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Autore: Ryta Holmes    01/05/2008    0 recensioni
Una storia piena di avventura, di suspance e di amore... è diversa dalle solite!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ripubblico il sesto capitolo, perché ho apportato delle modifiche e reso più leggibile ^^ (sperando intanto di capire come cancellare il vecchio)

CAPITOLO 6


MI SENTO CONFUSA

I raggi della luna illuminavano il viso di Tomoyo, intenta ad osservare dalla finestra la sua amica Sakura che la salutava dal giardino, e si allontanava. Non era molto convinta di quello che le aveva detto quando lei le aveva chiesto un consiglio, ma confidava nel cuore di Sakura, e sapeva che qualunque scelta la ragazza avesse fatto, sarebbe risultata comunque giusta.
Erano trascorsi ben tre mesi da quando Sakura aveva liberato le carte della Luce e dell’Oscurità, e in quel periodo erano successi molti avvenimenti, che lasciavano Tomoyo stranamente confusa. Prima che iniziassero le vacanze estive, Sakura era stata attaccata dalla carta del Salto, e da quella del Tuono, riuscendo a liberare entrambe con facilità, nonostante la seconda avesse creato un po’ di problemi e Kero-chan avesse rischiato di finire arrostito. Poi erano iniziate le vacanze, e Sakura aveva completamente scordato la preoccupazione di Shaoran, che sembrava essere scomparso nel nulla. Gran parte delle giornate le trascorrevano uscendo con le loro amiche e approfondendo anche l’amicizia con i nuovi compagni di Rika e Naoko, che avevano presentato loro. In particolare Sakura approfondì l’amicizia con Yota Negishi, il ragazzo che aveva incontrato i primi giorni di scuola in corridoio. Ed era proprio per quel motivo che Sakura era andata da lei per chiederle aiuto.
- Mi sento confusa…- le aveva detto, non appena erano entrate in argomento. Tomoyo aveva ancora impressa nella mente la discussione di pochi minuti prima.
- Ecco, vedi… il fatto è che Moteuchi è molto simpatico… ed io non mi sentivo così bene… da tempo…- aveva detto Sakura, imbarazzata e terribilmente a disagio. Credeva che anche parlandone alla sua migliore amica avrebbe commesso chissà quale crudeltà.
- … Shaoran ormai non si fa più sentire… forse non mi vuole vedere più…- concluse poi mentre due piccoli lucciconi le spuntavano dagli occhi. Tomoyo cercò di essere il più comprensiva possibile.
- Ma allora perché ti ha aiutato tre mesi fa?- chiese poi la mora confusa.
- Non lo so… ed è proprio per questo che non so più cosa pensare… ho una tale confusone per la testa che mi sembra di impazzire! Yota mi piace, devo ammetterlo, però… - Sakura sospirò dopo essersi resa conto di averlo chiamato per nome, e attese che la sua amica le dicesse cosa fare.
- Sakura io non posso decidere per te, devi guardare nel tuo cuore per capirlo!- la incoraggiò l’amica - Però sappi che se tu sceglierai Negishi o Li, avrai fatto comunque la scelta giusta, e non devi pentirtene! I tuoi sentimenti ti aiuteranno a scegliere, devi solo essere più tranquilla e vedrai che la soluzione arriverà da sola!- le parole di Tomoyo furono un vero conforto per Sakura che riacquistò il suo dolce sorriso. Chiacchierarono ancora a lungo sull’ultimo attacco della carta del Tuono e di come si era ridotto Kero-chan fino a quando il cielo non incominciò ad imbrunire e Sakura decise di tornare a casa. Tomoyo non era sicura di averle dato un buon consiglio, perché considerava Li un suo amico e le dispiaceva che lui e Sakura dovessero lasciarsi definitivamente. Però bisognava anche pensare al fatto che Li era sparito nel nulla, e Sakura non poteva aspettare che lui si facesse vivo chissà quando! Sospirò e chiuse la finestra prima di scendere in sala da pranzo, per raggiungere sua madre.

