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Autore: njallsguitar    26/11/2013    1 recensioni
Camminiamo veloce tra i semafori
Strade affollate, vite indaffarate
Sappiamo tutti che è un “mordi e fuggi”
Siamo soli con le nostre idee che cambiano
Ci innamoriamo finché non ferisce, sanguina o sfuma col tempo
Impariamo a convivere col dolore
soprattutto coi nostri cuori spezzati
L’amore è un gioco spietato
tranne se lo giochi nel modo giusto.
Ma una ragazza di 15 anni cosa ne sa dell'amore? Molti risponderebbero nulla. Ma no, lei era diversa, lei era speciale.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminiamo veloce tra i semafori
Strade affollate, vite indaffarate
Sappiamo tutti che è un “mordi e fuggi”
Siamo soli con le nostre idee che cambiano
Ci innamoriamo finché non ferisce, sanguina o sfuma col tempo
Impariamo a convivere col dolore
soprattutto coi nostri cuori spezzati
L’amore è un gioco spietato
tranne se lo giochi nel modo giusto.

 

Ma una ragazza di 15 anni cosa ne sa dell'amore? Molti risponderebbero nulla. Invece lei era diversa, lei era speciale. 
Comincerò a raccontare la sua storia dall'inizio, da quando lei era ancora con sua madre, si sentiva protetta, poteva sentire la voce della madre e la sua mano che accarezzava la pancia dolcemente. Ed ecco un'altra voce, il padre.

'Tesoro sorridi'
'Dai non fare foto, sono grassa'
'Non sei grassa, porti i nostri figli'
'E dai Robin, fai questa foto e togliamoci il pensiero ahah'

'No aspetta.. i tuoi figli?' pensò la piccola 
Oh giusto, c'era quell'altro, prendeva sempre tutto lo spazio e lei lo spingeva sempre più in là, era sempre attaccato a lei, era già una signorina autoritaria.
Oh e c'era anche un'altra bambina, avrà avuto un anno circa, Gemma, la chiamarono, come i suoi occhi di un verde acceso.

Mancavano un paio di giorni al parto e la donna 23enne non sapeva il giorno esatto, dovevano nascere il 3 Febbraio circa.
Due giorni prima del giorno previsto però, si ruppero le acque e corsero tutti all'ospedale, lasciando Gemma dai nonni. Il tutto si svolse alle 4:45 del mattino, non fecero entrare Robin il padre dei bambini e dovette aspettare fuori. Si addormentò sulla sedia e alle 6 del mattino lo chiamarono,era preoccupato.

'Salve, lei è il signor Styles?'
'Sì, come stanno mia moglie e i miei figli?'
'E' andato tutto liscio come l'olio, se vuole seguirmi'

Si alzò di scatto stropicciandosi gli occhi
Entrò nella camera d'ospedale e corse ad abbracciare sua moglie.

'Oddio tesoro ce l'hai fatta, i nostri figli'
'Guardali, sono la perfezione. Un maschio e una femmina, dobbiamo chiamare i miei genitori.'
'Sì, li chiamo subito'

Robin uscì dalla camera, con il cellulare in mano e le lacrime agli occhi

'Signora Cox, le porto i biberon per i bambini'
'Certo, grazie mille' sorrise

Guardò le sue piccole creaturine, erano identici, quelli da decidere erano ancora i nomi; le era sempre piaciuto il nome Sarah, ne avrebbe parlato con Robin e il maschietto.. quello lo avevano deciso da tempo.. Harry.

'Robin!'
'Cosa c'è tesoro?' 
fece capolino sulla porta, chiudendo il cellulare
'Stanno arrivando?'
'Saranno qui fra mezzora'
Sorrise
Robin si avvicinò ai bambini e scattò qualche foto mentre cercavano di aprire gli occhi per la prima volta. Aprire gli occhi e vedere un mondo nuovo che non conosciamo e aspetta solo noi.. ma vi immaginate? E’ successo pure a noi, sembra sia un ricordo ormai cancellato, ma in realtà resta sempre presente nella nostra memoria, quello… il primo ricordo, il viso della mamma e del papà, le loro voci, i primi passi e le prime parole.
 
