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Autore: Patosangel32    26/11/2013    6 recensioni
E se Clary avesse sempre saputo di essere una Shadowhunter? Se Valentine l'avesse addestrata insieme a suo fratello Jonathan, il quale è solo un pupazzo tra le mani del padre? Avete mai provato ad immaginare cosa sarebbe successo se la rivolta non fosse mai scoppiata? Come avrebbero fatto Magnus e Alec ad incontrarsi? Ed Izzy e Simon? E possibile che due anime che siano fatte per stare insieme, si ritrovino sempre in qualunque circostanza?
Dal capitolo 15:
-“Potresti avere di meglio, Jace. Sono solo una ragazzina con problemi familiari che…” ha paura di amare.
-“Voglio te, e questo dovrebbe bastarti” mormorò Jace con voce soave. Riprese a baciarla ma poco dopo Clary si fermò. Di nuovo.
-“Hai aperto tu la finestra prima?” chiese Clary che aveva sentito un brivido di freddo accarezzarle la pelle laddove il corpo di Jace non la copriva.
-“No, sono stato io.” disse ad alta voce qualcun altro nella stanza.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Author's Corner:
Ed eccomi qui, con un nuovo capitolo! Mi devo ricordare di leggere prima di pubblicare, ma ad ogni modo perdonerete gli Orrori che avrò scritto? Ceeeertamente.
Niente da dire su questo capitolo. Semplice, semplicissimo ahahha corto, ma vi sto risparmiando grandi sorprese per i capitoli a venire.. Cieè spero che siano grandi e che sia sorprese!
Ad ogni modo, lasciate una recensione e buona lettura!!
With love,
-A.

Home Sweet Home

Per uno Shadowhunter Idris,
è sempre casa sua.
Jace Wayland

 
Quando Isabelle rientrò, notò che il resto del gruppo fosse già in casa. Jace stringeva la mano di Clary come se nel dividerli entrambi sarebbero crollati per terra, mentre Alec era pericolosamente vicino a Magnus. Simon si materializzò all’istante dietro le sue spalle e questo in qualche modo le gonfiò il petto di soddisfazione.
-“Torniamo a casa?” chiese a nessuno in particolare. Però vide Clary tirare fuori lo stilo. Chissà quante volte aveva aperto un portale ogni volta che le fosse servito, per esempio per uscire dalla sua camera quando avesse voluto. Isabelle la guardò con una punta di divertimento. E così adesso lei stava con Jace e poteva aprire un portale per piombare nella sua stanza senza che nessuno lo venisse a sapere.
Magari anche Isabelle un giorno si sarebbe servita di quella runa per andare a fare visita al suo non-ragazzo. Per il momento quella runa in particolare era severamente proibita. Non che a loro importasse se una cosa fosse legale o no. Avrebbero trovato il modo di infrangere la legge in qualunque modo, stando a quello che Alec diceva, era proprio ciò che Jace adorava fare. Se una cosa è proibita, si prova una scarica di adrenalina nel farlo che ricaricava i ragazzi ogni volta.
Isabelle si ricordò di quella volta che erano entrati nello studio dell’Inquisitrice, nonna di Jace per la precisione, per rubare dal secondo cassetto, che poi avrebbero scoperto essere chiuso a chiave, delle caramelle alla frutta. Quello era stato il primo dei piccoli crimini che il trio aveva combinato. In seguito avrebbero scoperto che quella chiave apriva un po’ tutti i cassetti e le porte all’interno dell’ufficio e si era aperto un mondo davanti ai loro occhi.
Era la loro Narnia personale.
Chissà come mai un giorno come un altro, l’Inquisitrice decise di cambiare le serrature. Ed ora camminava con un mazzo di almeno venti chiavi che tintinnavano ad ogni passo.
Magnus si  propose di aprire da sé il portale da bravo padrone di casa qual era.
-“Destinazione?” chiese lo stregone con gli occhi brillanti come lucciole.
-“Penso che sia necessario informare il Conclave. Questo era l’ultimo giorno che avevamo a disposizione, se non ci muoviamo a tornare potrebbero indire una spedizione che a confronto una crociata non è niente!” disse Jace quasi soddisfatto del suo paragone. Alec sollevò gli occhi al cielo, nonostante fosse d’accordo.
-“Voi non venite con noi? Dovrebbero conoscere chi ha salvato Isabelle” propose Clary. Guardò di sfuggita Simon e poi fece scivolare lo sguardo verso Isabelle come a conferma della sua opinione, la ragazza sorrise.
-“Gli Shadowhunters non accettano … ecco, non accettano…” Alec non riusciva a trovare le parole, al che la sua pelle si velò di un lieve rossore.
-“Nascosti?” provò Simon.
-“Non accettano Nascosti senza permesso, sì” concluse la frase cercando di recuperare la sua dignità, drizzando leggermente la schiena.
Magnus intanto, sembrava scosso da sottili risate, ma Isabelle non riusciva a vederlo in faccia impegnato com’era ad aprire un portale azzurrognolo.
-“Chi va per primo?” chiese.
-“E’ sicuro? Non ne avevo mai visto uno… Credo di passare per questa volta.” Sussurrò Simon che aveva assunto un colore leggermente verdognolo. Isabelle lo guardò poco convinta, poi avanzò Alec.
Infilò un piede nello specchio azzurro e si rivolse a Magnus.
-“Ci vediamo, Magnus” disse guardandolo negli occhi. Era esattamente questo che Isabelle intendeva per Alchimia.
-“Molto presto” rispose lo stregone muovendo le dita della mano una ad una.
Poi fu la volta di Jace, che fu costretto a lasciare la mano di Clary con suo enorme dispiacere. Le stampò un bacio sulla fronte, mentre Isabelle avrebbe voluto gridare che si sarebbero rivisti pochi secondi più tardi.
Mentre Clary avanzava per seguire Jace oltre il portale, Isabelle la chiamò. La rossa si voltò, esitando.
-“Mi dispiace per prima. Non avrei dovuto… parlare in quel modo.”
-“E’ tutto a posto, Izzy. Davvero.” Disse Clary sorridendole. Isabelle non la vide molto convinta, ma almeno non era arrabbiata. Poi scomparve oltre la soglia azzurra.
-“Sei sicuro di non voler venire?” chiese Isabelle a Simon, che ricambiò il suo sguardò intensamente. Magnus intanto, stava sussurrando parole sconosciute al portale probabilmente con lo scopo di far scomparire tutto una volta che loro avrebbero raggiunto Alicante.
Isabelle prese la mano di Simon, che fu costretta a seguirlo e senza pensarci due volte si tuffò nel portale. Pochi istanti dopo avevano finalmente raggiunto casa.
 
