Capitolo 13: Anche gli amici tirano gli schiaffi
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aver varcato il posto di controllo dell’aeroporto di Grant Field, situato a meno di dieci miglia dalla base di Lafayette,[1] il
capo della Decima Forza Aerea USA arrestò bruscamente la jeep davanti all’ingresso
della palazzina di comando del 99° Gruppo Caccia. Anche stavolta la povera
Flanny dovette aggrapparsi precipitosamente al cruscotto per non sbattere il
viso sul parabrezza della vettura…!
“Proprio
non te lo levi, il vizio, eh?!” polemizzò col marito.
“Scusami…!”
ribatté lui, a voce bassa.
I
Greason, seguiti a ruota da Candy, si avvicinarono al portone, dove un caporale
della MP fece il presentat arm al
generale, che rispose con un semplice tocco delle dita sulla fronte. Mentre
salivano le scale incrociarono il maggiore Master: “Oh… buonasera, generale!
Come mai…”
“Jimmy
è in ufficio, Roy?” gli domandò il superiore, anziché rispondere.
“Sì…
s’è trattenuto per sbrigare le ultime scartoffie.”
“Bene,
lo raggiungo.”
“Ma…
è tutto ok, signore?” s’interessò il comandante del 99°, notando l’aria
imbronciata del superiore.
“Sì…
a parte lo show del nuovo equipaggio!” rispose ironicamente lui.
“Quale
show…?”
“Se
vuoi conoscere i dettagli, fatteli dare da Lang. Io ho qualcosa di più urgente.
Ci vediamo!”
Il
più giovane dei Compari di Chicago
rivolse un’occhiata alla giovane che accompagnava i due coniugi, accorgendosi della
sua grinta, molto più scura rispetto a quella del comandante. Guardò allora la
signora Flanny, che si limitò a scuotere la testa, agitando la mano con
noncuranza. Rinunciando a capirci qualcosa Roy Master si diresse invece nel suo
ufficio per telefonare al comandante della 66a Squadriglia da Bombardamento.
Quando
il trio entrò nell’ufficio che Greason divideva tuttora col suo luogotenente
(come pilota da caccia, Andy aveva mantenuto il suo quartier generale nella
base del 99°), quest’ultimo si alzò dalla scrivania celando a stento la sua sorpresa.
“Come
mai di ritorno? È successo qualcosa…?”
“Niente
di grave… spero! Ti spiace lasciarci soli?”
“Affatto…
stavo giusto per andarmene. Tutto a posto per domani?”
“Naturalmente.
Ho passato a Ricky le istruzioni per il rendez-vous fra le nostre formazioni. Questo
il programma: sveglia alle 0530, briefing alle 0615, decollo alle 0650.”[2]
“Roger!”
Il
vice-comandante della Decima FA si mise l’impermeabile sul braccio e si mosse
verso l’uscio col cappello in mano (da perfetto gentiluomo virginiano non lo
avrebbe mai indossato davanti a due gentili signore)… accorgendosi però
dell’aria tesa che aleggiava sul gruppetto, si soffermò un istante per chiedere
al compagno d’armi: “Senti… ti serve qualcosa?”
“Sì…”
rispose il generale, già accomodato alla sua scrivania, mentre sbirciava gli
sguardi della moglie e dell’amica acquisita “…se passi dal bar, fatti un
bicchiere alla mia salute…!”
Il
colonnello James Patrick Stone, dopo avere osservato anche lui i volti delle due
donne con una certa preoccupazione, si decise a lasciare la stanza. Mentre
usciva dal comando per dirigersi verso il Circolo Ufficiali non poté fare a
meno di pensare che, qualunque argomento avrebbero affrontato quei tre, il suo superiore
diretto avrebbe di gran lunga preferito vedersela da solo contro un intero Staffel[3] di
caccia tedeschi…!
