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Autore: lauramelzi    26/11/2013    3 recensioni
Il direttore delle prigioni Sebastian Craven ha tutto: affascinante e viziato, conduce un'esistenza privilegiata ed è riconosciuto da tutti come il celebre capo degli agenti di Korck.
Nelle campagne della periferia londinese, Allison Jones passa il tempo a scattare foto artistiche e leggere le storie che fanno sognare. Considerata da tutti "strana" è esclusa da tempo dal villaggio vicino. Una mattina dei poliziotti la prelevano e la portano in tribunale: la sorella Jessica è stata uccisa e tutti i sospetti ricadono su di lei.
Scortata nelle prigioni di Korck, la ragazza timida, semplice e innocente, entra nel mondo pericoloso di Sebastian Craven, e qualcosa di nuovo sconvolgerà la vita della giovane Allison
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Allison senti chiaramente un fischio risuonare per il corridoio, forse la sveglia visto che era mattina.
 
Non aveva chiuso gli occhi quella notte, a ogni rumore sobbalzava nel lettino stretto e si ricopriva con il lenzuolo leggero fin sopra i capelli.
 
Percepiva fruscii e spostamenti e ciò la terrorizzava.
 
Non aveva più pianto, ce l'aveva fatta, era rimasta immobile al passare delle ore, troppo spaventata da chi si sarebbe ritrovata davanti aprendo gli occhi nel buio.
 
Piano si tolse il lenzuolo grigiastro come le pareti e si alzò.
 
Non le avevano dato ancora un paio di scarpe, notò con delusione che tutte le altre detenute portavano dei mocassini.
 
Il pavimento era gelido e allison ritirò subito i piedini sul letto al caldo che si era creata.
 
Si portò le mani al viso, stropicciandosi gli occhi sicuramente incorniciati da un paio di occhiaie.
 
I capelli erano una massa informe, aggrovigliata ma ancora lucente.
 
Se c'era una cosa resistente della ragazza erano proprio i suoi capelli. Lentamente cercò di ditricarli portandosi le dita a mo' di pettine tra la chioma.
 
Dopo un po' di fatica i suoi capelli erano ritornati lunghi e lisci. Sorrise contenta di aver ottenuto almeno una piccola vittoria contro quel posto orribile.
 
Allison notò la vecchia nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata la sera prima e la cosa la inquietò. Proprio mentre la osservava, la vecchia aprì gli occhi gelidi e Allison balzò indietro verso il muro, portandosi la ginocchia al petto.
 
La vecchia emise una risatina sinistra.
 
La ragazza deglutì e si diede della stupida mentalmente.
 
Si aggiustò la divisa e appena finì, una guardia la scortò nei bagni.
 
Allison si guardò allo specchio rovinato. I capelli erano lucenti, il viso pallido, le occhiaie erano accentuate dal mascara colato.
 
Aprì il rubinetto e fece scorrere l'acqua fredda sulle dita, poi si sciacquò il viso e le sembrò di assumere una tempra vitale che le mancava da un po'.
 
Era chiaramente sciupata, ma le occhiaie erano quasi sparite.
 
Le labbra erano ancora rosse dopo averle morse tutta la notte in preda all'ansia.
 
Non aveva bisogno di fare la pipì, così uscì con un cenno della guardia.
 
La condussero insieme alle altre detenute dopo dieci minuti verso una mensa enorme.
 
Centinaia di piccoli tavolini punteggiavano la stanza, poco distante un piccolo buffè era amministrato da donne in divisa con aria rude.
 
Ai quattro angoli della mensa si trovavano uomini armati con pistola nella fondina.
 
Allison deglutì spaventata.
 
Si avvicinò esitante al cibo, lo stomaco era vuoto da ormai un giorno perché con la storia del tribunale non aveva neanche mangiato.
 
Prese un vassoio e lo porse alla donna in divisa che senza guardarla nemmeno, lo afferrò e lo riempì di purè, una specie di spezzatino freddo e brodo con pastina.
 
Allison si guardò in giro... e ora? Dove si sarebbe dovuta sedere?
 
Notò che le altre detenute si siedevano dove volevano, chi in gruppo, chi da sola.
 
Le guardie erano completamente indifferenti.
 
Così con il vassoio in mano, Allison si diresse incerta verso un tavolino all'angolo, isolandosi da quel baccano.
 