Maryse aveva passato le ultime due ore con il cuore appeso alla speranza di veder comparire i suoi ragazzi davanti la porta dell’Istituto. Aveva aspettanto in piedi, davanti la finestra, incurante del dolore che le scarpe alte le procuravano, guardando oltre il vetro opaco. In lontanaza il vento sferzava gli alberi con eleganza, piegando le foglie che cambiavano colore alla luce della luna.
Quando comparve una macchia azzurra a pochi metri dal portone principale, non volle credere ai suoi occhi. Strizzò le palpebre più volte, convinta di essere oramai impazzita, ma quando suo figlio fu sputato fuori da quell’ovale di vetro, non poté far altro che mettersi a correre. Scese le scale con la solita agilità, saltando gli ultimi tre o quattro gradini. Vestita totalmente di nero, pronta a partire in battaglia come conviene ad una Cacciatrice, sembrava una pantera.
Aprì il portone di legno pesante con una sola mossa convinta e ne uscì traboccante di sollievo. Uno per volta, i ragazzi sbucavano. Alec, Jace e Clary (Si tenevano per mano?) ,  poi Isabelle. La sua bella, bellissima figlia era tornata sana e salva. Non si curò degli ultimi due che sbucarono chiudendosi dietro il portale. Maryse considerò solo in un secondo momento che tutto ciò fosse illagale e che quei ragazzi avrebbero corso guai seri con l’intero collegio.
Maryse esitò per scegliere quale dei due figli abbracciare per prima. Ma entrambi le corsero tra le braccia. Isabelle l’abbracciò per prima, Maryse ricambiò stritolando la figlia tra le braccia. Senza volerlo, le scese una lacrima su una guancia. Alec le circondò entrambe con le sue lunghe braccia e poggiò la fronte sulla testa della mamma. Le strinse forte, le uniche donne della sua vita che avrebbero contato qualcosa per lui, e sospirò quasi sollevato.
-“Alexander, mi devi una spiegazione. Subito” quando Maryse si rivolgeva così a suo figlio, il ragazzo distoglieva subito lo sguardo. Benchè avesse compiuto diciotto anni, rimaneva timido e dolce.
-“Beh, da dove cominciamo? Allora… mamma, lui è Simon, il vampiro che ha trovato Izzy. E lui è Magnus…”
-“Magnus Bane al suo servizio, signora Lightwood. Sa, con due figli del genere, non c’era da dubitare che la madre fosse tanto talentuosa” lo interruppe Magnus.
-“E’ lei cosa sarebbe? Dagli occhi direi uno stregone, mentre quello là..” disse Maryse glissando sulle avances del ragazzo di fronte.
-“Si chiama Simon, mamma!” la riprese Isabelle ancora accoccolata tra le braccia della madre.
-“Sì, sì Simon.” Disse Maryse alzando gli occhi al cielo.
-“Sono un vampiro, signora. E le giuro, anche a nome dello svitato che ha di fronte” –Magnus si girò indignato –“che ce ne andremo presto senza dare alcun fastidio.”
Maryse stava iniziando ad apprezzare quel nascosto, per prima cosa perché aveva riportato sua figlia a casa, e poi perché se ne voleva andare.
-“Forse dovremmo ospitarli per un paio di giorni, mamma. Non sarebbe una brutta idea” disse Isabelle legandosi i capelli in una coda alta.
Maryse si passò una mano sulla faccia combattuta tra la voglia di essere riconoscente verso il vampiro e lo stregone, e la sua indole al respire i nascosti.
-“Dovremmo parlarne con tuo padre prima”
Isabelle la guardò torva. Forse anche lei un giorno avrebbe sopportato il tradimento, magari l’avrebbe pure accettaro.
-“Intanto però, dovremmo spiegare molte cose a mia nonna… che mi sembra abbia il proverbiale diavolo per capello” sussurrò Jace. Tutti si voltarono a guardare l’Inquisitrice scendere le scale palesemente arrabbiata.
 
