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Autore: Pervinca95    24/11/2013    12 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
**********************************************
Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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Giochi, lotte e scontri




Dedicato a tutte le mie splendide lettrici, silenziose e non














- No, forse sei tu che non hai capito, io per terra non ci dormo. Dopo tutto quello che mi hai fatto passare come minimo dovresti crearmi un letto a baldacchino- sbotto piantandomi sul divano.

Se crede che lascerò il mio morbido divano per dormire sul freddo e duro pavimento di questa minuscola casa si sbaglia di grosso.
E poi dovrei cederlo a lui? Pff... Neanche nei suoi sogni più remoti.

Incrocia le braccia al petto e storce la testa con un ghigno "made in Trent" stampato in faccia.- Te lo ripeterò per l'ultima volta, levati- sibila calcando sull'ultima parola e terminando con uno schiocco di lingua.

- Te lo ripeterò per l'ultima volta, scordatelo- gli faccio il verso e poi sorrido compiaciuta.

- No, tu adesso ti scolli di lì, e se non lo vuoi fare con le buone lo farai con le cattive- Scatta in avanti e mi afferra per un braccio con l'intento di farmi cadere dal divano.

Velocemente mi allaccio allo schienale e mi ci arpiono con tutta la forza che ho.

- Mamma mia, come siano galanti- commento stizzita, mentre mi strattona ancora verso di sé.

- Non ho mai detto di esserlo- taglia corto ghignando.

- Invece un po' di galanteria e buone maniere non ti farebbero male, ma credo che un troglodita come... Ehi, lasciami subito!- urlo non appena mi afferra anche una caviglia.

Sto per cedere accidenti! Non ce la faccio a reggermi con un solo braccio! 
Mi volto di schiena a lui e faccio passare la gamba libera sopra lo schienale del divano... Ecco, così sembro un koala abbarbicato ad un albero.
Praticamente ho una gamba penzoloni dall'altra parte del divano e tutto il corpo spiaccicato su questo.

- Se credi di salvarti in questo modo ridicolo ti sbagli di grosso- Tira un forte strattone rischiando quasi di staccarmi il braccio e la gamba e mi volto a fulminarlo.

- Ehi, razza di scemo che non sei altro, vuoi forse mutilarmi?- domando acida e continuando a lanciargli occhiatacce.

Corruga la fronte e si ferma, senza però lasciare la presa sui miei poveri arti doloranti.- Come mi hai chiamato?-

- Col tuo nome, ovvero razza di scemo- ripeto, sorridendo diabolica.

Ma il sorriso che si apre sul suo volto l'attimo dopo è molto più agghiacciante e malefico del mio.
Improvvisamente molla la presa sia sulla mia caviglia che sul mio braccio e cado rovinosamente dall'altra parte del divano.
Atterro poco delicatamente e mi tasto il sedere dolorante mentre sento la sua regale persona sprofondare sul MIO divano.

No, non può finire così! 
Mi rialzo velocemente da terra e mi lancio dallo schienale piombando di schianto su di lui, che se ne stava bello disteso.
Si lamenta di dolore non appena gli conficco, per sbaglio s'intende, un gomito nello stomaco e un ginocchio nella coscia.

- Oh, non sai quanto mi dispiace- dico fintamente affranta mentre osservo la sua smorfia di dolore.

- Credi di essere una piuma per caso?!- domanda arrabbiato e guardandomi con furore.

Sorrido divertita.- È proprio perché so di non esserlo che mi sono lanciata- 

- Sei perfida- mi apostrofa puntando i suoi occhi nei miei.

- Tu non sei da meno- lo appunto offesa.- Cavolo io ho una costola incrinata e tu mi vuoi far dormire per terra, ma con che cuore?!- domando infine, con finta drammaticità.

- Ah già, me ne ero scordato. Come va?- chiede d'un tratto, stranamente pacifico.

