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Autore: _Rainy_    25/11/2013    2 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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13. (Gwen)

 

Il sole sorse illuminando i tetti del piccolo villaggio.

Gli abitanti erano tutti riuniti a casa del sindaco per protestare contro l’arrivo di un gruppo di forestieri, circa una decina, che non trovando un altro posto dove accamparsi si erano stabiliti nella piazza e ormai mancavano pochi giorni ai rastrellamenti.

La tribù era formata da diverse famiglie, alcune visibilmente del nord, altre provenienti dai boschi.
Non erano ben visti e spesso nelle scuole i ragazzi erano esclusi o additati.

Una delle famiglie nomadi arrivate in città per stabilirvisi era formata dai genitori, un fratello e una piccola ragazzina brava nel combattimento con le spade di legno, di nome Gwendolyne. Quando quella mattina uscì per andare a prendere acqua al pozzo, ancora non sapeva che avrebbe fatto l’incontro più importante della sua vita di lì a pochi minuti.

Si reggeva a malapena in piedi a causa del prolungato digiuno dovuto al viaggio e trascinava a fatica il grande secchio di legno. Arrivata al pozzo fece per riempirlo quando un bambino, che era lì a giocare nella piazza, la afferrò per una spalla e la insultò:

- Sporchi vagabondi, dovreste morire tutti!

Gwen rimase indifferente come ormai era abituata a comportarsi, quando il bambino, aiutato da un amico, la buttò a terra e cominciò a tirarle pugni e calci. Gwen sentì l’urlo di una bambina in sottofondo e balbettò:

- Avete paura di uno scontro alla pari?!

I due ragazzini si fermarono e risero. Uno, il più grosso, fece cenno all’altro di farsi da parte e si preparò a fronteggiare Gwen, che nel frattempo si era rialzata, scettico. Il risultato fu sorprendente: la ragazzina che con pochi movimenti lo atterrava a mani nude e ci si sedeva sopra, trionfante.
Il ragazzino che era stato messo da parte rise e la aiutò ad alzarsi, poi le tese la mano:

- Hey amica, sei forte! Qual è il tuo nome?

Gwen ghignò e lo atterrò con un pugno:

- La prossima volta che vuoi fare conoscenza con qualcuno, evita di picchiarlo, che dici?

Il bambino si rialzò in fretta, aiutò quello grasso a ripulirsi e corse via, seguito dal resto del gruppo.

- Tsk, codardi!

Disse Gwen tra sé e sé, e fece per riprendere il secchio, quando una giovane ragazzina più o meno della sua età, dai capelli di fiamma le si avvicinò:

- Ciao... Sei stata brava ad aver sistemato quegli idioti! Scusa se prima ho urlato, ma non pensavo te la cavassi così bene...

Gwen la squadrò scettica:

- Immagino sia un complimento, quindi grazie... Chi sei tu?
- Isabelle, ma puoi chiamarmi Izzy... Tu?
- Ehm... Gwendolyne, ma chiamami Gwen.

Sorrisero entrambe all’idea di avere nomi troppo lunghi che venivano abbreviati perché odiati...

Con quelle poche frasi e un cenno d’intesa le due iniziarono a giocare insieme, diventando una coppia di amiche tra le più affiatate al mondo.

Fino al tragico giorno.


I rastrellamenti si svolgevano ogni anno e la regina o il re in persona veniva a scegliere le sue “vittime”. Ogni anno potevano selezionare anche tutto un villaggio, che veniva spedito ai laboratori reali per scopi sconosciuti.

La famiglia di Gwen viveva da molti anni al villaggio, ma non essendo cittadini, non avevano partecipato ai rastrellamenti. Poi, da qualche anno, la regina Courtney aveva deciso che tutti potevano essere scelti, cittadini e non cittadini, e così quello era il suo primo anno.

Izzy e Gwen, ormai diciassettenni, sedute in una radura, stavano parlando proprio di essi, ricordando i vecchi tempi in cui non esistevano.

- Izzy, che si fa? Andiamo o no?
- E’ obbligatorio... Potrebbero ucciderti...
- Già... Non sei in ansia?

Gwen abbassò lo sguardo:
- No... Mia madre ha deciso di nascondere me e mio fratello per non permettere alla regina di sceglierci...

