Mentre usciva da Nurmengard le sue parole gli rimbombavano ancora nella testa. Come aveva potuto  essere cieco per tanti anni? Aveva riposto la sua fiducia in lui…lui: il suo unico amore, il suo più caro amico…il suo più grande nemico, nonostante cercasse di odiarlo non ci riusciva e per questo odiava se stesso.
Scese le scale ma nella sua mente era ancora nella cella… le sue parole gli rimbombava ancora nella mente…

• Tu mi amavi…hai sacrificato tutto per me persino la tua amata sorella… ormai sei solo…
• Lo so – disse mentre l’ultima parola gli rimbombava ancora in testa…era solo.

Mentre ci ripensava una lacrima solitaria gli rigò il giovane volto, segnato dalla precoce consapevolezza di quanto a volta la vita possa essere crudele.