- Insomma, in alcuni momenti mi fa ancora male, ma succede soprattutto quando mi sforzo o cammino rapidamente, però per il resto diciamo che ... Ehi non cambiare discorso, qui c'è un divano in ballo!- ricordo non appena lo vedo guardarmi divertito, come se mi avesse appena presa in giro ed io ci fossi cascata.
Ora ho capito! L'ha fatto apposta questo maledetto subdolo di un troglodita, stava cercando di deviare la mia attenzione. Accidenti, non posso permettermi simili distrazioni!

- Molto interessante- commenta infatti, parecchio divertito a giudicare da quel perfido luccichio dei suoi occhi.

Ehi, da quando in qua mi fermo a guardare il luccichio degli occhi di Trent? Luccichio poi, neanche avesse due diamanti incastonati nelle orbite oculari... Ridicolo.

- E poi sarei io quella perfida? Ma fammi il piacere- dico voltando la testa di lato.

- Vuoi del piacere?!- domanda facendo il finto scandalizzato.

Torno a guardarlo con gli occhi sgranati.- Ma che...- Poi capisco e spalanco ancora di più gli occhi, se possibile.- Sei un maiale- taglio corto scandalizzata, ma io sul serio.

Ride della mia espressione e solleva un sopracciglio.- Sei stata tu a dire di farti il "piacere", piuttosto sei tu il maiale- nota con un ghigno stampato in faccia.

- Cosa sarei io?!- sbraito, incredula che abbia rigirato la frittata in così poco tempo.- Non sono io quella che ha continuamente dei pensieri...- Non mi viene la parola e mi fermo mordendomi il labbro.

- Peccaminosi?- tenta, visibilmente divertito.

Scuoto la testa e riprova.- Sconci?- 

- Sì, ecco, sconci. Sei tu quello che pensa a queste cose, quindi fino a prova contraria sei tu il maiale- concludo chiudendo le mani a pugno sul suo petto ed osservandolo accigliata.

- Non puoi sapere a cosa penso- constata ghignando.- Mm... Quindi ne devo dedurre che sia sempre tu a pensare a quel genere di cose che tu definisci sconce- 

- Cosa?!- urlo sconvolta.- Forse a te ha dato di volta il cervello, non sai quello che dici- 

Sorride altamente divertito e appoggia una mano sulla mia schiena, cominciando a far galoppare il mio cuore.

- Invece so benissimo cosa sto dicendo. Se tu credi che io pensi sempre a quello significa che lo stai pensando tu, non io, di me non puoi averne la certezza. Di conseguenza il maiale che pensa a cose sconce, tra noi, sei tu- conclude tranquillo, dopo il suo stupido e distorto ragionamento.

- Non ti azzardare a rigirare la frittata- lo minaccio puntandogli un dito contro.- Sei stato tu a cominciare con quell'insinuazione poco casta.- 

- Peccato, perché l'ho già fatto- sussurra avvicinando la bocca al mio orecchio.

No, qui le cose si stanno mettendo male, ed il mio povero cuore è impazzito. 
Perché Trent mi fa quest'effetto?! Non va assolutamente bene, e poi io stupida ad essergli saltata addosso in quel modo ridicolo, senza minimamente pensare che mi sarei spalmata su di lui come la marmellata sul pane. 
Stupida, stupida e ancora stupida.

Ritraggo la testa e non gli permetto di avvicinarsi ancora.- Ora sei pregato di sloggiare e lasciarmi il divano- dico facendogli cenno di andarsene.

- Te lo scordi, sei tu quella che se ne deve andare- insiste con una fastidiosa alzata di spalle.

- E io dove dovrei dormire?- domando stressata.

- Per terra, mi pare ovvio. A meno che tu non voglia dormire sulla tazza del water- insinua ghignando.

- Non se ne parla- Guardo il freddo pavimento e faccio una smorfia.

- Ti propongo un affare- se ne esce fuori, dopo qualche minuto di silenzio.

- Non ci sto- 

- Non sai nemmeno di cosa si tratta- 

- Non importa, i tuoi "affari" hanno sempre un doppio fine- 

- Questo no- E lo dice con una voce così seria che stacco gli occhi dal pavimento e torno a guardarlo.

