Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: _Naira    26/11/2013    2 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pov  Naira

“Nairaaaaaaa! Svegliati! Devi andare a scuola!”
“si, mamma, 10 minuti.” Risposi ancora semiaddormentata.
“chicca sono le 7 meno 10!” oh, ca**o avevo 10 minuti per alzarmi, lavarmi i denti e la faccia, vestirmi e preparare uno straccio di cartella. Riuscii tuttavia a tardare di soli 5 minuti, salita in macchina misi le cuffie e la musica, partirono le prime note e la prima strofa le seguii:
-  Give me love, like her Cos lately I've been waking up alone The pain splatter tear drops on my shirt… And that  I find my corner…-

(dammi amore, come lei, perché ultimamente mi sveglio solo, il dolore spruzza lacrime sulla mia t-shirt, e troverò il mio angolo.)

In un istante il mio pensiero volò a Enrico, chissà che stava facendo.. decisi di cercarlo su Facebook, avevo solo un problema: non sapevo il suo cognome; pregavo nell’’immagine profilo, niente, neanche uno che ci assomigliasse minimamente. Persa fra musica e pensieri non mi accorsi di essere arrivata a scuola,spensi la musica, salutai mia mamma e scesi per un’altra giornata in quella galera, iniziai a salire le scale quando Ale mi bloccò.
“dobbiamo parlare!” mi disse serio.
“Buongiorno, sto bene grazie per avermelo chiesto.” Risposi ironica entrando nell’androne e lanciando la cartella contro un muro.
“non scherzare, mi sono arrivate voci che non mi piacciono.”
“che voci scusa?!” chiesi curiosa.
“Tu ed Enrico, alla Transumanza, avete fatto zinzin?!”
“minchia, oh, è successo ieri e lo sai già?! Chi te l’ha detto?”
“lui! Naira sta attenta, come amico è fantastico, ma con le donne è uno stronzo!” mi avvertì, non lo ascoltai.
“lo so che per lui era una botta e via.”
“come fai a saperlo? Te l’ha detto lui?!”
“no, gliel’ho letto negli occhi.”  Dissi a malincuore abbassando lo sguardo.
“amore miooo! Com’è andata la festa?” Ambra interruppe i nostri discordi.
“amore! Bene dai, dopo ti racconto.” Cercai di mantenere una certa allegria nella voce.
“dimmi, dimmi!” concluse con voce squillante, a quel punto le raccontai tutto.
“amore non dirmi che ti piace!”
“no, non proprio.” Risposi poco convinta.
“si, ti piace!” sentenziò sorridendo.
Non ebbi il tempo di controbattere perché la campanella annunciò l’inizio delle lezioni, salendo le scale bloccai Ale e gli chiesi il cognome di Enrico, lo cercai su Facebook e decisi di aggiungerlo agli amici.

Pov Enrico

Stavo lavorando quando il mio telefono avvisò che avevo una notifica Facebook, chi poteva essere alle 8 di mattina?! Guardai, un nome astruso voleva aggiungermi agli amici, guardai il profilo e capii che era lei, era quella ragazza che fino a ieri sera avevo fra le braccia, quella ragazza che era in grado di farmi impazzire con uno sguardo, guardavo quella foto che la ritraeva con la testa appoggiata alla sua mano e lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi truccati erano ancora più magnetici. 

 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=360563967352812&set=a.102983263110885.3934.100001976352418&type=1&theater

Non sapevo se accettarla o no, non volevo affezionarmi a lei e soffrire di nuovo, non volevo fare la fine di mio padre quando mia mamma se ne andò, lui era stato forte per noi, ma ne soffriva ancora, no, non l’avrei accettata, dovevo dimenticarla.

