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Autore: bik90    24/11/2013    9 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Prima di prendere il treno, Federico aveva chiesto un favore a Fulvia che non aveva potuto negargli. Così adesso la donna si trovava ad osservarlo da lontano mentre entrava in un giardino ben curato di un ospizio. Prima di avvicinarsi ad una signora anziana, si voltò leggermente verso di lei come se cercasse un silenzioso assenso e abbozzò un timido sorriso.
<< Signora Carla, ha visto chi è venuto a trovarla? >> domandò gentilmente un’infermiera alla signora seduta sulla panchina intenta ad osservare lo zampillio dell’acqua della fontana.
La donna parve riscuotersi dai suoi pensieri e si girò verso il ragazzo.
<< Sei proprio un bel giovanotto >> affermò mentre le sue labbra s’increspavano in un sorriso.
Federico si chinò sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza e poterla guardare negli occhi. Il cuore gli batteva all’impazzata nel petto, poteva sentirlo rimbombare nelle orecchie anche se s’imponeva di restare calmo. Il fatto che Fulvia lo stesse guardando a pochi metri di distanza gli metteva addosso un’ulteriore agitazione.
<< Grazie >> rispose infine mentre l’infermiera si allontanava lasciandoli soli << Anche lei è una bella signora >>.
Il volto di Carla parve essere attraversato da un raggio di gioia a quelle parole.
<< Che caro che sei, mia figlia Letizia è davvero fortunata ad uscire con un così un bravo ragazzo. Come hai detto che ti chiami? >>.
<< Federico >> fece l’altro sperando che la sua voce non s’incrinasse nel sentire il nome della madre essere nominato con così tanta semplicità.
<< Hai davvero un bel nome, complimenti. E sei anche un bel ragazzo >>.
<< Anche mia nonna me lo diceva spesso >>.
Sorrise nel ricordare la donna quando ancora era giovane e si ricordava di lui.
<< Aspetta qui >> disse improvvisamente l’anziana facendo l’atto di alzarsi << Vado a chiamare Letizia, non è gentile da parte sua farti aspettare così tanto tempo >>.
<< Non ce n’è bisogno no…Carla >> si corresse immediatamente Federico mordendosi il labbro << Sarà sicuramente arrivando, io nel frattempo sono passato a salutarla >>.
I lineamenti della signora si distesero mentre si rilassava nuovamente sulla panchina.
<< Non dirlo a Letizia, ma tu tra tutti i giovanotti con i quali è uscita, sei il mio preferito >> affermò con tono basso mentre allungava una mano verso il viso del diciassettenne.
Federico si lasciò accarezzare la guancia sentendo un tepore familiare riscaldarlo. Per un attimo desiderò che quel momento non terminasse mai.
<< Adesso però vai, mia figlia ti starà sicuramente aspettando in salone >>.
Il ragazzo annuì mettendosi in piedi e le sorrise cercando di trattenere le lacrime.
<< Vado allora >> disse con autocontrollo << Sono contento di questa chiacchierata >>.
<< Anch’io Federico. Puoi dire a Letizia di lasciare sul tavolo in cucina la lana e i ferri? Le sto facendo una sciarpa per quest’inverno >>.
<< Va bene, a presto >>.
Posò delicatamente una mano sulla spalla dell’altra indugiando per una manciata di secondi prima di allontanarsi. Tornò da Fulvia che era rimasta immobile ad aspettarlo e, nel vederlo, si alzò.
<< Si è ricordata di te? >> domandò la donna affiancandolo mentre camminavano verso l’uscita.
Federico scosse il capo.
<< No, è convinta ch’io sia il fidanzato di mia madre >>.
Aveva pronunciato quelle parole cercando di non far trapelare quanta tristezza gli mettessero addosso.
<< Sappi che potrai scendere a Taranto per andare a trovarla tutte le volte che vorrai >>.
Il ragazzo annuì grato per ciò che Fulvia gli aveva appena detto.
<< Lo farò >> rispose fermandosi e voltandosi verso la fontana situata al centro del giardino.
Carla era stata nuovamente affiancata da un’infermiera che si era chinata per poter sentire cosa aveva da dirle. Un sorriso amaro gli apparve sulle labbra mentre pensava che non aveva potuto dirgli, non solo chi fosse in realtà, ma nemmeno della morte di Letizia quando accadde.