- Allora, di che si tratta?- domando quasi incuriosita.

- Dormiamo insieme qui, dato che nessuno dei due vuole dormire per terra- propone incatenando i suoi occhi coi miei.

Ci penso per qualche minuto, rimanendo in silenzio e spostando lo sguardo sulla porta.
I suoi occhi mi destabilizzano, mi fanno uno strano effetto, e potrei rischiare di fare o dire cose sceme.

- Ok- sussurro infine, tornando a guardarlo.

- Ok- ripete serio e osservandomi.- Allora come prima cosa sei pregata di levarti da sopra di me e rotolare di fianco- dice poi, facendo una smorfia di dolore.

- Se non ti sposti un po' più a sinistra non posso rotolare da nessuna parte- mi lamento guardando lo stretto spazio tra il suo corpo e lo schienale del divano.

- No scusa perché hai forse intenzione di dormire bella comoda attaccata allo schienale?- domanda con un tono di voce che sta a voler dire solo: "illusa".

- Certo, che domande. Tu starai sul bordo- gli faccio presente rotolando a destra e spingendolo più lontano per farmi spazio.

- Perché scusa? Vacci te, io non ci sto-

- No, ci stai te lì, punto e basta. Almeno se entra un assassino ammazza prima te- taglio corto, spiccia e concisa.

- Grazie eh- 

- Prego, non c'è di che- concludo riuscendo a ricavarmi abbastanza spazio per mettermi su un fianco.- E poi io ho paura del buio- confesso tenendo lo sguardo basso.

- Oh, che tenera- mi canzona unendo le mani e prendendomi in giro.

Gli lancio un'occhiataccia e lo colpisco sul petto con un pugno.

- Ehi, fai male- si lamenta sorridendo divertito.

- Ben ti sta, così impari a prendermi in giro- Annuisco più volte con gli occhi chiusi e poi sbadiglio.

- Sonno?- domanda continuando a sorridere.

- No- mento puntando gli occhi nei suoi.

Sono quasi più belli nella penombra, sembrano più liquidi. Adesso sì che assomigliano a due diamanti che brillano.

- Lo fai per la tua costante voglia di contraddirmi o perché ti costa ammettere che avere sonno solo alle dieci di sera è davvero da vecchi?- continua ancora più divertito, se possibile.

- Nessuna delle due, non ho sonno e basta- mento di nuovo, bloccando uno sbadiglio sul nascere.

- E quello sbadiglio come lo spieghi?- domanda indicandomi. Accidenti se ne è accorto!

- Tic- rispondo velocemente, con la prima cosa che mi viene in mente.

Solleva un sopracciglio.- Tic- ripete scettico.- Nervoso?- chiede poi, ghignando.

- No, annoiato- Altra colossale scemenza, ma se avessi detto nervoso sono sicura che avrebbe attaccato tutta un tiritera sul fatto che siamo così vicini ed io sono nervosa... Cosa non vera poi.

- Non esiste il tic annoiato- ribatte corrugando la fronte.

- Sì invece, documentati- 

- Che stai insinuando?- domanda riducendo gli occhi a due fessure.

Sorrido.- Solo che sei una capra ignorante- Faccio spallucce ed attacco a ridere non appena sento la sua mano sulla mia pancia.

- Non ti sto nemmeno facendo il pizzicorino!- esclama sorridendo, vedendomi ridere come una pazza.

Allontano la sua mano e cerco di regolarizzare il respiro.- Anche solo se mi viene toccata comincio a ridere, se poi mi viene fatto il pizzicorino muoio istantaneamente- spiego ridendo ancora a tratti.

Si apre in un sorriso diabolico e si puntella su un gomito per guardarmi meglio, poi posa nuovamente la mano sulla mia pancia.

- No, no dai, ti prego non...- Ma non riesco a finire la frase che ricomincio a ridere come una scema sotto al suo sguardo divertito.

