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Autore: EarthquakeMG    27/11/2013    2 recensioni
Sequel di Drawing.
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Zayn fece spallucce e si allontanò dal muro per poi entrare nella caffetteria, intravide con la coda dell’occhio l’altro seguirlo così prese posto in uno dei tavoli posti lontano dalla finestra e guardò il menù che la cameriera portò loro poco dopo, alla ricerca di qualcosa da prendere. La sua salivazione era ancora azzerata, aveva bisogno di qualcosa da bere ma soprattutto di qualcosa che placasse la sua ansia; apparire agitato era l’ultimo dei suoi desideri quel giorno.
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“Io ti invito ad uscire e tu presti più attenzione al menù che a me.” disse Louis con ironia. “Potrei offendermi.”
Il moro abbassò il menù e lo osservò per poi scuotere la testa.
“Controllavo se ci fosse qualcosa di buono.” si giustificò poi.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rendez-vous



Erano passate due lunghissime settimane e lui non era riuscito a comporre quel numero di telefono. Aveva provato più volte, aveva preso quel foglio tra le mani ed aveva letto e riletto quel numero di telefono così tante volte che ormai lo aveva imparato a memoria ma non era riuscito a fare quella telefonata; ogni volta che le sue dita si avvicinavano al cellulare sembravano venire scottate e si ritrovava a gettare quell’oggetto da qualche parte o a riporlo in tasca per poi sbuffare.
Non era mai stato bravo nel rapportarsi con la gente, di solito erano gli altri a prestargli attenzione, aveva passato la maggior parte della sua vita a rispondere a telefonate che i suoi corteggiatori gli facevano, molto raramente gli era capitato di dover chiamare qualcuno. Avrebbe voluto parlare con Louis, aveva voglia di rivederlo, di chiacchierare con lui e di vederlo sorridere; era stato uno dei pochi ragazzi ad averlo davvero colpito e -nonostante non volesse lasciarsi scappare quell’occasione- non riusciva a comporre quel numero, era come bloccato, impaurito da un qualcosa di sconosciuto perfino a lui che di ragazzi ne aveva conosciuti fin troppi. Dopo tutti quei giorni probabilmente il castano si era arreso, stancato e di conseguenza dimenticato di lui, quei pensieri lo rendevano irrequieto e vulnerabile; si stava lasciando scappare una delle occasioni migliori che gli fossero mai capitate a causa di una timidezza che non gli apparteneva, era asociale e introverso ma non era mai stato timido.
Perché Louis gli faceva quell’effetto?
Fu un Venerdì sera, mentre faceva zapping sdraiato sul suo letto, che prese il cellulare e compose quel numero di telefono, la salivazione sembrava essersi azzerata e i battiti del cuore erano accelerati; una parte di lui fremeva per sentire nuovamente quella voce, un’altra era impaurita dalla reazione che l’altro avrebbe avuto dopo tutti quei giorni.
E se si fosse veramente dimenticato di lui?
-Pronto?-
Sussultò quando sentì la voce flebile dell’altro, inspirò lentamente e provò a parlare.
-Louis?- lo chiamò.
Dopo qualche attimo di silenzio avvertì nuovamente la voce dell’altro.
-Zayn?- domandò l’altro speranzoso.
Il moro tirò un sospiro di sollievo; Louis l’aveva riconosciuto e lui ne era davvero felice.
-Sì, sono io.- rispose.
-Tu non hai idea di quante paranoie io mi sia fatto in questi giorni!-
La voce squillante dell’altro gli arrivò chiara alle orecchie e lo fece sorridere.
-Del tipo?- domandò curioso e divertito.
-Credevo che tu mi avessi preso per uno psicopatico, che non ti piacessi e che mi fossi illuso. Mi sono addirittura chiesto se baciassi davvero così male.- rispose quasi esasperato.
Zayn rise e scosse la testa, rilassandosi e mettendosi comodo sul proprio letto.
