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Autore: foxfeina    02/05/2008    5 recensioni
Dieci anni… Sono molti. Sembrano quasi infiniti. Dieci anni di dolori e rimpianti, di disperazione e rassegnazione. Tutto inutile: non tornerai.
Il dolore e i rimpianti di Severus dopo aver visto Harry, al primo anno ... Spoiler 7° libro.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dieci anni… Sono molti. Sembrano quasi infiniti. Dieci anni di dolori e rimpianti, di disperazione e rassegnazione. Tutto inutile: non tornerai.

Chiudo gli occhi, nel buio della notte, cerco di ricordare il tuo viso dai tratti perfetti ed angelici, la tua bocca sempre aperta in un sorriso... quegli occhi…quegli occhi maledetti.

Ricordo i tuoi capelli infuocati, mossi lievemente dal vento, la tua mano delicata che li rimetteva in ordine…ricordo l’espressione del tuo viso mentre ti perdevi tra i tuoi pensieri impossibili da rincorrere, mentre ti lasciavi andare ad una profonda risata…

Ricordo il suono della tua voce, soave ed armonioso, mentre teneramente mi raccontavi ogni minuzia di ciò che ti accadeva di giorno in giorno. Ne gioivo, stupidamente forse. Tutte le mie giornate ruotavano intorno a quei pochi momenti in cui potevo stare ad ascoltarti, ad ammirarti in tutta la tua superba bellezza.

Ricordo le tue lacrime e il tuo sconforto, quando ti sentivi sola, quando avevi paura di non essere all’altezza, il tuo corpo tremante tra le mia braccia rigide…eri solo per me in quei momenti, eri te stessa, completamente. Ed era in quegli istanti che le mie speranze, i miei sogni, venivano alimentati… Ti ho dato tutto il mio amore, la mia vita, fino all’ultima goccia di questo sangue impuro.

Ricordo la tua espressione di rabbia e delusione mentre capivi che le nostre strade si stavano separando…ricordo le tue parole come un pugnale che mi colpisce dritto al cuore, più a fondo ogni secondo che passa.

Ricordo il freddo di una notte d’Ottobre. La notte in cui ho perso me stesso, le mie motivazioni per esistere. Avevi ragione, come sempre… ho sbagliato. Ho sbagliato tutto, Lily. Ho seguito i nomi, le ambizioni e le promesse. E ho perso te. Ti ho persa per sempre.

Ho perso la tua dolcezza, il tuo sguardo da bambina, la semplicità con cui riuscivi ad affrontare ogni cosa. Ma perché, Lily? Perché? Tu hai scelto lui… Perché lui?

Ti ho donato tutto me stesso, ogni cosa che avevo, ogni parte di me sarebbe stata tua ad un tuo solo sguardo. Ti avrei protetta. Forse saresti qui tra le mie braccia adesso, angelo in questo mondo buio.

Potrei stringerti e cullarti, sussurrarti parole dolci mentre ti accarezzo i capelli… Potrei sfiorare la tua pelle liscia e sentire il tuo odore di fiori.

Ma non ci sei… hai scelto chi ti ha sempre e solo trattata come un trofeo da ottenere, una bambolina in palio per il primo classificato. E ti ha avuta. Ha avuto il premio più ambito, nonostante la sua arroganza, la sua prepotenza, il suo egocentrismo. Perché sei stata cieca davanti ai suoi difetti ma non hai voluto perdonare i miei errori? Cosa ti ho fatto mancare, Lily?

Oggi l’ho visto, sai? La tua creatura… E’ identico a lui, identico a Potter.

Ma gli occhi… l’ho guardato solo un istante, lo giuro. Eppure mi è sembrato di tornare indietro, quando i nostri occhi si allacciavano e ci comprendevamo con un solo sguardo. Quegli smeraldi ricchi di emozioni e profondità, gli stessi che ho trovato sul viso di un bambino spaesato, questa sera, non smetterò mai di ricordarli, per quanto il ricordo possa affievolirsi ogni giorno, per quanto le lacrime ed il dolore mi offuschino la memoria ogni maledetta volta.

Dischiudo gli occhi, guardo il nulla, il buio assoluto che mi si para davanti. La mia mano sfiora il cuscino freddo che giace accanto al mio, nel posto vuoto al mio fianco. Quel posto che tu non occuperai mai. Le mie palpebre, bagnate da lacrime amare e dolorose, tornano a chiudersi. Stringo il pugno sulle coperte, mentre a fatica riesco ad entrare nel mondo infinito dei miei sogni, un mondo in cui, silenzioso, resto sdraiato all’ombra di un salice, ad accarezzare la rassicurante figura di una splendida cerva.

   
 
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