Cerco di distendermi sulla pancia, e nonostante ci riesca non pare intenzionato a staccare la sua mano dal mio punto debole.
Poi accade tutto velocemente, mentre mi dimeno e scalcio, continuando a ridere impazzita, la maglietta che mi sta coprendo si alza, e la sua mano in poco tempo arriva a toccare la mia pelle, non so se in un gesto volontario o meno.

Mi fermo e smetto anche di ridere, cosa assolutamente impossibile per me.
Il punto è che non... Non riesco ad allontanare la sua mano, o forse non voglio?
Sentire il suo palmo caldo a contatto con la mia pelle mi sta provocando un sacco di sensazioni piacevoli che non sono nemmeno in grado di descrivere.

Lentamente mi volto verso di lui con tutto il corpo, ritornando distesa su un fianco.
E quando incontro i suoi occhi mi sento ancora più strana. È come se fossi entrata in un mondo a parte.
Perché mi sta guardando di nuovo in quel modo strano, quel modo che non riesco a capire cosa voglia dire, quel modo che però mi fa venire i brividi lungo la schiena.
Ancora non ha allontanato la sua mano da lì, ma anzi, sta disegnando dei cerchi concentrici con il pollice.

Mi mordo il labbro e lo vedo seguire il movimento con gli occhi, quasi rapito, poi abbassa lo sguardo sulla sua mano e la fa scivolare lungo la mia schiena, alzando la maglietta ovunque la incontri ad ostacolargli il cammino.
Mi avvicina a sé e poi abbassa la testa sul mio collo, sfiorandolo delicatamente con le labbra.

- Trent...- lo chiamo flebilmente, incapace però di aggiungere altro.

Nell'esatto momento in cui pronuncio il suo cognome le sue labbra si schiudono e assaggiano la pelle sul mio collo, facendomi bloccare il respiro.
Senza pensarci allungo una mano ed afferro la sua maglietta, artigliandola con le unghie per avvicinarlo a me.
La mano che si trovava sulla mia schiena sale ancora di più e mi fa distendere sotto il suo corpo, mentre con l'altra mano si regge alla testata del divano per non pesarmi troppo addosso.

Poi lo sento spostarmi i capelli di lato e tornare a lasciarmi dei caldi e sempre più umidi baci sul collo, fino a risalire verso la mandibola.

- Dovremmo... dormire- sussurro schiarendomi la voce subito dopo.

- Tranquilla, non farò nulla che tu non voglia- dice prima di baciarmi delicatamente lo zigomo destro.- Basta che tu me lo dica- 

Non appena torna a baciarmi sul collo e a toccarmi la pancia gli allaccio le braccia intorno al collo e lo avvicino a me.
Sento come il bisogno di un contatto più diretto, anzi, non lo sento, lo pretendo.

- Perché, tu saresti capace di fermarti se io te lo chiedessi?- domando tutto d'un fiato.

Alza la testa e mi guarda negli occhi, poi sorride.- Non mi è mai successo di essere fermato, semmai mi hanno sempre incitato a continuare- si vanta, pieno di sé.

Non lo sopporto, non lo sopporto e non lo sopporto. Specialmente quando fa così, quando si dà tutte queste stupide arie da stupido borioso che non è altro. 
Cosa intende dire poi? Che nemmeno io avrei il coraggio di fermarlo, ma anzi, lo pregherei di continuare come tutte quelle sgualdrine che si porta a letto? Illuso.
Ed è proprio per questo che decido di mettere in atto la mia vendetta.

Gli prendo la testa tra le mani, lo guardo intensamente per qualche istante e poi lo avvicino velocemente a me, facendo combaciare le nostre labbra.
Dapprima lo sento irrigidirsi sorpreso, poi si scioglie sempre di più fino a che non comincia a prendere il comando della situazione e a baciarmi con più foga di prima, muovendo le mani lungo il mio corpo e chiedendo l'accesso della sua lingua nella mia bocca. 
Ma è qui che entra in atto la mia personale e nonché geniale vendetta.

Gli nego l'accesso e allontano la mia bocca dalla sua, interrompendo bruscamente il bacio.- Fermati, adesso- comando decisa, con un sorriso vittorioso dipinto in faccia.

