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Autore: Laylath    25/11/2013    2 recensioni
Una raccolta di ventuno voci, una per ogni lettera dell'alfabeto, relative al mondo militare di Amestris.
Grazie all'aiuto del nostro team preferito, e al "Manuale del perfetto soldato" faremo un percorso alla scoperta dell'esercito.
Le scene sono di diverso genere: drammatico, comico, serio etc etc.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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P come “Puntualità”

 
Un soldato dimostra la sua serietà e professionalità anche con l’essere sempre puntuale: in questo modo egli viene riconosciuto dai suoi superiori e compagni come elemento su cui poter fare affidamento.
 


 
A volte Riza Hawkeye si sentiva un mostro per essere arrivata a imporre quel ricatto, ma era anche vero che il colonnello, per determinate faccende, andava trattato in un determinato modo. La soldatessa, tuttavia, non era dispiaciuta tanto per il suo pigro superiore, tanto per il fatto che a rimetterci fossero gli altri membri della squadra che, al contrario dell’alchimista, svolgevano il loro lavoro con efficienza e puntualità.
Finché il colonnello non termina di sbrigare le sue pratiche nessuno esce da quest’ufficio.
Era una decisione effettivamente dura e lei tendeva ad applicarla solo nei momenti in cui Mustang era davvero indolente e si comportava come un bambino capriccioso: le dispiaceva sinceramente vedere gli altri seduti alle loro scrivanie, aspettando pazientemente che il loro superiore finisse.
 
E almeno funzionasse… a volte pare che non gli importi niente dei suoi uomini.
Riza fissò con disappunto il colonnello che leggeva svogliatamente l’ultimo rapporto sulla scrivania.
Controllando l’orologio alla parete la donna vide che era ormai mezzanotte meno cinque: non credeva che avessero fatto così tardi.
Con un sospiro si girò verso le altre scrivanie a guardare i suoi compagni, sperando che non la stessero odiando troppo per la sua severità. Falman leggeva tranquillamente un libro, Fury giochicchiava con i soliti pezzetti elettronici, Breda stava a braccia conserte, mentre Havoc era col busto sdraiato sulla scrivania e sembrava dormisse.
Lo stomaco di qualcuno di loro brontolò ed il senso di colpa del tenente aumentò a dismisura: aveva fatto saltare loro anche la cena.
Andiamo! Quanto ci vuole per finire questo rapporto!?
Lanciò uno sguardo irato verso il colonnello che, beffandosi ampiamente della fame e della noia dei suoi uomini, giochicchiava con la penna invece di compilare quell’ultima parte del foglio.
“Colonnello, - lo richiamò all’ordine – è quasi mezzanotte: vuole farci il santissimo piacere di finire quel rapporto e lasciarci andare a casa?”
“Eh? – si girò a guardarla Mustang, con aria sorpresa – quasi mezzanotte? Oh, già, mancano solo pochi minuti, non me ne ero assolutamente reso conto… si vede che il lavoro d’ufficio è proprio intrigante, non ti accorgi nemmeno del tempo che passa, vero?”
Quella battuta ironica fu troppo e Riza sbatté pesantemente la mano sulla scrivania.
Era stanca, irritata per alcuni litigi con le sue colleghe al poligono di tiro e altri guai che l’amministrazione aveva fatto ed era toccato a lei sbrogliare… insomma gli ultimi giorni erano stati veramente irritanti e aveva sperato con tutto il cuore che quel dannato venerdì finisse in fretta per poter tornare a casa, mettersi in pigiama, rifugiarsi sotto le coperte con una tazza di camomilla ed Hayate accoccolato a lei, e dimenticarsi del mondo per due giorni filati.
Ed invece, per colpa di quell’uomo…
“Finisca questo dannato rapporto!” esclamò con voce alterata.
“Va bene, va bene – ridacchiò l’uomo, mettendo la sua fatidica firma alla fine del foglio – mamma mia, tenente, non ti scaldare così: non vedi che bastava solo un secondo. Ecco fatto… la tua preziosa pila di noiosissimi documenti è stata compilata: ho fatto tutti i compiti, adesso posso alzarmi, maestra?”
“Colonnello…” sospirò Riza, prendendo il foglio e mettendosi una mano sulla tempia, dove sentiva una vena pulsarle in maniera dolorosa.
“Lo prendo come un sì… ehi, Havoc, che ore sono?”
Con sorpresa Riza si girò a guarda il sottotenente biondo che in teoria doveva essere appisolato; con uno scatto, invece, Havoc si risollevò in posizione eretta e annunciò.
“Quindici secondi a mezzanotte…”
“Complimenti, signore – sghignazzò Breda, alzandosi insieme agli altri e raggiungendo la scrivania dell’alchimista – la sua puntualità rasenta la perfezione.”
“Ma che…?” balbettò Riza perplessa, vedendo che la circondavano.
“Mezzanotte!” annunciò Havoc
“Tanti auguri di buon compleanno, tenente Hawkeye!” esclamarono in coro tutti quanti.
La rabbia e la stanchezza di Riza si sciolsero come neve al sole: era stato tutto architettato così bene che non si era resa conto di nulla.
E la sua squadra aveva fatto un gesto così bello…
“Ha visto, signora? – sorrise Fury – Abbiamo pensato di farle una sorpresa: il colonnello ha notato che negli ultimi giorni era un po’ giù di morale e così ha organizzato tutto quanto.”
“Organizzato…” annuì Riza, sbattendo le palpebre per ricacciare indietro una lacrima.
“Certamente! – dichiarò Mustang – Signori, è mezzanotte ed un minuto e L’operazione compleanno è iniziata puntualmente: tenente Riza Hawkeye, considerati sequestrata per tutto il finesettimana. E dimentica completamente la tua divisa… abbiamo stabilito che per due giorni filati tu sarai una principessa servita da cinque adoranti cavalieri… ed un cane che il sergente si preoccuperà di recuperare non appena usciamo di qui.”
“Che? – esclamò Riza, sorpresa, mentre il colonnello ed Havoc la spingevano verso la porta – Ma che volete fare per due giorni… signore, non potremmo…”
“Forza, tenente – la avvisò Breda – dobbiamo sbrigarci: il treno parte tra tre quarti d’ora esatti: i nostri bagagli sono pronti, ma lei deve passare a casa. Tanto basta uno zaino, sono solo due giorni.”
“Ma dove andiamo?”
“Mexos, signora, - spiegò Falman mentre avanzavano nei corridoi silenziosi – rinomata per i suoi centri termali. Due ore di viaggio in treno… non si preoccupi: i proprietari dell’albergo sanno già che arriveremo tardi.”
“Centro termale…”
“Con tutti i confort offerti gentilmente dalla tua squadra preferita, tenente, – sghignazzò Roy – terme, riposo, cibo buono, tranquillità… e cinque soldati che esaudiranno qualsiasi tuo desiderio.”
“Siete folli, tutti quanti!” balbettò Riza, trattenendosi dall’abbracciarli uno per uno.
“Mi piace come definizione – sghignazzò Havoc – forza, andiamo a festeggiare!”
  
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