Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    25/11/2013    1 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Devo resistere. So che devo resistere, gliel’ho promesso, ma allora…perché è così dannatamente difficile per me tenermene lontano? Perché è diventato così complicato anche solo respirare senza quella stramaledetta roba, ormai? È bastata una volta, una volta soltanto per rendermi conto di non poterne più fare a meno. Il bisogno di averla è come un’ossessione, una fastidiosa ossessione che logora i miei nervi tesi ogni minuto che passa e me ne rende schiavo, ma…non posso farci nulla, è più forte di me. È un richiamo irresistibile che mi domina dall’interno, e al quale so di non potermi più sottrarre. È solo questione di tempo, ormai. Sto male, riesco a malapena a reggermi in piedi e fingere che vada tutto bene, ma non ne avrò per molto, lo so. Sto crollando, sto lentamente crollando. Quanto tempo passerà prima che lei se ne accorga? Qual è il problema? mi ha chiesto, ed è proprio questo il punto: non c’è nessun problema. Va tutto bene, è tutto maledettamente perfetto nella mia vita, ma allora…perché? Perché è successo e perché proprio adesso, quando tutto sembrava girare finalmente per il verso giusto? Non lo so, non so spiegarmelo. O forse si. Forse avevo solo bisogno di dimostrare a me stesso che potevo resistere, che avevo il pieno controllo di me e delle mie azioni e che niente e nessuno sarebbe mai più riuscito a turbarmi. È stata quasi come una sfida, si, una sfida che ho voluto a tutti i costi lanciare al me stesso di oggi, sicuro che ne sarei uscito vincitore. Ma ho fallito. Ho miseramente fallito e, cosa peggiore, ho completamente perso il controllo, rischiando di fare del male alla donna che amo più della mia stessa vita e che adesso, ogni volta che mi guarda negli occhi, vede solo quello che forse sono sempre stato: un perdente. Si, un misero perdente che non riesce a liberarsi dei fantasmi del passato, permettendo loro di tornare a schiacciarlo, di essere la sua debolezza. Una debolezza…

Odio avere delle debolezze, odio dovermi sentire così, ma…eccomi qui, ancora una volta vittima della mia paura più grande e di cui, ormai lo so, non riuscirò più a liberarmi. È a questo che sto pensando poco prima che dei passi improvvisi catturino la mia attenzione, facendomi trasalire.

- Ehy amico, credo di avere trovato qualcosa che ti appartiene. Questo simpatico giovanotto se ne stava andando in giro per la spiaggia  tutto solo, non è vero? Dovresti controllarlo meglio, sai?

Esordisce Nicolas mentre si avvicina lentamente, tenendo in braccio Logan che intanto gli sorride divertito. Sgrano gli occhi, confuso, precipitandomi verso di loro e guardando mio figlio con aria di leggero rimprovero, anche se so che non è certo colpa sua. È un bambino molto vivace e dispettoso, ne sono consapevole, e ogni volta che gli si dice di non fare qualcosa lui fa sempre l’esatto opposto. Nicolas ha ragione, avrei dovuto tenerlo d’occhio invece di lasciarmi distrarre dai miei stupidi problemi. Anche Johanna continua a ripetermi di non perderlo di vista neppure per un secondo, ed è ciò che ha fatto anche questa mattina, quando si vedeva lontano un miglio che avrebbe preferito che non lo portassi al lavoro con me dopo la scuola, anche se non me lo ha impedito. Ma non si fida di me, e anche se fa di tutto per non mostrarmelo apertamente io so che è così e non posso certo biasimarla, specie dopo ciò che è successo appena qualche giorno fa. Dio, se solo ci ripenso… come ho potuto farle una cosa del genere, trattandola a quel modo? Mi sento così in colpa nei suoi confronti, non riesco quasi a guardarla in faccia, anche se lei sembra aver già dimenticato tutto e si comporta praticamente come al solito, come se non fosse mai successo nulla. Ma io la conosco troppo bene e so che in realtà ciò che ha scoperto l’ha sconvolta e delusa più di quanto voglia farmi credere, e…non so cosa fare, non ho nemmeno il coraggio di chiederle come si senta adesso o cosa prova. E forse è meglio così, non voglio saperlo perché conosco già i suoi pensieri, e fa male.

- Piccolo delinquente, dove credevi di andare? Lo sai che non devi allontanarti da solo, quante volte te l’ho detto?

Esclamo, prendendolo dalle braccia del mio amico e cominciando a fargli il solletico, facendolo ridacchiare divertito prima di vederlo accoccolarsi improvvisamente sul mio petto, sbadigliando più volte, segno evidente che la stanchezza comincia già a farsi sentire. Credo che abbia bisogno del suo solito sonnellino pomeridiano per ricaricarsi un po’.

- Grazie per avermelo riportato.

Dico poi al mio amico.

- Figurati – risponde lui – passavo di qui e…ma di’ un po’, sei sicuro di star bene oggi? Mi sembri un po’ pallido.

Mi scruta con aria incuriosita e io abbasso subito lo sguardo, sentendomi colpevole. È davvero tutto così evidente?

- Sto benissimo – taglio corto, prima che possa aggiungere altro – sono solo un po’ stanco, niente che non si possa risolvere con un buon sonno.

O con una semplice telefonata”

Sospiro profondamente costringendomi ancora una volta a non pensarci, anche se la prova è davvero difficile. Aspetto pazientemente che Nicolas si decida a smettere di parlarmi e andare via, poi porto Logan nell’altra stanza per adagiarlo sul lettino e permettergli così di riposare un po’, sedendomi vicino a lui. Lo guardo addormentarsi pian piano, osservando il suo respiro lento e regolare e, a quel punto, prima ancora che possa rendermene conto, la mia mano raggiunge la tasca dei miei jeans, tirandone fuori un minuscolo biglietto che conosco molto bene. Lo spiego con gesti nervosi, studiandone a lungo il contenuto e pensando che avrei dovuto strapparlo o gettarlo via subito, fin dall’inizio, per impedirgli di tornare nella mia vita. Per impedirgli di tornare a rovinarmi. Ma ormai è troppo tardi, e me ne rendo conto di nuovo mentre sfodero il cellulare e compongo finalmente quel numero. Perdonami Johanna, so che ti avevo promesso di non farlo, di non cedere di nuovo, ma è davvero troppo tardi, e non c’è niente che tu possa fare per fermarmi…

 

   
 
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