-No, no e no.- rispose poi. –Sono stato un po’…-
-Non dirmi che sei stato impegnato, potrei riattaccare- asserì minaccioso il castano.
-Okay. Non sono stato impegnato ma più che altro un po’ stupido.- affermò sincero.
Era sempre stato bravo a mentire ma sapeva di non avere abbastanza motivazioni per farlo proprio con Louis, quel ragazzo aveva atteso una sua chiamata per settimane e lui non poteva permettersi di compiere un errore stupido come quello; gli avrebbe detto la verità.
-Ottima risposta.- disse il castano divertito. –Adesso lo sei meno?- gli chiese.
-Molto meno.- rispose il moro con un sorriso.
-Dovrai farti perdonare, lo sai? Ti ho aspettato per due lunghissime settimane.- asserì Louis.
Nonostante parlassero già da qualche minuto Zayn non era ancora riuscito a capire se l’altro fosse arrabbiato con lui o se avesse messo una pietra sopra a tutta quella faccenda, il suo tono di voce sembrava molto quieto ed all’inizio il castano era apparso felice di parlargli, ma lui non poteva ritenersi del tutto tranquillo finché non avrebbe sentito Louis dirgli che era finalmente tutto apposto.
-Come posso farlo?- domandò allora.
Passò qualche minuto, in cui Louis rimase in silenzio e Zayn in attesa, con le gambe che si muovevano freneticamente e il labbro inferiore che veniva martoriato dai denti.
-Domani pomeriggio sei libero?- chiese, alla fine, il castano.
-Sì!- rispose il moro, forse addirittura con troppa enfasi.
-Ci vediamo domani, alle sedici, alla caffetteria vicino al parco. Va bene per te?-
-Va benissimo. Allora a domani?- domandò titubante Zayn.
-Sì, a domani. Buonanotte!- rispose Louis.
-Buonanotte.- disse il moro per poi riattaccare e poggiare il cellulare sul letto.
Sospirò sollevato e si poggiò alla testiera del letto, chiudendo gli occhi e lasciandosi scappare un sorriso. Aveva creduto di non farcela, per un attimo si era ritenuto incapace di poter intrattenere una conversazione sensata con quel ragazzo, alla fine aveva invece sorpreso se stesso –e probabilmente anche Louis- ed era riuscito anche ad apparire cordiale. Non era ancora riuscito a capire che tipo fosse Louis, non era nemmeno a conoscenza di che cosa provasse per lui, non sapeva se il castano fosse interessato a lui o se fosse soltanto incuriosito dal suo aspetto misterioso e dalla sua passione per il disegno; qualsiasi cosa provasse per lui doveva però essere qualcosa di positivo, nessuno sarebbe uscito con qualcuno che non gli suscitava sensazioni positive, no? Con la mente piena di quei pensieri spense la televisione, si mise sotto le coperte e poggiò il capo sul cuscino per poi chiudere gli occhi; dopo due settimane avrebbe rivisto il ragazzo bizzarro che si era ritrovato a ritrarre quasi per caso e non vedeva l’ora.
 
Il pomeriggio era arrivato fin troppo in fretta, così come la mattina, Zayn non si era neanche reso conto di essersi svegliato che si era ritrovato a passeggiare per le strade di una città che conosceva a memoria, con le mani sudate e i battiti del cuore accelerati. Quando lui arrivò Louis non c’era ancora così si poggiò al muro accanto alla porta ed attese, accendendosi una sigaretta.
“Dov’è finito l’artista trasandato che ho conosciuto al parco?”
Sorrise quando sentì la voce sorpresa di Louis, si voltò verso di lui ed alzò le spalle.
“Dovrebbe essere qui.” disse poi, indicandosi con le dita.
Louis rimase a osservarlo per qualche attimo, interdetto, a pochi passi da lui.
“Wow!” si lasciò sfuggire poi, avvicinandosi ancor di più.