***
Appena
l’uscio fu richiuso il comandante della Decima Air Force si lisciò la fronte
emettendo alcuni soffi stanchi, poi guardò la moglie che lo scrutava con
apparente impassibilità, mentre i suoi occhi gli stavano trasmettendo invece questo
rassicurante messaggio: *Non temere, sono
qui!*
Il
povero Andy si guardò malinconicamente i gradi sulle spalline, pensando che se
il generale Arnold fosse venuto a conoscenza di un fatto simile, l’asso degli
assi dell’intera USAAF si sarebbe
ritrovato a presiedere la più scalcinata scuola di volo per aerei da trasporto
in qualche sperduto angolo della Georgia o dell’Arizona!
Tale
pensiero ebbe perciò anche l’effetto di una scarica elettrica che gli fece raddrizzare
le spalle per poi rivolgersi senz’alcun imbarazzo alla sua interlocutrice; la
quale, dopo essersi accomodata su una seggiola, lo stava fissando con tutta la
prosopopea di un pubblico ministero che fosse assolutamente certo della
colpevolezza dell’imputato.
Quei
due individui, per certi aspetti così diversi, ma per altri non molto dissimili
(non a caso, forse, portavano quasi lo stesso nome), rimasero a studiarsi per
altri lunghi momenti, finché la pazienza della bionda non rimase del tutto esaurita:
“Beh…?” sbuffò “Chi comincia?”
“Prima
le signore!” rispose pacato Greason, tenendo le mani intrecciate sul ventre.
Dopo
aver mandato l’ennesimo epiteto mentale all’intero genere maschile, l’infermiera
procedette: “Ok… si può sapere che ci facevano quegli sciagurati, su quell’aereo?”
“Prendevano
servizio nel gruppo da bombardamento pesante della mia unità.” rispose il
generale con voce piatta.
La
giovane strinse la mascella: “Davvero? Magnifico” ribatté, sarcastica “e a cosa
si deve questa novità?”
“Novità
in che senso?”
Candy
riuscì faticosamente a trattenere un urlo e si prese una robusta boccata
d’aria, prima di rimpallare: “Non farmi perdere del tutto la tramontana Andy!! Come
hanno fatto a diventare aviatori…?!”
L’asso
si chiede se la collega di sua moglie ci fosse o ci facesse; poi tornò a
parlarle con la maggiore calma del mondo: “Avranno risposto a un qualche bando
di arruolamento… dopodiché, presentando le idoneità fisiche, psichiche e
attitudinali, hanno frequentato e superato i corsi delle specialità da loro
preferite o maggiormente indicate. Infine, dopo il necessario periodo di addestramento
avanzato, sono stati trasferiti in prima linea.”
“Capisco”
annuì l’altra, amaramente “e tutti quanti su quello stesso aeroplano, mm…?!”
“Non
può essere un caso, Andy!” si lasciò scappare questa osservazione la sua dolce
metà.
Lui
la fissò con lieve moto di disappunto: “Beh…” sospirò “…in effetti non lo è.
Vedete, noi…”
“ECCO…!!”
esclamò Candy sferrando un pugno sul tavolo “Volevo ben dire che non fosse
opera tua…!”
“Io
so soltanto che si conoscevano fra di loro” deglutì l’altro “capirete che, in
questi casi, tendiamo a inserirli nello stesso equipaggio. Come fa del resto l’Esercito,
mettendo gli amici nello stesso reparto o la Marina sulla stessa unità. Lo
spirito di corpo è importante. Soprattutto per la sopravvivenza!” concluse,
guardando Candy con la tenue speranza di ricevere un barlume di comprensione. Ma
non era la giornata…
“Oh,
ma è troppo giusto” ribatté infatti la
ragazza, con malcelata acredine “e io che pensavo che questo aumentasse la
probabilità di vederli crepare tutti nello stesso momento, per mano della
reazione nemica! Che sciocchina, che sono…!”
“Le
regole non le faccio io” si difese ancora il generale, allentandosi il nodo
della cravatta “e comunque… è dimostrato che l’affiatamento fra i compagni
aumenta di parecchio il rendimento in battaglia… e, di conseguenza, le
probabilità di ritornare a casa. Solo i parenti vengono esclusi: è la prassi.”[4]
“Affiatamento….?” esclamò Candy, del
tutto sbigottita “Ma scherzi??! Hai messo insieme Neal con Jimmy… Charlie con
Cookie… Bobby con John… e mi vieni a parlare di affiatamento?!”
