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Autore: _ChaMa_    24/11/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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≈≈ NIENTE PIÙ SEGRETI≈≈



 
Non avevo idea di come ci fossimo ritrovati in quella situazione.
Io non sapevo giocare a biliardo. Lo avevo detto chiaramente: “Sono una frana”, ma naturalmente Matt non mi aveva creduto e mi aveva messo la stecca in mano.
<< Smettila di ridere >> gli dissi << Io te lo avevo detto che non ero capace >>
Matt piegato in due dalle risate, si appoggiò con una mano al tavolo da biliardo e mi guardò << Non ho mai visto nessuno così scarso >> disse << Scusa. È che...hai tirato una palla in testa a quel povero ragazzo >>
<< Guarda che non è divertente >> dissi sbuffando << Potevo fargli male >>
Dopo aver perso miseramente riposi la stecca al suo posto e mi diressi verso il bancone. Faceva uno strano effetto stare al Grill anche quando non lavoravo.
<< Avresti bisogno di un paio di lezioni, sai? >>
<< Solo un paio? >> chiesi sconsolata, mentre portavo alle labbra un bicchiere di birra
<< Forse qualcuna di più >> sghignazzò Matt. Si divertiva davvero tanto a prendermi in giro.
Si alzò di scatto e mi tesa la mano << Andiamo >>
<< Dove? >>
<< Ti insegno a giocare a biliardo... >> esclamò
Presi la sua mano e lo seguii al tavolo da biliardo. Poggiai il bicchiere all'angolo e presi la stecca.
<< Hai già sbagliato... >>
Lo guardai stralunata << Ho solo preso la stecca >>
Lui scosse la testa << Sbagli la presa >>
Si avvicinò a me e mosse le mie mani finché non furono nella giusta posizione.
<< E adesso? >> chiesi, mentre lui toglieva il triangolo
Si posizionò dietro di me, sorridendo.
Sentii le sue mani scorrermi lungo le braccia e stringere le mie.
<< Rilassati >> disse. La sua voce era così vicina a me, che sembrava essere dentro la mia testa. Il suo caldo respiro mi riscaldava il collo.
<< Sei troppo tesa >> ridacchiò
Avrei voluto non essere così tesa, ma era la prima volta che Matt mi stava così vicino. Riuscivo a sentire il cuore aumentare i suoi battiti ma dovevo riuscire a resistere alla tentazione di voltarmi per guardarlo.
Ovviamente, non resistetti alla tentazione e mi voltai a guardarlo. Sorrideva e non sembrava per niente a disagio.
<< Che c'è? >> chiese quando si accorse che lo stava fissando
<< Niente >> dissi
Ero completamente in imbarazzo e il fatto che anche lui mi stesse guardando negli occhi non migliorava le cose, anzi. Il suo volto era sempre più vicino e il suo respiro sempre più caldo.
<< Ma guarda, guarda >>