“Wow?” domandò il moro curioso, inclinando il capo.
 “Solo wow.” disse il castano, continuando ad osservarlo.
“Non guardarmi così. Mi inquieti.” si lamentò Zayn, arrossendo appena e distogliendo lo sguardo.
Gli occhi di Louis erano accecanti, avrebbero intimidito chiunque, ed il fatto che fossero puntati su di lui e che sembrassero non aver voglia di lasciarlo andare metteva il moro ancora più a disagio.
Louis scosse la testa e distolse lo sguardo dal suo, per poi scostarsi i capelli dal viso.
“Scusami.”
Zayn fece spallucce e si allontanò dal muro per poi entrare nella caffetteria, intravide con la coda dell’occhio l’altro seguirlo così prese posto in uno dei tavoli posti lontano dalla finestra e guardò il menù che la cameriera portò loro poco dopo, alla ricerca di qualcosa da prendere. La sua salivazione era ancora azzerata, aveva bisogno di qualcosa da bere ma soprattutto di qualcosa che placasse la sua ansia; apparire agitato era l’ultimo dei suoi desideri quel giorno.
“Io ti invito ad uscire e tu presti più attenzione al menù che a me.” disse Louis con ironia. “Potrei offendermi.”
Il moro abbassò il menù e lo osservò per poi scuotere la testa.
“Controllavo se ci fosse qualcosa di buono.” si giustificò poi.
“Come no.” ribatté il castano poco convinto, per poi guardare il menù a sua volta.
Ordinarono in fretta e dopo qualche minuto arrivarono le loro ordinazioni, poi il castano tornò ad osservarlo con sguardo curioso e quasi ammaliato.
“Credevo fossi più trasandato.” asserì, notando il suo outfit curato.
“Presto poca attenzione al mio aspetto fisico soltanto quando giro per le strade alla ricerca di qualcuno o qualcosa da disegnare, nelle altre occasioni invece curo il mio aspetto.”
Tutti coloro i quali lo conoscevano sapevano quanto tenesse all’aspetto esteriore, i suoi amici erano a conoscenza di quanto tempo impiegasse per vestirsi e per sistemarsi i capelli, gli ci volevano ore per ritersi soddisfatto del suo look e non usciva mai di casa se non era abbigliato alla perfezione. Soltanto quando andava in giro per le strade, con lo zaino in spalla ed il blocco da disegno tra le mani, si lasciava andare e indossava ciò che di più comodo aveva; trovava insensato abbigliarsi di tutto punto, la maggior parte delle volte si ritrovava poggiato ai muretti e sdraiato sui prati, non aveva alcun motivo per curare il suo aspetto quando doveva disegnare.
Louis annuì e prese in mano la propria tazza per poi soffiare sul thè bollente.
“Credevo non potessi essere più carino di come avevo notato al parco, invece mi sbagliavo.” disse con un sorriso.
Zayn sobbalzò ed abbassò lo sguardo, più in imbarazzo di prima.
“Grazie.” ribatté per poi dedicarsi al proprio cappuccino e rimanere in silenzio.
Un’atmosfera strana li circondava, un silenzio surreale ma anche piacevole, i due si limitavano a sorseggiare le loro bevande osservandosi di sottecchi con tante domande che vorticavano nelle loro menti e nessuna voglia di porle. L’atmosfera era la stessa di quel giorno al parco, solo che il blocco da disegno e la matita -questa volta assenti- non potevano giustificare i loro prolungati silenzi.
“Che mi dici di te?” domandò ad un tratto Louis.
Zayn alzò lo sguardo e poi fece spallucce.
“Che cosa vuoi sapere?” domandò a sua volta. “Non sono bravo a parlare di me.” disse poi, grattandosi la nuca, a disagio.
Non era mai stato bravo a parlare di sé, trovava molto più facile rispondere alle domande che gli venivano poste perché temeva ogni volta di esporsi troppo, spaziando su argomenti che agli altri non interessavano.