Per qualche istante rimane di sasso, poi capisce ciò che avevo in mente di fare e sorride divertito.- Spiritosa, davvero spiritosa. Cos'è? Una specie di vendetta?- chiede cominciando ad innervosirsi.

Faccio spallucce.- Semplicemente non mi andava più- 

- Raccontalo ad un altro, forse ti crederebbe- sputa rabbioso, fissandomi negli occhi.

Sorrido divertita.- Credimi conosco ragazzi che baciano molto meglio di te- dico, perfettamente conscia che come minimo gli partirà l'embolo.

Ed infatti posso intravedere il fuoco nei suoi occhi.- Tu deliri Anderson. Non sono mai stato...- 

- C'è sempre una prima volta, per tutti, anche per gli spacconi boriosi come te- lo anticipo, guardandolo freddamente.

Mi osserva per qualche istante, visibilmente furioso, e poi si alza di scatto per avvicinarsi al lavello. Afferra il suo pacchetto di sigarette e se ne accende una, con un'urgenza che non gli avevo mai visto.
So perfettamente che odia essere rifiutato, del resto non gli è mai successo, non sa nemmeno cosa significhi. Una piccola lezione di vita non può che fargli bene, così impara a credere che tutto gli sia dovuto.

Tra l'altro non so nemmeno se esistano ragazzi che baciano meglio di lui, insomma, bacia davvero da Dio, non c'è che dire. 
Ho fatto affidamento a tutto il mio autocontrollo per impormi di fermarlo in tempo, e ci sono riuscita fortunatamente. Lodevole da parte mia.

Ho baciato solo un ragazzo prima di Trent, Timothy, ma successe durante una festa alla quale Clarice mi costrinse ad accompagnarla.
Timothy lo conoscevo già da due anni, ma eravamo da sempre stati amici, niente di più; poi quella sera mi confessò di essere innamorato di me e all'improvviso me lo ritrovai incollato alla bocca. Lo allontanai all'incirca due o tre secondi dopo, non appena mi resi conto di cosa stava succedendo.
Finì lì, Timothy poi si trasferì in Canada e disse che quello sarebbe stato il nostro bacio di addio. Il nostro... Diciamo che praticamente me lo aveva rubato, ma comunque non infierii accusandolo di avermi strappato il mio primo bacio. Tanto ormai era fatta, non avrebbe avuto senso farlo sentire in colpa.
Ecco riassunta la mia vita sentimentale, se così la si può definire.

Continuo a guardare Trent, che se ne sta a fumare appoggiato al tinello con l'aria di chi farebbe a pezzi il mondo.
Sospiro e gli dò le spalle. 
Sono sicura che sia così arrabbiato non solo per il rifiuto, ma anche perché sa perfettamente che ciò che ho detto corrisponde alla realtà, ovvero che c'è sempre una prima volta anche per gli spacconi come lui.
Non può credere di poter trattare le ragazze come degli oggetti solo per soddisfare il suo piacere personale, e anzi, pensando di essere addirittura un benefattore.
Sono cose che non sopporto, mi mandano il sangue alla testa.

- Spostati- sento dire alle mie spalle, con una freddezza tale da far venire i brividi.

Mi volto a guardarlo mentre se ne sta davanti al divano a guardarmi con astio. Sbuffo e alzo gli occhi al soffitto.- Smettila di fare il bambino capriccioso solo perché hai avuto un due di picche per la prima volta nella tua vita- 

- Taci, inutile che non sei altro, non mi faccio dire cosa devo fare da una cretina come te che si diverte a scherzare nei momenti meno opportuni- sibila furioso.- E ora spostati, ho sonno- 

- Cosa hai detto?! Inutile a chi?! Azzardati a ridire una cosa simile e ti ritroverai fuori da quella porta in men che non si dica!- urlo scattando in piedi e fronteggiandolo.

Sorride diabolico.- Oh, che paura- mi deride facendo un passo verso di me.- Ribadisco: inutile- calca l'ultima parola e lo fa con un sorriso cattivo dipinto in faccia.
Un sorriso unito ad una parola che fanno male, molto male.