Tornerò presto a trovarti nonna, pensò prima di lasciarsi alle spalle quelle immagini.
 
Prima di andare a scuola, Eleonora era passata dalle sue sorelle portando loro cornetti appena sfornati. Inutile dire che erano stati accolti con gioia.
<< Pranzi da nonna? >> domandò dopo aver parcheggiato fuori il liceo rivolta a Claudia.
La ragazza annuì mentre le porgeva il casco.
<< Tu no? Ci sarà anche mamma >>.
L’altra si strinse nelle spalle.
<< Non lo so, forse mangio con Chiara anche se non l’ho ancora sentita >>.
<< O con Martina? >> chiese con una punta di malizia la più piccola.
Eleonora si guardò intorno sperando che nessuno l’avesse ascoltata.
<< Vuoi metterti a urlare per caso? >> le rispose abbassando il tono della voce.
<< Ma che ho detto? >>.
Nel frattempo, passarono alcuni ragazzi che conoscevano la maggiore delle due e la salutarono. La diciottenne si affrettò a contraccambiare e subito dopo tornò a fissare la sorella.
<< E’ una cosa delicata >> si limitò a dire sistemandosi lo zaino sulla spalla destra leggermente a disagio << E io non… >>.
<< Oh >> fece Claudia come se avesse compreso in quel momento << Quindi vuoi tenerlo segreto? >>.
Eleonora la fissò con sorpresa.
<< Ma che domande fai? Ovviamente deve rimanere una cosa segreta! Pensa se… >>.
La sorella inarcò il sopracciglio.
<< …lo scoprisse Davide, per esempio? >> concluse al suo posto con un leggero tono d’accusa << E Martina lo sa questo? >>.
<< Ho provato a dirgli la verità…non ci sono riuscita… >>.
<< Ele… >>.
<< No, non puoi capire Cla! >> esclamò Eleonora alzando involontariamente il tono della voce << Io e lui… >>.
L’altra aprì la bocca per dire qualcosa ma venne bloccata dall’arrivo di Davide.
<< Le due Domenghi! >> salutò ridendo mentre scendeva dal suo motorino e si toglieva il casco.
<< Ciao Davide >> contraccambiò la sua compagna di banco.
<< Ehi, ciao >> fece Claudia abbozzando un sorriso prima di dargli un bacio sulla guancia.
<< Tom? >>.
<< Dovrebbe essere qui a momenti, lo sto aspettando >>.
<< Noi iniziamo a entrare? >> chiese il ragazzo voltandosi verso Eleonora.
La ragazza si affrettò ad annuire e subito dopo lanciò uno sguardo più che eloquente alla sorella. Attraversò la strada di fronte al liceo e s’infilò nell’edificio. Sulle scale che portavano al primo piano, incontrarono Giacomo che correva come un pazzo per arrivare puntuale al compito di matematica. Davide gli augurò buona fortuna mentre l’altra si faceva promettere di farle sapere come andato. L’amico strizzò l’occhio a entrambi prima di riprendere a correre.
<< Spero che si stia impegnando un minimo >> esordì Eleonora non appena Giacomo si fu allontanato abbastanza da non sentirla << Quest’anno ci sono gli esami >>.
Davide si permise una breve risata e si strinse nelle spalle sentendo il desiderio di fumare la prima sigaretta della giornata.
<< Non siamo tutti come te >> le rispose gettandole una breve occhiata.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevano avuto una chiacchierata tranquilla? Troppo.
<< Per fortuna! >> esclamò la ragazza rivolgendogli un sorriso << Altrimenti sai che palle? >>.
<< Sarebbe stato l’inferno per tutti! >> fece Davide scoppiando a ridere di gusto.
Eleonora lo guardò fermandosi sulla soglia della porta della sua aula e si ricordò di tutte le volte, nell’arco di così poco tempo, in cui l’aveva mandato a quel paese. Non sempre forse se l’era meritato.
<< Ah >> disse improvvisamente il ragazzo prendendola per un braccio e chinandosi verso il viso orecchio << Mi ha chiamato Diego ieri >>.
Nel sentire quelle parole, il cuore di Eleonora si fermò per un istante.
<< Abbiamo una gara domani >>.
