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Ricorda la storia  |      
Autore: Bell_Black    26/11/2013    7 recensioni
- papà mi racconti una storia ? – la piccola Taylor mi guardò con i suoi occhini grigi grandi e pieni di gioia mentre si metteva sotto le coperte.
- ok, ti racconterò una storia molto speciale... - – le dissi sorridendo
Amo, amavo e amerò per sempre raccontare storie ma non mi piace prenderle dai libri, voglio che le mie storie raccontino qualcosa di vero, qualcosa che possa insegnare la diversità e l'uguaglianza, l'amore e l'amicizia qualcosa che i nostri figli devono imparare così decisi di raccontare a mia figlia le storie che mi avevano accompagnato in tutta la mai vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un ragazzo e la sua felpa
 
- papà mi racconti una storia ? – la piccola Taylor mi guardò con i suoi occhini grigi grandi e pieni di gioia mentre si metteva sotto le coperte, ogni sera era la stessa storia, lei mi faceva gli occhi dolci ed io cedevo come in pochi secondi, era la mia unica figlia e gli concedevo quasi ogni cosa potessi dargli.
La misi sotto le sue coperte viola e gli pettinai i capelli con le mani per togliergli le ciocche da davanti agli occhi, accesi la lucina azzurrina e spensi quella più grande per poi sedermi sulla sedia davanti al suo letto.
- ok, ti racconterò una storia molto speciale parla di due amici altrettanto speciali la vuoi sentire questa bellissima storia ? – le dissi sorridendo, lei iniziò ad annuire freneticamente ed io sorrisi compiaciuto, mi passai una mano fra i capelli ricci e mi misi a raccontare.
- bene, C’era una volta un ragazzo dai... – la bambina mi interruppe subito, sapevo già cosa voleva chiedere e come uno stupido mi ero dimenticato la cosa fondamentale che voleva sempre sentire di una storia.
- Papà qual è il titolo della storia ? – chiese aprendo la bocca in un sorriso smagliante, mi fermai qualche secondo a pensare per poi rispondere.
- il titolo è “ Un ragazzo e la sua felpa” posso proseguire ? – chiesi gentilmente, lei annuì e si mise comoda.
- C’era una volta un ragazzo dai capelli marroni e gli occhi azzurri come il mare e di una bellezza mozzafiato, indossava sempre dei Jeans stretti e una felpa blu che adorava tantissimo, non prestava quella felpa a nessuno neanche alle sue sorelle per quanto gli piacesse.
Il ragazzo viveva in una grande casa con i suoi genitori e le sue sorelle più piccole, non era un ragazzo tranquillo combinava sempre guai e si metteva spesso nei pasticci a scuola con il suo migliore amico – Taylor mi interruppe con la mano per poi sbadigliare
- come si chiamava ? – chiese stringendo il suo peluche di pezza mentre i suoi occhietti già tendevano a chiudersi per colpa del sonno.
- beh si chiamava William, da ormai due anni William si era trasferito a Liverpool con la sua famiglia per motivi di lavoro e studiava presso una delle tante scuole della città.
Non amava la scuola ma ci andava solo per passare più tempo possibile col suo migliore amico Edward, loro due si erano conosciuti fin dal primo giorno di William in città e da quel momento non si erano più divisi, sapevano che la loro amicizia era forte.
Edward era un ragazzo molto timido, gli piaceva quando William lo faceva ridere e quando lo metteva nei guai, per quanto i professori dicessero che era cattivo lui non ci credeva, anzi gli stava sempre più vicino per non farlo sentire solo e dagli tutto il supporto che serviva al suo cavaliere. – la bambina si lasciò prendere dalla storia e rimase con gli occhi spalancati incuriosita da ciò che stavo dicendo.
- Papà William ed Edward erano tanto amici ? – chiese la bambina con un sorriso grande quanto il suo viso, la mattina stessa aveva perso un dentino ed ero quasi svenuto dalla paura vedendola piangere per il dolore. Le passai una mano sul viso e le baciai la fronte.
- si Tay erano molto amici – dissi tornando comodo sulla sedia e riprendendo a raccontare.
- dove ero arrivato ? allora... ah si ero arrivato a quando Edward diceva che William era il suo cavaliere, per lui il moro non aveva difetti era perfetto in tutto, nella voce, nell’aspetto fisico e nel modo di pensare.
Con lui non si annoiava mai e si divertiva con poco, passavano il giorno a scuola a fare marachelle, il pomeriggio in punizione a scuola o a casa a giocare ai videogame e la sera andavano per locali a divertirsi con altri amici.