Senza pensarci troppo, ma solo ferita dalla sua cattiveria, alzo una mano e lo colpisco in piena faccia, lasciandogli l'impronta delle mie cinque dita su una guancia.

- Non permetto a nessuno di darmi dell'inutile, tantomeno a te!- urlo con la mano ancora alzata e con le lacrime che premono per uscire.

Si volta di scatto e afferra il polso della mano che ho ancora per aria, stringendolo senza però farmi male.- Ah no? E ai tuoi amichetti cosa permetti?! Sentiamo!- sbraita facendo un altro passo verso di me.

- Quali amichetti?- domando confusa.

- Non fare la finta tonta adesso, sai perfettamente che mi riferisco a quelli con cui a quanto pare ti baci a destra e a manca!- 

- Ma... Ma che...- annaspo guardandomi intorno.- A te non deve importare quello che faccio! Fatti i cavoli tuoi!- urlo infine, strattonando il mio polso per cercare di recuperarlo. Ovviamente invano.

- Perché, credi forse che me ne freghi qualcosa di ciò che fai?- domanda con un sorriso di scherno.- Già non me ne frega un accidente di te, figuriamoci se mi preoccupo di quello che combini. Sprecherei solo il mio tempo, e non ho da sprecarlo con una sfigata del tuo calibro- conclude continuando a tenere quel maledetto sorrisino stampato in faccia.

Rimango a fissarlo basita.
No, non posso credere che sia tornato tutto come prima. Non posso credere che mi abbia nuovamente vomitato addosso tante cattiverie. 
Ma perché?! 
Se un attimo prima penso che tra noi si stia per creare qualcosa, l'attimo dopo sembra essersi tutto sfracellato, ridotto a pezzi dalle sue parole taglienti.
Non è giusto! Perché deve sempre andare a finire così tra noi, perché?!

Mentre ho ancora gli occhi puntati nei suoi sento qualcosa di umido scivolarmi lungo la guancia. 
Sto piangendo! No, accidenti, io odio piangere davanti agli altri, ed è già la seconda volta che mi succede davanti a lui. Maledetto Trent, è sempre colpa sua.

Abbasso la testa e con la mano libera scaccio velocemente la lacrima dal mio viso, ma non mi rendo conto che un'altra è già caduta al suolo, e questa è la fine che stanno facendo anche le altre.

- Lasciami- sussurro con un filo di voce, senza alzare la testa.

Non sento nessuna risposta, ma soprattutto non sento la sua mano allontanarsi dal mio polso.

- Ti ho detto di lasciarmi!- sbotto puntando lo sguardo su di lui.

Sembra che non mi stia nemmeno ascoltando, si limita solo a guardarmi con freddezza.
Anzi, forse non è nemmeno freddezza, è qualcosa d'inspiegabilmente doloroso per il mio cuore però. Non capisco perché mi debbano sempre fare quest'effetto le sue parole, non capisco perché solo lui sia capace di farmi così tanto male, non capisco più un bel niente.
Sono sempre stata una ragazza forte, determinata, che non si è mai fatta abbattere da niente e da nessuno, e poi arriva questo... Questo troglodita e tutto si frammenta come uno specchio a cui viene lanciato contro un masso. Non è giusto, non è giusto che io debba soffrire così.

All'improvviso mi strattona velocemente verso di sé e con la stessa velocità si china a baciarmi impetuoso.

Appoggio un pugno sul suo petto e cerco di allontanarlo, ma non vedendo risultati alzo la mano e faccio per mollargli un altro schiaffo. Ma, prima ancora che il colpo parta, riesce a bloccarmi anche l'altro polso e continua a baciarmi, incurante del mio evidente rigetto.

Mi dimeno tra le sue braccia e tento di fargli del male pestandogli un piede o rifilandogli qualche calcio, ma inspiegabilmente è sempre capace di scansarsi un momento prima che il colpo vada a segno.
Ha dei riflessi davvero notevoli, probabilmente è il football che lo ha reso così... Ma non è il momento di pensare a certe scemenze.