<< Domani? >> ripeté l’altra ingoiando un paio di volte << Ma Davide noi… >>.
<< E’ la nostra occasione per rimetterci in carreggiata >>.
<< Ma sarebbe meglio se… >>.
<< Non puoi dirmi di no >> la interruppe l’amico << Me lo devi >>.
Eleonora lo fissò negli occhi non sapendo cosa dire. Davide aveva ragione, era colpa sua se l’ultima volta avevano perso e sapeva bene quanto l’altro ci fosse rimasto male per quella sconfitta. Accettare le pareva l’unico modo per rimediare a quell’errore che aveva fatto.
 
Le aveva mandato un paio di messaggi ma si sentiva lo stesso in colpa per come si stava comportando. L’intervallo era scattato da un paio di minuti e lei, insieme ai suoi amici, si era recata nel cortile sulla loro solita panchina. Da dove era seduta, vedeva distintamente Martina in compagnia di un’altra ragazza, sicuramente una certa Simona, sulle scale antincendio e il non potersi avvicinare le faceva provare una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco. Davide, Paolo, Giacomo e Lavinia discutevano animatamente su film e attori ridendo e scherzando. Varie volte le era stato chiesto il suo parere su qualcosa e altrettante volte, era tornata in silenzio. La situazione non era delle migliori, per niente.
<< Hai dimenticato le sigarette a casa? >> le domandò l’amico lanciandole il proprio pacchetto.
Eleonora inghiottì un groppo di saliva nel vederle e subito dopo tornò ad alzare gli occhi sulle scale. Davide le andò vicino e si sedette sullo schienale della panchina.
<< Preoccupata per…per qualcosa? >>.
La ragazza scosse il capo mentre una mano stringeva l’iphone con forza. Martina le aveva risposto di non preoccuparsi, di non angosciarsi in quel momento ma si vedeva chiaramente che non era contenta di non poter trascorrere l’intervallo accanto a lei. E per Eleonora era lo stesso, solo che la paura di uscire allo scoperto era più forte.
<< Non ti va? >> continuò l’altro indicando con un cenno del capo le sigarette che ancora non aveva toccato.
La diciottenne ingoiò un groppo di saliva e aprì il pacchetto estraendone una e permettendo a Davide di accendergliela. Inspirò un’ampia boccata prima di tornare a tenere gli occhi alti. Il gusto del tabacco le diede una sensazione familiare che, però, non alleviò il fastidio che sentiva.
<< Quella lì non la smette di fissarti. Ora mi alzo e gliene canto quattro >>.
Eleonora guardò prima Davide e poi Martina sentendo il cuore fare un salto.
<< Cosa? >> domandò provando a rimanere calma.
L’amico si strinse nelle spalle mentre la guardava.
<< Sto scherzando >> rispose abbozzando un sorriso e alzandosi in piedi. Si stiracchiò gettando il suo mozzicone lontano da entrambi e in quel momento suonò la campanella << Andiamo, fisica ci aspetta >>.
L’altra si limitò ad annuire sentendo il battito tornare regolare. Se avesse osato dire qualcosa di più forte sulla sua ragazza, era sicura che non sarebbe riuscita a trattenersi. Inviò un messaggio prima di infilare il cellulare nella tasca dei jeans e lo seguì sulle scale antincendio.
<< Devo passare prima in bagno >>.
 
Aveva immaginato che Martina la stesse attendendo, quello che mai avrebbe pensato era che la ragazza la spingesse senza troppi convenevoli in uno dei bagni vuoti e chiudesse la porta alle sue spalle per essere libera di baciarla. Eleonora si addossò alla parete leggermente frastornata da quello che in pochi secondi era accaduto ma subito dopo si sciolse nel sentire l’odore della sua pelle. La più piccola le era premuta contro in quell’angusto spazio e la baciava con foga tenendo entrambe le mani sul suo collo per affinché non si muovesse.
<< Si sente che hai fumato, sai? >> le disse infine con una punta di rimprovero che non sfuggì alla maggiore.