 
*


Appena si accorsero della mia presenza si allontanarono l'uno dall'altra.
<< Spero di non aver interrotto nulla >> sogghignai
Matt guardò di traverso la Piccola Fiammiferaia, che era diventata letteralmente bordeaux.
Mi faceva quasi tenerezza, vederla in imbarazzo e senza sapere dove fermare il suo sguardo. No, non è vero. La cosa mi divertiva.
Chissà se anche con me avrebbe reagito così?
<< Assolutamente niente >> disse Matt
<< Mi stava solo insegnando a giocare a biliardo >> disse lei, cercando di recuperare un po' di dignità
<< Potevi chiedere al campione >> dissi, alludendo a me stesso
<< Naturalmente >> disse lei ironica << Chissà come è potuto sfuggirmi di mente? >>
<< Oh, andiamo. Non sarai arrabbiata per... lo sai >>
Melissa assottigliò lo sguardo, ma fu il biondo a rispondere << Che vuoi Damon? >>
<< Da te sicuramente niente >> dissi senza smettere di guardare Melissa. Ero famoso per la mia innata capacità di non mantenere le promesse e, tecnicamente, quella di Katherine era una minaccia. E tutti lo sanno che a me non piace essere minacciato.
Lei si voltò e trangugiò tutto d'un fiato il liquido giallastro nel bicchiere trasparente.
<< Vacci piano, ragazzina >>
<< Lasciala stare, Damon >>
Puntai lo sguardo su Matt e dovetti reprimere la voglia di staccargli il collo a morsi
<< Nessuno a chiesto la tua opinione >>
Melissa si frappose velocemente tra di noi << D'accordo, adesso basta >>
Si guardò intorno, accorgendosi che alcuni avevano rivolto le loro attenzione verso di noi.
<< Ti aspetto al bancone >> disse Matt, allontanandosi
<< Wow, nemmeno Matt riesce a sopportarti >> disse lei a bassissima voce, come se non sapesse che io potevo sentirla.
<< Già tra me e il quarterback non scorre buon sangue >> sorrisi per il gioco di parole, che lei non trovò affatto divertente.
<< Che vuoi? >> disse scocciata, riprendendo la stecca
<< Fare due chiacchiere >>
<< Sono certa che capirai se io non ho alcuna voglia di “fare due chiacchiere” con te >>
Restai a guardare i suoi goffi tentativi di mandare una pallina in buca e rimasi esterrefatto nel constatare che era davvero imbranata.
In un attimo le fui dietro le presi le mani.
<< Che stai facendo? >> chiese voltandosi di colpo
<< Ti insegno ad usare quella stecca >>
<< Non voglio il tuo aiuto >> disse, ma io la zittì prima che potesse muovere altre pretese.
<< Devi avere una presa salda, ma le tue dita devono essere fluide >>
<< Damon... >> cercò di fermarmi
<< Non devi pensare troppo alla pallina, piuttosto devi concentrarti su... >>
<< Smettila >> sbottò << Tu mi hai morso, Damon e io non farà finta di niente >>
<< Dovresti passarci sopra >> le dissi
<< Perché dovrei? >> rispose lei battendomi la stecca sul petto
<< Perché non vuoi vedermi quando sono arrabbiato >>
Lei fece per rispondermi, ma appena socchiuse le labbra il suo sguardo cadde su qualcosa alle mie spalle. Mi voltai e appena lo feci il pugno di Tyler Lockwood mi arrivò dritto sul naso.


 
*


<< Perché non vuoi vedermi quando sono arrabbiato >> disse lui
socchiusi le labbra, pronta per dirgliene quattro si quanto fosse spocchioso ed insopportabile, ma prima che potessi farlo intravidi la figura di Tyler entrare. Camminava velocemente e con passo sicuro, seguito da Caroline che cercava di fermarlo.
Venne verso di noi, e io pensai che avesse scoperto di Simon. O peggio.
Anche Damon si voltò e non appena o fece il gancio destro di Tyler gli affondò sul viso.
Mi portai una mano sulla bocca, per trattenere l'urlo che avrei sicuramente liberato.
Le persone intorno a noi si voltarono e il silenzio cadde all'interno del Grill.
<< Non avvicinarti mai più a lei, hai capito? >>
Io rimasi interdetta e con lo sguardo fisso su Damon. Avevo una paura matta che perdesse la testa e facesse del male a Tyler.
<< È una minaccia? >> chiese Damon, togliendo con la punta dell'indice quell'unica goccia di sangue che gli colava sulle labbra.
<< Si, lo è >>
Senza aspettare un secondo di più mi prese per mano e si avviò verso l'uscita. Per lunghi, interminabili minuti rimasi zitta, senza muover un muscolo.
<< Come lo hai scoperto? >> gli chiesi poi
<< Me lo ha detto Caroline >> disse
Avrei dovuto immaginare che gli avrebbe spifferato tutto alla prima occasione.
Mi voltai verso di lui, che stringeva il volante con tanta forza da farsi diventare le nocche bianche.
<< Sei arrabbiato? >>
Tyler frenò di colpo in mezzo alla strada << Certo che sono arrabbiato >> ringhiò << Perché non sei venuta da me, appena è successo? >>
<< Per questo >> riposi << Non volevo che tu lo scoprissi perché sapevo come avresti reagito >>
<< Beh ti sorprende? >>
Ed eccolo lì: quello schifoso e viscido senso di colpa che cominciava a strisciare tra le mie viscere, facendomi sentire una vera stupida.
<< Senti, mi dispiace... >> disse << Non voglio litigare con te, ma prometti di non nascondermi più niente >>
Quello fu il momento peggiore della mia vita: guardalo negli occhi e mentirgli. Dovergli dire di non avere più nessun segreto, e nel frattempo nasconderne uno.
<< Niente più segreti >>


