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Autore: Kaho    01/05/2008    13 recensioni
«Ci credi ai sogni, principessa?»
Tsunade lo guardò attenta da una fessura di stoffa, assottigliando appena gli occhi color miele, resi ancor più stanchi dalle occhiaie che le scavavano il viso giovane.
«I sogni solo per i bambini, Jiraya». […]
«Allora dovremmo tornare bambini».

[Jiraya/Tsunade]
Sottofondo musicale: “La porta dei sogni” di Luciano Ligabue.
Terza Classificata al concordo “MADE IN ITALY” indetto da V@le
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E mi attacco alle stelle

Che altrimenti si cade

E poi abbasso il volume di questo silenzio

Che fa stare bene

E mi sa che sei quella che fa luce pian piano

Chissà come ci vedi, chissà come ridi

Di quello che siamo

 

 

 

«Ci credi ai sogni, principessa?»

Tsunade lo guardò attenta da una fessura di stoffa, assottigliando appena gli occhi color miele, resi ancor più stanchi dalle occhiaie che le scavavano il viso giovane.

«I sogni solo per i bambini, Jiraya».

Commentò infine, sprezzante, e l’aria calda espirata dalle labbra rosse gli solleticò il naso, ancora incredibilmente vicino al volto di Tsunade; era strano che lei gli concedesse la sua presenza anche dopo il sesso.

Forse si sente più sola del solito stanotte, ragionò silenzioso, mentre con lo sguardo percorreva il viso adombrato nascosto sotto le lenzuola del suo futon, da cui usciva qualche ciocca color grano.

«Allora dovremmo tornare bambini».

Tsunade sospirò e il ginocchio tiepido di lei toccò la sua gamba, scottandolo con quel semplice movimento obbligato per rannicchiarsi su se stessa.

«Siamo ormai jounin, Jiraya, non genin stupidi e infantili che credono di poter salvare il mondo!»

Quel mezzo-grido isterico non era riuscito ad ingannarlo. Aveva sentito la disperazione, in quella voce.

Ancora una volta, capì che erano cresciuti troppo in fretta, senza riuscire ad affezionarsi davvero ad un sogno, andato perduto chissà dove nella realtà (crudele) della vita, lasciandoli senza substrato, deboli, ad ancorarsi al nulla.

La bocca di Jiraya si tese in un sorriso, un po’ amaro un po’ spavaldo.

«Se non noi, chi lo salverà questo schifo?» ritorse quasi ridendo, aspro e rauco. «Certo che però da solo non combinerei nulla. Vuoi aiutarmi e diventare la mia amante supereroina, principessa?»

Tsunade storse la bella bocca piena, e si girò su se stessa, dandogli le spalle.

«Tu sei pazzo

La mano di Jiraya andò a sfiorare la spalla di lei, facendola sussultare, vistosamente sorpresa.

«E tu sei così fredda…»

Sterile.

«Jiraya…»

Un suono tra il singhiozzo e la minaccia sfuggì dalle labbra di Tsunade quando le baciò la scapola destra, rimasta esposta ai suoi occhi per via della forza di gravità che aveva portato i lunghi capelli biondi verso il basso, riversandoli come un’onda sulla stoffa bianca di cotone.

Jiraya ignorò sia la supplica che la minaccia, e risalì audace con le labbra sino al collo di lei, portando le ciocche chiare dietro l’orecchio destro.

«Questa notte per me ha la consistenza di un sogno…»

«Perché mi dici così?»

Jiraya sorrise contro la sua pelle, vagamente dispiaciuto di farle male.

«Perché so che non accadrà mai più di sentirti così vicina a me, principessa».

La testa di lei si mosse e – torcendo il collo e abbassando un po’ la spalla, come per sdraiasi supina – gli occhi di Tsunade tornarono a guardarlo fisso, offuscati e misteriosi. Erano talmente vicini, in quel momento, che Jiraya poteva osservare le piccole rughe della fronte corrugata e i punti neri sul piccolo naso, vicino alla sua bocca.

«Come lo hai scoperto?»

Jiraya le accarezzò distrattamente un sopracciglio chiaro con il pollice.

«Della tua partenza? Ho usato la mia influenza su Shizune…» sentendola irrigidirsi, aggiunse: «Ho usato la retorica, tranquilla».

Il petto di lei si gonfiò in un sospiro silenzioso.

«E… non mi dici nulla?» domandò incerta.

Jiraya sorrise.

«Che dovrei dirti? Non andare? Sarebbe inutile, sei testarda come un mulo!»

«Non sono l’unica qui, mi pare» lo riprese lei, stizzita, cadendo finalmente supina sul materasso, lasciandosi inerme contro il suo braccio. «Non sei arrabbiato?»

Sapeva cosa stesse pensando, quella stupida. Si sentiva in colpa perché lo aveva usato in quei due mesi per dimenticare Dan, per lasciarlo solo in quel villaggio che nessuno dei due era convinto, in quel momento, di amare sinceramente, troppo addolorati dall’ennesima perdita: quella del loro compagno di squadra, Orochimaru.

Piccola, fragile principessa, dov’è finita la tua forza?

«Non sono arrabbiato».

«Davvero?»

Un sussurro fragile come il cristallo, ma la sorpresa era vibrante e rischiava di rompere quell’equilibrio precario.

«Sì; non fraintendermi, non voglio che tu vada via, ma… va bene anche così. A me bastano i miei sogni».

Le sopracciglia di Tsunade si crucciarono, mostrando perplessità.

«Non sapevo avessi sogni, Jiraya. Non più».

Le sorrise. «Diciamo che ho cambiato filosofia di vita. Altrimenti sarebbe tutto troppo vuoto e privo di senso, non credi anche tu?»