Eleonora fece un respiro profondo senza rispondere e guardò la sua bocca. Martina non si era mossa dalla sua posizione e sentire il suo seno sul proprio le stava procurando una moltitudine di brividi che le attraversavano tutta la schiena. Abbassò gli occhi cercando di fissare un punto sul pavimento. L’altra la baciò di nuovo accarezzandole una ciocca di capelli. Era così triste doversi accontentare di doverlo fare in un bagno che per giunta puzzava, come se fossero due ladre evase da un carcere. Improvvisamente alcuni passi fecero capire a tutt’e due che non erano più sole. La porta accanto alla loro si chiuse facendo capire che il secondo gabinetto era occupato. Eleonora avvampò all’istante nel comprendere che potevano essere scoperte mentre Martina era quasi divertita dalla scena. Iniziò a baciarle il collo cercando di fare meno rumore possibile, intrecciò le sue dita a quelle dell’altra e mise tutta la sua forza per impedire che la più grande la evitasse. Sapeva di cosa aveva paura e ci stava giocando. Le morse delicatamente il labbro e le sfiorò il naso col suo accorgendosi che Eleonora non stava respirando. Le mise una mano sul cuore ascoltandolo battere e le sorrise sempre più divertita. Solo quando si sentì scaricare e successivamente la porta sbattere, la ragazza dai capelli biondi si permise di tornare a riprendere aria. La più piccola scoppiò a ridere.
<< Non è stato divertente >> commentò riferendosi a ciò che aveva compiuto prima Martina.
<< Perché non hai visto la tua faccia >> sogghignò l’altra con aria compiaciuta passandosi un dito sulle labbra.
Eleonora si osservò la punta delle scarpe sapendo di essere ancora rossa.
<< Mi spiace >> bisbigliò infine.
Sentì Martina avvicinarsi e si lasciò sfiorare la mano.
<< Ehi >>.
<< Per questa situazione >>.
<< Ehi, Ele >> ripeté la più piccola prendendole il volto affinché si guardassero negli occhi << Guardami >>.
Appena l’altra le ubbidì, le diede un bacio gentile a fior di labbra.
<< Va tutto bene, okay? >> aspettò di vederla annuire prima di continuare e poggiò la sua fronte sulla sua << Promettimi solo che non sarà sempre così >>.
 
Le parole di Martina le avevano donato un leggero conforto che servì ad attutire il suo senso di colpa e a farle seguire abbastanza serenamente le lezioni. Davide un paio di volte le aveva fatto comprendere il suo entusiasmo per la gara motociclistica della sera successiva ma lei non riusciva a provare lo stesso. E se ne domandava il motivo. Di solito ogni singola parola pronunciata dal ragazzo l’aveva sempre rallegrata, fatta ridere o sentire contenta mentre adesso non era più così. Sbuffò rumorosamente dirigendosi verso il suo motorino e in quel momento il suo cellulare iniziò a squillare.
<< Ehi, vipera >> salutò attivando la conversazione << Come va? Tua nonna è a casa? >> aggiunse sapendo che la signora Di Biagio era stata dimessa quella mattina.
<< Sì, siamo tutti e tre a casa >> rispose Chiara dall’altra parte sedendosi sul letto a gambe incrociate.
<< Che facciamo oggi? Ti ho mandato un sms ore fa per sapere se pranzavamo insieme! >> disse Eleonora impedendole di aggiungere altro.
Un sorriso triste apparve sul viso dell’amica anche se non poteva essere vista. L’altra ragazza aveva lo strano potere di riuscire a sollevare il morale a chiunque, era per questo che le voleva così bene. La sua esitazione nel parlare fece comprendere immediatamente ad Eleonora cosa stesse pensando e sentì il cuore fermarsi per un istante.
<< Quando? >> domandò semplicemente.
<< Stasera >> disse l’altra cambiando posizione.
La ragazza dai capelli chiari ingoiò un groppo di saliva mentre si metteva seduta sul sellino.
<< Sapevi che sarei dovuta tornare a Los Angeles >> continuò Chiara << Ho la scuola anch’io e mia madre è da sola con i miei fratelli. Mio padre resterà ancora qualche giorno con mia nonna per valutare se sia il caso di prendere una badante >>.
<< Certo, è giusto >> rispose laconicamente Eleonora sentendosi una stupida per aver pensato che sarebbe potuto durare ancora.
<< Vieni qui >> le propose l’amica << Ho ancora qualche ora prima di dover recarmi in aeroporto, possiamo stare insieme >>.