Louis sembrò pensarci su per un po’ poi poggiò la tazza sul tavolo ed il viso sulle mani.
“Chi sei, cosa fai nella vita, che ambizioni hai, qualcosa sulla tua vita sentimentale.” gli chiese.
“Mi farai fare uno sforzo disumano.” si lamentò il moro con una smorfia.
Il castano rise per poi alzare le spalle e metter su una finta espressione disinteressata.
“Devi farti perdonare, ricordatelo.” asserì.
Zayn sbuffò ed annuì per poi chiudere gli occhi, concentrandosi su ciò che avrebbe potuto dirgli. Nonostante fossero delle domande semplici, per lui era davvero difficile trovare le parole atte a far sì che non mostrasse quel suo lato un po’ strano ed incapace.
“Sono Zayn Malik ed ho diciannove anni. Ho finito il liceo artistico l’anno scorso e sono in anno sabbatico; l’anno prossimo vorrei andare all’accademia di belle arti e per ora mi diletto in lavoretti, aiutando i miei genitori alla bottega che gestiscono insieme. Una delle mie più grandi aspirazioni è fare il pittore ma non mi spiacerebbe neanche fare il fumettista.” iniziò, distogliendo lo sguardo dal viso dell’altro.
Con quello sguardo attento Louis lo metteva in difficoltà e quella era la prima volta che gli accadeva; era la prima volta che un ragazzo riusciva a metterlo così a disagio, di solito era lui che con la sua aura misteriosa e da cattivo ragazzo intimidiva la gente e la costringeva a fuggire via, non il contrario.
“Sono sigle da due anni ormai.” continuò titubante.
Non era sicuro di voler confessare a quel ragazzo appena conosciuto alcuni particolari della sua vita, non era sicuro che parlare di aspetti della sua vita che lui stesso non apprezzava fosse la scelta giusta ma lo fece; Louis gli piaceva e sapeva che mostrarsi per ciò che era avrebbe fatto la differenza, nel bene o nel male.
“In questo periodo mi ritrovo a soggiornare su di un letto diverso ogni fine settimana. Non sono un tipo da storielle, per me è tutto bianco o tutto nero.” concluse, tornando ad osservare l’altro.
Louis non sembrava per niente turbato dalle sue parole.
“Sei più piccolo di me, non l’avrei detto.” costatò sorpreso. “Sulle tue ambizioni avevo intuito qualcosa, ho avuto due intere settimane per rifletterci.” continuò con ironia, mentre l’altro alzava gli occhi al cielo e sentiva riaffiorare in sé i sensi di colpa. “La prima volta che ti ho visto non ti avrei preso per un rubacuori, dato il tuo abbigliamento, ma oggi posso dire che avrei dovuto aspettarmelo.” concluse con un sorriso.
Zayn lo osservò sorpreso, inclinando il capo.
Louis era riuscito a decifrare alcune sue caratteristiche, molti di quei particolari che la gente non riusciva a captare né a capire, si erano visti soltanto una volta e non avevano neanche parlato granché eppure quel ragazzo sembrava aver letto dentro di lui. Come c’era riuscito?
“Perché?” chiese, alla fine, curioso.
Louis alzò le spalle.
“Gli artisti da strada non rimorchiano facilmente, i bei ragazzotti sì.” rispose poi.
Zayn si ritrovò a ridacchiare e scosse la testa.
“I bei ragazzotti?” domandò ancora, poggiandosi allo schienale del divanetto.
Il castano annuì.
“I bei ragazzotti.” ripeté. “Immagino, però, che tu lo sappia già.”
 “Ne sono abbastanza consapevole, sì.” disse il moro annuendo. “Hai detto che sono più piccolo di te, tu quanti anni hai?” gli chiese.