Pov Naira

Decisi di scrivergli: “scusa se mi permetto di scriverti, ma ti volevo solo ringraziare per avermi sopportato questi due giorni.. Grazie ancora ciao...”  era un messaggio abbastanza accettabile. 
Passò un giorno e di una sua risposta neanche l’ombra, stavo mangiando svogliatamente un piatto di pasta quando il mio telefono squillò, il mio cuore iniziò a battere impazzito, lo aprii e lessi: “ciao.. scusa ma non avevo letto i messaggi non è che non mi interessa niente è che io adesso storie non ne voglio avere..” ecco ora il mio cuore si era frantumato in milioni di pezzettini. 
Tuttavia risposi: 
“Comunque non possiamo almeno essere amici?” 
Dopo pochi minuti mi arrivò la sua risposta:
 “si certo ci manca!! dai mi puoi spiegare magari mi dai un consiglio.” Beh, tanto stronzo non era alla fine. 
“spiegarti cosa?  mi accetti? se no rimuovo la richiesta.”
“forse x il momento è meglio di no xk la ex poi mi rompe l'Ha presa un po male e aspetto un attimo x non farla star male dato che gli da fastidio tutto.” Mi spiegò. “ahhhh beh dai, meglio del mio che rompe i coglioni ogni santo giorno e una settimana fa' mi voleva mettere le mani addosso...”
“ahahaa dagliele te prima che lo faccia lui..” stavamo parlando civilmente, ancora non ci potevo       credere.
“non è così semplice sai.” Conclusi, sperando in una sua risposta, non arrivò.


Pov Enrico

Mi ero ripromesso che avrei dovuto dimenticarla e che stavo facendo? Ci stavo parlando. Non andava bene, mentre pensavo a ciò che avrei potuto dirle mi arrivò un suo messaggio: “non è così semplice sai.” Ecco, ora ci mancava pure non so chi a complicare le cose! Non le risposi, mi obbligai a non risponderle, dovevo continuare ad essere lo stronzo che se ne sbatte di tutti, non potevo crollare, lei aveva la capacità di farmi abbandonare quella maschera ed essere me stesso, non volevo far vedere a tutti che in fondo ero solo un ragazzo con il cuore un po’ammaccato. No! La gente doveva guardarmi passare e dire: “guarda che stronzo!”.
Cancellai la nostra conversazione, ma prima di farlo la rilessi un’ultima volta, notai che ogni traccia di ironia pungente che la caratterizzava era sparita, stava parlando seriamente e la cosa mi piaceva. Basta Enrico, basta! Mi urlai mentalmente schiacciando il riquadro: -elimina conversazione.- lei mi cercò ancora due giorni e mi obbligai, con non poca fatica ad ignorarla, lo so, mi stavo comportando da codardo, ma tuttavia non avrei saputo cosa dirle, mi leggeva l’anima e gli occhi fin troppo bene per essere una sconosciuta, cosa che mi terrorizzava perché avrebbe potuto capire che la mia era una maschera, avrebbe potuto conoscere i miei pensieri senza bisogno che le parlassi, no, non potevo permetterle di scavare affondo in me. Mi spaventava troppo, era meglio chiudere la questione all’inizio.

…………

Erano passati quattro mesi dalla loro ultima conversazione, nel frattempo Enrico si era fidanzato e mollato, invece in Naira cresceva sempre di più la convinzione che se ne fosse innamorata di quel ragazzo incomprensibile eppure così.. così.. Naira non trovava le parole per descriverlo, perché quando ci pensava le venivano i mente i ricordi che aveva vissuto in quei giorni e le venivano le lacrime agli occhi. Silvan la distolse dai suoi pensieri, quel ragazzo sempre allegro era appena entrato in classe con gli occhi gonfi di chi ha pianto. Pianto?! Che era successo? Decise di provare a chiederglielo, sicuramente le avrebbe risposto fottiti…
Invece le raccontò che un suo amico di soli 15 anni era morto qualche giorno prima e l’ultima cosa che gli aveva detto era stata: “dai matte, ti riprenderai e uscirai da qui.” Gli confessò che mentre glielo diceva aveva le lacrime agli occhi e aveva pianto tutta la notte perché sapeva che il suo finto sorriso insieme alle lacrime non erano bastate a convincere il ragazzino che gli aveva risposto dicendo: “siate forti ragazzi, io non uscirò da qui sulle mie gambe.” Il giorno dopo ci sarebbero stati i funerali, le chiese se lei e Dino avrebbero potuto accompagnarlo, lo chiese a lei, la sua prima ragazza, quella da cui non parlava da 4 anni. Naira lo abbracciò e gli disse che sarebbe stato un piacere accompagnarlo, sapeva che sarebbe stato durissimo quel giorno, ma non le importava, doveva essere forte per lui e per le altre persone che si sarebbero aggrappate a lei, come Ale. Mai più immaginava quanto sarebbe stata dura.