 
*


<< Sei sicuro di stare bene? >> chiesi a Lex, steso sul letto
Lui annuì, cercando di nascondere il dolore che provava. Mi sentivo terribilmente in colpa per averlo ferito; non avrei potuto sopportare se gli avessi fatto qualcosa di peggio.
Il suo viso era ancora pieno di graffi, ma la parte peggiore era la sua gamba. Gli avevo dato un morso talmente forte da riuscire a lasciarli un livido viola e dolorante.
<< Tranquilla >> disse << non è la prima volta che mi mordi >> tentò di sdrammatizzare << Non ne posso più di stare in questo maledettissimo letto >>
Tentò di alzarsi, e io gli fui subito accanto per aiutarlo.
<< Hai parlato con Melissa? >> mi chiese
<< No. Ma c'è una cosa che devo dirti >>
Lui mi guardò << Non so nemmeno se è vero. Magari ho capito male... >>
Appena arrivammo alle scale, Lex si fermò << Di che si tratta? >>
<< Stamattina ho sentito Caroline e Tyler parlare >>
Mi morsi il labbro inferiore. Sapevo che se avessi detto a Lex che Mel era stata morsa, anche lui si sarebbe fiondato da Damon.
Non che quel tipo mi stesse particolarmente simpatico, ma non volevo creare altri problemi a Melissa.
<< Damon ha... >>
Mi bloccai di colpo quando udii il rumore di una finestra che veniva rotta. Entrambi portammo lo sguardo oltre i gradini ma non vedemmo nulla.
Mi sembrava strano che fosse qualcuno che conoscevamo. Questa casa era come un albergo: chiunque entrava e usciva come più ne aveva voglia.
<< Aspetta qui >> dissi a Lex << Vado a vedere che succede >>
Cercò di fermarmi, ma in pochi secondi ero già volata al piano terra. Si sentivano dei rumori, ma non riuscivo a distinguerli.
<< Chi c'è? >> chiesi, avanzando verso i vetri rotti sparsi sul pavimento. Mi guardai un po' intorno, ma non vidi nessuno.
Mi voltai per tornare da Lex, ma quando arrivai davanti alle scale lui non c'era più.
<< Lex? >> lo chiamai. Cominciai a salire qualche scalino << Lex? >>
Improvvisamente un altro rumore attirò la mia attenzione e un nuovo odore invase l'aria. Più salivo e più sentivo un odore famigliare: non era quello di Lex, ma ero abbastanza sicuro che ci fosse un licantropo in casa.
<< Tyler? >> chiamai ancora. Stupidamente, voltai le spalle alla cima dei gradini e dopo un momento sentii un uno strano calore propagarsi da un punto della mia testa. Persi l'equilibrio e caddi a terra, rotolando giù dalle scale.
Qualcuno mi aveva dato una botta in testa.


 
*


Avevo ancor agli occhi chiusi, ma sapevo di essere ancora a casa Lockwood.
Cercai di muovere le braccia, ma qualcosa me lo impediva. Quando aprii gli occhi, scoprii di essere legata ad una sedia, mentre Lex era sdraiato a terra, privo di sensi.
<< Non agitarti >> disse una voce << Le corde sono imbevute di strozza-lupo >>
Alzai lo sguardo e vidi Simon, appoggiato con la schiena alla porta della camera che io e Lex condividevamo.
<< Come sei arrivato qui? >>
Lui alzò le spalle <>
Cercai di liberarmi dalla corde, ma più sfregavo, più la mia pelle bruciava.
<< Non voglio farti del male >> disse avanzando verso di me << Anche se sono ancora un po' arrabbiato per il fatto che tu mi abbia mentito >>
<< Vai all'inferno >> sputai io << Lei non verrà con te >>
Lo schiaffo arrivò veloce e violento.
Sentivo la guancia pulsare, ma trovai comunque al forza di guardarlo in faccia << Che gli hai fatto? >> chiesi riferendomi a Lex
lui alzò le spalle << Credo che Becky lo abbia colpito più forte del previsto >>
Si avvicinò al mio ragazzo e con un calcio lo ribaltò sul un fianco << È conciato piuttosto maluccio >>
Poi si avvicinò alla finestra. Era chiaro che stesse aspettando qualcuno,probabilmente il ritorno di Melissa.
<< Dov'è Becky? >> chiesi
Lui sorrise, o almeno era quello che credevo io. Era girato di spalle e non potevo vederlo.
Prese il mio cellulare, posato sul letto e compose un numero. Fece partire una chiamata.
Venne davanti a me e continuò a guardarmi, poi azionò il viva-voce.
Uno squillo.
“Ti prego non rispondere”
Due squilli.
“Per favore”
Tre squilli.
<< Pronto? >>
<< Ciao Melissa >> disse Simon , sorridendo
Ci furono alcuni secondi di silenzio << D-dov'è Gen? >>
<< Lei è qui con me. È stata così gentile da farmi entrare in casa >>
<< Non provare a farle del male... >> disse, ma Simon scoppiò a ridere
<< Oh tesoro, non le farò niente >> alzò un sopracciglio << Ma il tempo è scaduto. Adesso voglio una risposta >>
<< Prima lascia andare Gen... >>
<< Credi che l'abbia uccisa? >> mi guardò e mi allungò il cellulare. Io non parlai e lui mi diede un secondo schiaffo.
<< Cos'è stato? >>
<< Niente >> mormorai io << Io sto bene >>
Simon sorrise e si riprese il telefono << Ti aspetto >>