Una figura indistinta gemeva per terra. Sakura si trovava in piedi vicino ad essa, e cercava di capire chi fosse e che cosa avesse. D’un tratto la figura alzò il volto e Sakura con molta preoccupazione, scoprì che si trattava del suo amico Yota Negishi. Stava male e a stento riusciva a respirare. La ragazza gli si avvicinò cercando di farlo riprendere ma il ragazzo si agitava sempre di più fino a svenire. Poi la sua figura fu avvolta da un’ombra indefinibile e Sakura urlò aiuto con tutte le sue forze, finchè…
- Sakura!!! Che ti prende, perché chiedi aiuto!?!- la ragazza si alzò dal letto ansimando trovandosi davanti il viso preoccupato di Kero-chan. Era stato un incubo, un terribile incubo. Calmò il guardiano, dicendogli che era stato un sogno, e dopo essersi vestita si diresse in cucina. Quel giorno doveva uscire con la sua amica Rika per andare a fare compere e mancava solo un’ora all’appuntamento.
- Buongiorno mostro… vedo che hai smesso di urlare!!!- la canzonò il fratello quando la ragazzina scese in cucina per fare colazione. Sakura gli rispose con una smorfia e si mise a fare colazione pensando al sogno che aveva fatto. La cosa che più la turbava era che l’incubo sembrava reale, fin troppo reale, proprio come i sogni che anni addietro aveva fatto sulle Carte.
Uscì di casa salutando suo padre e Touya, e si diresse in centro per incontrarsi con Rika. Fino a pomeriggio passeggiarono per i negozi e chiacchierarono del più e del meno, finché non si divisero per tornare a casa. Sulla via del ritorno, ormai Sakura aveva completamente scordato il sogno che aveva fatto quella mattina, ma quello che vide le raggelò il sangue e le riportò alla mente tutto quello che aveva sognato. Yota Negishi gemeva terra. Corse da lui in preda al panico, quasi facendosi investire da un’auto attraversando la strada. Non appena fu da lui cercò di parlargli e di farlo riprendere, sperando che non perdesse i sensi come nel sogno. Fortunatamente il ragazzo dopo alcuni attimi di attesa si riprese, ma Sakura non ancora convinta si offrì di accompagnarlo a casa.
- St-stai bene?- chiese ancora preoccupata, fissandolo ansiosa.
- Sì… ora mi sento meglio… grazie…- le rispose i ragazzo sorridendole, nonostante ansimasse ancora.
Sakura avrebbe voluto chiedergli cosa avesse, ma non gli sembrava in grado di poter dare delle spiegazioni in quel momento. Lo salutò dopo averlo seguito con lo sguardo mentre entrava nella sua casa. Solo quando lui fu sparito dalla sua vista, una miriade di dubbi le attanagliarono la mente. Una cosa le era apparsa subito strana non appena gli si era avvicinata: era diverso. Aveva subito avuto una sensazione diversa da quelle precedenti, avendolo vicino, e poi si era comportato diversamente da come aveva sempre fatto da quando Sakura lo aveva conosciuto. Arrossì quando le venne in mente che forse la causa del suo strano comportamento era dovuto alla confessione d’amore che le aveva fatto solo una settimana prima. In seguito non lo aveva più incontrato, e magari vedendosela arrivare davanti in quello stato non gli aveva fatto piacere!
- Sì, deve essere per questo!- disse ad alta voce cercando di convincere se stessa e sorvolare sul problema “dichiarazione”.
La mattina dopo Sakura fece molta fatica a svegliarsi e a rendersi conto subito che quello era il primo giorno di scuola dopo le vacanze estive. Per fortuna Kero-chan che non aveva chiuso occhio per una strana sensazione che si era impadronito di lui più o meno un’ora prima che Sakura tornasse a casa il pomeriggio precedente, riportò la ragazza ai suoi doveri dandole dei piccoli colpetti sulle guance e chiamandola insistentemente per nome.
Sakura si spazzolava i capelli davanti allo specchio, cercando di fermare i ciuffi ribelli con delle mollette; fissava la sua immagine, ma in realtà pensava ad altro. Nonostante i consigli di Tomoyo era ancora confusa e non sapeva come comportarsi ora che sarebbe entrata a scuola. Avrebbe sicuramente incontrato Shaoran, ma come si sarebbe comportato con lei? E che cosa gli avrebbe detto se invece lui le avesse chiesto in che rapporti era con Negishi? Era ancora piena di domande, quando aprì la porta della sua aula e trovò il banco di lui vuoto.
