedi
di portare a termine il tuo compito!-
- Vado, vado… ho capito!!!- piagnucolò
Mei-ling allontanandosi sbuffando, ma troppo impaurita per
controbattere.
Nel corridoio deserto Sakura cercava di portare le
pesanti attrezzature del club delle ragazze pon pon. Non c’era anima viva, e si
sentiva solo il rumore dei suoi passi pesanti che percorrevano il corridoio.
D’un tratto, un gemito. Svoltò l’angolo in fretta, per paura di vedere ancora
una volta quello che non desiderava, e con orrore vide Negishi steso per terra,
in preda alle stesse convulsioni del giorno prima. Sakura avrebbe voluto
avvicinarsi, se una voce squillante non avesse richiamato la sua attenzione. Si
voltò solo un attimo per vedere chi fosse, ed eventualmente chiedere aiuto, per
poi rivoltarsi subito dopo, ma quale sorpresa quando si rese conto che non c’era
più nessuno. Chi la chiamava era la bidella che l’aveva vista correre e adesso
le stava facendo una ramanzina. Mentre tornava a casa, pensava ad alta voce,
rendendo partecipe anche Tomoyo che l’accompagnava.
- C’è qualcosa di strano…
oggi di nuovo la stessa sensazione, quella sensazione di diverso… non so cosa
voglia dire, ma sento che quella figura non è Negishi!-
- Credi che si tratti
di una Carta?- chiese pensierosa Tomoyo.
- Ho paura di sì! Sicuramente voleva
spaventarmi… però non ho la minima idea di che carta sia…- Tomoyo sorrise.
-
A questo penseremo poi, adesso la cosa più importante è trovare la carta. Che ne
pensi se adesso fai un salto a casa mia? Potresti mettere uno dei vestiti che ho
confezionato e poi andremo in giro a cercare la Carta!!!- propose l’amica mentre
le brillavano gli occhi, tanto che Sakura non riuscì a frenare il suo
entusiasmo. Avrebbe voluto cercare di spiegarle che non era semplice andare in
giro con uno dei suoi abiti, ma sembrava tutto inutile. Non le restava altro da
fare che avvisare Kero-chan, Yue, Eriol e la signorina Mizuki, e aspettare il
peggio.
Davanti al cancello di casa Daidoji, Sakura
salutava i suoi amici che non vedeva da tempo, e intanto chiedeva se il suo
abito fosse troppo appariscente. Per fortuna, quando osservò la sua immagine
davanti allo specchio, tirò un sospiro di sollievo. Indossava un paio di
pantaloncini corti in tessuto Jeans e un top blu con le spalline intrecciate.
Sopra una sorta di camicia trasparente con le maniche e la vita larghe e con dei
riflessi turchesi ed era abbottonata grazie a delle piccole stelle. Una stella
era anche il ciondolo che portava al collo. Ai piedi infine, degli stivali blu
che arrivavano fin sotto il ginocchio.
Dopo aver ricevuto i complimenti
sull’ennesimo splendido abito da parte della signorina Mizuki e degli altri
presenti, e aver dato un calcio a suo fratello Touya per averla nuovamente
derisa, s’incamminarono alla ricerca della carta. Percorsero gran parte del loro
quartiere, cercandola in ogni angolo, anche quello più remoto e perdendo sempre
di più la speranza. Al tramonto erano ritornati al punto di partenza, e la carta
non si era ancora fatta vedere. Sakura camminava davanti al gruppo, cercando di
fare ancora ricorso alla sua forza di volontà. Eriol e gli altri la seguivano
senza entusiasmo e trascinandosi stancamente, quando si stupirono di non vedere
più la ragazza dopo che lei ebbe voltato l’angolo. Immediatamente iniziarono a
cercarla e a chiamarla, ma quando fecero per cambiare strada si resero conto di
essere caduti nella trappola della carta del Labirinto. Erano bloccati e non
sapevano più cosa fare, anche Eriol sembrava impotente di fronte alla
macchinazione di quella carta. Si rassegnarono, sperando nel loro unico aiuto…
Sakura.
Dopo aver svoltato l’angolo, Sakura cercò di tornare indietro, per
raggiungere i suoi amici, ma immediatamente si trovò davanti una parete. Tornò
allora sui suoi passi, ma trovò ancora un’altra parete. Si guardò intorno: ormai
non c’erano più dubbi, la carta del Labirinto l’aveva attaccata. Per un attimo
si fece prendere dallo sconforto, ma poi il pensiero dei suoi amici e del suo
compito, le dettero coraggio ed iniziò ad incamminarsi lungo il labirinto.
Trascorsero forse una o due ore, ma alla fine proprio quando il coraggio le
stava per venire meno, vide qualcosa che doveva essere il centro del labirinto.
