Notte. Freddo. Paura.
Vagavo per Bradford, con il volume delle cuffie al massimo.
Non so perché lo facevo, forse per dimenticare, forse per uccidere quella parte di me che credeva ancora in me, in lui, in noi.
In tasca della sua felpa, avevo ancora quella lettera, rovinata dalle mie tante, troppe lacrime versate la notte che lui se ne andò per fare quello stupido programma.
Un film di ricordi mi passò davanti svuotandomi il cuore, ma con l' aspra consapevolezza che tutto quello era stato solo una breve parentesi della mia vita e che forse dovevo andare avanti.
Ascolto ancora per l'ennesima volta quella canzone che lui mi cantava spesso nelle notti in cui non riuscivo a prendere sonno e mi ritrovavo al suo fianco.
 

“I swear the whole world stops
You’re my sweetheart and
I’m so glad that you’re mine
You are one of a kind, and
You mean to me what I mean to you
And together baby there is nothing we won’t do
Cause if I got you
I don’t need money
I don’t need cars
Girl you’re my heart”

quando mi parli vorrei che il mondo si fermasse
sei il mio tesoro e
sono cosi grato che tu sia mia,
sei unica nel tuo genere e tu significhi per me quello che io significo per te
e insieme piccola non c’è niente che non possiamo fare
perchè se ho te
non ho bisogno di soldi
o di macchine
ragazza tu sei il mio cuore
 

Ed ecco ancora una volta una lacrima mi bagna il viso.
Giusto mi dimentico sempre di presentarmi.
Mi chiamo Effie, ho 18 anni e vengo da Bradford.
Ho i capelli marroni e gli occhi verdi.
Mi ritengo una ragazza magra, forse nell'ultimo anno sono dimagrita di un po' troppo ma dicono che ci sia un motivo a tutto; infatti c'è.
Lui ora non c'è, lui mi ha lasciato qui da sola a combattere una battagli che non volevo.
Mi sono abituata a chiamarlo lui perchè sentire il suo nome mi farebbe soffrire ancora più.
Passo davanti al parco in cui c'eravamo conosciuti da bambini.
Sempre uguale, anche da quando lui se né andato.
A Natale è ritornato a casa con la sua famiglia, mi aveva provato a chiamare quasi cento volte, a mandare messaggi ma non gli ho mai risposto, solo al suono della sua voce sarei scoppiata, come un fuoco d'artificio in mille pezzi. Stavo cercando di vivere senza di lui, ma non ce la facevo; aveva inciso il suo nome nel mio cuore quel ragazzo.
Ero venuta a sapere dalla mia migliore amica, non che la sua vicina di casa, Hope, che sarebbe tornato a casa tra due settimane, visto che il suo tour con la band era finito.
Tra poco era anche il compleanno di Hope e lei lo aveva invitato alla sua festa.
La odiavo per questo, ma è uno dei suoi migliori amici, come biasimarla.
Come comportarmi? Non lo sapevo, riuscivo a rifugiarmi nella musica.

- Due settimane dopo

La primavera mi era entrata ormai nelle vene.
Volevo far vedere a tutti che mi era tornato il sorriso, così ogni giorno sfoggiavo il mio nuovo falso e primaverile sorriso.
Lui doveva essere già tornato da due giorni, ma di lui neanche traccia, né un messaggio, né una telefonata, forse si me si era proprio dimenticato.
Aprii la finestra della mia camera, mi arrampicai sul tetto, dove mi sedetti. Ero solita farlo, mi aiutava ad uscire dal mondo quello in cui non volevo vivere.
Accesi l'Iphod, riproduzione casuale, Wrecking Ball.
Quella canzone mi dava una forza tale da poter spaccare i muri, le case, era la mia canzone.
Iniziai a cantare di punto in bianco.

“We clawed, we chained, our hearts in vain
We jumped, never asking why
We kissed, I fell under your spell
A love no one could deny

Don’t you ever say I just walked away
I will always want you
I can’t live a lie, running for my life
I will always want you”

Abbiamo rinchiuso, incatenato, i nostri cuori invano
Ci siamo buttato, non abbiamo mai chiesto il perchè
Ci siamo baciati, mi sono innamorata grazie al tuo incantesimo
Un amore che nessuno poteva negare

Non dire mai che me se sono andata
Io ti vorrò sempre
Non posso vivere una bugia,
Io ti vorrò sempre

Vidi qualcuno che assomigliava a Zayn molto più figo avvicinarsi a piedi a casa mia.
Più si faceva vicino più capivo che era lui. Il mio cuore iniziò a fremere come se stesse per avere un collasso da un momento all'altro.
Ricominciai a cantare cercando di tranquillizzarmi, la sua presenza non doveva turbarmi, ora mi sapevo controllare, sapevo come stare senza di lui. Ma chi volevo prendere in giro? Faceva effetto eccome.
Mettevo il ragazzo sempre più a fuoco, si era lui, non c'erano dubbi.
Scesi dal tetto, ritornai nella mia stanza, mi fissai allo specchio.
Oddio, avevo la sua felpa.
Mi cambiai, maglietta a maniche corte, pantaloni della tuta; infondo a lui, una volta, piacevo anche così.
Aspettando, sbirciando dalla finestra, aspettando di vedere il suo sorriso.
Mancava poco, stava entrando nel vialetto di casa mia, scavalcò il cancelletto com'era solito fare, arrivò alla porta.
Suonò.
Mi affrettai a scendere le scale, feci un respiro profondo, aprii.
Lo fissai, bello come sempre, forse di più.
“Ciao Eff” Mi salutò con quel sorriso che mi mancava, mi mancava come l'acqua durante la siccità.
Subito non gli risposi, lo rimasi a guardare per un po', dalla testa ai piedi.
Perfetto, come al solito. Il suo ciuffo che amavo tanto, i suoi occhi cioccolato, la sua bocca carnosa; tutto era al suo posto. Indossava una semplice maglietta a maniche corte, nera. Aveva i suoi jeans scuri e un paio di Vans rosse, che facevano contrasto con tutto il resto.
“Ciao Zayn” dissi trovandomi inconsciamente tra le sue braccia.