L’altra ragazza annuì sapendo che avrebbe dovuto farsele bastare.
<< Arrivo >> si limitò a dire prima di agganciare.
Salutò velocemente gli amici e mise in moto per raggiungere la casa della nonna di Chiara. Prima di citofonare, inviò un veloce messaggio a Martina per informarla che avrebbe trascorso gran parte del pomeriggio con l’amica. La ragazza le rispose immediatamente facendo sorridere Eleonora nel leggere le sue parole.
<< Hai visto Martina prima di venire qui? >> le disse immediatamente Chiara quando andò ad aprirle la porta dell’appartamento.
<< Scema >> rispose l’altra ridendo mentre entrava.
<< Sul serio, hai lo stesso sorriso di ieri sera >>.
Eleonora salutò il padre e la nonna della ragazza e subito dopo entrambe si trasferirono nella cameretta che era appartenuta a Cosmo di Biagio da ragazzo e che ora era servita momentaneamente alla figlia. La prima cosa che notò la diciottenne dagli occhi verdi fu la valigia aperta al centro della stanza. Guardò il suo orologio da polso e si sedette sul letto.
<< A che ora hai l’aereo? >> chiese cercando di apparire disinvolta.
<< Alle sette. Per le tre e mezza, massimo le quattro, devo mettermi in viaggio >>.
Eleonora annuì.
<< Hai fame? >>.
Questa volta l’amica scosse il capo. Aveva lo stomaco chiuso per la notizia della sua imminente partenza, aveva pensato che avrebbe avuto più tempo da trascorrere con lei. Inghiottì un groppo di saliva mentre pensava a Davide e al sesso che aveva fatto con lui prima di conoscere Martina.
<< Lo sapevi da ieri, vero? >> domandò anche se sapeva già la risposta alzando gli occhi su Chiara.
L’altra le sorrise sedendosi al suo fianco e la abbracciò.
<< Sì >> disse in un soffio << Ma non sarebbe stato giusto dirlo ieri sera. Le protagoniste eravate tu e Martina >>.
Sentì Eleonora fare un respiro profondo mentre si scioglieva dalle sue braccia e abbozzare un sorriso triste.
<< Oh, dai Leo! >> esclamò Chiara provando ad alleggerire la situazione << Non è la fine del mondo! Hai promesso che dopo la maturità, verrai a trovarmi e le promesse, mia cara, si mantengono! >>.
Le strizzò l’occhio toccandole con l’indice il naso.
<< Sì, stavolta verrò davvero >>.
Anche se non le aveva firmato nessun pezzo di carta in cui glielo prometteva, dal tono della voce la ragazza dai capelli neri sapeva che stavolta avrebbe mantenuto la parola.
<< Allora pensa che mancano solo sei mesi circa! >>.
Eleonora scoppiò a ridere ma subito dopo tornò seria.
<< Ehi >> le disse l’altra << Non preoccuparti per Davide, troverai il coraggio di parlare della tua ragazza anche con lui come hai fatto con me >> aggiunse indovinando il motivo della sua angustia.
<< Io e Davide abbiamo fatto sesso >> confessò infine desiderando non avere più segreti con l’amica << No, non è successo solo una volta per sbaglio >> continuò anticipando la sua domanda.
Chiara le alzò il viso e Eleonora immediatamente notò l’abbozzo di un sorriso.
<< Immaginavo che fosse così >> mormorò semplicemente << Per questo sono ancora più contenta che tu abbia trovato Martina >>.
La ragazza dai capelli biondi si gettò contro di lei con così tanta forza da farla cadere sul letto.
<< Mi dispiace tanto! Lo so che era sbagliato… >>.
<< Shhh, lo so >> rispose l’amica accarezzandole i capelli << Eri sola e c’era solo Davide, lo so Ele. Non devi scusarti con me ma con te stessa perché finalmente hai capito. Per questo devi parlargli e dirgli che sei innamorata di un’altra persona. Questo gioco è finito >>.
<< Lui non la prenderà bene quanto te >> disse Eleonora guardandola negli occhi << E io non voglio… >>.
<< …perderlo? >> concluse al suo posto Chiara << Ma come puoi essergli amica se non sei sincera? >>.
L’altra ingoiò un groppo di saliva scattando in piedi.
<< E’ complicato, Chiara! Sai per quanti anni siamo stati solo io e lui? >>.