Man mano che si avvicinava la figura si distingueva sempre di più. Nonostante il
terrore che l’assaliva, si avvicinò mentre richiamava il suo scettro.
-
CHIAVE CHE POSSIEDI LA FORZA DELLE STELLE. MOSTRAMI IL TUO VERO ASPETTO, È
SAKURA CHE TE LO ORDINA. RELEASE! RESCISSIONE DEL SIGILLO!!!- l’immagine di
Negishi che gemeva per terra, si avvicinava sempre più. Poi un lampo di genio
attraversò la sua mente.
- Ma certo, l’immagine!!! Tu sei The Illusion,
vero?- disse rivolta alla carta. Immediatamente, come nell’incubo che aveva
avuto qualche giorno prima, l’immagine di Moteuchi venne sovrastata da una
figura dapprima nera, che poi si distinse sempre più e l’Illusione si presentò
nella sua forma originale davanti ai suoi occhi. Sakura non perse tempo e ripeté
la formula magica.
- SAKURA CARD, SPEZZA L’INFLUENZA DEL SIGILLO, E RITORNA
AL TUO VERO ASPETTO!!!- non appena toccò la parte centrale dell’Illusione,
questa spezzò l’incantesimo che la teneva prigioniera, e tornò all’interno della
carta. Il suo lavoro non era ancora finito, perché non appena The Maze si rese
conto che era inutile che tentasse di tenere lontana Sakura dai suoi amici,
prese le sembianze originali e cercò di attaccare Sakura in qualche modo,
dall’alto dove si trovava. Ma anche qui la ragazza non mancò di mostrare i suoi
riflessi e correndole incontro, richiamò The Jump, la Carta del Balzo, e toccò
con il suo scettro il sigillo, ripetendo la formula magica. Fortunatamente anche
questa ritornò all’interno della carta, lasciando che Sakura venisse accolta dai
suoi amici che le erano andati incontro.
- Sakura stai bene?- chiese Eriol
preoccupato. La ragazza annuì rassicurante.
- Adesso capisco perché The
Illusion ha chiesto aiuto anche alla Carta del Labirinto: voleva che io mi
trovassi da sola ad affrontarla – spiegò poi - La prima volta non mi ha
attaccato perché c’erano dei passanti, e la seconda la bidella mi aveva
richiamato perché non dovevo correre per il corridoio!-
- Ma come mai ti
faceva vedere sempre l’immagine di quel Negishi?- chiese Touya confuso ma allo
stesso tempo con in mente una certa idea sul perché.
- Credo perché pensasse
che fosse la persona a me più cara… in questo momento…- quelle parole le
uscirono senza pensarci, e si stupì lei stessa di averle pronunciate. Suo
fratello sbuffò: evidentemente ancora non digeriva il fatto che sua sorella
pensasse ai ragazzi!
Sulla strada verso casa, Sakura dialogava con i suoi
amici, ma in realtà i suoi pensieri erano rivolti ad altri pensieri. Il terrore
che aveva provato quando aveva visto Negishi steso per terra, l’aveva resa
ancora più confusa, perché adesso sapeva che quel ragazzo stava diventando
davvero importante per lei. Che la carta le avesse mostrato quello che ancora
non comprendeva? Possibile che da sola non sapesse più distinguere l’amore vero?
E quello che provava per Negishi, era amore vero? Continuò a porsi questi dubbi
anche nei i giorni successivi.
Tomoyo cercò più volte di capire cosa le
passasse per la testa in quei giorni, ma fu tutto inutile, perché Sakura non
voleva parlare, spesso non l’ascoltava neanche.
- Se solo potessi parlare o
almeno rivedere Shaoran!!!- continuava a ripetere ogni giorno, ogni volta che
cercava di fare chiarezza nei suoi sentimenti o che vedeva il suo banco vuoto.
Inizialmente aveva preso ad evitare anche Negishi, perché non voleva dover
affrontare anche con lui quel discorso; solo cinque giorni dopo, quando cioè fu
costretta a parlargli, dopo che lui le si era avvicinato preoccupato per il suo
comportamento, evitando accuratamente di toccare quell’argomento così delicato,
lei si tranquillizzò e tornò a frequentarlo nonostante non abbassasse mai la
guardia. Finalmente tutti i suoi dubbi, trovarono una risposta circa due
settimane dopo.
Era un pomeriggio di settembre, e faceva ancora caldo. Sakura
tornava a casa dopo una nuova, stancante giornata di scuola. Ormai per lei,
andare a scuola era come partire per la guerra ogni giorno. Tomoyo le ripeteva
che esagerava, ma lei non si dava pace, perciò ogni sera era stanchissima.
