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Autore: Ineki    24/11/2013    2 recensioni
Blu e oro, è una storia che parla di un cambiamento. Diversi cambiamenti.
La storia di una ragazza nata nella notte più buia attraversata da una miriade di stelle cadenti. Misteri millenari verranno rivelati, esseri sconosciuti appariranno e dolci sussurri nella notte racconteranno a voi, cari lettori, le vicende di Anita.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Tigre.
 La cucina , il luogo dove la mia fame mattutina veniva placatata, era molto confortevole. Gli armadietti di legno color miele scuro , il bancone da lavoro in marmo e l'isola in mezzo alla stanza rendeva tutto molto funzionale e le pareti arancione chiaro rilassavano gli occhi. 
In silenzio bevetti la mia solita tazza di tisana per calmarmi i nervi. Con un bel po' di miele. E due fette di pane e nutella. 
Quando ebbi finiti risalii in camera mia , convinta di poter passare la giornata a rilassarmi e fare quel che mi pareva. Essendo figlia unica, non avevo una sorella o un fratello con cui passare il tempo e i miei avevano deciso di fare una vacanze per le feste natalizie, visto che ormai stavo per compiere diciotto anni. 
Il che significa che avevo casa libera!
 Mi stavo per infilare le mie adorate cuffie nere e rosse quando suonò il campanello. 
'Chi può mai essere? Forse è Mia.' 
Mia, una ragazza fantastica e mia migliore amica, era inarrestabile. L'unica che veniva a trovarmi nel bosco in cui vivevo. Esattamente, casa mia era circondata da favolosi alberi altissimi: pini con gli ampi rami storti dalla neve, pioppi alti e flessibili ,querce maestose e possenti, betulle alte e cespugli di bacche non commestibili. Adoravo quando tutto veniva coperto dal bianco brillante della neve perché i contorni delle cose diventavano marcati , tanto da pensare di essere in un mondo incantato. 
Mi diressi verso la porta e stavo già pensando a cosa avremmo potuto fare insieme quel giorno e i prossimi, però le mie previsione si infransero quando lo vidi. 
Lo sconosciuto. 
Lo sconosciuto del mio incubo era lì, davanti a me. Non sapevo cosa fare.
 'Devi chiudere la porta, ,idiota!' Mi urlo una vocina spaventata e incavolata nella mia testa. D'accordo con la vocina, chiusi la porta in faccia allo sconosciuto. 
Appoggiai la schiena al duro legno della porta e fissai scandalizzata il vuoto davanti a me. Il mio cervello non connetteva più. 
Come ci si dovrebbe comportare quando trovi davanti alla porta di casa l'assalitore dell'incubo che hai fatto la notte prima? 'E che assalitore!' pensai distrattamente. Dovevo essere impazzita se mi affacinavano quei capelli scuri, quel corpo da nuotatore e quei tranquilli occhi arancioni. 
Arancioni?! Guardai dalla finestra e non c'era nessuno. 
'Ho sognato a occhi aperti?'. 
Mi allontanai velocemente per prendere la mega padella di mia mamma e appena la presi in mano risuonò il campanello.
'Ma che assalitore è se suona il campanello?' Ancora con la padella in mano, aprii un po' la porta e...
'Mia?' 
-Buon giorno anche a te! Mi fai entrare, si o no? Perché tieni una padella come una mazza da baseball?- chiese divertita e un po' stupita la ragazza. Mi guardai la mano e appoggiai imbarazzata la padella sul mobiletto di fianco all'entrata, vicino alle chiavi. 
-Scusa, è che ho avuto una mattinata un po'strana, tutto qua.- biascicai mentre l'abbracciavo. Era completamente coperta da strati di vestiti. Gli occhi, dolci e divertiti, avevano il colore del sottobosco in primavera, un misto di verde foglia e castano scuro. I capelli, erano un insieme di boccoli morbidi di un castano ramato, che al sole diventavano ancora piu luminosi. Una sciarpa e un berretto bianco le incorniciavano il volto arrossato dal freddo invernale e il giubbotto rosso mi ricordava sempre il mantello di cappuccetto rosso. Peccato che il suo carattere combattivo avrebbe domato qualsiasi lupo cattivo. Gli stivali neri e i jeans blu scuro erano sicuramente foderati con uno strato di pelo. Anche se molto attiva, Mia soffriva molto il freddo, al contrario di me che mi ritrovavo molto a mio agio con le temperature sotto lo zero.
-Sicura che sia tutto ok? Sembra che tu abbia visto un fantasma! - esclamò ridendo. Come c'era andata vicina!
-Ho solo bisogno di uscire un po', devo prendere delle cose in centro. Così ti racconto tutto a pranzo e se non sei ancora soddisfatta ,puoi venire a cena da me stasera.- 
Accettò di buon grado, sapendo che parlavo molto di piu davanti a del cibo. Andai in camera a vestirmi velocemente. Indossai un paio di jeans neri, un maglione verde scuro con un gatto rossiccio stamparo sul davanti e i miei stivali preferiti. Blu, con intarsi argentati e le rifiniture dorate. Li adoravo! Uscimmo di casa a tempo di record e mi preoccupai di chiudere bene la porta di casa. Finalmente potevo passare una domenica senza pensare a quei occhi arancioni...mi ricordavano quelli di una tigre che avevo visto in un documentario da piccola.
 Una tigre in gabbia. 