 
*


Aprii lentamente al porta di casa, muovendo alcuni passi nel corridoio.
Tyler stava dietro di me, che non capiva quello che stava succedendo. Non avevo avuto tempo di raccontagli tutta la storia, solo gli avevo chiesto di premere sull'acceleratore.
<< Gen? >> urlai << Lex? >>
Arrivai in salotto, dove erano sparsi pezzi di vetro e alcune gocce di sangue.
<< Melissa che sta succedendo? >>
<< Gen? >> urlai spaventata guardandomi intorno
<< Finalmente >> la voce di Simon sembra essere molto più vicina di quanto non lo fosse in realtà.
Era in piedi, in cima alle scale e teneva ferma la mia amica tenendola per un braccio.
<< E tu chi diavolo saresti? >> chiese Tyler
<< Ma come? Non hai parlato al tuo cuginetto di me? >> disse, facendo una smorfia offesa << Io sono Simon >>
Il rumore di una porta che su chiudeva ci fece scattare a tutti e due << E io sono Becky >>
Non potevo crederci. Non stava succedendo davvero.
<< Che volete? >> chiese Tyler
<< Melissa... >>
Tyler si voltò verso di me << Chi sono? Che vogliono? >>
Feci un respiro profondo << Me >>
Simon cominciò a scendere le scale, trascinando Gen con sé.
<< Lasciala andare >> dissi << Verrò con voi >>
Simon sorrise, mentre Gen scuoteva la testa.
<< Me che stai dicendo? >> chiese Tyler << Andare dove? >>
<< Mi dispiace Tyler >> avevo già le lacrime agli occhi << Avrei dovuto dirtelo, lo so. Ma speravo che sarebbe passato tutto >>
<< Di cosa stai parlando? >>
La prima lacrima solcò il mio volto << Non volevo che tu ti preoccupassi. Non volevo che diventasse una tua responsabilità >>
<< Ma tu sei una mia responsabilità >>
<< Non più > intervenne Simon, lasciando bruscamente la mia amica. Gen cadde a terra, con un bel livido sul braccio.
<< Non andare, Melissa >> disse lei << Non puoi farti controllare da lui per sempre >>
Becky le diede un calcio e le disse di tacere.
Tyler sembra sempre più confuso << Vuoi andare con loro? >>
Chiusi gli occhi e trassi un respiro. Mi avvicinai a lui più che potevo e lo abbracciai << Mi dispiace >>
Mi staccai da lui reprimendo le lacrime che ormai bagnavano completamente il mio volto e mi voltai verso Simon << Promettimi che non gli farai del male. Ne a Gen, ne a Lex >>
Lui annuii con un cenno della testa e mi tese la mano.
La guardai per pochi secondi, e appena mi mossi Tyler mi fermò << Lei non vuole venire con voi. Chiunque siate >>
Simon sbuffò e fece un cenno a Becky. In un secondo fu addosso a Tyler e lo scaraventò lontano.
<< Tyler >> urlai io
Simon mi afferrò per un polso << Andiamo >>
Lanciai un ultimo sguardo a Gen e Tyler. Poi mi voltai e uscii da quella casa. 


 
  
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