‘Toc toc, si può’
‘Mamma papà!’
‘Anne, Robin, come state? E i bambini?’
‘Eccoli qua, noi stiamo bene, come puoi vedere’
‘Pensa per te Robin, non sei tu quello che ha appena partorito’
‘Gemma tesoro! Vuoi vedere i tuoi fratellini’
‘Gne’
‘Guarda, ti piacciono? Vuoi aiutarci a scegliere i nomi?’
‘Gne’
‘Scegliamo più avanti eh?’
‘Gne’
‘Sei molto profonda tesoro mio’
Le diede un bacio e lei lo abbracciò
‘Lo vuoi il latte?’ Sorrise
La madre di Anne prese il termos dalla borsa della piccola e versammo il latte caldo con dei biscotti nel biberon, lo diede a Gemma che si appiccicò fino a quando non lo finì tutto.
Dopo Robin la fece uscire a giocare in corridoio mentre Anne dava il latte ai piccolini che si lamentavano.
 
‘Anne, sicura di farcela con tre bambini?’
‘Mamma, sono i miei bambini.. non posso abbandonarne uno’
‘Non arrivate a fine mese già con una bambina.. e con tre? Vorrei tenerli anche io tutti.. ma..’
‘Cosa dovrei fare? Abbandonare uno di loro?’
‘No, solo dare un futuro migliore’
‘Già ne abbiamo parlato, non farò adottare uno dei miei bambini’
‘Robin, li ama entrambi, ma Anne.. capiscimi sono preoccupata per voi’
‘Lo so..’
‘Lasciami finire’ la interruppe
‘E se venissero gli assistenti sociali? E se vi togliessero tutti e tre i bambini?’
 
Anne non si mosse, stette lì a guardare la sua piccolina, la sua Sarah mentre allattava, forse aveva ragione, ma quella era la sua bambina..
 
La sera i genitori di Anne e Gemma tornarono a casa, avrebbero voluto restare, ma l’orario delle visite non lo permetteva.
 
‘Tesoro..’
‘Robin so già di cosa vuoi parlare, non voglio abbandonare mia figlia’
‘Non arriviamo a fine mese, è necessario’
 
Anne prese la sua piccola in braccio
 
‘Guardala.. è così indifesa, resterà sola senza una famiglia’
‘No, troverà una famiglia migliore, potrà avere una vita migliore’
‘No, non possiamo farlo, proprio no’
‘Okay tesoro, dormici su..’
‘Okay notte’
 
Anne baciò Robin e posò la piccola, li osservò per un attimo entrambi e spense la luce.
Durante la notte si svegliò due o tre volte per allattare i piccoli, poi la lasciarono dormire.
La mattina si svegliò stropicciandosi gli occhi con le guanciotte rosee, si girò verso le culline. Vide solo Harry. Si alzò di fretta urlando ‘no, no, no Robin!’ si precipitò al reparto dove c’erano gli assistenti sociali e lì davanti c’era lui. Si ritrovò di fronte al suo viso con il bambino in braccio. Entrò in preda al panico, dov’era la sua bambina? Un’ansia pazzesca la stava sopraffacendo
 
‘CAZZO NO ROBIN COSA HAI FATTO? DOV’E’ SARAH? DOV’E’ LA MIA BAMBINA?’
‘troppo tardi’
‘troppo tardi per cosa? CAZZO ROBIN E’ LA NOSTRA BAMBINA, DOVE L’HANNO PORTATA?
 
Cercò di passare per entrare a riprendersi la sua bambina, lui la bloccò iniziò a colpirlo dalla disperazione, le lacrime le bagnarono il volto, stava urlando, la stava chiamando. Lui la allontanava, lo stava odiando per questo, non lo avrebbe mai perdonato. Harry si mise a piangere, Robin la spinse fino in camera, ma lei si liberò e corse fin su al reparto. Il mondo le cadde addosso, la sua bambina in mani d’altri, non parlavano inglese, non capiva. Robin la bloccò prima che andasse a riprendersi Sarah
 
‘Robin, sai che non ti perdonerò mai, lasciami andare’
‘Non posso’ si voltò per dare un ultimo sguardo d’addio alla sua bambina
‘E’ la mia bambina! No è la mia bambina!’
 
Diede Harry in braccio a Robin e si inginocchiò a terra piegata su se stessa abbandonandosi ad un  pianto disperato. Si alzò dopo un paio di minuti prendendo Harry dalle braccia di Robin.
 
‘Non ti perdonerò, uscita di qui me ne andrò lontano, non ci vedrai mai più. I miei figli non cresceranno con te.’
‘Non dire così’
‘Non meriti una risposta Robin’
‘Io ti amo Anne’
 
Si girò, iniziò a camminare voltandosi verso Robin con le lacrime agli occhi e sussurrando ‘ti ho amato’ in quel momento le lacrime cominciarono a scorrere, lei amava Robin, ma lui non aveva il diritto di dare via la loro bambina come se fosse una bambola.. dov’era la sua bambina adesso? Si voltò un’ultima volta, Robin era lì, stava entrando nella camera degli Assistenti sociali. Arrivò in camera, posò Harry nella cullina e preparò le valigie. Le avevano detto che sarebbe tornata a casa e voleva tornarci il prima possibile. Si fermò di scattò pensando ‘Cosa sto facendo?’ chiamò un’infermiera e la lasciò con il maschietto e corse lì dove aveva visto Robin l’ultima volta. Entrò lì e chiese informazioni sulla sua piccola.
 