Sakura camminava lentamente; non aveva fretta, perché sia suo padre che Touya,
erano fuori città per tre giorni, e lei sola in casa, non aveva alcun impegno se
non quello di badare a se stessa.
Aveva quasi raggiunto il cancello di casa,
quando la sua attenzione venne catturata da una figura per terra. Ancora scossa
per le emozioni che aveva provato tempo prima, e credendo che fosse ancora
Negishi, si avvicinò preoccupata, ma quando vide di chi si trattava, un
sentimento di paura e di preoccupazione ancora più forte di quello provato in
precedenza, la assalì.
- Shaoran!- urlò Sakura correndo verso di lui e
inginocchiandosi per terra; circondò la testa di Shaoran con un braccio,
cercando di rivolgere il suo viso dalla sua parte.
- Shaoran! Cosa ti è
successo, ti prego rispondimi Shaoran!!!- esclamava senza ottenere risposta da
parte del ragazzo che faceva anche fatica a respirare. Sakura gli toccò la
fronte e si accorse che era bollente. Senza pensarci due volte lo portò in casa
e a fatica lo trascinò fino al divano, per farlo stendere. Lui continuava ad
ansimare, e a non muoversi.
- Ti prego Shaoran, apri gli occhi!!!- con il suo
fazzoletto gli asciugò il sudore che gli rigava la fronte, intanto gli
accarezzava la testa affondando la mano nei suoi capelli, cercando di
tranquillizzarlo. Finalmente, dopo qualche minuto, il suo respiro rallentò, e ed
aprì gli occhi con grande sforzo.
- Shaoran! Non ti preoccupare, adesso sei
al sicuro!- cercò di tranquillizzarlo parlando calma e cercando di non fargli
notare il suo stato d’animo. Avrebbe voluto chiedergli cosa gli era successo, ma
preferì rassicurarlo con dolcezza, mentre nel suo cuore riaffiorava un
sentimento che sembrava aver dimenticato.
- C-credo… di avere l’influenza…-
disse in un soffio, tentando di farle capire il motivo del suo malessere, quasi
intuendo le domande che affollavano la mente di Sakura.
- Come hai fatto a
ridurti in queste condizioni?- avrebbe voluto avere un tono di voce un po’ più
di rimprovero, ma le fu impossibile, infatti parlò con molta dolcezza.
- Ho
passato… la notte fuori… e non solo questa…-
- Che cosa!?!… M-ma per quale
motivo?- Shaoran girò la testa dall’altra parte, per non dare altre spiegazioni.
Sakura si morse un labbro. Per quale motivo non voleva spiegarle perché si era
ridotto in quelle condizioni?
- Che cosa è successo!?! Che ci fa lui qui!?!-
la voce stupita di Kero-chan, riportò la mente della ragazza alla realtà, che si
voltò preoccupata verso il custode in cerca di aiuto.
- Credo abbia
l’influenza, dobbiamo curarlo!- esclamò mentre Kero-chan si avvicinava. Sakura
si alzò da terra, e si fiondò verso l’armadietto dei farmaci per cercare
qualcosa che gli facesse scendere la febbre, dopodiché gli preparò un brodo
caldo e con l’aiuto di Kero-chan lo portò in spalla nella sua stanza. Il peluche
non era molto contento di quella situazione, soprattutto se Shaoran aveva
ignorato la ragazza per tutto quel tempo e adesso che aveva bisogno di lei si
rifaceva vivo, ma non potè resistere alla sicurezza ed alla dolcezza con cui la
sua padrona si era presa cura di del ragazzo, e così continuò ad aiutarla in
silenzio mentre gli sfilava gli abiti da combattimento che Shaoran indossava, ed
anche a rimanere sveglia di notte per assistere il ragazzo e cambiargli il panno
imbevuto d’acqua, perché potesse provare un po’ di sollievo.
Dopo una lunga e
agitata notte, Sakura venne svegliata dal rumore della sveglia. Alla fine
nemmeno Kero-chan aveva retto, e si erano addormentati entrambi poco prima
dell’alba. Il suo primo pensiero fu quello di toccare la fronte di Shaoran che
dormiva ancora, e con suo grande sollevo, notò che era fredda. Trattenne a
fatica un urlo di felicità per non svegliarlo, poi posò delicatamente un bacio
sulle labbra del ragazzo. Avrebbe voluto restare con lui per quel giorno, ma la
scuola la richiamava, e poi aveva qualcosa da dire di molto importante ad una
persona: aveva ormai preso la sua decisione. Vedere prima Negishi e poi Shaoran
in difficoltà, le aveva tolto ogni dubbio, e doveva chiarire ogni cosa.
Avvisò Kero-chan affinché pensasse lui al ragazzo, e poi uscì di casa con
una sicurezza che la rese molto allegra. A scuola attese con impazienza fino
all’intervallo per parlare con Negishi, e quando finalmente suonò la campanella,
andò in cerca del ragazzo e gli chiese di seguirlo in unp osto più tranquillo.