A guardarlo Louis non sembrava più grande di lui, anzi, la sua corporatura minuta ed il suo viso dai lineamenti infantili lo facevano somigliare a stento ad un maggiorenne; non riusciva a credere che avesse addirittura qualche anno più di lui.
“Ventuno.” rispose il castano.
“Credevo fossi più piccolo di me.” disse poi Zayn. “Ti davo diciotto anni.” continuò. “Sei minuto.” concluse, titubante, sperando che l’altro non si offendesse.
“Sei il primo che me lo dice.” asserì Louis. “Che sono minuto, intendo. Di solito la gente si concentra su altro, è evidente che tu sia un artista.” continuò.
Zayn sorrise.
“Ho una fissazione per il corpo umano.” ammise. “Le proporzioni, i dettagli e tutto il resto.”
Louis finì il suo thè e sorrise per poi poggiare nuovamente la tazza sul tavolo.
“Ti va di andare a fare un giro?” gli chiese poi, cambiando repentinamente discorso.
Il moro finì il proprio cappuccino e annuì per poi alzarsi e recarsi alla cassa.
“Pago io.” asserì, lasciando il denaro al cassiere e beccandosi un’occhiataccia dal castano.
“Ma…” si lamentò Louis, una volta usciti dalla caffetteria. “Perché?” domandò poi.
Zayn fece spallucce, mentre l’altro gli si affiancava, per poi iniziare a camminare.
“Dovevo farmi perdonare, no?” domandò. “E poi è giusto che paghi io.” disse.
Louis lo osservò con una strana espressione sul viso, poi si aprì in una mezza smorfia.
“Questo significa che io sarei la ragazza della situazione?” gli chiese.
Il moro si lasciò scappare una risata e scosse la testa.
“L’hai detto tu.” rispose semplicemente.
“E’ quello che hai sottinteso.” ribatté il castano, guardandolo. “Di solito è l’uomo che paga, no? Io sarei la donna.” continuò. “Non mi spiace, però, ci sono abituato.” concluse.
Zayn si voltò ad osservarlo incuriosito.
“Ci sei abituato?” domandò.
Louis annuì.
“Sì. Diciamo che ho sempre fatto la parte della donna.” rispose poi senza il minimo imbarazzo.
“Saresti tipo il passivo della situazione?” gli chiese il moro, con un sorriso divertito sul viso.
Il castano rise ed annuì, passandosi una mano tra i capelli.
“Esattamente.” rispose. “Non volevo dirlo in modo così diretto ma è così.” continuò. “E dovresti tenerlo a mente.” concluse facendogli l’occhiolino e mettendolo, per l’ennesima volta, in imbarazzo.
 
Passeggiarono per parecchi minuti, in silenzio, e Zayn si morse la lingua più volte per mettere a tacere quelle domande che minacciavano di risalire lungo la sua gola; voleva godersi quei momenti accanto a Louis e rimaneva in silenzio perché temeva che dando voce ai propri dubbi avrebbe fatto scappare quel ragazzo disponibile e gentile, nonostante lui l’avesse ignorato per giorni interi. Si fermarono in un parco, proprio al confine tra il luogo adibito al passeggio e il parco giochi adibito ai ragazzini, poggiandosi ad una ringhiera un po’ arrugginita che dava su un piccolo stagno popolato da anatre.
Zayn si volse a guardare il ragazzo accanto a sé e lo vide intento ad osservare con un sorriso dei bambini che giocavano felici su un piccolo quadrato di sabbia, sorrise a sua volta nell’osservare quell’espressione così serena sul suo viso e sentì l’irrefrenabile voglia di toccarlo, anche soltanto sfiorarlo appena, per entrare a far parte di quel mondo che sembrava essere soltanto suo. Scosse la testa e sospirò, perdendosi a guardare i bambini giocosi e gli animali a passeggio con i loro padroni; non sapeva quale fosse la cosa giusta da fare così decise di aspettare che fosse l’altro, sin dall’inizio molto più coraggioso di lui, a fare la prima mossa.