Lo colpisco qualche volta sul petto, sempre più flebilmente e con meno attenzione, infine mi abbandono al bacio, forse perché è ciò che desideravo, ed intreccio lentamente le braccia intorno al suo collo, per poi alzarmi sulle punte.

Le sue braccia mi vanno ad avvolgere dolcemente la vita ed il bacio si fa più prepotente, ma al contempo più calmo, senza quella furia che prima lo contraddistingueva; e dopo poco mi trascina verso il divano, facendomici distendere.
Non appena si posiziona sopra di me si allontana dalla mia bocca per riprendere fiato e mi osserva con una luce diversa negli occhi, non più quella fredda e distaccata di poco prima, ma una nuova, quasi dispiaciuta e dolce.

- Scusa- sussurra baciandomi a stampo.- Scusa- ripete scendendo sul collo e disseminandolo di baci.- Scusa- ribadisce con un filo di voce prima di tornare sulla mia bocca.

Schiudo subito le labbra ad un bacio da principio dolce, come se ci dovessimo conoscere, poi la sua lingua chiede accesso alla mia bocca, e stavolta lo trova immediatamente.
Porto le mani tra i suoi capelli e comincio a carezzarli delicatamente mentre le nostre lingue sono l'una in esplorazione della bocca dell'altro, quasi in una dolce e passionale danza.

Si sistema meglio sopra di me e con la mano asciuga la scia bagnata tracciata da una lacrima scesa poco prima, poi carezza il mio viso risalendo lungo la guancia, lo zigomo, la tempia, ed infine scosta un ciuffo di capelli che mi era scivolato sull'occhio nella foga di cercare di colpirlo.
Ci stacchiamo per riprendere fiato e punto i miei occhi nei suoi.

- Quello che hai detto...-

- Non ci pensare. Sono stato un idiota- ammette appoggiandosi su un fianco e facendomi spazio.

Corrugo la fronte e sorrido.- Ti stai offendendo da solo- 

- Lo so, ed è un momento più unico che raro, quindi goditelo- afferma sorridendo e passandomi un braccio intorno alla vita.

- Il grande e venerabile Trent che ammette di aver sbagliato, si offende e chiede scusa. Sì, ha decisamente dell'epico- commento ridendo.- Non è che potresti offenderti un'altra volta?- chiedo divertita.

- No, scordatelo. Una volta è stata più che sufficiente- taglia corto, quasi inorridito all'idea di essersi davvero dato dell'idiota.

Rido sinceramente felice e sbadiglio l'attimo dopo.

- Stavolta hai sonno, è inutile che tenti di negarlo- constata ghignando.

- Non ho sonno- mento nuovamente, spalancando gli occhi per fargli vedere quanto sono sveglia.

- Allora il tuo è spirito di contraddizione- nota, squadrandomi come se fossi un imputato sotto accusa.

- Beh, se tu dici che ho sonno con quel ghigno stampato in faccia mi viene spontaneo darti torto- spiego facendo spallucce.

- Quindi come dovrei dirlo? Oh piccola cara, ma tu hai sonno, dormi tesoruccio che la nonna ti va a cucinare qualche bel biscottino per quando ti sarai svegliata- dice facendo la voce stridula e gli occhi dai quali sembrano uscire cuoricini.- Così va meglio?- domanda infine, visibilmente scocciato.

- Molto meglio grazie- affermo sorridendo.

- Peccato che questo non succederà mai- mi ghiaccia subito, con un tono di voce che non ammette repliche.

- Mostro- lo apostrofo accigliata.

- Sei una petulante bambina capricciosa- dichiara annuendo con la testa non appena mi vede sgranare gli occhi.

- Io sarei capricciosa?! Ma fammi il...- m'interrompo prima di incorrere nello stesso errore.

- Si?- chiede con un sorriso malizioso dipinto in faccia.