Jace si preparò a ricevere la strigliata della nonna. Lasciò cadere la mano di Clary, e si mise alla testa del gruppo per chiarire le cose faccia a faccia con l’Inquisitrice.
-“Come diavolo avete osato aprire un portale per Alicante? E, per l’Angelo Jace! Chi sono quei due?”
Jace si passò due dita sotto la radice del naso per non rispondere malamente alla nonna in veste di Inquisitrice. Si voltò verso Magnus, che aveva sgranato gli occhi, sentendosi offeso per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
-“Loro sono Magnus Bane, e il vampiro. Hanno trovato Isabelle e ci hanno aiutati a tornare a casa” disse Jace soppesando le parole. Una parola di troppo e la nonna sarebbe esplosa di nuovo come una granata.
-“Ho il piacere di trovarmi di fronte al rinomato Magnus Bane.” Constatò l’Inquisitrice nascondendo l’ammirazione. Jace notò come le rughe intorno agli occhi si fossero tese, come ad indicare che la nonna fosse invecchiata per la preoccupazione negli ultimi quattro giorni.
-“In carne ed ossa” disse Magnus improvvisando un inchino teatrale. Jace sbruffò esasperato e si rivolse alla nonna.
-“Abbiamo delle novità sui nascosti uccisi negli ultimi giorni. Valentine Morgenstern sta cercando qualcosa” –Jace rabbrividì pensando cosa –“forse qualcuno” la voce si fermò in gola. Non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male alla sua Clary. Non avrebbe potuto sopportare la sofferenza sul suo viso, né la pesantezza dei suoi ricordi. Poteva solo immaginare cosa stesse passando Isabelle e non avrebbe desiderato mai che Clary potesse soffrire allo stesso modo.
L’Inquisitrice sostenne lo sguardo del nipote, che dal canto suo si era perso nei suoi pensieri. Si ricordò di quando poco prima Clary l’avesse stretto quasi fosse l’unica sua forza vitale, si era sfogata tra le sue braccia e lui si era sentito inappropriato, impotente. Non riusciva a vederla così combattuta, così oppressa tra il desiderio di rivedere suo fratello e il desiderio che Jonathan non lo fosse davvero, suo fratello.
-“Il problema allora, è più grosso di quanto immaginassi” –sussurrò quasi tra sé Imogen, ma Jace riuscì a sentirla perché era abbastanza vicino alla nonna da essere quasi contagiato dalla sua preoccupazione –“Bentornata, signorina Lightwood. Continuo ad essere sorprendemente compiaciuta da tuo figlio, Maryse. Ottimo lavoro, Alexander. Ti ho già detto che sono davvero contento che tu sia il parabatai di Jace, vero?” chiese Imogen rivolta ad Alec. Jace non la vide sorridere, ma sentì la nonna trattenersi nel farlo.
-“Sissignora, ma non basta mai” disse Alec poggiando le mani sulla schiena di sua madre.
-“Se vuole seguirmi, signor Bane. Ho bisogno di parlare con lei. Maryse, ti affido il vampiro.”decretò Imogen voltandosi di spalle. Jace guardò Isabelle guardare Simon sorridendo. Il ragazzo la affiancò e seguì, abbassando la testa un po’ imbarazzato, la famiglia Lightwood all’interno della sala grande.
-“Ah, Jace. Accompagna Clarissa a casa. Di questi tempi meglio non lasciare andare le giovani fanciulle in giro da sole.”
Jace annuì pensando che avrebbe riportato a casa Clary, anche se la nonna non gliel’avesse detto.
Quando tutti si furono allontanati, Jace riprese la mano di Clary nella sua.
-“Ti va se passiamo da casa mia? Devo salutare mio padre e Will e …” Jace non concluse la frase perché Clary lo interruppe.
-“Mi devi solo accompagnare, Jace Herondale” disse Clary imitando la voce dell’Inquisitrice. Jace rise, ma poi si fermò sorprendendo Clary, le prese il viso tra le mani.
-“E se invece volessi restare da te, stanotte?” chiese poi poggiò delicatamente le labbra sulle sue.
   
 
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