Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Aleida Black    25/11/2013    3 recensioni
Lo stregone più potente di tutti i tempi è tornato, e con lui le risse per i corridoi di Hogwarts.
Dal 4° capitolo:
"Il fatto che Merlin l’avesse risvegliata poteva significare solo che un antico male stava per tornare. E questo non è bene, perché più un male è vecchio più ha avuto tempo per prepararsi."
HP. Ambientato 8 anni dopo la Seconda Guerra Magica, non tiene conto dell'epilogo.
Merlin!Reincarnation, Slash Merthur (prevalentemente)
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aithusa, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! come promesso dopo due settimane esatte il continuo della ff. 

Questo capitolo  è particolare, il protagonista non è interamente Merlin.

ma ho detto anche troppo,

Enjoy!


Merlin passò tutto il resto del giorno con il drago bianco, riuscendo a sgattaiolare in cucina prima di cena per mangiare qualcosa. Stava iniziando a saltare troppi pasti.

Il giorno successivo Merlin passò in infermeria per chiedere l’esonero dalle lezioni. Madama Chips gli lanciò un’occhiataccia, ma firmò l’esonero senza dir altro. Per fortuna.

Dunque il ragazzo trascorse tutto il tempo a parlare con un enorme drago sputafuoco –  «aspetta, tu puoi sputare fuoco? » sì, posso. «non ci credo»... «AAAH! OK, ci credo. Non farlo mai più.»  chiuso in una grotta dimenticata sotto Hogwarts. 
Aithusa parlò del suo strano dono, del fatto che era un Signore dei Draghi, raccontandogli che lui era la reincarnazione di quel mago Merlino, e lui l'aveva rinchiusa lì sotto così che la sua antica magia - qualcosa con una religione - potesse impregnare quel luogo fino al suo ritorno.

Merlin in tutta onestà era curioso sulla sua vita precedente. Molto curioso. Peccato che non ricordava quasi nulla.

Immagini sfocate, brevi flash e sensazioni per lo più. A quanto pare le immagini che gli affollavano la mente erano pezzi della sua scorsa vita e questo lo aveva portato a usare una parte della sua magia nello studio della preside, ampliando le sue percezioni e facendolo svenire.

Aithusa si rifiutò di raccontargli della vita passata, ma iniziò a spettegolare su lui e Arthur (che, per inciso, è quel Re Artù, così come Morgana era la famosa Strega Morgana, Gwen era la Regina Ginevra, Freya la Dama del Lago e tutti gli altri di seguito). Raccontandogli di come l’antico Grande Drago faceva il fanboy su di loro parlando di medaglie e di destini e che quella tra di loro era tensione sessuale molto repressa da circa due vite.

 

Aithusa sarebbe andata molto d’accordo con la Granger e le sue amiche, di questo era sicuro.

 

Il fatto che il giovane l’aveva risvegliata voleva dire che un antico male stava per tornare. E questo non era un bene, perché più un male è antico più tempo ha avuto per prepararsi.

 

Ma diavolo, pensò Merlin, Voldemort viene sconfitto e ne arriva immediatamente un altro… ma quanti psicopatici ci sono al mondo?

 

Ringrazia che questo psicopatico è arrivato dopo che quel Voldemort è stato sconfitto. Pensa se fosse arrivato con un po’ di anticipo.

 

Un brivido gli attraversò la colonna vertebrale. No. Non voleva neanche pensarci.


Merlin sapeva che una volta tornato indietro avrebbe dovuto dare spiegazioni, e Aithusa insistette che quella volta lui avrebbe dovuto dire tutta la verità da subito. Cioè, quasi tutta. Parlare delle reincarnazioni passate non è mai bene, quindi questo l’avrebbe dovuto tenere per sé, ma la sua magia, il fatto che era un Signore dei Draghi e le informazioni che poteva dare sul cattivo di turno … quelle sì, avrebbe dovuto darle.
In realtà avrebbe voluto dirlo prima a Gaius e alla Preside, ma Aithusa insisteva nel voler incontrare i suoi amici è noioso stare qui da sola - e dato che i due professori non gli avrebbero mai permesso di dirlo a nessun altro, avrebbe dovuto informarli dopo degli studenti.