‘Buongiorno, vorrei sapere dell’adozione di Sarah Styles sono la madre’
‘Ha un documento?’
‘Certo’
‘Un attimo controllo’
‘Si sbrighi la prego’
‘Ecco tutto quello che sappiamo, è stata presa da due italiani’
‘Italiani?’
‘Si, a quest’ora saranno già in viaggio per l’Italia, non si preoccupi sono una brava famiglia e stanno molto bene economicamente, sua figlia starà bene’
‘Grazie mille signorina’
‘Si figuri’
Una lacrima le solcava la guancia, la voleva con lei in quel momento più che mai, ma almeno aveva la certezza che fosse cresciuta in una buona famiglia.
Tornò in camera aveva la mente vuota, ma doveva andare avanti, prese il cellulare e guardò l’unica foto di Sarah, l’avrebbe tenuta sempre con lei. Non voleva, non doveva dimenticarla e non l’avrebbe mai dimenticata. Telefonò ai suoi genitori raccontando loro tutto e dicendo di volere il divorzio e di non raccontare a nessuno di aver avuto due gemelli, ma un solo bambino. Non voleva si sapesse in giro, non voleva apparire debole. I suoi le dissero subito di non essere frettolosa di non farneticare e pensarci, ma ormai aveva preso una decisione.
La sera stessa tornò a prendere Gemma e poi andò a casa loro, lì non ci trovò nessuno, Robin non era tornato. Decise di vendere la casa, troppi ricordi, voleva cambiare e trasferirsi altrove
Era sollevata ma era anche preoccupata, in fondo lo amava ancora.
La casa era in affitto, Anne chiamò la governante e le disse che sarebbe andata lì il giorno dopo per pagare l’affitto del mese e che se ne sarebbe andata entro giornata. Una donna e due passeggini, sarebbe dovuta andare a comprarne uno per due.. Prese il pc e ordinò quello più economico e carino, era arancione, il suo colore preferito. Sarebbe arrivato il giorno dopo nella casa dei suoi genitori. Andò a cercare una casa negli annunci, tante casa costosissime e fin troppo piccole, fino a quando scorrendo in basso eccola lì, la casa perfetta: giardino, portico e due piani, finestre e grande porta principale, costava un po’ più di quanto avesse da parte, ma avrebbe chiesto un piccolo prestito. I suoi bambini sarebbero cresciuti bene lì, voleva che la sua bambina fosse con lei in quel momento, ma lei crescerà felice e lei voleva solo che la sua bambina fosse stata felice..
Non se ne rese conto che giocando con Gemma mentre Harry dormiva fu sera, cucinò la pappa a Gemma e allattò Harry, dopo aver cambiato i pannolini ad entrambi li mise a letto e senza rendersene conto era già con gli occhi chiusi. Si svegliò due o tre volte per il maschietto. Alle 8:30 lasciò i bambini dai suoi genitori e andò all’incontro per l’acquisto della casa, c’erano vari acquirenti, ma alla fine lei aveva l’offerta maggiore e sembrava la più adeguata con due figli.
Ritornò dai suoi, il passeggino era già arrivato, Gemma lo stava spingendo con due bambole di sopra, mentre Harry giocava con un sonaglio.
 
‘Sei riuscita a prendere la casa?’
‘Holmes Chapel, stiamo arrivando’
‘Oddio davvero?’
‘Si, ho già chiamato i tizi del trasloco, partiamo domani, un po’ mi dispiace lasciare questo posto, è dove sono nata, un posto meraviglioso, mi mancherete’
‘anche tu ci mancherai’
‘ora è meglio che vada a fare gli scatoloni, ci vediamo domani’
‘a domani’
 
Il giorno dopo gli scatoloni erano già pronti fuori casa aspettando il camion, Gemma stava giocando con Harry che mangiucchiava un giochino e ad un certo punto eccolo, era arrivato. Cominciarono a mettere tutte le scatole nel retro del veicolo. E finito di spostare i pacchi Anne, Gemma e Harry si ritrovarono davanti ad un nuovo inizio ed una nuova vita, sistemò i bambini in macchina e seguì il camion del trasloco fino a Holmes Chapel, dove li attendeva un nuovo destino.
  
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