Pov Naira

Era il giorno del funerale, io Dino e Silvan avremmo saltato il pomeriggio a scuola e saremo scesi verso l’una, mi preparai a casa loro, misi una maglia, un paio di jeans e un cappotto rigorosamente neri, avremmo mangiato a casa di Silvan e suo padre e poi saremmo partiti da li tutti insieme. Quando arrivammo sul luogo previsto per la cerimonia rimasi stupita, ci saranno state minimo 600 persone, tra cui centinaia di ragazzi e ragazze, mi sentii male quando lessi un cartellone, c’era  scritto: -vai Matte! Insegna agli angeli a ballare. Ti vogliamo bene!- mi salì il magone a leggere quelle parole, era un ragazzino portato via dal mondo troppo presto. Mi aggrappai ad Ale che aveva le lacrime incastonate alle ciglia e cercai di confortarlo, entrammo, la cerimonia procedette normalmente fin quando gli amici del ragazzo salirono al microfono e iniziarono a parlare con voce rotta dal pianto, mi vennero i brividi a sentire quello che dicevano. Uscimmo e ci mettemmo quasi infondo a tutti, avevo bisogno di una sigaretta per mantenere la calma e non scoppiare anch’io, me l’accesi e passai il pacchetto ad Ale, facendo ciò alzai lo sguardo e davanti a me vidi Enrico. Mi ci vollero alcuni minuti per realizzare che fosse realmente davanti a me con gli occhi gonfi e lo sguardo perso nel vuoto, mi girai verso Ale per cercare di non cadere a pezzi e lui si girò a guardarmi, mi fissava con quei suoi occhi profondi e sofferenti, stavo impazzendo dalla voglia di abbracciarlo e sentirmi a casa. Rimanemmo cosi per una mezz’oretta poi ci dirigemmo al cimitero, era a un metro da me e mi guardava quando pensava che non lo vedessi, decisi di prendere il telefono e scrivergli: 
“esattamente 121 giorni fa' che sarebbero 4 mesi e 1 giorno è stata l'ultima volta che ti ho visto, che ho incrociato i tuoi occhi, che ho osservato il tuo sorriso, che ti ho accarezzato i tuoi capelli, la tua pelle e oggi dopo tanto tempo ti ho visto, eri a un metro di distanza, non mi hai neanche salutato, mi guardavi quando pensavi che non potessi vederti, e sono convinta che non ti aspettavi la mia presenza in una situazione del genere.. Vederti star male, realmente male e non poter starti vicino, abbracciarti, baciarti e dirti che andrà tutto bene, che passerà tutto mi fa' letteralmente impazzire... Tu non puoi sapere che significa amare una persona e non poterla avere... Non averla mai avuto, sognarla di notte e svegliarsi con la morte nel cuore accorgendosi di essere soli in un letto troppo grande... Tu ti sei dimenticato tutto quello che ci siamo detti, che abbiamo fatto.. Ma io no.. Non dimentico.. E non mi è ancora passata dopo tutto il male che mi hai fatto e che stai continuando a farmi... Non te ne rendi conto che forse per una volta nella tua vita c'è una persona che ti ama incondizionatamente, che farebbe qualsiasi cosa per te, basta solo chiedere, che non si stanca del fatto che la ignori... Quel maledetto giorno che sei arrivato sul cavallo bianco te lo ricordi? Io si... È il giorno in cui mi sono resa conto che il mio mondo era nei tuoi occhi castani... Cazzo quanto mi manchi... Non mi hai mai dato la possibilità di dimostrarti ciò che provo e so che non lo farai mai... Tutto questo mi uccide giorno dopo giorno, ma non te ne accorgi, perchè sei troppo impegnato a pensare che il mondo ce l'ha con te, che tutti ti pigliano per il culo... Non è cosi per me, ma non lo capirai mai.... Per il semplice fatto che non ti interessa...”
Gli inviai il messaggio e mi sedetti in un angolo a guardarlo.