Lei non gli rispose, ma chiuse gli occhi e cominciò ad respirare un po’ più celermente, come se le mancasse il fiato.

Jiraya le baciò il naso, e per una manciata di secondi non avvertì più il fiato – che sapeva di sakè – contro le narici.

«Sei un bambino dai capelli bianchi».

Pur essendo ferma, quella era la voce di un fantasma sull’orlo del limbo.

E Jiraya si era ripromesso di prenderle la mano e mostrarle la via del ritorno dall’aldilà prima che diventasse del tutto incorporea (e irraggiungibile).

Quando il respiro tornò regolare e calmo (quando lei fu riuscita ad incanalare tutto il dolore, estraniando temporaneamente i ricordi e concentrarsi sul presente), Tsunade lo interrogò, ironica. «E a che sogni ti aggrappi, grande eroe

Stavolta fu Jiraya a rimanere senza fiato, preso in contropiede.

Si allontanò leggermente da lei e si buttò sul futon a pancia in su, fissando apatico il soffitto bianco del suo appartamento in affitto.

Seguì i movimenti di lei con i sensi: il fruscio delle lenzuola e la lieve pressione sul materasso accanto a lui, dove probabilmente Tsunade aveva puntellato il gomito destro, appoggiando sul palmo il viso concentrato solo su di lui, e lui soltanto.

Per una volta, non doveva condividerla con nessun altro, né con Dan né con Orochimaru né le vittime che non era riuscita a salvare.

Solo lui.

«…sei certa di volerlo sapere, principessa

Sei certa di avere la certezza che ti amo e che sogno di non fallire con te?

Tsunade gli si sedette a cavalcioni e gli prese il viso tra le mani forti – da cui aveva avuto pugni, schiaffi e qualche graffio occasionale – e portò la sua bocca disperatamente contro le labbra tumide, cancellando ogni possibile risposta.

A Jiraya venne da ridere, ma la sua bocca era troppo occupata a rispondere con la stessa intensità all’assalto di Tsunade, e poi in quel momento non era il caso di interrompere quel piacevole silenzio, carico di parole non dette, ma di un attaccamento che – anche se non se lo potevano permettere – esisteva tra loro.

Ma che Tsunade non accettava.

 

 

E mi attacco alle stelle, tiro un po’ a indovinare

Mi predico un presente in cui non c’è niente

Se non respirare

E se proprio sei quella, fatti almeno guardare

Non sai quanto ci manchi, non tornano i conti

A doverti guardare

E mi attacco alla luce di questa notte

E salto, e salto, ma rimango lì

 

La porta dei sogni, Luciano Ligabue

 

 

 

 

 

*^*^*

 

Ammetto con tranquillità che non mi aspettavo questo risultato! Ò.ò

Non che la fanfic non mi piacesse, anzi, nata per puro svago in un’oretta ascoltando questa canzone… e buttata giù, di getto, appena una rilettura, ancora nelle orecchie le dolci note malinconiche di questa che è una delle canzoni di Liga che più mi piace, anche se molto lenta, perfino una specie di ninna nanna… è stato un caso che io, guardando per vedere se ci fossero i risultati del concorso NaruSaku abbia voluto sbirciare il concorso MADE IN ITALY e – vedendo che la fic combaciava con i criteri – ho voluto mandarla senza nessuna pretesa al concorso. E cosa vedo? Addirittura Terza. (intendiamoci: dopo aver letto la fic di Hipatya, sapevo già che non avevo chance contro di lei. E leggetela, quella fic, perché è davvero qualcosa di… uhm, non so nemmeno come descriverla! Sa di sogno, ma è amara. Qualcosa che di sicuro vale la pena di leggere, nonostante l’accenno HinaNaru! Ma se è HinaNaru, si può leggere! XD)

 

Alte note? Nulla, solo spero che vi sia piaciuta almeno un po’. Jiraya e Tsunade sono così poco presenti nel fandom… e un po’ ne soffro, è vero. Certo soffro di più l’astinenza da NaruSaku XD, ma questi due mi sono sempre piaciuti, e senza rendermene conto questa che doveva essere una drabble è divenuta one-shot, come se le parole si scrivessero da sole…

 

Ringrazio dal più profondo del cuore la celerissima Vale, promotrice del concorso, sia per l’originalità e la libertà con cui era impostato, sia per i suoi “super-poteri” da giudice very speedy XD, sia, soprattutto, per il podio a me assegnato.

È il secondo concorso a cui arrivo terza, ed è il primo concorso sul Forum di EFP. Ne sono davvero onorata. *inchino*

 

In ultimo, ma non ultimo, mi congratulo ugualmente con tutte le partecipanti e in particolare con coloro che io, dal gradino più basso del podio, saluto con un sorriso: la cara Hipatya – o Tya, ormai, per me XD Hai visto che avevo azzeccato qualcosa? Anche se io avevo previsto un possibilissimo primo posto… - e ladykiki, la vincitrice.

Leggerò sicuramente le storie, statene certe! ^^

 

E… a voi, che vi siete addentrati qui… grazie per aver letto questa shot. Se vorrete – e ve lo consiglio – fatelo con la canzone di sottofondo, credo amplifichi l’emozione nella fanfic che ho cercato di trasmettere. Sperando, un poco, di esservi riuscita! ;)

Ah, naturalmente, sarei felice (mooolto a dire il vero XD) di avere la vostra opinione a proposito… orsù, una recensione non fa assolutamente male, anzi, stimola! Per cui cliccate qui in basso e mi scrivete qualcosina? ;)

 

Bye,

Kaho

 

 

P.S. – E con questo, aspetto i risultati di un concorso in meno… yay! *_*

 

  
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