“Hanno messo insieme, Candy” puntualizzò
l’amico puntando un dito sul piano dello scrittoio “gli equipaggi di volo
vengono composti presso i centri d’addestramento avanzato, cercando di abbinare
gli elementi caratterialmente più compatibili: abbiamo fior di psicologi in
divisa, che se ne occupano. Può anche darsi che siano stati proprio i tuoi
amichetti a chiedere di stare insieme…!”
A
sentire la parola amichetti gli occhi
di Candy mandarono minacciosi lampi azzurri all’indirizzo dell’interlocutore,
che ricevette anche uno sguardo di muta disapprovazione dalla moglie.
“Non
sono i miei amichetti” esclamò la
bionda, in un tono non proprio affettuoso “ma persone con cui ho avuto a che
fare in diversi momenti della mia vita. Chi più, chi meno… in un modo o nell’altro…
sono importanti per me!”
“Comprendo”
sospirò il generale “e mi rendo anche conto del tuo stato d’animo. Presumo
inoltre che la cosa sia reciproca, vista la reazione che hanno avuto al solo
vederti… ciò che mi sfugge è il perché
di una reazione di quel tipo…!”
“Forse
questo dovresti chiederlo a loro!” intervenne Flanny per equilibrare in qualche
modo quell’acceso dibattito.
“Questo
è fuori discussione” gli rispose il marito, prestandole momentaneamente
attenzione “ma siccome ho l’abitudine di esaminare entrambi i lati di ogni
problema, sarò molto grato se la nostra amica qui presente ci fornirà la sua
versione dei fatti… con comodo, naturalmente!”
L’interessata,
che aveva incrociato le braccia sul petto, come assorta nei suoi poco allegri
pensieri, rialzò fieramente il capo coduto, tornando a fissare il compagno
della sua affezionata mentrice.
“Chissà…
forse Jimmy, quello che stava uscendo per primo, ha avuto paura di prendersi un
altro schiaffo…” Andy non batté ciglio, ma gli si storse un angolo della bocca
“…in quanto agli altri… non ha molta importanza, a questo punto! Spero solo che,
fra le altre cose, si siano anche vergognati di aver battezzato il loro
apparecchio a quel modo!”
“E
perché? Non è un gesto carino?” obiettò l’asso, nella sua ottimistica
ingenuità, mentre sua moglie alzava gli occhi al cielo.
La
collega scattò infatti in piedi, eufemisticamente furibonda: “Carino…? Dare il mio nome a una macchina di morte?! Andy, non so che mi trattenga dal…”
Il
campione della caccia americana ebbe un guizzo, ma poi ribatté, risoluto: “…dal
fare cosa? Vorresti dare uno schiaffo anche a me…?”
“Puoi
ringraziare quelle stelle e quei nastrini,[5] se non
lo faccio…!”
Questa
risposta, probabilmente, non era che uno sfogo… nondimeno il nostro pilota la
prese sul serio. Con un lieve sorriso sulle labbra si alzò a sua volta, si
sbottonò lentamente la giacca dell’uniforme e se la sfilò, lasciandola cadere
sulla poltrona. Girò quindi intorno alla scrivania e si piantò davanti all’amica
tenendo le braccia conserte: “Adesso le stelle e i nastrini non ci sono più… se
ritieni che il torto sia mio, procedi pure!”[6]
Prima
ancora che la vice-direttrice aggiunta della Casa di Pony si riprendesse da quel contropiede (più insidioso per
chi lo aveva sferrato, che non per lei) Flanny Hamilton in Greason, abbastanza
palliduccia in volto, si avvicinò repentinamente a quei due, posando le mani
sulle loro spalle: “Ehi, ehi, ehi… ora basta!! Sarà il caso che ci diamo una
calmata, qui dentro, va bene?”