Non erano mai stanchi ne annoiati, quando erano insieme nulla andava storto, non litigavano quasi mai e si erano promessi amicizia eterna regalandosi a vicenda una collana che rappresentava il simbolo della loro amicizia duratura nel tempo.
Edward però non era mai stanco di stare con William e ogni volta che lo vedeva il cuore gli batteva fortissimo e le mani gli sudavano, le guance gli si facevano rosse e aveva sempre paura di essere spettinato o poco carino per incontrare il suo amico.
Prima di incontrarlo passavo ore davanti allo specchio a provarsi vestiti e pettinarsi i ricci poco ordinati che si ritrovava in testa, non era mai contento del suo aspetto ma puntava tutto sui suoi occhi verdi, visto che William diceva sempre di adorare i suoi occhi.
Ciò che il Edward non sapeva e che William provava le stesse cose, ogni volta che si incontravano gli sudavano le mani, sentiva la voce tremare e le guance farsi calde e rosse come dei pomodori, anche lui passava delle ore in bagno prima di incontrarlo e sperava sempre che Edward lo trovasse bellissimo, anche se lui non si sentiva tale. – la bambina mi interruppe ancora, gli piaceva proprio intervenire, di solito lo faceva quando aveva molto sonno ma voleva sentire tutta la storia della buona notte.
- quindi gli amici si volevano moto bene ? – chiese interrogativa mentre con i suoi occhioni da cerbiatto mi guardava immobile e speranzosa.
- si moltissimo, posso andare avanti ? – chiesi appoggiando i gomiti sulle cosce, lei mi guardò ancora una volta cercando di trattenere uno sbadiglio, si alzò in piedi sul letto e strinse le gambe corrugando la fronte.
- no devo fare pipì papi, mi accompagni in bagno ? – la sua vocina era così adorabile che anche la richiesta di andare al bagno mi sembrava la cosa più dolce che potesse chiedere. La presi in braccio e velocemente la condussi fino al bagno dove mi costrinse a rimanere fuori mentre lei faceva pipì.
- papà quanti anni avevano i due amici ? – chiese da dentro il bagno mentre io rimanevo appoggiato al muro vicino alla porta sorridente, presi in mano il pomello della porta e le risposi
-  Edward diciassette mentre William diciannove – risposi aprendo la porta ma un suo urlò mi fermò – non entrare sei un maschio, non puoi, ce la faccio da sola – disse per poi uscire con il visino imbronciato. La rimisi nel letto e continuai la mia storia.
- stavo dicendo... che anche Louis era nervoso quando incontrava Harry. Un giorno i due amici si diedero appuntamento davanti alla solita sala giochi ma ciò che non sapevano era che quel giorno non avrebbero giocato li dentro.
Dopo essersi preparati alla perfezione i due si incontrarono davanti alla sala ma un butto temporale si stava avvicinando e la sala giochi era chiusa per le ferie invernali, William propose ad Edward di andare a giocare a casa sua ed Edward senza pensarci gli disse subito di sì.
Edward indossava una semplice maglietta leggera blu scura mentre William sopra la maglietta bianca a maniche corte indossava la sua felpa con la zip preferita, quella che non dava a nessuno, mentre i due amici andavano verso casa iniziò a piovere, prima piano e poi molto forte, tanto da costringere i due a trovare un rifugio sotto il portico più vicino.
William prese per mano Edward e di corsa lo condusse sotto il portico di una vecchia pizzeria ormai chiusa da tempo, la pioggia continuava a cadere incessante i turisti e gli abitanti ormai si erano tutti rifugiati nelle auto o nelle proprie case e gli unici in giro erano loro.
Edward stava letteralmente morendo di freddo, incrociò le braccia e senza volerlo iniziò a tremare infreddolito, William se ne rese conto subito e senza pensarci due volte tolse la felpa che gli stava tanto a cuore e la appoggio sulle spalle dell’amico che rimase sorpreso da suo gesto. Edward alzò gli occhi verdi verso quelli di William che sorrideva, sentì le guance andargli a fuco mentre quello sguardo lo faceva sciogliere dall’imbarazzo.
Infilò la felpa ringraziando l’amico ma qualcosa lo turbava, sapeva che non dava quella felpa a nessuno e qualcosa nel suo stomaco lo spinse a fare ciò che non avrebbe mai fatto, lo prese per la mano e gli diede un piccolo e innocente bacio sulle labbra.