Izzy era sbalordita:
- Cosa?! Ma è proibito!
- Lo so! – Sbottò Gwen.

Izzy le mise una mano su una spalla:

- Facciamo così: ti donerò un portafortuna e se vorrai accompagnarmi, verrai, altrimenti no... Che dici?

Gwen annuì, nonostante fosse perplessa e Izzy sorrise, raggiante, poi afferrò del fango verdognolo, altamente curativo, e lo spalmò su alcune ciocche dei capelli di Gwen, che emise un gemito di sorpresa.

- Che fai?!
- Nulla... Cambieranno colore, diventeranno unici e speciali... Come te!

E si abbracciarono, consapevoli che forse quella sarebbe stata la loro ultima mattinata insieme.
All’ora di pranzo il gong, cupo e minaccioso, risuonò in tutto il villaggio, segno che dovevano recarsi in piazza e lì allinearsi per i rastrellamenti.
Si mossero con lentezza, non troppo ansiose di venire giudicate dalla regina.

Quando vi arrivarono la piazza era già gremita, con decine di ragazzi allineati e sua maestà a cavallo, in tutto il suo splendore, che li squadrava.
Gwen rabbrividì e si guardò intorno alla ricerca di DJ: non c’era.

- Izzy, andiamo a nasconderci ora, non corriamo il rischio...

Izzy la osservò, tentando di capire se facesse sul serio, poi, lentamente, scosse la testa:

- Non possiamo...
- Si invece – Gwen era disperata – Non voglio perderti! Ti prego... Ormai siamo in età giusta: ci sceglierà di sicuro...

Izzy rifletté alcuni secondi, poi sospirò, rassegnata e annuì. Gwen sorrise, un peso in meno sul cuore.
Senza farsi vedere aggirarono la piazza e entrarono nella casetta della famiglia di Gwen, dove sua madre corse ad abbracciarle e le guidò fino a un rifugio sotterraneo, a cui si accedeva da una botola nascosta sotto il pavimento.

Da fuori si sentiva il messaggero fare il solito discorso di apertura e poi Courtney pronunciare ad alta voce una sequela di “Tu!” con un tono assolutamente indifferente che innervosì Gwen e Izzy.

Poi, ad un tratto, il disastro.
Courtney chiese:

- Tu! Ascolta... Siete un po’ pochi, sicuri di essere tutti qui? A me sembra machi qualcuno rispetto agli altri anni... O forse manca qualche ex-nomade?

Una voce giovane, maschile, che rispondeva, pacatamente e con tono adulatorio:

- Oh, mia regina... Si, alcuni hanno cercato di sfuggire al vostro giudizio... La famiglia nomade Montrose e anche la figlia maggiore dei Lewis... Saranno nascosti qui intorno... In particolare raccomando i figli dei Montrose, sono entrambi forti...

Gwen si irrigidì: Scott! Aveva aspettato così tanto tempo e alla fine era riuscito a fargliela pagare per quella volta, quando l’aveva aggredita al pozzo, in cui lo aveva steso davanti ai suoi amichetti...

Quel traditore!

- Molto bene, mi sapresti dire dove sono?

Gwen pregò nella sua mente che Scott avesse ancora un po’ di cuore umano dentro il suo petto, ma le sue preghiere non vennero ascoltate:

- Certo Maestà! Saranno sicuramente a casa loro, perché sotto il pavimento c’è una botola segreta...

Gwen imprecò, mentre Izzy si guardava intorno terrorizzata e DJ stava immobile, paralizzato dalla paura. Senza esitare la mora uscì dal nascondiglio e corse incontro alla regina, le si inginocchiò davanti e pregò:

- Maestà, no! La prego, non faccia del male a mio fratello e se proprio deve prenda me, la prego...

La regina rise:

- Ah! Perché dovrei esaudire questo tuo favore, verme? Hai cercato di sfuggire al tuo destino e ora ne paghi le conseguenze! Portatemi chi si nascondeva con lei! Soprattutto suo fratello...

Gwen trasalì e si lasciò scivolare a terra. Alcuni servi della regina presero Izzy e DJ per le spalle e li trascinarono in piazza, davanti a sua Maestà.