Pov Enrico

Conoscevo quel ragazzino da un po’ di tempo, era il classico ragazzo che si fa voler bene da tutti, una brava persona, solare e pazza come tutti, la notizia della sua morte mi devastò, appena me la diedero presi istintivamente il telefono, avevo bisogno di parlare con lei, avevo bisogno di sentire la sua dolce voce per darmi pace, ma mi fermai, mi ero ripromesso che non l’avrei più cercata e avevo mantenuto quella promessa per 4 mesi, non potevo spezzarla ora. La stavo osservando di nascosto, non volevo farle vedere che mi importava di lei, la vibrazione del mio telefono mi distolse dai miei pensieri, lo presi dalla tasca e guardai la notifica di un messaggio, il numero era il suo, il mio primo pensiero vedendolo era che mi aveva beccato, poi lo aprii e tutto cambiò. Lessi tutto d’un fiato, mi aveva letto negl’occhi ancora una volta, dopo 4 mesi che non mi vedeva, non poteva immaginare quanto in quel momento avrei voluto averla fra le mie braccia, ancora una volta, quanto avrei voluto perdermi nei suoi occhi azzurri, quanto avrei voluto accarezzare il suo viso.. basta! Mi dissi mentalmente. Fanculo alle promesse che mi sono fatto, avevo bisogno di lei, aveva ragione lei non mi stava pigliando in giro, alzai gli occhi verso di lei, non c’era più, non era più seduta là. Mi misi a cercarla con lo sguardo, sembrava essere sparita, cercai di ricordarmi con chi l’avevo vista, cercai Silvan, era abbracciato alla sua ragazza che piangeva, quel loro amico era vicino a loro, Ale era, dov’era Ale? Di sicuro con Naira, presi il telefono e lo chiamai, non mi rispondeva, sicuro ce l’aveva silenzioso. Decisi di muovermi e iniziarla a cercare, dovevo parlarle, baciarla, stringerla, perdermi nei suoi occhi, ne sentivo il bisogno, non la trovai da nessuna parte. Tornai indietro sperando che fosse tornata, niente non c’erano neanche più Silvan, la sua donna e il loro amico, Ale invece mi stava venendo incontro. 
“dov’è?” chiesi forse troppo minaccioso.
“chi?” 
“Naira! Dov’è?” 
“Enry sei sicuro di stare bene, intendiamo la stessa Naira?” mi chiese preoccupato, certo, come biasimarlo un mese fa gli avevo urlato contro che non me ne frega niente di lei.
“si sto benissimo, ho bisogno di lei.” Risposi.
Ale mi guardò sbalordito, non avevo mai detto ho bisogno di lei con nessuna ragazza.
“è andata via, devono essere su per le 7 e si sta facendo buio.” Mi spiegò.
“nono, no, devo parlarle! Chiamala e dille di aspettare 5 minuti!”
“okok, stai tranquillo, mi spaventi.”
Digitò il numero sulla tastiera del telefono e se lo mise all’orecchio.
“stordita, sei già partita? Dimmi di no mi servi 5 minuti, ti prego!” disse il mio amico.
“ah, e dove siete?” 
“ah, capito, ok, vai tranquilla.” Si girò e mi fece segno che era già partita ed era lontano, gli feci segno di passarmi il telefono e non esitò a cedermelo.
“hey, Naira, ho bisogno di parlarti.” Dissi il più dolcemente possibile, nessuna risposta, silenzio, poi sentii dei singhiozzi e la chiamata finì. Mi sentivo male.

Pov Naira

La sua voce! Era ancora più bella dopo 4 mesi, scoppiai a piangere sentendola, mille ricordi affollarono la mia mente, non ce la facevo, buttai giù. Piansi tutto il viaggio di ritorno, cosa voleva da me? Perché dopo 4 mesi di silenzio si è deciso a parlarmi e la cosa fa dannatamente male?
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: _Naira