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Autore: Madelyne Scott    26/11/2013    3 recensioni
[ Verde | Crack!Pairing -che poi sta diventando Canon -.-''- | AtsuYuuka | Dedicata a _Kiiko Kyah che compie gli anni C: ]
Dal testo:
"- … Quindi… Questo non è un sogno. Tu… esisti davvero?- azzardò la piccola Gouenji, titubante. L’interlocutore mise su un sorriso amaro, lasciando cadere il pallone, mentre una folata di vento li lambiva entrambi.
- No. Io sono esistito. Adesso… adesso sono questo.- allargò le braccia, come per comprendere tutto se stesso – Sono un fantasma, uno spirito, vedila come vuoi.
Fece ricadere le braccia lungo il corpo, mentre un silenzio pesante si frapponeva ai due.
- Io sono morto."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Yuuka Gouenji/Julia Blaze
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a _Kiiko Kyah, la mia cara senpai, che oggi compie gli anni ♥
 
~Wait For Me, Yuuka~

 
La bambina dondolava piano sull’altalena, le piccole gambine sospese nell’aria. Guardava dritto davanti a sé, le labbra involontariamente arricciate in una smorfia di noia. Ad un certo punto gonfiò le guance rosate, assottigliando gli occhi di cioccolata.
- Uffa! Mi sto annoiando, ora mi alzo ed esco da qui!
Con un balzo toccò terra, per poi dirigersi verso l’entrata del giardinetto, che poteva essere raggiunta attraverso un sentierino ghiaioso. La piccola si incamminò, lasciandosi l’altalena dondolante alle spalle, ma più credeva di essere vicina all’arco, più quest’ultimo sembrava allontanarsi.
Quando Yuuka si accorse di ciò iniziò ad accelerare il passo, ritrovandosi a correre dopo pochi secondi; eppure, per quanto corresse, l’uscita di quel luogo onirico restava irraggiungibile.
Fermandosi, la bimba si piegò, sostenendosi sulle ginocchia e riprendendo fiato.
- Non ci credo! Nemmeno questa volta!- esclamò apparentemente scocciata, ma il suo animo era profondamente frustrato dal suo non poter andarsene.
Si voltò a capo chino, tentando di trattenere le lacrime che, imperterrite, le inumidirono prima gli occhi e poi le guance. La sua piccola schiena era leggermente scossa dai singhiozzi, e le trecce castane le sfioravano quasi impercettibilmente le spalle.
Non fece in tempo a muovere un altro passo, che la voce allegra di un ragazzino le fece alzare il viso.
- Ehi, piccola! Perché piangi?
I grandi e brillanti occhi della bambina si fissarono in quelli celeste ghiaccio del rosa, che palleggiava con maestria sul ginocchio, mentre un leggero ghigno gli si disegnava sul volto. La Gouenji si passò velocemente il dorso della mano sulle gote, per poi stringere i pugni e assumere una posa impettita.
- Io non piango! E poi non è che tu sia molto più grande di me!
Il ragazzino, di dieci anni al massimo, afferrò il pallone al volo, il ghigno sostituito da una smorfia di stizza, poi abbassò le palpebre e sorrise, rassegnato.
- Hai ragione, piccola. Ma non mi chiedi come mi chiamo?
Yuuka rimase interdetta.
- M-ma… sarebbe più normale che prima me lo chiedessi tu, dato che te ne sei accorto per primo! E non dirmi piccola!
- Io so già come ti chiami, mia cara Yuuka Gouenji.- esclamò il rosa, sorridendo sornione e lasciandola a bocca aperta, poi aggiunse:
- Ah, tu puoi benissimo chiamarmi Atsuya.
La bambina restò immobile per qualche istante, senza parole: come faceva quello sconosciuto…
- … a conoscere il mio nome?- terminò il pensiero a voce, come se rivolgesse la domanda a se stessa. Eppure quello sembrò udirla, data la frase che pronunciò poco dopo, riprendendo a palleggiare.
- Diciamo pure che puoi considerarmi il tuo angelo custode…
- Il mio… angelo custode?- ripetè la castana, e rialzò lo sguardo: stupita, si trovò davanti un ragazzo sui tredici anni, inspiegabilmente.