- Non… non è venuto…- mormorò delusa, mentre qualcuno la chiamava alle spalle. Si voltò con poco entusiasmo e provò una strana fitta al cuore
quando si trovò davanti gli occhi allegri e azzurri di Negishi.
- Ciao Kinomoto! Come va? E’ da tanto che non ci vediamo- fece il ragazzo allegro. Sakura non capiva più niente: non solo Negishi le parlava in quel modo, nonostante tutte le congetture che aveva fatto il giorno prima sul suo strano comportamento, ma le diceva anche che era da tanto che non si vedevano!
- C-ciao… come stai?- rispose lei cortesemente, cercando di celare il suo stato d’animo turbato.
- Io? Benissimo grazie! Ora devo andare, ma lascia che ti dica una cosa…- disse poi il ragazzo accostandosi di più a Sakura e parlandole sottovoce - … io sto ancora aspettando… vorrei una tua risposta… ciao!- urlò infine facendo sussultare la ragazza e allontanandosi. Sakura si sedette sconvolta, cercando aiuto in Tomoyo che aveva assistito alla scena con discrezione.
- E adesso che faccio?- domandò disperata.
- Ascolta il tuo cuore Sakura…- sentenziò tranquillamente la moretta. La ragazza sospirò, e si alzò in piedi quando il professore entrò in aula. Per il momento avrebbe dovuto concentrarsi nella lezione, poi al resto avrebbe pensato in un altro momento. E mentre fissava poco coinvolta la lezione del professore, non si rese conto che non era solo il banco di Shaoran ad essere vuoto, ma anche quello di qualcun’altro…


- Insomma si può sapere che diavolo stai facendo? Quel ragazzino è ancora libero da qualche parte, possibile che non mi possa fidare di te?!- la voce gelida che sempre si era rivolta a Mei-ling adesso era anche molto irritata.
- Non ci posso fare niente! Avevo scoperto dove abitava, ma quel Li non torna più nella sua casa! Sembra sparito nel nulla! Si sta nascondendo, e credo che cambi sempre posto, perciò non riesco mai a prenderlo!- fu la risposta lamentosa.
- Hai provato in quella scuola?-
- Non credo che sia così stupido da tornare a scuola con quello che rischia… mi dispiace ma per il momento dovrai attendere!-
- Sei un’incapace!- sbuffò la figura. Era orribile pensare che anche un semplice sbuffo poteva essere così agghiacciante -… comunque l’importante è che per il momento rimanga lontano dalla catturacarte. Non ho bisogno della sua presenza, soprattutto adesso che una delle carte la sta attaccando in uno dei suoi punti deboli. Non voglio che rovini tutto. Ora vai e sbrigati, se vuoi tornare in quella stupida scuola vedi di portare a termine il tuo compito!-
- Vado, vado… ho capito!!!- piagnucolò Mei-ling allontanandosi sbuffando, ma troppo impaurita per controbattere.

Nel corridoio deserto Sakura cercava di portare le pesanti attrezzature del club delle ragazze pon pon. Non c’era anima viva, e si sentiva solo il rumore dei suoi passi pesanti che percorrevano il corridoio. D’un tratto, un gemito. Svoltò l’angolo in fretta, per paura di vedere ancora una volta quello che non desiderava, e con orrore vide Negishi steso per terra, in preda alle stesse convulsioni del giorno prima. Sakura avrebbe voluto avvicinarsi, se una voce squillante non avesse richiamato la sua attenzione. Si voltò solo un attimo per vedere chi fosse, ed eventualmente chiedere aiuto, per poi rivoltarsi subito dopo, ma quale sorpresa quando si rese conto che non c’era più nessuno. Chi la chiamava era la bidella che l’aveva vista correre e adesso le stava facendo una ramanzina. Mentre tornava a casa, pensava ad alta voce, rendendo partecipe anche Tomoyo che l’accompagnava.
- C’è qualcosa di strano… oggi di nuovo la stessa sensazione, quella sensazione di diverso… non so cosa voglia dire, ma sento che quella figura non è Negishi!-
- Credi che si tratti di una Carta?- chiese pensierosa Tomoyo.
- Ho paura di sì! Sicuramente voleva spaventarmi… però non ho la minima idea di che carta sia…- Tomoyo sorrise.