- Bene bene... Abbiamo una ragazzina e un ragazzone ben pasciuto... Molto bene, lui lo prenderò di sicuro... E anche lei dai, come svago per i miei soldati! Anzi, facciamo che vi prendo tutti e tre? E magari diamo una lezione ai complici...

Gwen alzò la testa e vide che due soldati avevano afferrato Izzy, che si divincolava, e altri incombevano su DJ, immobile. Gli ultimi due, infine, le si stavano avvicinando...
La cosa che le fece più orrore però, fu vedere i soldati che con fluidi guizzi di spada tagliavano di netto la testa alla sua cara madre e a DJ, che senza fiatare cadde a terra, morto.
Mentre calde lacrime cominciavano a piovere dai suoi occhi decise che avrebbe fatto il possibile per sopravvivere e vendicarsi di Scott, che aveva condannando la sua famiglia: si alzò e corse via, disperata, sfuggendo ai soldati.

Si inoltrò nel bosco, che conosceva come le sue tasche e corse, corse e corse. Non si fermò mai, fino a quando non crollò a terra per il dolore alle gambe.


Si risvegliò molte ore dopo, ancora nella foresta, con qualche animaletto che non esitò ad allontanarsi da lei non appena di accorse che era viva.
Il ricordo di quanto successo tornò prorompente, insieme al dolore.
Non poteva fermarsi, non ora che aveva trovato uno scopo per la sua vita: la vendetta.
Si sarebbe stabilita al castello, avrebbe fatto finta di non sapere nulla e dopo essersi allenata fino allo stremo, avrebbe finalmente portato a compimento la sua vendetta uccidendo la regina e cercando Scott anche in capo al mondo, se necessario, per vederlo morire tra le sue mani, sofferente.

Così fece.
Si stabilì davvero al castello, legando con la principessa, verso la quale scoprì di provare un intenso sentimento di affetto, che non credeva più di poter avvertire verso un’altra persona.

Non sapeva ancora che non avrebbe avuto bisogno di cercare Scott, perché sarebbe stato lui a tornare da lei, inconsciamente...

 

- - -

 

Gwen tacque, imbarazzata.

Duncan la osservò, stavolta sotto una luce nuova.

Era esattamente come lui: un passato triste, una vita dalla quale non avevano ricevuto nulla, un desiderio incontrollabile di uccidere una persona, che li aveva portati a fare di tutto pur di diventare perfetti nell’arte dell’inganno, del travestimento, del combattimento...

Erano due perfette macchine per uccidere, ma allora come mai erano ancora capaci di provare emozioni?

Perché non si erano convertiti totalmente alla guerra, ed erano rimasti a metà, ancora capaci di provare emozioni, ma con la mente troppo offuscata dall’odio per realizzarlo?

Una risposta che nessuno dei due sarebbe mai riuscito a dare.

- Uh... Un passato triste... Anche io non sono da meno, te lo assicuro!

Gwen gli regalò un sorriso sincero.

- Grazie... Per avermi ascoltato!

Duncan capì che era troppo tempo che non raccontava la sua storia a qualcuno.

- Spero che ora vorrai riconsiderare la mia offerta...

La cacciatrice annuì debolmente, ma chiese, con voce ferma:

- Cosa dovrei fare?

Lo stregone sghignazzò:

- Eheh, ora viene il bello mia cara!

 

 

 

 

 

 

-PAUSA CIAMBELLE *Dunkin Donuts ^^* -
Allora? Che ve ne pare del passato di Gwen ;D?
E’ accettabile? Spero di si...
In ogni caso questo è il nuovo chappy, come vedete per lo più incentrato sulla storia della nostra eroina...
Spero si siano chiarite un po’ di cose e se ci dovessero essere delle incongruenze (è il mio grande problema y.y) dite pure, sono qui apposta *prende un bazooka*...
In fondo mica mi arrabbio *carica il bazooka*
Una felice serata/lettura a tutti, lasciatemi una recensione e ditemi cosa pensate vada migliorato ^3^,
grazie a tutti, baciottoni!
_Rainy_
PS: Notare il grassetto anzichè il corsivo dell'angolino u.u Perchè? Be', non credete che di corsivo per questo chappy ce ne sia abbastanza :P ? 

   
 
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