Alcune detenute scherzavano, altre mangiavano semplicemente.
 
La ragazza abbassò gli occhi sul piatto, puntando lo sguardo verso quella poltiglia acquosa che qualcuno osava chiamare "brodo con pastina".
 
D'un tratto si vide volare di lato un pezzo di pane, che andò dritto a colpire la detenuta nel tavolino difronte al suo. Questa, con occhi furenti, alzò lo sguardo su Allison che la guardava spaventata.
 
Il baccano cessò, ora solo il silenzio.
 
"Tu.." iniziò lentamente quella minacciosa sollevandosi in piedi e lasciando che la sedia cadesse con un tonfo al pavimento.
 
La ragazza diventò pallida e si indicò con un dito "I-io?" chiese in un sussurro
 
"Come osi novellina?" la donna la squadrò come un pezzo di carne e Allison iniziò a tremare
 
"Io non ho fatto niente" disse scquotendo la testa mentre quella si avvicinava
 
La detenuta sollevò una mano e prima che la ragazza potesse difendersi, le diede una spinta che la fece cadere all'indietro.
 
Allison sbatté la testa e la stanza le parve girare. mentre rimetteva a fuoco la vista, sentì una voce maschile, come ovattata, che ordinava il silenzio.
 
Si tirò su con difficoltà di equilibrio, e si ritrovò davanti il direttore che la fissava furioso.
 
Cristo!
 
Allison tenne lo sguardo fisso nel suo, finché un giramento di testa la obbligò ad appoggiarsi al tavolo.
 
Il direttore rimase impassibile, e comunque non mosse un passo per aiutarla.
 
Che si aspettava d'altronde... come la prima volta!
 
"Esigo una spiegazione" disse con calma, anche se vi si poteva vedere chiaramente una velata minaccia tra quelle parole.
 
Allison lo guardò di sfuggita. Perché teneva lo sguardo fisso nel suo? Tutti avevano visto che era stata la detenuta a darle una spinta, lei non aveva fatto niente!
 
Aprì la bocca per difendersi ma la donna la precedè.
 
"Questa novellina mi ha tirato del pane, io ho semplicemente reagito!"
 
Per poco la mia mascella non toccò terra.
 
"Io.." per la seconda volta in meno di cinque minuti Allison non riuscì a terminare la frase, che una sberla la colpì in pieno viso.
 
Cadde a terra per la forza di quell'atto inaspettato.
 
La guancia le bruciava.
 
Gli occhi le si riempirono di lacrime ma le ricacciò indietro a forza.
 
Portò le mani vicino al viso per rialzarsi, ma il ragazzo la afferrò per i capelli
 
Allison trattenne un gemito di dolore
 
"Ascoltami bene, non voglio problemi nella mia prigione" le sussurrò all'orecchio
 
la ragazza rabbrividì terrorizzata, non azzardò neanche una parola
 
"è chiaro??" le sussurrò tirando i capelli con più forza.
 
Allison a terra, con l'adrenalina che le scorreva nelle vene, sembrava aver perso la capacità di parola. Era paralizzata dalla paura. Il ragazzo si innervosì ulteriormente.
 
"Non è stata lei a tirare il pane" disse una voce da sinistra.
 
Allison notò a fatica che la vecchia della cella difronte si era alzata e l'aveva.. difesa?
 
La presa del direttore non si affievolì, ma nemmeno aumentò.
 
"Dice il vero?" chiese a voce alta e autoritaria mentre scrutava i visi delle detenute.
 
Una ad una annuirono e la presa aumentò per un secondo poi scomparve.
 
Allison si lasciò cadere sul pavimento duro, stremata da tanta violenza.
 
Sentì uno "sciocca" provenire dalle labbra del ragazzo e irrigidì la mascella.
 
"Lo sciocco qui è solo lei che non mi ha lasciato nemmeno spiegare!" gli urlò contro adirata
 
Sebastian spalancò gli occhi, sorpreso dalle parole della ragazzina.
 
Solo dopo averle appena pronunciate, Allison si rese conto di essersi appena cacciata in un casino.
 
 
 
 
Che ne pensate? è un po' cortino lo ammetto, spero comunque che vi sia piaciuto!^_^
e non menatemi Sebastian, seppur irascibile e freddo non è come sembra 
un beso
lalla
 
ps fatemi sapere<3
  
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