- A questo penseremo poi, adesso la cosa più importante è trovare la carta. Che ne pensi se adesso fai un salto a casa mia? Potresti mettere uno dei vestiti che ho confezionato e poi andremo in giro a cercare la Carta!!!- propose l’amica mentre le brillavano gli occhi, tanto che Sakura non riuscì a frenare il suo entusiasmo. Avrebbe voluto cercare di spiegarle che non era semplice andare in giro con uno dei suoi abiti, ma sembrava tutto inutile. Non le restava altro da fare che avvisare Kero-chan, Yue, Eriol e la signorina Mizuki, e aspettare il peggio.

Davanti al cancello di casa Daidoji, Sakura salutava i suoi amici che non vedeva da tempo, e intanto chiedeva se il suo abito fosse troppo appariscente. Per fortuna, quando osservò la sua immagine davanti allo specchio, tirò un sospiro di sollievo. Indossava un paio di pantaloncini corti in tessuto Jeans e un top blu con le spalline intrecciate. Sopra una sorta di camicia trasparente con le maniche e la vita larghe e con dei riflessi turchesi ed era abbottonata grazie a delle piccole stelle. Una stella era anche il ciondolo che portava al collo. Ai piedi infine, degli stivali blu che arrivavano fin sotto il ginocchio.
Dopo aver ricevuto i complimenti sull’ennesimo splendido abito da parte della signorina Mizuki e degli altri presenti, e aver dato un calcio a suo fratello Touya per averla nuovamente derisa, s’incamminarono alla ricerca della carta. Percorsero gran parte del loro quartiere, cercandola in ogni angolo, anche quello più remoto e perdendo sempre di più la speranza. Al tramonto erano ritornati al punto di partenza, e la carta non si era ancora fatta vedere. Sakura camminava davanti al gruppo, cercando di fare ancora ricorso alla sua forza di volontà. Eriol e gli altri la seguivano senza entusiasmo e trascinandosi stancamente, quando si stupirono di non vedere più la ragazza dopo che lei ebbe voltato l’angolo. Immediatamente iniziarono a cercarla e a chiamarla, ma quando fecero per cambiare strada si resero conto di essere caduti nella trappola della carta del Labirinto. Erano bloccati e non sapevano più cosa fare, anche Eriol sembrava impotente di fronte alla macchinazione di quella carta. Si rassegnarono, sperando nel loro unico aiuto… Sakura.
Dopo aver svoltato l’angolo, Sakura cercò di tornare indietro, per raggiungere i suoi amici, ma immediatamente si trovò davanti una parete. Tornò allora sui suoi passi, ma trovò ancora un’altra parete. Si guardò intorno: ormai non c’erano più dubbi, la carta del Labirinto l’aveva attaccata. Per un attimo si fece prendere dallo sconforto, ma poi il pensiero dei suoi amici e del suo compito, le dettero coraggio ed iniziò ad incamminarsi lungo il labirinto. Trascorsero forse una o due ore, ma alla fine proprio quando il coraggio le stava per venire meno, vide qualcosa che doveva essere il centro del labirinto. Man mano che si avvicinava la figura si distingueva sempre di più. Nonostante il terrore che l’assaliva, si avvicinò mentre richiamava il suo scettro.
- CHIAVE CHE POSSIEDI LA FORZA DELLE STELLE. MOSTRAMI IL TUO VERO ASPETTO, È SAKURA CHE TE LO ORDINA. RELEASE! RESCISSIONE DEL SIGILLO!!!- l’immagine di Negishi che gemeva per terra, si avvicinava sempre più. Poi un lampo di genio attraversò la sua mente.
- Ma certo, l’immagine!!! Tu sei The Illusion, vero?- disse rivolta alla carta. Immediatamente, come nell’incubo che aveva avuto qualche giorno prima, l’immagine di Moteuchi venne sovrastata da una figura dapprima nera, che poi si distinse sempre più e l’Illusione si presentò nella sua forma originale davanti ai suoi occhi. Sakura non perse tempo e ripeté la formula magica.