Edward aveva molta paura anche se quel bacio piccolo e breve l’aveva fatto sorridere, non voleva perdere l’amicizia di William per nulla al mondo. Non vedendo nessuna reazione Edward si rattristò e cercò di andare via ma il moro gli strinse la mano ricordandogli che non l’aveva mai lasciata.
Edward alzò ancora una volta lo sguardo verso William che con il suo solito sorriso ricambiò il bacio e lo abbracciò come mai aveva fatto, dicendogli che gli avrebbe regalato la felpa perché lui era l’unica persona a cui l’avrebbe affidata sapendo di non pentirsene, passarono giorni, mesi, anni ed Edward conservò quella felpa come se fosse la prima volta che la riceveva mentre al suo fianco aveva l’amore della sua vita William che non lo lasciava mai e dopo tante difficoltà i due migliori amici riuscirono ad essere felici e contenti per l’eternità – conclusi la storia fiero di me stesso, ero riuscito a farla addormentare finalmente e potevo sgattaiolare fuori senza che me ne chiedesse un’altra, ma prima che potessi cantar vittoria da suo letto mi chiamò un’ultima volta con la voce più assonnata che potesse avere.
- Papà, prima che vai a dormire Edward e William eravate tu e papà Louis ? – chiese la bambina sbadigliando fra una parola e l’altra, le poggiai una mano sulla fronte e sorridente le dissi
- si eravamo noi e la felpa che indosso adesso era quella della storia, Tay ti ho raccontato questa storia per farti capire che l’amore supera ogni barriera che potrebbe sembrare insormontabile, l’amore è grande e con un valore troppo alto per essere valutato.  Ricorda sempre di non sottovalutarlo e di non sentirti diversa ma amata, perché io e tuo padre Louis ti vogliamo bene qualsiasi cosa tu faccia, adesso dormi – gli diedi un bacio sulla fronte e spegnendo la luce uscì dalla camera ancora più soddisfatto di me stesso.
Mi misi seduto sul divano in pelle nera del salotto e accesi la televisione annoiato, adesso che Taylor si era addormentata io avevo del tutto perso il sonno e non sapevo che fare, un mano mi avvolse le spalle e mi attrasse a lui, sorrisi a quel contatto e alzai i miei occhi verdi verso quelli azzurri che tanto amavo.
- Tay si è addormentata ? – chiese con voce bassa e dolce facendomi appoggiare al suo petto, con un cenno della testa gli feci capire che ce l’avevo fatta e Louis sorrise mettendosi comodo sul divano, doveva darmi ancora una notizia importante, poche settimane prima avevamo fatto richiesta di poter prendere in adozione un altro bambino ma era stato difficile fare le pratiche e oggi dovevano dirci se la nostra proposta sarebbe stata accettata ancora.
- allora ? – domandai nervoso giocando con le maniche della sua vecchia e logora felpa che avevo custodito tanto gelosamente da preservarla così tanto. Louis sbuffo e mi strinse più forte a lui, non era un buon segno, sicuramente avevano rifiutato e non voleva darmi la brutta notizia.
- Harry Edward Style non ti rattristare, stai per diventare padre di un bel maschietto – saltai in piedi esultante eravamo riusciti ad ottenere l’affidamento e questa volta sarebbe stato un maschio, Louis sorrise e mi baciò con tutto l’amore che si ritrovava a darmi c’eravamo riusciti ancora una volta e stavamo per rivivere il nostro per sempre felici e contenti.
 
Buona sera, giorno, pomeriggio o quello che è
Non ho mai scritto su Larry, io non sono ne pro ne contro questa credenza ( se così vogliamo definirla ) il mio unico pensiero è che la vita è la loro e che ne devono fare ciò che vogliono, noi non possiamo imporre nulla, l’ultima cosa che penso è che più parliamo di Larry più ( se esso esiste ) loro faranno fatica a confessarlo... ma siccome non importa a nessuno ciò che sto dicendo cambio direzione.
Non avevo mai fatto one shoot del genere, poi non sono neanche molto brava a farle, spero vi piaccia e che la recensiate, mi sentivo particolarmente ispirata e siccome non avevo molto tempo per fare altro ho deciso di dar sfogo a quel poco di fantasia che mi era rimasto.
Fatemi sapere se vi piace, io vi lascio con i link delle mie due fan fiction, un bacione a presto
 
Solo noi possiamo salvarla
Danger on the road
  
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