<< Troppi >> rispose l’altra senza esitazione incrociando le braccia all’altezza del petto << E’ stato sempre un rapporto sbilanciato, te ne rendi conto? >>.
<< Mi rendo conto che vuoi forzarmi a fare qualcosa che non voglio! >> esclamò Eleonora facendosi prendere dal panico << Non ancora almeno! >>.
Chiara scosse appena il capo.
<< Pensi questo? Che io ti voglia forzare? Lo dico per te, Ele! Perché sono tua amica e ti voglio bene, cazzo! Voglio vederti felice ma veramente! >>.
<< No >> fece allora l’amica << Non penso questo ma… >>.
Si prese la testa con entrambe le mani dopo essere tornata seduta mentre Chiara iniziò ad accarezzarle i capelli.
<< Prenditi il tempo che ti serve ma fallo, ti sentirai meglio dopo >>.
 
<< Ehi, amore >> salutò Martina attivando la conversazione con Eleonora << Come stai? >>.
Non l’aveva sentita per tutto il pomeriggio e ora che era sera finalmente la diciottenne si faceva sentire. Immaginava che avesse trascorso più tempo possibile con Chiara e per questo aveva preferito farsi da parte.
<< Ciao Marty >> rispose l’altra ragazza stringendosi nelle spalle come se potesse vederla.
<< Chiara? >>.
<< Partita ormai >>.
<< E tu come stai? >>.
Eleonora avrebbe voluto dirle che in quel momento le faceva tutto schifo e che lei era l’unica cosa bella che aveva e invece restò in silenzio.
<< Ele? >> fece la più piccola con una nota preoccupata nella voce << Dove sei? Vuoi che ci vediamo? >>.
<< No, io…preferisco di no, scusami. Tranquilla, però, ora torno a casa. Sono tornati mia madre e Federico e ancora non li ho visti >>.
<< Oh, va bene. Allora…allora ci vediamo domani a scuola >>.
<< Certo, a domani >>.
Martina riagganciò con una certa tristezza e, nell’incrociare lo sguardo del padre che stava leggendo il giornale in poltrona attendendo che la cena fosse pronta, arrossì con imbarazzo comprendendo che aveva ascoltato, se non tutta, almeno metà conversazione. Stefano chiuse il giornale lasciandolo sulle gambe e fece segno alla figlia di mettersi seduta di fronte a lui. Martina ubbidì sperando che l’uomo non volesse iniziare una discussione su chi stesse frequentando. Sua madre aveva accettato la sua relazione con Eleonora, delle volte le domandava perfino come stesse l’altra ragazza mentre suo padre era ancora un punto interrogativo per lei. Aveva sicuramente compreso che c’era qualcosa nell’aria eppure non si era mai espresso.
<< Penso che tra poco la cena sarà pronta >> disse guardando in direzione della cucina.
Stefano annuì brevemente.
<< Questa…questa ragazza che frequenti…beh, è una cosa seria? Voi… >> si passò una mano tra i corti capelli scuri a disagio senza sapere come proseguire.
Quando aveva sentito Martina chiamare un’altra persona “amore” aveva immediatamente compreso che doveva riferirsi a quella famosa ragazza e che era arrivato il momento di fare una mossa nella sua direzione. Sua moglie in quei giorni glielo aveva ripetuto di continuo.
<< Papà non devi… >> provò a dire sua figlia avvampando improvvisamente.
<< No, io voglio sapere >>.
Il suo tono si alzò di una tonalità involontariamente e l’attimo dopo fece un respiro profondo. Non era per niente facile come si era augurato.
<< Sì, lo è >> disse infine Martina preparandosi allo scoppio della bomba.
Chiuse gli occhi ma subito dopo li riaprì notando che non fosse accaduto nulla. Stefano la fissava in silenzio e poté quasi leggere imbarazzo nel suo sguardo. Sentì il cuore più leggero a quel segnale.
<< Quindi lei…nel senso…lei ti vuole bene? >>.
La ragazza sorrise a quella domanda.
<< Sì >> rispose con sicurezza.
L’uomo si passò entrambe le mani sulle tempie e tornò a guardare sua figlia.
<< Allora…allora credo che dovresti presentarmela >>.
 
 
 
 
 
  
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