Al
richiamo “autoritario” dell’ex allieva-modello della Scuola Mary Jane i due contendenti si acquietarono, guardandosi
negli occhi… poi Candy provvide a ritirare la mano già alzata, non senza prima passarla
fugacemente sulla guancia dell’uomo, in quello che poteva essere un buffetto,
come anche una carezza:[7] “Stavo
perdendo la testa…” sussurrò “…mi dispiace!”
“Non
importa… forse qualche sciocchezza di troppo l’ho detta anche io!”
“Tanto
per cambiare…!” commentò a mezza voce la sua signora.
“D’altra
parte” continuò il marito dopo averle lanciato una smorfia, mentre si rimetteva
a sedere “per quanto riguarda il nome dell’aereo, quella è di solito una
prerogativa del comandante. Quindi devi prendertela con lui.”
“Per
quel che servirebbe” l’amica alzò sarcasticamente le spalle “carognata più,
carognata meno… oramai ho perso il conto!”
“Interessante…
a quanto pare ho arruolato un rivale del grande Terry” sorrise forzatamente l’altro,
cercando di sollevare lo spirito con qualche “innocente” battuta “e il nostro
istrione è al corrente di questa minaccia alla sua felicità?”
“Ma
cosa ti salta in mente…??!!” gridò l’interessata, arrossendo copiosamente,
mentre la moglie lo rimproverò di saltare troppo alle conclusioni.
“Davvero?”
Andy rispose direttamente a lei “Beh, di solito un uomo non dedica qualcosa a
una donna solo per farle una carognata. Ne deduco che…”
“Anche
tu non hai battezzato Flanny il tuo caccia,
sapendo che tua moglie non avrebbe gradito” intervenne Candy, squadrando l’asso
con sguardo duro “quindi non mi meraviglio che quel disgraziato abbia fatto
esattamente il contrario…!”
“Quando
si perde la testa per una persona che non ricambia si fanno le cose più
assurde” commentò l’aviatore, fingendo di riordinare le carte sulla scrivania
“anche i fratelli Cornwell ci sono passati!”
Flanny
si mise una mano sugli occhi, mentre l’amica li spalancò, sibilando: “Che cosa
hai detto…??!!”
Imprecando
mentalmente contro la propria lingua, l’altro si appoggiò con la schiena alla
poltrona, sospirando rumorosamente: “No, scusa… lascia stare…!” tentò, scuotendo
la testa.
“No
che non lascio stare. Continua…!”
Dopo
aver compreso che non sarebbe uscito indenne da quell’ufficio se non avesse
vuotato il sacco, il generale si rialzò per versarsi un bicchier d’acqua dal
distributore.[8] Dopo averlo vuotato tutto d’un fiato, proseguì,
facendo del suo meglio per sostenere lo sguardo d’acciaio della sua quasi
omonima.
“Vedi,
Candy… con un mestiere come il mio s’impara presto ad essere degli acuti
osservatori… e, se si assumono responsabilità di comando, si diventa anche dei
discreti conoscitori di uomini.”
“E
allora?” insistette lei.
“Quando,
a New York, ci invitasti a casa dei tuoi amici, mi accorsi alla svelta di come
Archie ti guardava… e di come lo guardava sua moglie. E anche il povero Stear…
quando una volta mi mostrò la foto della sua ragazza, gli diedi mentalmente
dell’imbecille per essere venuto a giocarsi la pelle in quel buco di posto. Ma
tu…” Candy trasalì quando l’amico le puntò l’indice contro “…tu mi potresti
assicurare che non l’avesse fatto anche per un qualche altro motivo?”
“Piantala,
Andy” lo riprese severamente la consorte “queste sono pure illazioni!”
“Va
bene, non sono fatti miei” si scusò lui, alzando le braccia “volevo solo dire
che, forse, anche il capitano Legan…”
“Ma
andiamo” lo interruppe nervosamente Flanny “parli come se tutti gli uomini che
conoscono Candy si debbano per forza innamorare di lei…!”
“Beh”
titubò l’asso, anche lui sensibilmente agitato, spostando lo sguardo dall’una
all’altra “non ho mica detto questo… però…”
“Tuo
marito ha ragione, Flanny…!”