 

Ma come fare?

 

*

 

Morgana stava camminando a passo sostenuto per i corridoi di Hogwarts verso la Sala Grande.

Era quasi ora di pranzo e, non vedendo Merlin da quasi due giorni, stava iniziando a preoccuparsi. Mancava dalle lezioni e non era nella sua camera, al contrario di qualsiasi cosa gli altri studenti pensassero. Lei, Will, Freya e Gwen hanno fatto un’incursione nei dormitori Corvonero, e dal prefetto nessuna risposta.
Quando sarebbe riuscito ad acciuffarlo, gli avrebbe fatto vedere lei cosa voleva dire far preoccupare una Serpeverde.
Furiosa, investì un paio di Tassorosso del secondo anno, che notando la sua ira si dileguarono per i corridoi senza emettere un lamento.
 
Stava passando davanti al secondo ingresso per i sotterranei quando notò diversi origami a forma di drago che svolazzavano pigramente sopra le scale.

C’era una sola persona così nerd da studiarsi la tecnica degli origami tanto da riuscire a inventarsene uno di sana pianta, e quel drago in particolare solo il suo migliore amico lo sapeva fare.
 
Quell’idiota di Merlino era nell’ufficio di Gaius nei sotterranei, ovviamente. Perché non ci ha pensato prima?

L’avrebbe ucciso. Oh sì. Cruentemente. Un coltello nel cuore era abbastanza? Scuoiarlo vivo? Impiccarlo per gli alluci? Aveva sentito una volta Gazza parlarne, e il suo animo da Regina Serpeverde se l’era appuntato, soddisfatto.
Sì, Merlin aveva quei piedi da Avvincino assurdi, sarebbe stato un vero piacere.
 
Un draghetto di carta si staccò dal gruppo e le svolazzo di fronte per un po’, prima che la ragazza si risvegliasse dai suoi intenti omicidi e lo considerasse.
Quindi Merlin si era degnato di mandargli un messaggio. Beh, avrebbe fatto bene a essere maledettamente convincente.
 
Lo aprì velocemente, leggendo dentro solo poche righe.
 
Per Morgana.
Sto bene. Prima di pranzo, terzo corridoio a destra del secondo ingresso per i sotterranei.
Porta qualcosa da mangiare.
Merlin.
P.S non mi uccidere

 

L’avrebbe ucciso in modo molto cruento. Stava pensando agli alluci, giusto?

 

Poi notò dietro il foglio un'altra scritta lasciata dal suo amico.

 

Ti voglio bene, lo sai.


 Sbuffò. Salvo per un soffio.
 
*
 
La Prefetto Tassorosso era seduta in Sala Grande, aspettando che Will tornasse dalla torre di astronomia dove Freya aveva dimenticato la borsa.
Povera ragazza, era sconvolta.

Merlin non si trovava da più di un giorno e mezzo, e anche se tutti i professori erano stati informati della sua assenza per malattia lui non era né in infermeria, né nella sua stanza.
Gwen era sempre stata un’ottimista, ma stavano succedendo troppe cose strane.
Prima Harry Potter che flirtava con Merlin in Sala Grande, poi  una scossa di terremoto e pochi minuti più tardi il suo amico in Infermeria. Arrivata al capezzale dell’amico, aveva trovato dentro Potter e la preside che discutevano su di lui, ma si erano interrotti non appena li hanno visti entrare.

Rivedere Merlin sdraiato incosciente in Infermeria gli aveva frantumato il cuore, memore dell’altra volta.

Quella volta ci aveva messo sedici giorni per risvegliarsi, e non avrebbe potuto sopportare un altro periodo così; quasi non si era accorta che al suo fianco Morgana aveva iniziato a singhiozzare.

Solo molte ore più tardi il ragazzo si era svegliato tranquillizzandoli tutti. Lei e Freya avevano pianto tutta la notte successiva per lo spavento.

Come se non fosse bastato, quel giorno sui giornali erano uscite indiscrezioni su Ronald Weasley, che ieri era stato con Merlin, ricoverato a S.Mungo per l’esplosione di qualche potente artefatto.
A lezione non era riuscita a concentrarsi affatto, ancora troppo spaventata per prestare attenzione a qualsiasi cosa i professori dicessero.