- SAKURA CARD, SPEZZA L’INFLUENZA DEL SIGILLO, E RITORNA AL TUO VERO ASPETTO!!!- non appena toccò la parte centrale dell’Illusione, questa spezzò l’incantesimo che la teneva prigioniera, e tornò all’interno della carta. Il suo lavoro non era ancora finito, perché non appena The Maze si rese conto che era inutile che tentasse di tenere lontana Sakura dai suoi amici, prese le sembianze originali e cercò di attaccare Sakura in qualche modo, dall’alto dove si trovava. Ma anche qui la ragazza non mancò di mostrare i suoi riflessi e correndole incontro, richiamò The Jump, la Carta del Balzo, e toccò con il suo scettro il sigillo, ripetendo la formula magica. Fortunatamente anche questa ritornò all’interno della carta, lasciando che Sakura venisse accolta dai suoi amici che le erano andati incontro.
- Sakura stai bene?- chiese Eriol preoccupato. La ragazza annuì rassicurante.
- Adesso capisco perché The Illusion ha chiesto aiuto anche alla Carta del Labirinto: voleva che io mi trovassi da sola ad affrontarla – spiegò poi - La prima volta non mi ha attaccato perché c’erano dei passanti, e la seconda la bidella mi aveva richiamato perché non dovevo correre per il corridoio!-
- Ma come mai ti faceva vedere sempre l’immagine di quel Negishi?- chiese Touya confuso ma allo stesso tempo con in mente una certa idea sul perché.
- Credo perché pensasse che fosse la persona a me più cara… in questo momento…- quelle parole le uscirono senza pensarci, e si stupì lei stessa di averle pronunciate. Suo fratello sbuffò: evidentemente ancora non digeriva il fatto che sua sorella pensasse ai ragazzi!
Sulla strada verso casa, Sakura dialogava con i suoi amici, ma in realtà i suoi pensieri erano rivolti ad altri pensieri. Il terrore che aveva provato quando aveva visto Negishi steso per terra, l’aveva resa ancora più confusa, perché adesso sapeva che quel ragazzo stava diventando davvero importante per lei. Che la carta le avesse mostrato quello che ancora non comprendeva? Possibile che da sola non sapesse più distinguere l’amore vero? E quello che provava per Negishi, era amore vero? Continuò a porsi questi dubbi anche nei i giorni successivi.
Tomoyo cercò più volte di capire cosa le passasse per la testa in quei giorni, ma fu tutto inutile, perché Sakura non voleva parlare, spesso non l’ascoltava neanche.
- Se solo potessi parlare o almeno rivedere Shaoran!!!- continuava a ripetere ogni giorno, ogni volta che cercava di fare chiarezza nei suoi sentimenti o che vedeva il suo banco vuoto. Inizialmente aveva preso ad evitare anche Negishi, perché non voleva dover affrontare anche con lui quel discorso; solo cinque giorni dopo, quando cioè fu costretta a parlargli, dopo che lui le si era avvicinato preoccupato per il suo comportamento, evitando accuratamente di toccare quell’argomento così delicato, lei si tranquillizzò e tornò a frequentarlo nonostante non abbassasse mai la guardia. Finalmente tutti i suoi dubbi, trovarono una risposta circa due settimane dopo.
Era un pomeriggio di settembre, e faceva ancora caldo. Sakura tornava a casa dopo una nuova, stancante giornata di scuola. Ormai per lei, andare a scuola era come partire per la guerra ogni giorno. Tomoyo le ripeteva che esagerava, ma lei non si dava pace, perciò ogni sera era stanchissima. Sakura camminava lentamente; non aveva fretta, perché sia suo padre che Touya, erano fuori città per tre giorni, e lei sola in casa, non aveva alcun impegno se non quello di badare a se stessa.
Aveva quasi raggiunto il cancello di casa, quando la sua attenzione venne catturata da una figura per terra. Ancora scossa per le emozioni che aveva provato tempo prima, e credendo che fosse ancora Negishi, si avvicinò preoccupata, ma quando vide di chi si trattava, un sentimento di paura e di preoccupazione ancora più forte di quello provato in precedenza, la assalì.
- Shaoran!- urlò Sakura correndo verso di lui e inginocchiandosi per terra; circondò la testa di Shaoran con un braccio, cercando di rivolgere il suo viso dalla sua parte.
