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Autore: Laylath    27/11/2013    1 recensioni
Una raccolta di ventuno voci, una per ogni lettera dell'alfabeto, relative al mondo militare di Amestris.
Grazie all'aiuto del nostro team preferito, e al "Manuale del perfetto soldato" faremo un percorso alla scoperta dell'esercito.
Le scene sono di diverso genere: drammatico, comico, serio etc etc.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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R come “Riserbo”

 
Perché un buon soldato dev’essere in grado di capire quali sono le occasioni in cui è necessaria riservatezza e riserbo. Un soldato sa quando agire, quando parlare e quando mantenere il silenzio.

 
 
Nonostante non fosse il maggiore di grado nella sua squadra, Falman sapeva di godere in qualche modo di una posizione privilegiata. Non perché ricevesse qualche trattamento speciale da parte del colonnello, assolutamente, ma perché grazie alla sua memoria perfetta era a conoscenza di informazioni e dettagli che avrebbero sicuramente messo nei guai molte persone.
Ma un’altra grande qualità di Falman era il riserbo: non si sarebbe mai permesso di usare queste informazioni per tornaconto personale e sapeva bene che il colonnello non l’avrebbe mai usato la sua persona a questo scopo, nonostante l’ambizione. Perché Roy Mustang voleva salire in alto, certamente, ma nonostante qualche volta andasse leggermente al di fuori della legalità, voleva farlo in modo pulito: quando gli chiedeva di cercare informazioni su qualcosa o su qualcuno, Falman era moralmente convinto di essere nel giusto e questo certamente era un grande sollievo.
La sua memoria era il suo più grande punto di forza: non voleva avere nessuna remore ad usarla con tutto il suo potenziale.
Ogni documento, ogni dossier che passava sotto le sue mani veniva accuratamente letto ed impresso indelebilmente nel grande archivio che aveva nella mente, pronto ad essere ritirato fuori al momento giusto.
Ci fu solo una volta in cui Vato Falman decise di non usare questa sua grande qualità e di mantenere un tipo di riserbo ancora maggiore di quello che in genere metteva in atto.
 
Fury era da poco arrivato in squadra, nemmeno due settimane, e si stava facendo delicatamente spazio tra di loro. Falman aveva imparato ad apprezzare quel ragazzino così timido, ma volenteroso ed in gamba e sembrava che anche con Havoc le cose iniziassero a migliorare, dopo un inizio non proprio incoraggiante.
Una sera stava rimettendo a posto la documentazione assieme al colonnello… era un rituale che facevano ogni quindici giorni, in modo da non accumulare pratiche da dover consegnare in archivio. Il tenente Hawkeye sapeva di potersi fidare di Falman ed anche il colonnello in quelle occasioni sembrava meno reticente del solito.
Si accorse che sotto una pila di documenti c’era ancora la cartelletta con la scheda personale di Fury che, lui stesso, aveva provveduto a reperire su ordine del colonnello. Prendendola in mano Falman ricordò tutte le informazioni in essa contenute… poche considerato che quel piccolo soldato era fresco d’Accademia.
Caratterialmente è una persona molto disponibile e pronta ad aiutare, ma ha dimostrato diverse difficoltà di integrazione sin dal primo anno d’Accademia…
Già, la parte sulle doti caratteriali… Falman si chiese per l’ennesima volta se la sua simpatia per Fury fosse in parte dettata da quanto aveva letto.
“Oh, quella… - commentò Mustang, vedendola – ecco dov’era finita. E’ così sottile che si era infilata tra gli altri documenti.”
Falman passò quella cartelletta così sottile al colonnello che aprì un cassetto della scrivania con una chiavetta. Il maresciallo si incuriosì: non l’aveva mai visto aprire quel particolare scomparto e più volte si era chiesto che cosa potesse contenere.
Vedendo il suo sguardo, Mustang sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi.
Era un normalissimo cassetto, molto in ordine considerato che c’erano soltanto cinque cartelle, sei se si contava quella che il colonnello aveva appena messo sopra le altre.
“Sono le nostre schede personali, Falman – spiegò Mustang con una scollata di spalle – certo, quella del piccolino è ancora sottile, ma sono sicuro che presto inizierà a diventare spessa come le altre. Forse conviene che la lasci in cima.”
Ma Falman non lo ascoltava: la sua mente aveva appena individuato cose che non aveva ancora letto e memorizzato. Per un suo particolare automatismo si stava già predisponendo a memorizzare ogni cosa e Mustang dovette accorgersene.
“Sono cose in teoria estremamente personali, a cui posso accedere solo io in quanto vostro superiore – iniziò, però poi ammise – Tuttavia forse è un bene che anche tu sappia queste cose… sei la memoria del gruppo e potrebbe tornare utile.”
Prese la scheda sotto quella di Fury e gliela passò. La scritta sul frontespizio diceva:
Colonnello Roy Mustang, Alchimista di Stato.
Falman la prese in mano, sentendo quanto era pesante e spessa e per una frazione di secondo fu tentato di aprirla: sapeva che dentro ci avrebbe trovato tanta guerra e tante morti… una carriera in fondo costruita sullo sterminio di Ishval. Meriti, avanzamenti di grado, eventuali insubordinazioni: c’era tutto il colonnello là dentro, eppure…
“Mi dispiace, signore… - si ritrovò a dire, porgendogli la cartella – ma sono cose che preferisco non sapere.”
“Perché?” gli chiese l’alchimista con un sorriso sincero riprendendola.
“Perché queste cartelle, per quanto contengano la nostra carriera, non parlano davvero di noi… lo so che è un discorso stupido, ma per lei e gli altri preferisco confrontarmi solo di persona e non con quanto leggo.”
Mustang gli posò una mano sulla spalla.
“E la scheda del ragazzo?”
“Quella è stata una sua richiesta, ma ora che Fury è parte della squadra so benissimo che in lui c’è molto di più di quelle due paginette che parlano dei suoi bei voti in Accademia e delle sue difficoltà relazionali. Sembra quasi un insulto ridurlo a quelle poche righe. E poi, se per il ragazzo possiamo fare questo discorso, considerato che è entrato in squadra da poco… per gli altri…”
“Sì?”
“Ecco… se e quando vorranno raccontarmi qualcosa sulle loro vicende passate, io ci sarò. E so che per loro è altrettanto. Ma non violerei mai la loro fiducia in questo modo... è una stupida forma di riserbo, lo so – ammise Falman arrossendo – ma per voi la ritengo giusta.”
Mustang sorrise:
“No, non è per niente stupida… a dire il vero la vostra carriera precedente al vostro arrivo da me preferisco dimenticarla. Non perché non sia importante, ma perché prima o poi la voglio sentire da voi stessi.”
E Falman ebbe un’ulteriore conferma della stima che provava per quell’uomo.
  
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