 

«Neanche oggi il tuo amico dalle enormi orecchie ci degna della sua presenza? »


Gwen alzò lo sguardo fino a incontrare due occhi azzurri e un sorriso irritante. Incontrando il suo sguardo Arthur doveva esseresi accorto dell'errore, perché fissando l'espressione furente e le sue occhiaie da pianto sgranò gli occhi e lasciò cadere il sorriso idiota che aveva messo su.

La ragazza sapeva che dietro chili di arroganza e tonnellate di stupidità c'era un cuore buono: dopotutto erano cresciuti insieme, ma oggi proprio non riusciva, né gli interessava, trovarlo.

Voleva solo urlargli contro il dolore, quel dolore che faceva provare al suo amico ogni insulto che lui gli rivolgeva, urlargli la sua frustrazione e la sua rabbia. Si alzò di scatto dalla panca, piantando i suoi occhi in quelli azzurri del ragazzo.
A salvare Arthur da una sfuriata in piena regola ci pensò Lancillotto, un Grifondoro del suo stesso anno - molto carino - con cui Gwen non aveva mai parlato.
Il ragazzo mise una mano sulla spalla di Arthur, richiamando la sua attenzione e così interrompendo il contatto visivo con lei. Buon per lui.
«Arthur, andiamo. Sta per esser servito il cibo e Gwaine e Leon non lasceranno niente di commestibile per noi»
La scusa era ovviamente molto banale, ma come a voler sottolineare le parole del ragazzo - veramente molto carino, l'aveva già pensato? - il pranzo comparve sui tavoli. 
Arthur esitò a muoversi, fissandola con cipiglio preoccupato, ma una volta che notò nello sguardo della ragazza la voglia di saltargli alla gola e tranciargli la carotide a morsi, il suo istinto di sopravvivenza ebbe la meglio su quello di protezione. Non che Gwen avesse bisogno di essere protetta in quel momento, in ogni caso.

Biascicò qualcosa e poi si fece guidare al tavolo. 
Allontanandosi, Lancillotto incrociò lo sguardo di Gwen, sorridendole. 
Quel sorriso doveva esser dichiarato illegale, decise la ragazza sorridendogli stancamente indietro. Il ragazzo sembrò soddisfatto della risposta, perché allargò il sorriso e diede una pacca sulla schiena di Arthur, tornando a parlare con lui.

Mentre lo guardava andar via, Gwen notò un drago di carta che svolazzava sulle loro teste, schivando attentamente tutte le candele. Quello era il modo preferito di Merlin per comunicargli qualcosa durante le lezioni. Era veramente molto bravo con quella particolare magia e riusciva a spedire messaggi – per Gwen molto poco - divertenti anche quando i Corvonero si trovano sulla torre di astronomia e lei nei sotterranei durante pozioni. 
Stranamente Will rideva di gusto a ogni messaggio … bah, uomini.

Si allungò velocemente, afferrando il messaggio. Con la coda dell'occhio vide Arthur saltare quando lei si era mossa. Lui e i suoi amici la stavano osservando, parlando i qualcosa che chiaramente la riguardava. Semplicemente non se ne curò.

Merlin ora era molto più importante.
Spiegazzò velocemente l'origami, leggendo il contenuto.

 

Per Gwen.
Sto bene. So che eri preoccupata per me, ma stai tranquilla, sto bene veramente. Prima del pranzo vieni al terzo corridoio a destra imboccando la seconda entrata per i sotterranei. Ti spiegherò tutto, lo prometto.
Merlin


P.S. porti qualcosa da mangiare?

 

La ragazza afferrò la borsa con i libri delle lezioni, un intero piatto da portata con pollo e patate e alcune forchette da mezzo alla tavola prima di correre fuori.

Prima di girare l‘angolo avrebbe potuto giurare di sentire la voce di Arthur urlare «TU COSA?»

 

 

*

 

 

Will stava accompagnando la propria ragazza a riprendere la borsa dimenticata ad Astronomia.

Schiena dritta e sorriso sulla faccia, stava facendo il forte per lei.

Freya aveva sempre provocato in lui istinti di protezione, anche quando non era altro che una strana amica di Merlin.

