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Autore: HooliganStory    25/11/2013    3 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Lei si appoggiò con entrambe le mani al bancone, voltata verso di lui che le stava di fronte.
Le posò una mano sulla guancia, accarezzandola. Lei l'afferrò, facendo su e giù tra il braccio e quest'ultima con i polpastrelli, dandogli a tratti dei baci.
Il silenzio era spezzato a tratti dal battito dei cuori di entrambi, troppo forte, troppo rumoroso, come se avessero voluto uscire dalla cassa toracica per toccarsi.

-"Sento il tuo cuore battere veloce.."- Sussurrò lui, prendendole poi la mano e portandola al suo petto, continuando -"Senti il mio?"
Lei annuì, con gli occhi velati da un altro imminente pianto e la forza di poter soltanto riuscire a pronunciare -"Peter, che provi tu?"
-"Beh, facciamo un gioco che si chiama 'per lo stesso motivo' . Chi lo dice per primo in un contesto adatto, vince."- Iniziò, guardandola dritto negli occhi e poi abbassando lo sguardo per terra mentre premeva la sua mano sul lato sinistro del suo petto, andando avanti -"Pronta? Cosa senti?"
-"Il cuore.."
-"Come batte?"
-"Velocemente e forte.."
-"Come il tuo dici? O di più?"
-"Come il mio credo.."
-"Il tuo perché batte così forte?"
-"Perché averti di fronte mi causa la tachicardia e credo di amarti. Il tuo?"
-"Per lo stesso motivo." 

 Entrambi sorrisero, avvicinandosi lentamente.
Poi un bacio, due, tre, mille.
Non erano mai abbastanza, perché sapevano che per quelle ultime due settimane, avrebbero dovuto vivere come non avevano fatto fin'ora, avrebbero dovuto provare ad andare avanti facendosi abbastanza forza da accettare di potersi dividere.
Sapevano che non sarebbe stato più lo stesso, quindi perché non vivere, ma vivere davvero?

***** 

Così arrivò il giorno della partenza.
Peter si recò all'aereoporto insieme alla sua famiglia, trasportando con se valigie e solo pochi soldi, gli sarebbero bastati per abbastanza tempo finché non avesse trovato qualcuno che lo ingaggiasse.
Credeva in se e nelle sue potenzialità, nonostante tremasse all'idea di separarsi da tutto ciò che fin'ora gli era sembrato così semplice e ovvio da avere davanti.
Tra le lacrime d'orgoglio dei suoi genitori e gli auguri delle sorelle ed il fratello, i suoi occhi studiavano ogni singolo angolo del luogo, alla ricerca di lei.
Di Destiny, della ragazza che più voleva vedere prima di andare e tornare chissà quando. I suoi occhi si riempivano di malinconia mentre constatava che lei non ci fosse, che non fosse andata a salutarlo.
Perché?
Aveva paura di soffrire?
Non era in grado di reggere ad un addio?
Non le importava? 

Perché lei non c'era? 

Il cuore batteva lentamente mentre il suo animo crollava poco a poco, soprattutto dopo che anche la sua famiglia lasciò il posto, tornando a casa dopo ogni saluto ed ogni sorta di "buona fortuna" sentito con tutto il bene del mondo.
Poi ecco, una ragazza entrare dalle porte scorrevoli e specchiarsi sul pavimento lucido, guardandosi in giro con la borsa sulla spalla, alzandosi ogni tanto sulle punte per intravederlo oltre l'enorme folla di persone intenta a partire, a ricominciare, a tornare, ad abbracciare chi non vedeva da tempo e salutare con le lacrime agli occhi chi invece non avrebbe più rivisto per altrettanto tempo.
Peter scosse un braccio in aria, sorridendo e facendole diversi segni per farsi notare. 
Finalmente, se n'era accorta, stava correndo verso di lui, facendo cadere la borsa poco lontano dai suoi piedi mentre gli saltava addosso con le lacrime agli occhi e lo stringeva più forte che poteva, mentre lo riempiva di baci e tornava ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
Lui, tremante quasi quanto lei, le afferrò il viso con entrambe le mani, indirizzandolo verso il suo e commuovendosi per la prima volta, vedendola singhiozzare e sorridere allo stesso tempo, anche se era un sorriso assolutamente forzato e dovuto alla sua promessa con se stessa di renderlo felice. 


-"I-io, mi mancherai così tanto, Destiny, forse dovrei rimanere, non posso lasciare che vada c-"
Gli stampò un lungo bacio sulle labbra, zittendolo e schiudendo poi la bocca in un sorrisino di orgoglio nei suoi confronti. 

-"Non provare nemmeno a dirlo, devi. Non è un addio, Peter.. Senti come batte veloce il cuore? Preoccupati solo di stringermi prima di andartene e fai in modo che anche a distanza continui così.. Io ti aspetterò."

La guardò come si guarda la spiaggia d'estate poco prima di tuffarsi in mare per un bagno rinfrescante, come quando si guarda il tramonto da una cima e riesci a vedere il sole specchiarsi sulla distesa d'acqua, come le decorazioni di ogni festa, come quando si guarda qualcosa che non puoi fare a meno di definire "meraviglioso" e che ti lascia senza parole.

E si, lo provava sul serio, l'amava.

Ma soffriva, soffriva da morire perché l'avrebbe lasciata.

Fu combattuto dalla scelta di una strada, dal dover decidere fra lei e la sua carriera.

Sapeva che scegliendo la prima, non avrebbe avuto altre occasioni per realizzare il suo sogno; sapeva che scegliendo la seconda, avrebbe perso lei, tutto quello che aveva sempre desiderato.

Come si fa quando i sogni diventano due e si contrastano tra loro? 


-"Beh, quale sarà il tuo nome d'arte?" - Riprese lei, con una risatina mista alle lacrime salate che ancora continuavano a scioglierle il trucco. Lui le afferrò le mani, stringendole ed abbozzando un sorrisetto.

-"Bruno Mars, come mi chiamavano da piccolo ahahah"
-"Potrebbe funzionare, dai! Io credo in te, lo sai."


In quel preciso momento la voce registrata dell'aereoporto chiamò il volo di Peter, era il momento di lasciarsi e di dirgersi al check-in. Si guardarono, le lacrime si fecero sempre di più, le mani tremavano in maniera assurda insieme alle gambe, i cuori urlavano pietà, si sarebbero fermati se avessero continuato a battere così velocemente. Peter la baciò, poi afferrò la sua valigia, non togliendole gli occhi di dosso. 

-"Arrivederci Destiny..."
-"Ci rivedremo, sarà presto, te lo prometto."


Lui non disse una parola e prima che potesse cominciare a piangere, si avviò verso il check-in, lasciando scorrere la sua mano sul braccio di lei prima di lasciarlo definitivamente. Destiny incrociò le braccia, rimanendo ferma a fissarlo mentre si allontanava. 

-"Ci rivedremo, sarà presto, te lo prometto. Bruno Mars." 

Così, con la morte del cuore, raccolse la sua borsa, stringendo forse il manico e ponendo un piede di fronte all'altro lentamente, sparì tra la folla. 


  
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