“Come la prenderesti se ti dicessi che ho una voglia matta di baciarti?” domandò Louis, improvvisamente, continuando però a guardare il panorama davanti a loro.
Zayn sobbalzò e si voltò verso di lui per qualche attimo, poi tornò a guardare davanti a sé.
Per l’intera giornata aveva creduto di essere l’unico a provare quella strana voglia, gli bastava osservare il castano parlare per far ricadere il proprio sguardo sulle sue labbra ed aver voglia di baciarlo, nonostante fossero passate due settimane lui sembrava non aver dimenticato il sapore di quelle labbra che si erano poggiate sulle sue senza preavviso; aveva una voglia fuori dal normale di baciarlo e fu lieto di sapere che quella voglia non era soltanto sua.
“Come dovrei prenderla?” gli chiese con un sorriso, voltandosi ancora.
Louis alzò le spalle e rimase in silenzio, forse per la prima volta incapace di dire qualcosa.
“E’ strano non sentirti parlare.” asserì il moro, poggiandosi con la schiena alla ringhiera. “Quasi, quasi la cosa mi inquieta.” continuò, parlando più di quanto non avesse mai fatto.
Il castano si voltò verso di lui con un’espressione quasi confusa sul viso.
“Non so che dire.” asserì poi, arrossendo ed abbassando lo sguardo.
Zayn sgranò gli occhi e si aprì in un’espressione sorpresa per poi sorridere e avvicinarsi a lui.
Louis gli ricordò se stesso e si rese improvvisamente conto che lui e quel ragazzo apparentemente più spigliato e socievole di lui non avevano niente di poi così diverso, Louis nutriva i suoi stessi desideri e le sue stesse paure; l’unica differenza tra loro era l’avere due modi diversi di dimostrarlo. Fu proprio questa nuova consapevolezza a spingerlo ad avvicinarsi all’altro e a prendergli il viso tra le mani per poi alzarglielo e puntare il proprio sguardo sul suo; Louis si limitò ad osservarlo in silenzio, in attesa che compisse un gesto che – sapeva- lui per scelta non avrebbe mai compiuto.
“Come la prenderesti se ti dicessi che vale lo stesso per me?” domandò il moro a sua volta.
Il castano sorrise e gli passò entrambe le braccia attorno al collo, allacciandole dietro la sua nuca, per poi portarlo alla sua altezza e poggiare la fronte sulla sua.
“Tu non eri quello che parlava poco?” sussurrò, non lasciando scivolare via quel sorriso dalle sue labbra.
Zayn rise e poggiò le mani sui suoi fianchi, tastandoli con le proprie mani –veramente- per la prima volta.
“Sì.” ribatté, azzerando la distanza tra le loro labbra.
Entrambi si ritrovarono a sospirare quando le loro labbra si sfiorarono ancora una volta, Louis aumentò la stretta sul collo dell’altro e si mise in punta di piedi mentre Zayn saldò la presa sui suoi fianchi e lo avvicinò ancor di più a sé; le loro labbra si sfiorarono più volte, semplicemente, fino a quando entrambi non decisero di approfondire il contatto. Louis si ritrovò a gemere sollevato quando la lingua di Zayn sfiorò la sua, mentre l’altro sorrideva e lo poggiava alla ringhiera, mettendosi davanti a lui ed accarezzandogli la schiena.
Fu Louis a sciogliere il bacio, dopo minuti che non seppe contare, a corto di fiato, per poi sorridere.
“Ora va meglio.” sussurrò. “Santo cielo! Se tu non l’avessi fatto avrei perso la testa.”
Zayn rise e gli lasciò un casto bacio sulle labbra per poi stringergli la vita con entrambe le braccia.
“Tu ed io ci conosciamo da appena due giorni e siamo già qui a baciarci come una coppia di innamorati.” constatò divertito, rendendosi conto di quanto quella situazione risultasse fuori dal normale ai suoi occhi.