Merlin, il suo migliore amico per cui era tremendamente preoccupato. 

Loro due si conoscevano da quando erano nati e poteva dire tranquillamente di conoscerlo come le sue tasche. Sapeva esattamente cosa avrebbe detto come risposta a qualcosa e ogni volta che faceva una sciocchezza era sua la voce che lo rimproverava.

Gliene aveva fatte passare tante, ma tante che non poteva neanche contarle.

 

Nelle ultime due settimane si era ovviamente accorto che qualcosa non andava, ma la settimana prima c’era stata la luna piena e tutte le sue attenzioni erano andate totalmente alla sua ragazza.

Ora non se ne faceva certo una colpa, ma interiormente si malediceva di non aver colto i segnali in tempo. Era stato silenzioso e solitario e aveva iniziato a saltare i pasti un po’ troppo spesso, adducendo scuse stupide come faceva ogni volta che qualcosa lo preoccupava. Merlin adorava passare l’ora del pranzo a zonzo per i corridoi, quando anche i fantasmi erano occupati, e lui la fame non la sentiva.

Quando era successa quella cosa del trio magico, pensava che fosse stato uno scherzo: non c’era modo che Merlin li avesse conosciuti e non gli aveva detto nulla, ma dopotutto quel ragazzo aveva sempre alcuni segreti per sé.

Come quel strano potere che utilizzava ogni tanto. Will aveva visto sempre e solo piccoli scorci di quella magia. Quando avevano 8 anni, lui era caduto da sopra un albero, e data l’altezza veramente elevata aveva rischiato grosso, ma la caduta era stata attutita dalla magia di Merlin. Lui aveva poi mentito, sostenendo che fosse passato di lì per caso un mago adulto che aveva arrestato la caduta con un incantesimo. Cazzate. Will avrebbe saputo riconoscere la magia di Merlin tra mille, e quella volta avrebbe messo la mano sul fuoco che era stato lui a salvarlo.

Quando Merlin a 10 anni era andato a comprarsi la bacchetta, poi, Will l’ha accompagnato. Tom, il padre di Gwen, che essendo un creatore di bacchette aveva rilevato il negozio di Olivander, gliele aveva fatte provare praticamente tutte, prima che avesse come un’illuminazione e gli era andato a prendere quella che lui usava attualmente. Era già rotta e ricoperta da uno strato di polvere di diversi centimetri, che una volta soffiato via li aveva fatti starnutire per parecchio tempo. Legno dei Beati, aveva detto, 11 pollici e mezzo, rotta. Gliela aveva fatta provare e Merlin aveva tentato semplicemente di provocare una reazione. Ancora adesso, dopo 5 anni, quel negozio non necessitava di illuminazione notturna.

Poi c’era stato l’enigma del cappello parlante. Primo anno, Smistamento. La prima volta che il cappello era stato poggiato sulla testa di Merlin, si era messo a canticchiare ad alta voce in inglese antico, lasciando un’intera sala basita. Dopo un minuto così si era fermato, aveva annuito e finalmente lo aveva smistato. Merlin non aveva mai detto a nessuno cosa gli avesse detto il Cappello Parlante – nemmeno a lui, ricordò Will con rammarico–, e dopo un po’ la cosa era stata dimenticata.

E poi quella volta che aveva salvato la vita di Freya, impedendole di trasformarsi in un periodo in cui la luna era così potente che neanche una pozione avrebbe potuto fermarla. In quel periodo la Foresta Proibita era piena di Licantropi, e Freya non sarebbe sopravvissuta in quei branchi oscuri. Quella volta non gli era stato molto chiaro come aveva fatto, e lui non aveva mai indagato troppo in profondità. Freya gli aveva raccontato che lei si stava trasformando, e Merlin per impedirglielo l’aveva baciata: il come e il perché un bacio avesse bloccato la trasformazione nessuno lo aveva mai saputo né glielo aveva mai chiesto, soprattutto perché una volta che Freya era tornata umana, Merlin gli si era accasciato tra le braccia, in coma. I successivi erano stati i sedici giorni più brutti della sua vita, diviso tra l’ansia per la vita del suo migliore amico, la preoccupazione per le ragazze che passavano il loro tempo a piangere, il sollievo poiché Freya stava bene e il sentirsi una merda perché, nonostante tutto, era Freya che aveva salvato, e Will aveva provato non poca gelosia nel venirne a sapere le modalità.