- M-ma cosa sta succedendo?
- Te l’ho appena detto.- sbuffò il rosa, senza guardarla – Mi chiamo Atsuya e sono il tuo angelo custode.
Yuuka strabuzzò gli occhi un paio di volte, restando in silenzio. Lo strano individuo la osservò.
- Beh? Che hai?
- … Quindi… Questo non è un sogno. Tu… esisti davvero?- azzardò la piccola Gouenji, titubante. L’interlocutore mise su un sorriso amaro, lasciando cadere il pallone, mentre una folata di vento li lambiva entrambi.
- No. Io sono esistito. Adesso… adesso sono questo.- allargò le braccia, come per comprendere tutto se stesso – Sono un fantasma, uno spirito, vedila come vuoi.
Fece ricadere le braccia lungo il corpo, mentre un silenzio pesante si frapponeva ai due.
- Io sono morto.- sibilò il rosa, socchiudendo gli occhi e fissando il terreno.
La bimba aprì e richiuse la bocca diverse volte, rimanendo zitta, mentre i suoi occhi si riempivano lentamente di lacrime brillanti.
- Perciò- iniziò, la voce incrinata e le guance che prendevano ad inumidirsi – Sono morta anch’io? Anche io non tornerò dal mio fratellone?
Portò le manine al viso, coprendo gli occhi come per non dover continuare a vedere ciò che la circondava, e scoppiò in singhiozzi. Atsuya schiuse le labbra, stupito, poi sorrise e le si avvicinò.
- Ehi, hai capito male: tu non sei morta.
Yuuka sollevò il viso inondato di lacrime, il labbro tremante, e, quasi senza pensare, si gettò fra le braccia del ragazzo. Al contatto, però, alla castana sembrò di essere troppo piccola per quelle che sarebbero potute essere le braccia di suo fratello. Si staccò, asciugandosi nuovamente le guance, poi alzò lo sguardo verso il rosa. Quest’ultimo, adesso, aveva le sembianze di un giovane uomo sulla ventina, che le sorrideva dolcemente. La bimba lanciò un grido.
- C-come fai ad essere così grande?!?
Quello roteò gli occhi, sospirando.
- Sono uno spirito, non ho una forma definita, di conseguenza posso modificare il mio aspetto.- spiegò tranquillamente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ah.- il semplice monosillabo fu l’unica cosa che la castana fu in grado di proferire, prima di arrossire vistosamente.
- Vieni qui.- esclamò, dopo un po’, il rosa. Si era alzato, ed ora stava in piedi vicino ad un piccolo stagnetto, le cui acque erano misteriosamente cristalline e brillanti e riflettevano i bagliori rosa e oro provenienti dal cielo, illuminato da chissà quale sole invisibile. Contemporaneamente, una leggera brezza produceva un melodioso suono fra i fiori della sakura alla quale era appesa l’altalena dondolante, i cui petali si disperdevano nell’aria in una danza armoniosa.
La Gouenji si diresse verso lo spirito, che aveva preso nuovamente le sembianze di un bambino, e lo notò che teneva gli occhi rivolti verso lo specchio d’acqua. Seguì il suo sguardo, e sentì un improvviso tuffo al cuore quando vide l’inconfondibile chioma bionda –che rimaneva sollevata in modo alquanto inspiegabile- del suo adorato fratellone che, seduto con i gomiti sulle ginocchia, fissava quella che la bambina riconobbe essere se stessa sdraiata in un letto d’ospedale.
- Onii-chan…- sussurrò Yuuka, la voce strozzata dall’emozione, e Shuuya sollevò il viso, come richiamato dall’istinto: per un attimo, la Gouenji fu certa di vedere il bagliore di una lacrima illuminare quegli occhi color fondente che i due fratelli avevano in comune.
Un secondo dopo un sassolino si infranse nell’acqua, facendo dissolvere l’immagine. La castana si voltò di scatto, irata, ma la sua espressione si tramutò in stupita al sorriso quasi innocente dell’altro.