- Shaoran! Cosa ti è successo, ti prego rispondimi Shaoran!!!- esclamava senza ottenere risposta da parte del ragazzo che faceva anche fatica a respirare. Sakura gli toccò la fronte e si accorse che era bollente. Senza pensarci due volte lo portò in casa e a fatica lo trascinò fino al divano, per farlo stendere. Lui continuava ad ansimare, e a non muoversi.
- Ti prego Shaoran, apri gli occhi!!!- con il suo fazzoletto gli asciugò il sudore che gli rigava la fronte, intanto gli accarezzava la testa affondando la mano nei suoi capelli, cercando di tranquillizzarlo. Finalmente, dopo qualche minuto, il suo respiro rallentò, e ed aprì gli occhi con grande sforzo.
- Shaoran! Non ti preoccupare, adesso sei al sicuro!- cercò di tranquillizzarlo parlando calma e cercando di non fargli notare il suo stato d’animo. Avrebbe voluto chiedergli cosa gli era successo, ma preferì rassicurarlo con dolcezza, mentre nel suo cuore riaffiorava un sentimento che sembrava aver dimenticato.
- C-credo… di avere l’influenza…- disse in un soffio, tentando di farle capire il motivo del suo malessere, quasi intuendo le domande che affollavano la mente di Sakura.
- Come hai fatto a ridurti in queste condizioni?- avrebbe voluto avere un tono di voce un po’ più di rimprovero, ma le fu impossibile, infatti parlò con molta dolcezza.
- Ho passato… la notte fuori… e non solo questa…-
- Che cosa!?!… M-ma per quale motivo?- Shaoran girò la testa dall’altra parte, per non dare altre spiegazioni. Sakura si morse un labbro. Per quale motivo non voleva spiegarle perché si era ridotto in quelle condizioni?
- Che cosa è successo!?! Che ci fa lui qui!?!- la voce stupita di Kero-chan, riportò la mente della ragazza alla realtà, che si voltò preoccupata verso il custode in cerca di aiuto.
- Credo abbia l’influenza, dobbiamo curarlo!- esclamò mentre Kero-chan si avvicinava. Sakura si alzò da terra, e si fiondò verso l’armadietto dei farmaci per cercare qualcosa che gli facesse scendere la febbre, dopodiché gli preparò un brodo caldo e con l’aiuto di Kero-chan lo portò in spalla nella sua stanza. Il peluche non era molto contento di quella situazione, soprattutto se Shaoran aveva ignorato la ragazza per tutto quel tempo e adesso che aveva bisogno di lei si rifaceva vivo, ma non potè resistere alla sicurezza ed alla dolcezza con cui la sua padrona si era presa cura di del ragazzo, e così continuò ad aiutarla in silenzio mentre gli sfilava gli abiti da combattimento che Shaoran indossava, ed anche a rimanere sveglia di notte per assistere il ragazzo e cambiargli il panno imbevuto d’acqua, perché potesse provare un po’ di sollievo.
Dopo una lunga e agitata notte, Sakura venne svegliata dal rumore della sveglia. Alla fine nemmeno Kero-chan aveva retto, e si erano addormentati entrambi poco prima dell’alba. Il suo primo pensiero fu quello di toccare la fronte di Shaoran che dormiva ancora, e con suo grande sollevo, notò che era fredda. Trattenne a fatica un urlo di felicità per non svegliarlo, poi posò delicatamente un bacio sulle labbra del ragazzo. Avrebbe voluto restare con lui per quel giorno, ma la scuola la richiamava, e poi aveva qualcosa da dire di molto importante ad una persona: aveva ormai preso la sua decisione. Vedere prima Negishi e poi Shaoran in difficoltà, le aveva tolto ogni dubbio, e doveva chiarire ogni cosa.
Avvisò Kero-chan affinché pensasse lui al ragazzo, e poi uscì di casa con una sicurezza che la rese molto allegra. A scuola attese con impazienza fino all’intervallo per parlare con Negishi, e quando finalmente suonò la campanella, andò in cerca del ragazzo e gli chiese di seguirlo in unp osto più tranquillo. Scelse il retro della scuola, a quell’ora ancora deserto.
- Di cosa volevi parlarmi? Mi vuoi dare… “quella” risposta?- chiese Negishi impaziente, mentre Sakura annuiva torturandosi un lembo della gonna - Ecco vedi… io… il fatto è che…- iniziò prendendo fiato e coraggio.