Girammo per negozi e dopo aver preso dei maglioni e l'occorrente per la cena a base di sushi, andammo a mangiare qualcosa in un piccolo ristorantino dove facevano dei panini fantastici. 
Mentre addentavo il mio panino, Mia entrò in argomento: - Racconta.- 
Dopo aver mandato giù il boccone che mi era rimasto in gola, le raccontai dell'incubo e della visita immaginaria di stamattina. Era visibilmente preoccupata. Stava per dirmi qualcosa quando squillò un telefono. Mia rispose irritata, ma subito cambiò espressione. Ascoltò qualche minuto in silenzio e poi chiuse la comunicazione.
 Sua madre non si era sentita bene e l'aveva chiamata il padre dicendole di tornare a casa per stare con lei perché lui doveva andare al lavoro. La mia amica si scusò mille volte ma sapevo in che condizioni viveva e le dissi di stare tranquilla e di andare a casa. 
-Salutami i tuoi , spero che tua mamma si riprenda presto. Ci sentiamo stasera .- le dissi mentre le davo un bacio sulle guance morbide.
 - Va bene, ma tu promettimi di chiudere bene tutto e di fare la brava. - 
- Prometto.- le feci una linguaccia per allentare la tensione. La guardai camminare verso casa fino a che non la vidi più, poi mi indirizzai verso casa. Non avevo fatto neanche mezzo passo che mi sentii osservata. Mi girai di scatto e intravidi una sagoma ferma in mezzo alle persone che camminavano. Subito dopo non c'era più. 
'Ma oggi è la giornata delle allucinazioni?! Devo piantare di pensare che un qualsiasi ragazzo possa essersi interessato a me e ,ancora di più, devo togliermi dalla testa quell'incubo! È solo un incubo ! ' 

Mezz'ora dopo, con solo i lampioni della strada che si insinuava nel bosco camminai per il vialetto sterrato che portava a casa mia.
 'Ancora poco e potrò riposarmi al sicuro con pop corn, film e una scatolina di pesce fresco. Ok , forse l'ultima opzione sarà per un'altra volta. ' ragionai. 
Casa mia era molto simile a una baita con un porticato. Rustica ma utile. La trovavo molto bella, ma forse perche ci ero nata. I miei mi avevano sempre detto che mi avevano tenuta in braccio per la prima volta nel salotto di casa, infatti era la mia stanza preferita. Salii i piccoli scalini che mi portarono all'ingresso e già con le chiavi in mano cercai di aprire la porta. 
Purtroppo non si può aprire qualcosa che è gia aperto.
 Mi paralizzai.
 'Impossibile.'pensai mentre tornavo mentalmente al momento in cui avevo chiuso la porta. Entrai piano piano accendendo la luce. 
Nessuno. Forse avevo fatto girato la chiave nel senso sbagliato, ma mi ricordavo di aver sentito scattare la serratura. Che strano... Appoggiai le borse di fianco al divano beige , poi presi un respiro profondo per lasciarlo uscire piano. Stanca e agitata chiusi la porta e controllai tutte le finestre. Misi i pop corn nel microonde e decisi quale film vedere. Mi incamminai di sopra per mettermi comoda. Dato che davanti alla porta aperta avevo sudato freddo mi convinsi di fare un'altra doccia bollente per togliermi le preoccupazioni di dosso. 
Ero ancora in accappatoio quando, uscita dal bagno e spostando le lenzuola, lo vidi. 
Il guanto.
 Il guanto che sicuramente non era mio. 
Potava appartenere solo ad una ragazza con le mani sorprendentemente grandi o ad un ragazzo. Un ragazzo con gli occhi dinun felino cacciatore. 
-Nononononono!- urlai. 
Non è possibile che fosse reale! Ma allora...l'incubo...lo sconosciuto di stamattina...la sagoma in centro... la porta aperta... 
-Oh ecco dov'era, grazie tante per avermelo ritrovato, fiorellino.- mormorò la voce ormai familiare al mio orecchio. Così feci l'unica cosa che mi venne in mente. 
Mi infuriai. 

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Angolo autrice: Ciao a tutti voi,lettori! Come vi sembra la storia? Vi piace o almeno vi incuriosisce? Recensite pure apprezzo molto sia i commemti positivi e negativi, perche so di essere una novellina come scrittrice e devo imparare molto ._. Ineki ♡
  
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