- Dovevo attirare la tua attenzione.- disse Atsuya, apparentemente disinteressato, per poi abbassarsi lievemente. – Ti manca molto?- domandò, puntando lo sguardo ghiacciato in quello della bimba, che annuì. Sorrise ancora.
- Bene. Allora l’uscita è quella.- disse, ed indicò davanti a sé l’arco che prima Yuuka tentava di raggiungere. Quella seguì la direzione indicatale, fissando poi la fitta coltre di nebbia che vi era dietro. Fece per muovere un passo, poi si voltò: ad attendere i suoi occhi, un bel diciassettenne con le mani in tasca la osservava.
- Atsuya.
- Sì, piccola?
La bambina sbuffò. – Noi… Ci rincontreremo?
Il rosa mise su una smorfia. – Mh, non so. Ma sappi che ti preferisco con i capelli castani.
- Cosa?
Il ragazzo sorrise, abbassando il capo un istante. – Nulla, lascia perdere. Yuuka?
La bambina arrossì leggermente. – Sì?
- … Aspettami.
- M-ma…- balbettò, però venne distratta da un piccolo cenno del diciassettenne, che le fece abbassare lo sguardo sull’acqua. Con non poca sorpresa vide, al suo posto, l’immagine di una che poteva avere sì e no quindici anni, e che portava i capelli rosati raccolti in due trecce basse.
Senza parole sollevò nuovamente il viso e, in un attimo, si sentì attirata da due braccia all’altezza del bacino, mentre un paio di labbra calde e morbide si sovrapponevano alle sue.
Dopo nemmeno un attimo, un turbinio di vento e petali profumati li avvolse. Quando riaprì gli occhi, la castana si ritrovò davanti all’uscita di quel luogo onirico, che l’aveva ospitata per tanto tempo e, con rinnovato stupore, notò di essere tornata quella di prima.
Sospirò, prima di voltarsi ed abbandonare definitivamente il giardino ed oltrepassare l’arco in muratura che l’avrebbe ricondotta nel mondo. Dal suo fratellone e dal suo papà.
Alle sue spalle, sorridendo, un ragazzo sussurrò, in modo che solo lei lo sentisse.
Aspettami.
 
*Angolo autrice*
Ok, sono consapevole di avervi rovinato gli occhi e il cervello, perdonatemi, ma DOVEVO FARLO.
Perché Kiiko-senpai lo sa che conta il pensiero, e io ci ho riflettuto molto.
Ed è un miracolo che sia riuscita a scrivere e pubblicare in tempo, quindi mi merito un po’ di comprensione uwu
Adesso vi spiego quel che avrete già capito:
-Yuuka è in coma, in un luogo che rappresenta il suo essere: un giardino con altalena, ci sta bene no? Più la sakura…
-arriva Atsuya, che è il suo ‘angelo custode’ e le rivela qualche cosa sul suo futuro (che lei ufficialmente dimenticherà, almeno nel mio HeadCanon, ma resterà una traccia nella sua memoria)
-Atsuya la bacia –scusate, era AtsuYuuka e.e-, ma per non farlo sembrare un pedofilo ho sfruttato il fatto che era tutto nella mente di Yuuka u.u
Adesso parlo con la senpai.
Cara Anna, spero che la OS sia stata di tuo gradimento. L’avevo immaginata tipo un mesetto fa, e l’ho dovuta scrivere per il tuo compleanno. In realtà i motivi per cui te la dedico sono tre:
- Innanzitutto ti voglio bene, chè sei la mia senpai e sopporti le mie richieste strane (?). E le mie stupidaggini.
- E' il tuo compleanno
- La crack l’hai inventata tu, ed era la prima volta che scrivevo una ff su tale pair
Quindi spero davvero ti sia piaciuta, o almeno di non aver sbagliato qualcosa nella caratterizzazione.
Beh, ancora tanti auguri C’: il resto te l'ho già detto, no?
Adesso vi lascio, altrimenti finisco che non pubblico!
Ah, a tutti voi che avete letto: grazie mille, vi sono grata!
Un abbraccio al profumo di anice (???)
Maddy~
  
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