Louis annuì –condividendo la sua opinione- per poi allontanarsi da lui e poggiarsi nuovamente alla ringhiera, al suo fianco, lasciando vagare lo sguardo su quel panorama che aveva osservato mille volte ma che mai gli era sembrato così bello come quel giorno.
“Credi negli amori a prima vista?” gli chiese serio.
Zayn si limitò a osservarlo, rimirando il suo profilo e cercando di memorizzare ogni dettaglio che avrebbe poi potuto riportare su uno dei molteplici disegni che raffiguravano il suo viso; in quelle settimane aveva riportato su un foglio così tante volte le linee delicate della sua figura che ne era diventato quasi ossessionato, Louis era così bello che non riusciva più a fare a meno di disegnare il suo volto.
“No.” rispose poi.
Aveva sempre pensato che gli amori a prima vista fossero tipici dei film, credeva che per innamorarsi ci volessero giorni, mesi o addirittura anni; per lui l’amore era un sentimento che doveva essere coltivato, che richiedeva cure e tante attenzioni, non ci si poteva considerare innamorati di un semi-sconosciuto perché in questo modo si contribuiva a sminuire l’amore. Nonostante non si fosse mai innamorato e non fosse un tipo sentimentale sapeva benissimo che l’amore era un sentimento con un peso davvero rilevante nella vita degli uomini, parlare di amori a prima vista faceva sì che venisse sminuito e ridotto ad una semplicemente infatuazione passeggera.
“Allora non abbiamo una spiegazione a tutto questo.” ribatté Louis, sorridendo e voltandosi verso di lui. “Certo. E’ sempre possibile che tu ed io ci siamo già conosciuti in una vita passata e che io provi questa irrefrenabile voglia di toccarti, anche solo sfiorandoti semplicemente, soltanto perché in passato eravamo due amanti; magari nel periodo della rivoluzione francese. I francesi facevano la guerra e noi ci rotolavamo nella stalla.” continuò serio in viso.
Zayn lo osservò per qualche attimo, gli occhi sgranati e le labbra schiuse, sorpreso dalle parole dell’altro; scosse la testa e si lasciò andare da una risata, non riuscendo a credere che il ragazzo davanti a lui avesse davvero pronunciato quelle che parole e che, soprattutto, lui le avesse trovate azzeccate e plausibili.
“Magari io ero un Conte e tu il mio servo, probabilmente preferivamo le lenzuola di seta al fieno.”
Louis si aprì in una smorfia.
“La mia idea era più romantica.” ribatté, lasciando vagare nuovamente lo sguardo sul panorama.
“Cosa c’è di più romantico di un ricco Conte che cede il proprio letto ad un servo? E che preferisce passare le proprie notti con lui invece che con la donna più bella della città?” domandò il moro sorridendo.
Louis rimase a guardarlo per qualche attimo, poi gli prese il viso tra le mani e si avventò nuovamente sulle sue labbra, prendendolo per la giacca e tirandolo più vicino a sé. Rimasero immobili, in quella posizione, per parecchio tempo, con le labbra incollate ed i corpi a contatto; fu ancora una volta Louis a sciogliere il bacio, poggiando la fronte sulla spalla del moro e sospirando per poi lasciarsi andare ad un sorriso quando le mani di Zayn andarono a pizzicargli i fianchi e successivamente li strinsero con forza.
“Sei un artista, bello ed anche romantico. Dimmi, hai anche qualche difetto?” chiese il castano, facendolo ridere.
“Ho un caratteraccio, in realtà. Sono un brontolone, mi sveglio tardi la mattina e senza il mio caffè ristretto non riesco neanche a parlare al cellulare con qualcuno.” rispose Zayn, lasciando risalire le mani lungo il suo torace e mettendole sulle sue spalle, sorridendo nel notare la loro evidente differenza d’altezza.