La
voce di Candy interruppe lo scambio di battute fra i due coniugi, che fu seguito
da un pesante silenzio. Qualche interminabile momento dopo la ragazza guardò
gli amici da sotto in su, esitò ancora un istante, poi disse ciò che aveva da
dire: “Per quel che riguarda Stear e Archie… è vero: era da molto tempo che si
erano invaghiti di me… io però non li ho mai incoraggiati perché volevo troppo
bene alle mie amiche Patty ed Annie… e poi lo sapete cosa c’é fra me e Terence.
Ma, nel caso di Neal…” guardò direttamente il compagno di Flanny “…mi dispiace dirtelo,
ma sei proprio fuori strada!”
“Nel
senso che non sarebbe innamorato di te?”
Candy
fece spallucce: “Ouff, una cotta l’aveva presa, sì… e anche piuttosto forte. Ma
dubito molto che uno come lui possa provare del vero amore…!”
“Accidenti”
Andy tornò al distributore, dove si versò un secondo bicchier d’acqua “deve
avertela proprio combinata grossa!” disse, prima di rivuotarlo d’un fiato.
L’amica
gli mostrò un sorriso ironico: “Quante ore hai? Ti posso raccontare ogni cosa,
se davvero ti interessa…!”
Il
comandante della Decima corrugò le sopracciglia: “Perché no?” rispose poi, con
decisione “È meglio conoscere a fondo i propri subordinati. Spara…!”
“Potrei
avere anch’io un bicchiere d’acqua?”
“Come
no!” rispose il generale, tornando ancora al distributore.
Dopo
essersi dissetata, la giovane iniziò a raccontare in modo succinto ma non
evasivo i fatti salienti che la legavano all’equipaggio di quel bombardiere, specialmente
gli episodi che riguardavano il primo pilota.
Non
omise nulla: né l’innaffiato incontro coi “simpatici” rampolli della sua prima
famiglia adottiva, né le successive “goliardiche” attenzioni da parte di quelli
che avrebbero dovuto essere i suoi “nuovi fratelli”, né i loro complotti per
farla apparire una poco di buono ed essere “deportata” in Messico, né le
vicissitudini della Royal St. Paul School…
né, tantomeno, l’inaspettato innamoramento del fratello di Iriza a seguito del
suo salvataggio da parte di Candy, dei suoi meschini tentativi per conquistarla,
fino al subdolo complotto ordito da sua madre in combutta con la “patriarca”
degli Andrew, al fine di costringerla ad unirsi in matrimonio con il suo
“pretendente”.
Durante
tutto il racconto il nostro asso si era slacciato completamente la cravatta ed
era tornato altre due volte al dispensatore d’acqua, crucciandosi di non potere
(per ovvie ragioni) riempirsi il bicchiere con la bottiglia di Scotch che teneva nell’armadietto.
“Avresti
dovuto vederlo, il signorino, quando mio zio intervenne al ricevimento per
rimettere le cose a posto… quando ha capito che non c’era più nulla da fare,
lui, l’arrogante erede dei Legan, se n’è scappato via piagnucolando come un
moccioso viziato!”
“Patetico…!”
commentò Flanny che, a dispetto della sua riservatezza, non si era persa una
sola parola.
“Puoi
ben dirlo, cara” sottoscrisse l’amica “da allora non l’ho più rivisto… Archie
mi aveva confermato che tutta la famiglia si era trasferita in Florida… e adesso
rieccolo qua” concluse puntando gli occhioni celesti verso il suo amico, che si
era appoggiato alla scrivania con le braccia conserte “chi devo ringraziare,
stavolta…?”
“È
una domanda o un’accusa?” chiese lui, dopo essersi schiarito un po’ la voce.
“Una
domanda. Rispondimi, per favore…!” lo incalzò lei, con accento forse involontariamente
troppo aspro.
A
questo punto, non potendo più ignorare i mayday
facciali del marito, Flanny batté una mano sulla spalla della collega: “Ora
calmati, Candy… e rifletti un minuto: non puoi sostenere che Andy sia andato a ripescare
Neal Legan appositamente per te!”