- Non ho speranza, vero?- sentì prima che lei potesse concludere. Alzò lo sguardo che fino ad allora era rimasto basso, e guardò Negishi negli occhi. Era rimasta molto sorpresa delle sue parole, e per un attimo rimase a fissarlo interdetta.
- C-come fai a…- disse poi scuotendo la testa per riprendersi.
- … A saperlo?- la interruppe di nuovo Negishi con una tranquillità disarmante. Sakura annuì senza parole – In realtà la mia era solo una speranza, e a quanto pare… era anche una speranza vana… sai, sapevo che eri innamorata di un altro, ma non ci ho voluto credere finché non fossi stata tua dirmelo, e oggi… l’hai fatto!- concluse sorridendole e avvicinandosi a lei posandole una mano sulla spalla.
- Mi raccomando, sii felice anche per me… comunque siamo ancora amici, vero?- chiese preoccupato cosa che fece sorridere sollevata Sakura.
- Certo che siamo ancora amici!!!- gli rispose allegra. Quando la campanella suonò nuovamente, la ragazza lo salutò regalandogli un bacio sulla guancia e si allontanò molto più serena.
Adesso che aveva parlato con Negishi, si sentiva molto più sollevata, e per tutto il resto del giorno, i suoi pensieri vennero rivolti spesso più a Shaoran che alle lezioni. Tomoyo, dopo aver chiesto spiegazioni per il suo strano comportamento e aver saputo della presenza di Shaoran influenzato a casa della sua amica, la abbracciò felice.
- Lo sapevo che avresti fatto la scelta giusta!!!- esclamò provocando gli sguardi curiosi di alcuni compagni.
Sakura credette di non poter resistere più, quando le ricordarono che quello era anche il suo giorno delle pulizie. Aveva una voglia matta di tornare a casa, ma si attardò anche ad avvisare la signorina Mizuki ed Eriol, che finalmente aveva trovato Shaoran. I suoi amici le chiesero se conoscesse il motivo per cui il ragazzo era sparito per così tanto tempo, ma Sakura non seppe dire loro nulla, perciò finalmente la lasciarono andare a casa.
Corse con quanto fiato aveva in corpo; non provava quelle sensazioni da molti mesi: si sentiva bene ed era felice; e sperava che lo sarebbe stato per molto in futuro. Non voleva più soffrire…
- Kero-chan!!!! Shaoran!!! Sono a casa!!! Dove siete?- urlò Sakura appena entrata, dopo aver ripreso fiato. La casa sembrava avvolta nel più completo silenzio, e non c’era anima viva del peluche o del ragazzo. Intuì allora che forse si trovavano ancora nella sua camera. Probabilmente Shaoran non aveva ancora la forza di alzarsi…
Aprì la porta e, senza tener conto dello strano silenzio che aleggiava nella stanza, si avvicinò a Kero-chan, che dormiva su una sedia.
- Che fai Kero-chan, dormi ancora?- chiese Sakura dando una carezza al custode per svegliarlo delicatamente, ma quale sorpresa quando si rese conto che Kero-chan in realtà non dormiva. Il suo viso era insanguinato, e doveva essere svenuto. Una terribile sensazione di terrore la avvolse; fece appena in tempo a voltarsi, che la lama tagliente di una spada le sfiorò la spalla, tranciandole una ciocca di capelli, e ferendola leggermente. Davanti a lei Shaoran che la guardava con un’espressione vuota, quasi come se non gli importasse di quello che stava facendo. Sakura era immobile davanti a lui. Non era il taglio che le aveva fatto, a farle provare dolore, ma una ferita ben più grave. In un secondo, tutte le sue sicurezze, tutti i suoi sentimenti, crollarono infrangendosi come un cristallo che cade per terra. Shaoran l’aveva illusa. Era entrato nella sua casa con una scusa, aveva fatto in modo che lei abbassasse le difese, per attaccarla. Cercò di mantenersi in piedi, nonostante le gambe non la reggessero più, a causa della paura e della tristezza per la forte delusione, e si preparò a tentare di sfuggire ad un altro attacco spietato, che Shaoran stava per scagliarle.

Continua…

   
 
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