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Autore: _shebelieves    26/11/2013    0 recensioni
«Forse i suoi occhi avrebbero potuto farlo, o il suo sorriso.
Si, l’avrebbero sicuramente fatto tremare più di una notte invernale, quel sorriso e quegli occhi.»
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pelle calda del ragazzo venne a contatto con le mattonelle di ghiaccio, andando piano piano a raffreddare tutto il corpo, percuotendolo di brividi e tremiti ben visibili. Tremava sempre lui, anche quando non aveva freddo, anche quando non era agitato. Tremava col pensiero, costantemente. Tremava perché quei pensieri non gli davano pace, perché gli facevano passare le notti in bianco, perché non riusciva a far altro se non versare lacrime su lacrime nel tentativo di scacciarli. Tremava perché ricordava ancora il panico dipinto sui volti delle persone, perché non aveva dimenticato. Ma in fondo come avrebbe potuto?

Forse nulla come l’aria rigida di una notte di dicembre sarebbe riuscito a farlo tremare di più. O forse si? Forse i suoi occhi avrebbero potuto farlo, o il suo sorriso.
Si, l’avrebbero sicuramente fatto tremare più di una notte invernale, quel sorriso e quegli occhi.
E sorrise a sua volta, ripensando al loro primo incontro e a come il suo cuore aveva preso a tremare non appena i loro sguardi si incrociarono, mentre si stringeva nella sua sciarpa camminando nella neve.
Era stato bello, il loro primo incontro – romantico, avrebbe azzardato a dire, nonostante lui avesse ormai inserito nella categoria ‘romanticismo’ qualsiasi azione compiuta in sua compagnia.
Si fermò. Rimase immobile a fissare l’enorme cancello davanti a sé.
«Eccoci qui, di nuovo. Complimenti Styles.»
Parlare con se stesso era ormai parte della normalità per lui, come visitare quel posto.
Ci andava ogni volta che non riusciva a dormire, ogni volta che si sentiva debole, ogni volta che gli mancava, ogni volta che tremava.
Era lì ogni notte, tant’è che ormai i suoi piedi prendevano da soli quella direzione. Perché era di notte che pensava. Era quando chiudeva gli occhi e tentava di prender sonno che tutto tornava a galla. E allora lo sentiva, sentiva il bisogno di tornargli vicino, di parlargli, proprio come avrebbe fatto anni prima. Perché lui gliel’aveva promesso, gli aveva promesso di esserci sempre quando ne avrebbe avuto il bisogno. E così fu. Non se n’era mai andato, non da lui.
Varcò la soglia del cancello, camminò per una decina di metri, svoltando a destra subito dopo e lì si pietrificò, di nuovo. Tempo una frazione di secondo che il suo corpo tremò.
E lì, sulla terra bagnata, davanti a un pezzo di pietra, davanti a quella foto, crollò. Lì le ginocchia urtarono il suolo assieme ai palmi ghiacciati delle sue mani. Lì le lacrime vennero giù a fiotti. Lì il tremore prese il sopravvento su di lui. E sempre lì, si sentì sfiorare una spalla prima e cingere la vita dopo, come ogni notte oramai.
Si lasciò stringere, si lasciò cullare, si lasciò sussurrare parole dolci all’orecchio senza cercare di fermare le lacrime o il tremore del suo corpo.
Nessuno avrebbe potuto dire per quanto tempo andasse avanti tutto ciò, neanche lui.
Erano molte le cose che non sapeva, poche quelle che si chiedeva, troppe quelle alle quali la risposta era sempre la stessa. Ovvero, un nome. Cinque lettere. Nome che non pronunciava mai, se non nella sua testa. Nome che non voleva sentir pronunciare da nessuno, se non dalla sua stessa voce. Nome per cui era impazzito, letteralmente, senza rendersene conto. Nome per cui si ritrovava ogni notte a piangere su una lapide e si svegliava ogni mattina nel suo letto, con le finestre aperte e le coperte rimboccate a dovere. Si svegliava e sorrideva, tutte le mattine. Preparava i pancakes per due, lasciandone un piatto colmo sul tavolo della cucina ogni volta che usciva, sperando, prima o poi, di tornare a casa e trovarlo vuoto. Ma questo, ahimé, non accadeva mai.
E così il ciclo ripartiva.

Era così che Harry Styles si teneva in vita.
Grazie a quei sussurri, a quelle carezze, a quegli abbracci che lo sfioravano ogni notte.
Grazie ai suoi ‘’ti amo’’, ai ‘’non mollare’’, ai ‘’sarò sempre con te’’.
Era così che Harry Styles tremava veramente.



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note
Evito di dire il solito "nella mia testa era molto meglio" anche se l'ho appena fatto.
Anyway, spero piaccia a qualcuno:)
  
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