“Non
ho detto che lo ha fatto per me…! Ma di solito le nomine dei capi-equipaggio
vengono approvate direttamente dai comandanti delle forze aeree.”
“E
tu come lo sai…?!” sussultò il generale, con voce palesemente alterata.
“Me
lo ha detto la mia amica Annie.”
“Che
cos…?” il generale sgranò gli occhi verso Flanny, la quale sospirò e gli
rispose con bonarietà: “Mogli e mariti parlano tra di loro, amore mio!”
Riproponendosi
di strigliare a dovere il tenente Archibald Cornwell per ricordargli che i
militari dovrebbero invece tenere la bocca più chiusa, Andy Greason si rallegrò
vivamente (e non per la prima volta) di essere stato accalappiato da quella
straordinaria donna dai capelli corvini prima ancora d’incontrare quell’altra
notevole femmina dalle chiome dorate. Ora, almeno, il comportamento di quei
dieci strampalati sul B-17 che portava la sua effige sul muso cominciava
ad apparirgli più comprensibile.
“La
cosa che più mi stupisce” disse ancora Candy, come parlando a sé stessa “è come
abbiano potuto riconoscergli una sufficiente fibra morale: basta guardarlo negli
occhi per capire il codardo che è…!”
“Non
credi di essere troppo severa?” scappò detto al generale.
“Senti,
bello” ora decisamente piccata, la biondina saltò su “ma tu ci hai mai avuto a
che fare con quel tizio, almeno per cinque minuti…?!”
Dopo
aver sostenuto il suo sguardo per un istante, Andy fissò il bicchierino di carta
che teneva in mano: “Anche di più. E, se proprio lo vuoi sapere, in quegli occhi
ci ho visto soltanto una grande tristezza!”
Le
due infermiere si scambiarono uno sguardo acuto, poi Candy si rialzò in piedi: “Ma
allora lo conosci di persona…!!” esclamò.
Con
rapide mosse, Andy si riannodò velocemente la cravatta, poi raccolse la giacca
dallo schienale della poltrona.
“Sì”
rispose asciuttamente, indossandola e riaccomodandosi al suo posto “e con ciò?”
Dopo
essersi messa le mani sui fianchi, Candy White Andrew si piantò davanti alla
scrivania dove sedeva il comandante della migliore e più temuta forza aerea
tattica alleata.
“E
con ciò, adesso tocca te sciogliere la lingua… signor generale!”
Contemplando
quel grazioso visino spruzzato di lentiggini, Andy vi notò lo stesso energico
sguardo che aveva mostrato sua moglie quando lo aveva costretto a comportarsi
da uomo, dopo quel tragico ritorno seguito alla perdita del suo compagno Stear.[9] Cercando
di dominare le sensazioni contrastanti di quella scoperta, il nostro aviatore
si mise a tamburellare le dita sul tavolo…
“Che
ne direste se ne parlassimo a cena...?” propose infine, rivolto alle due donne.
[1] Dove si erano svolti i fatti narrati nel 12° capitolo.
[2] Leggasi zero cinque e trenta, zero sei e quindici e zero sei e cinquanta.
[3] Squadriglia.
[4] O meglio lo diventò dopo la tragica fine dei cinque fratelli Sullivan, imbarcati sulla stessa nave. Significativa fu anche la vicenda dei quattro fratelli Ryan, arruolati nell’esercito, dalla quale è stato tratto il celebre film con Tom Hanks.
[5] Sono le decorazioni al merito, cucite sopra la tasca
sinistra, sotto il distintivo di pilota.
[6] Se Terence Grenchester avesse potuto assistere a questa scena, avrebbe capito perché Corwallis aveva perso contro George Washington!
[7] Come disse in seguito il tenente Jimmy Curtright: “Il nostro comandante in capo non ci chiedeva mai di affrontare nessun tipo di rischio che non avrebbe affrontato anche lui!”
[8] Avete presente quelle “bocce” di vetro col rubinetto sotto che si vedono nei vecchi film in bianco e nero?
[9] Vedi capitolo 5.