- Favore. Fammi il favore, ho detto favore- 

- Ho capito, non importa che me lo ripeti altre dieci volte- mi fa presente sorridendo divertito.

- Non si sa mai, tu potresti trovare qualcosa di sconcio anche in quello- dico guardandolo come se ormai fosse un caso perso, e credo proprio lo sia.

Sembra pensarci e poi si apre in un sorriso.- In effetti se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i...-

- No, non li vogliamo mettere- lo interrompo prima che spari qualcosa ad alto livello di sconcità.

Sorride divertito.- Come siamo pudichi- 

- Meglio così guarda, almeno io un po' di decoro ce l'ho- asserisco passandomi una mano sulla fronte.

- Stai forse insinuando che io non ho decoro?- domanda quasi con sospetto.

- Non lo sto insinuando, lo sto palesemente dicendo- gli faccio notare sorridendo angelica.

Ghigna e poi mi fa un cenno del capo.- Ti conviene dormire prima che ponga bruscamente fine alla tua vita per lesa maestà- 

Rido divertita e socchiudo gli occhi non appena sento le palpebre farsi sempre più pesanti.- E se non avessi sonno?- domando flebilmente, raggomitolandomi contro il suo corpo.

- Posso sempre ricorrere a qualche bella pentola che ho visto dentro un cassetto della cucina e sbattertela violentemente in testa. Dormiresti come un angioletto, credimi- ironizza stringendomi a sé ed appoggiando il mento sui miei capelli.

- Mm... Ok, se tra poco non mi addormentassi ricorri pure ai tuoi metodi... 'Notte troglodita- biascico sbadigliando nuovamente.

- 'Notte bambina, capricciosa, viziata e petulante- 

Sollevo la testa ed apro gli occhi.- Ehi, ma io ho detto solo troglodita, tu me ne hai dati ben quattro di epiteti. Scegline uno, di più non puoi- lo rimprovero accigliata.

Non capisco perché stia sorridendo divertito, questa è una cosa seria perdindirindina!

- Ok, 'notte capricciosa- accondiscende sospirando.

Faccio una smorfia e torno ad appoggiare la fronte al suo petto.- Certo che hai scelto il meno veritiero, comunque per stavolta te lo passo. 'Notte troglodita- sussurro prima di addormentarmi, tranquilla come non lo ero da tempo.






Angolo dell'autrice:

Come avevo promesso eccomi qui! Oddio, sono orgogliosa di me *-* Addirittura dopo soli tre giorni sono riuscita ad aggiornare!!!! Ahahahahah
Ma passiamo alle cose importanti.... c'è stato il bacio, o meglio, i baci! 
Sarah ha agito per vendicarsi della presunzione di David, e lui ha reagito come qualsiasi ragazzo. Poi però è scoppiata la lite non appena se ne è accorto, e lì sono nuovamente volate parole pesanti da parte sua, ma se n'è subito reso conto e chiesto scusa come si deve ;)
Ha chiesto scusa tre volte! Dico, ma ci rendiamo conto?! 
Non pensiate però che David stia cambiando e diventando improvvisamente un romanticone dolcioso. Assolutamente. Lui manterrà per sempre quel suo caratterino... potrà smussarlo, ma rimarrà sempre lo stesso. 
Nei prossimi capitoli vedremo cosa combinerà insieme a Sarah ;)
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo >//< Fatemi sapere!
Un bacione enorme e grazie mille!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
A domeica prossima!!!

Picolo spoiler visto che dovrete aspettare una settima :)


Si ferma di botto e mi lascia la gamba; poi lo sento avvicinarsi e fiatare sul mio viso.- In realtà sei tu che m'ispiri questo atteggiamento...- Fa una pausa, come se ci stesse pensando.- Sì, solo con te mi comporto così... ed è molto divertente-

- Mi fa piacere sapere che riesco a tirare fuori il peggio di te, questa cosa mi conforta- ammetto ironica, facendo una smorfia con la bocca.

- A me non dispiace- gli sento dire, praticamente sul mio collo.




E con questo ho concluso sul serio, a presto e ancora GRAZIE!!!
  
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