Poi pochi giorni prima, quel terremoto. Era sicuro fosse stata la sua magia, se lo sentiva nelle ossa. Ma perché?


«Will, manca una scalinata, me la faccio di corsa. Torno subito»

Lui annui e la ragazza si voltò, dirigendosi velocemente su per le scale.

Will si appoggiò sul muretto lì dietro, sospirando.

 

Sì, stavolta era stato forte anche per Freya, era riuscito a non piangere per aver visto il suo migliore amico ancora una volta sul lettuccio dell’infermeria.

Per lo meno era riuscito a trattenersi davanti a lei: poteva dichiararlo un passo in avanti.

 

Due origami a forma di drago volarono nella sua direzione e, mentre uno continuò il suo viaggio su per le scale, l’altro gli planò tra le mani.

 

Will sapeva perfettamente di chi fosse quel messaggio, e con un tuffo al cuore scompose l‘origami e lesse le poche frasi.

 

Per Will

Ehi, Sto bene. Prima di pranzo vieni al terzo corridoio della seconda scalinata per i sotterranei, giuro che ti spiego che diavolo sta succedendo.

Merlin.

P.S. Porta da bere. Servirà.

 

Era ovvio che la sua ragazza stesse per ricevere la stessa lettera.

Will chiuse il messaggio e urlò verso la cima delle scale.

 

«Frey, passo prima per le cucine. Ci vediamo là»

 

 

*

 

 

Will la stava accompagnando alla torre di astronomia, e Freya gli leggeva negli occhi la preoccupazione.
Tutti i suoi amici, compresi i suoi compagni di casa, avevano sviluppato uno strano senso di protezione da quando avevano scoperto che lei era un licantropo, come se lei ne avesse avuto bisogno e non avesse potuto tranciare teste con un morso una volta al mese molto più delle altre ragazze.
Lei dopotutto non si lamentava: era il loro modo per mostrarle che le volevano bene, e lei era loro grata per questo.

Da prima di venire ad Hogwarts, era stata maledetta a trasformarsi durante le lune piene in un essere orribile e scheletrico. Le prime trasformazioni erano state tremende, il dolore inimmaginabile della mutazione della struttura ossea, i muscoli che si sviluppavano ad una velocità inumana stavano per farla impazzire, ma i rimedi avevano fatto passi da gigante. Il Professor Wilson gli forniva mensilmente una buona pozione per bloccare i sintomi, mentre i suoi amici quando la vedevano  stanca le preparavano pozioni per rimetterla in salute. Will non era mai stato bravo a lezione e lui stesso non si fidava di darle uno dei suoi intrugli, che fosse anche un semplice rimpolpa-sangue, quindi Freya aveva il forte sospetto che le rubasse dall’infermeria.
La ragazza si fermò in cima alla terza scalinata, guardando alle sue spalle il ragazzo perso tra i pensieri.
Quei sottili capelli castani che le facevano venire voglia di accarezzarli, quegli enormi occhi azzurri che ora esprimevano tutta la distruzione del suo cuore e quelle guance tenere che veniva voglia di tirare - ma solo Merlin poteva permettersi di farlo, semplicemente perché correva maledettamente più veloce di Will e riusciva a seminarlo ogni dannata volta.-
Merlin.  
Il suo, il loro migliore amico. Era grazie a lui che tutti loro si conoscevano, è era grazie alla sua insistenza che Will aveva superato l’imbarazzo e gli aveva chiesto un appuntamento, era grazie a lui che oramai stavano insieme sin dal secondo anno.