Louis alzò le spalle, mettendo su un’espressione indifferente, e poi sorrise.
“Vorrà dire che prima di parlarti ti porterò un caffè.” ribatté.
Il moro rise, socchiudendo appena gli occhi e scuotendo leggermente il capo.
“Da dove sei venuto fuori tu?” domandò poi, spontaneo come poche volte in quella giornata.
“Mi avete comprato voi, Signore. Non lo ricordate?” rispose Louis, fingendosi sorpreso.
Zayn si avvicinò a lui, facendo sfiorare i loro nasi, con espressione seria.
“E’ stato l’affare migliore della mia vita.” sussurrò.
Il castano sorrise e lo baciò ancora una volta, poggiando il proprio corpo al suo e stringendosi a lui.
Soltanto in quel momento, con il corpo di Louis tra le braccia e la sua risata nelle orecchie, Zayn si rese conto che quell’incontro al parco aveva davvero portato nella sua vita qualcosa di nuovo. Gli era bastato uno stupido ed insignificante disegno per trovare una persona forse davvero adatta a lui; qualcuno di così diverso da lui da poter far funzionare tutto, qualcuno che avrebbe potuto riempire i suoi silenzi ed i suoi fogli di carta bianca. Non credeva negli amori a prima vista, a volte non credeva neanche che ci fosse qualcuno davvero perfetto per lui al mondo, ma per una volta decise di lasciarsi andare. L’amore forse non faceva per lui, forse non l’avrebbe mai trovato, ma quella volta volle credere che fosse proprio di fronte a lui perché Louis –ai suoi occhi- in quel momento sembrava l’unica persona che potesse farglielo davvero conoscere l’amore.



Note dell'autrice.

Hi guys!
Inizio dicendovi che non so perché sto postando questa OS. Io e la scrittura abbiamo un rapporto molto conflittuale in questo periodo e...beh, non riesco più a creare qualcosa che sia degno di nota e che io ritenga adatto ad essere pubblicato; sono qui soltanto perché ascoltare Midnight Memories mi ha portata a voler rivedere questa OS incompleta nel mio pc da mesi e a completarla nel /peggiore/ dei modi.
Per chi conosce "Drawing" (una OS che postai mesi fa) questa OS avrà -forse- molto più senso di quanto ne avrà per qualcuno che non sa di cosa io stia parlando; per chi volesse leggerla, comunque, questo è il link dell'OS a cui mi riferisco, del prequel di questa OS insomma. Ho già detto troppe volte OS, vero?
Avevo promesso questo sequel a qualcuno di voi e spero di avervi finalmente accontentate, anche se non nel modo che davvero volevo. Zayn e Louis si incontrano ancora, stavolta perchè entrambi lo vogliono, ed inizialmente il loro approccio non è dei migliori; Zayn è impacciato ed imbarazzato, pensa invece di parlare, e Louis si ritrova spiazzato e confuso dal suo comportamento. E' lo stesso Louis a fare un passo avanti, proprio come era accaduto in Drawing, e a confessare al moro ciò che entrambi tenevano nascosto dentro di loro per troppo tempo e...tutto è bene quel che finisce bene.
E' puro fluff quindi non ha una trama molto complessa. E' una Zouis, un'accozzaglia di emozioni e sensazioni che racchiude la visione che molte di noi hanno di loro.
Concludo qui la mia recensione, con l'ultimo punto della giornata:
Mi scuso uffialmente con chi seguisse "A Light In The Dark" per averla cancellata ma non potevo più andare avanti con la consapevolezza di avere qualcosa di incompleto che marciva nel mio accout di EFP; non so se riuscirò a concluderla ma se dovessi riuscirci probabilmente la pubblicherò nuovamente o troverò un modo per farvela avere. Questa è una promessa.
Spero che questo mio lavoro vi abbia almeno allietato la giornata.
Alla prossima, spero.
MG.



 
   
 
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