Scelse il retro della scuola, a quell’ora ancora deserto.
- Di cosa volevi
parlarmi? Mi vuoi dare… “quella” risposta?- chiese Negishi impaziente, mentre
Sakura annuiva torturandosi un lembo della gonna - Ecco vedi… io… il fatto è
che…- iniziò prendendo fiato e coraggio.
- Non ho speranza, vero?- sentì
prima che lei potesse concludere. Alzò lo sguardo che fino ad allora era rimasto
basso, e guardò Negishi negli occhi. Era rimasta molto sorpresa delle sue
parole, e per un attimo rimase a fissarlo interdetta.
- C-come fai a…- disse
poi scuotendo la testa per riprendersi.
- … A saperlo?- la interruppe di
nuovo Negishi con una tranquillità disarmante. Sakura annuì senza parole – In
realtà la mia era solo una speranza, e a quanto pare… era anche una speranza
vana… sai, sapevo che eri innamorata di un altro, ma non ci ho voluto credere
finché non fossi stata tua dirmelo, e oggi… l’hai fatto!- concluse sorridendole
e avvicinandosi a lei posandole una mano sulla spalla.
- Mi raccomando, sii
felice anche per me… comunque siamo ancora amici, vero?- chiese preoccupato cosa
che fece sorridere sollevata Sakura.
- Certo che siamo ancora amici!!!- gli
rispose allegra. Quando la campanella suonò nuovamente, la ragazza lo salutò
regalandogli un bacio sulla guancia e si allontanò molto più serena.
Adesso
che aveva parlato con Negishi, si sentiva molto più sollevata, e per tutto il
resto del giorno, i suoi pensieri vennero rivolti spesso più a Shaoran che alle
lezioni. Tomoyo, dopo aver chiesto spiegazioni per il suo strano comportamento e
aver saputo della presenza di Shaoran influenzato a casa della sua amica, la
abbracciò felice.
- Lo sapevo che avresti fatto la scelta giusta!!!- esclamò
provocando gli sguardi curiosi di alcuni compagni.
Sakura credette di non
poter resistere più, quando le ricordarono che quello era anche il suo giorno
delle pulizie. Aveva una voglia matta di tornare a casa, ma si attardò anche ad
avvisare la signorina Mizuki ed Eriol, che finalmente aveva trovato Shaoran. I
suoi amici le chiesero se conoscesse il motivo per cui il ragazzo era sparito
per così tanto tempo, ma Sakura non seppe dire loro nulla, perciò finalmente la
lasciarono andare a casa.
Corse con quanto fiato aveva in corpo; non provava
quelle sensazioni da molti mesi: si sentiva bene ed era felice; e sperava che lo
sarebbe stato per molto in futuro. Non voleva più soffrire…
- Kero-chan!!!!
Shaoran!!! Sono a casa!!! Dove siete?- urlò Sakura appena entrata, dopo aver
ripreso fiato. La casa sembrava avvolta nel più completo silenzio, e non c’era
anima viva del peluche o del ragazzo. Intuì allora che forse si trovavano ancora
nella sua camera. Probabilmente Shaoran non aveva ancora la forza di
alzarsi…
Aprì la porta e, senza tener conto dello strano silenzio che
aleggiava nella stanza, si avvicinò a Kero-chan, che dormiva su una sedia.
-
Che fai Kero-chan, dormi ancora?- chiese Sakura dando una carezza al custode per
svegliarlo delicatamente, ma quale sorpresa quando si rese conto che Kero-chan
in realtà non dormiva. Il suo viso era insanguinato, e doveva essere svenuto.
Una terribile sensazione di terrore la avvolse; fece appena in tempo a voltarsi,
che la lama tagliente di una spada le sfiorò la spalla, tranciandole una ciocca
di capelli, e ferendola leggermente. Davanti a lei Shaoran che la guardava con
un’espressione vuota, quasi come se non gli importasse di quello che stava
facendo. Sakura era immobile davanti a lui. Non era il taglio che le aveva
fatto, a farle provare dolore, ma una ferita ben più grave. In un secondo, tutte
le sue sicurezze, tutti i suoi sentimenti, crollarono infrangendosi come un
cristallo che cade per terra. Shaoran l’aveva illusa. Era entrato nella sua casa
con una scusa, aveva fatto in modo che lei abbassasse le difese, per attaccarla.
Cercò di mantenersi in piedi, nonostante le gambe non la reggessero più, a causa
della paura e della tristezza per la forte delusione, e si preparò a tentare di
sfuggire ad un altro attacco spietato, che Shaoran stava per
scagliarle.
Continua…