Inoltre Freya gli doveva anche la vita, oltre che la felicità. 
Quando anni prima c'era stata l'eclissi lunare e neanche le pozioni avevano potuto tenere il licantropo dentro di lei, Merlin l’aveva chiusa con lui in una stanza dei sotterranei, rischiando la vita per cercare di mantenerla il più lucida possibile. Ma la bestia non si sarebbe sedata facilmente, e quando il richiamo della luna era diventato troppo forte il suo amico non era scappato, come chiunque altro avrebbe fatto. Al contrario, le aveva afferrato le spalle e l’aveva baciata.
Freya ancora oggi non era sicura di cosa fosse successo dopo. In quel momento lei era quasi completamente un licantropo, e come tale vedeva la gamma cromatica sfasata, ma era abbastanza sicura di aver visto i suoi occhi diventar dorati e averlo sentito sussurrare qualcosa, prima di fare un paio di passi indietro e accasciarsi a terra in coma. Lì per lì non si era accorta che la trasformazione si era invertita, e solo quando il suo corpo aveva effettivamente risposto ai suoi comandi si era accorta che qualsiasi cosa Merlin avesse fatto aveva funzionato.
Il viaggio verso l’infermeria era stato estenuante, con solo la forza della disperazione a sorreggerla. Alcuni compagni Grifondoro l’avevano trovata e avevano provato ad aiutarla, ma in quel momento non avrebbe lasciato Merlin a nessuno, neanche a Will se fosse stato là.

Prima che il suo amico si svegliasse dal suo coma, Freya aveva passato più di due settimane a colpevolizzarsi. 

Se gli fosse successo qualcosa?

E se non si fosse più svegliato? 

E se al risveglio fosse stato un licantropo pure lui?
Sarebbe stata interamente colpa sua.

Stupido meraviglioso amico, pensava veramente che Freya sarebbe stata bene sapendo che si è era sacrificato al suo posto? Pensava veramente che lei avrebbe potuto vivere tranquilla con questo peso? 

E quella volta di nuovo, Freya non sapeva cos’era successo, ma era sicura che anche stavolta c'entrava quel suo strano potere.

Durante quella strana scossa di terremoto di poche ore prima, aveva sentito chiaramente la magia di Merlin invadere Hogwarts. Su dal pavimento e per tutti i muri, anche i quadri si erano fermati a sentire quel potere, ma non era sicura che anche gli altri l’avessero riconosciuto: aveva deciso quindi di tenerlo segreto a tutti, anche a Will.

Era stato poco dopo il terremoto che una Corvonero del loro anno, Elena, l'unica bionda del gruppo di Arthur a non essere terribilmente oca, era entrata in Sala Grande per avvisarli che Merlin era in Infermeria.
E adesso era scomparso. I professori erano tranquilli, ma...
Freya guardò le profonde occhiaie sotto gli occhi del proprio ragazzo. Will stava facendo il forte per lei. Quanto era dolce.
Erano arrivati alla base della torre di Astronomia e da lì mancavano giusto le scalinate per l'aula. Avrebbe potuto farsela da sola, tanto più che Will sembrava stesse per scoppiare a piangere, e lui non si sarebbe mai fatto vedere così. 


«Will, manca una scalinata, me la faccio di corsa. Torno subito»


Dopo essersi assicurata che il ragazzo avesse ricevuto il messaggio, si avviò su per le scale.

Arrivata in cima, aprì il portone dell'aula e si mise a cercare la borsa. 
Alla lezione precedente era seduta a sinistra della lavagna, al primo banco, quindi diresse lì i suoi passi.

Alzando gli occhi, notò un draghetto di carta che pigramente svolazzava sopra la sua testa, planandogli intorno per arrivare sulle mie mani.
Sentì la voce di Will da sotto avvisarla che avrebbe fatto una deviazione per le cucine, ed indovinò che anche il ragazzo avesse ricevuto la lettera di Merlin.

 

Spiegò il foglio con attenzione, conscia che con la sua goffaggine avrebbe rischiato di strapparlo e lesse.

 

Per Freya,

Sto bene, tranquillizza Will se ricevi la lettera prima di lui. Prima di pranzo vieni al terzo corridoio a destra della seconda scalinata per i sotterranei.

Merlin

P.S. sto veramente bene, non ti preoccupare  

Alla fine della lettera c’era uno smile sorridente con il cappello a punta stellato, lo stesso che il ragazzo le mandava sempre.

 

Freya usci di fretta dall’aula, precipitandosi sulle scale con la lettera stretta in pugno.

Arrivata in fondo alla scalinata però si bloccò, maledicendo se stessa.

 

«Diamine, la borsa!»

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Aleida Black