CAPITOLO
7
Something’s Changed
La
tua risata risuona cristallina
nella stanza, smorzata presto dai suoi baci impetuosi. In pochi istanti
vi
ritrovate nuovamente ad amarvi con tutti voi stessi.
Un
antipasto al lunner sta per essere servito
direttamente lì nel letto.
Riuscite
ad arrivare in cucina solo dopo aver fatto una tappa anche nel
bagno padronale, per una doccia refrigerante che è diventata
subito… bollente.
Non
ti sei mai sentita così.
Intendiamoci,
hai avuto le tue esperienze e ti è sempre piaciuto
sperimentare in quel campo, ma non ti è mai capitato di
provare un desiderio
così intenso per un uomo. E di stare così bene
con lui sin dalla prima volta.
Tutto questo ti riempie il cuore e l’anima di una sensazione
talmente potente
da lasciarti quasi stordita.
Il
lunner, dunque, è diventata una vera e propria dinner.
Castle ti
propone la sua favolosa pasta alla carbonara, sostenendo che avete
bisogno di
recuperare le energie spese nel corso dei round della giornata. L'atmosfera a
tavola è davvero piacevole.
Consumate la cena parlando poco, ma il gioco di sguardi vale molto di
più di
mille parole. Sembra che vi stiate studiando a vicenda.
Dopo
mangiato, vi spostate nel patio. Questa volta, però, ve ne
state
tutti e due sul divano. Ti sei accoccolata accanto a lui e pensi che
non ci sia
un posto più comodo in tutto il mondo. Rick è
seduto con le gambe allungate e
tu sei sdraiata, con la schiena appoggiata al corpo di lui e con le sue
braccia
che ti avvolgono e ti tengono al caldo. Una delle sue mani gioca con i
tuoi
capelli e l’altra ti accarezza distrattamente un fianco. La
tua parte razionale
però, quella che sei riuscita in qualche modo a tenere a
bada finora, riprende
il sopravvento.
Domani
è domenica e dovrai tornare a New York, mentre lui
rimarrà qui
per tutta l’estate.
Il
caldo di solito dà alla testa e i crimini violenti si
moltiplicano a
dismisura nel periodo estivo. Dio solo sa quando potrai avere di nuovo
due
giorni interi a
disposizione per stare con
lui. Che ne sarà di voi? Non hai mai avuto fiducia nei
rapporti a distanza, sai
che le cose alla fine non funzionano se non c’è
quotidianità. Oddio, ma anche
se lui tornasse, non potreste più lavorare insieme. Lui non
potrebbe più venire
al distretto. Un momento, state insieme da quanto, dodici ore? E ti
chiedi già
come sarà il futuro con lui?
“Kate,
smetti di pensare e rilassati” la sua voce interrompe il
flusso concitato dei
tuoi pensieri.
“Non
stavo pensando” provi a mentirgli.
“Andiamo,
detective, sentivo gli ingranaggi del tuo cervello lavorare a
un ritmo serrato. Anzi, probabilmente li hanno sentiti persino nella
villa
accanto e, come minimo, ci faranno causa per schiamazzi notturni. Ci
sono
regole severe qui negli Hamptons, sai? Dai, dimmi: cosa
c’è che ti preoccupa?”
Scuoti
la testa e non puoi fare a meno di sorridere. Accidenti, è
impossibile raccontargli delle balle. Avrai anche una faccia da poker
strepitosa, ma lui riesce a leggerti come un libro aperto.
“Sai, Rick, the
NYPD has a strict policy about
coworkers… dating…” Ti
vergogni
un po’ a tirare fuori le regole del tuo ambiente di lavoro
proprio in questo
momento, ma hai deciso che devi essere sincera con lui.
“Beh, Kate, since
I’m not getting paid, technically we’re
not coworkers.” E’
una
risposta logica, non c’è che dire.
“Comunque, affronteremo il problema appena
rientro a New York, fra un paio di settimane. Le mie conoscenze mi
hanno fatto
entrare al Dodicesimo, vedrai che mi ci faranno anche rimanere. Il
Sindaco è un
amico. E poi Montgomery mi adora.
Però…” si interrompe, avvicina le
labbra al
tuo orecchio e, abbassando il tono della voce, riprende: “ti
confesso una cosa.
This is all just very new to me. And, call me
selfish, but I want to keep what we have together to ourselves a bit
longer.”
Sì,
ha ragione. Meglio tenere la cosa segreta ancora per un po’.
Anche
se una parte di te vorrebbe gridare ai quattro venti quanto sei felice.
Appena
riesci a riprendere possesso delle tue facoltà mentali,
spiazzate dalla dolcezza
della sua confessione, il tuo cervello registra anche l’altra
informazione: ha
detto che ritorna a New York fra un paio di settimane? Ma non deve
finire il
libro?
“Scusa,
quando hai detto che ritorni?” glielo devi chiedere. Devi
sapere
cosa è successo. In realtà credi di avere una
vaga idea del motivo che sta
dietro a questo cambio di rotta, ma hai bisogno di sentirtelo dire
dalla sua
voce. In nessuna delle tue relazioni precedenti ti sei mai sentita
così. E’
troppo bello per essere vero!
“Lo
so, ti avevo detto che avrei trascorso qui l’intera estate
per
scrivere il romanzo. Ma l’avevo fatto perché tu
stavi con Demming e… ok, ero
deluso per come
si erano messe le cose. Non
c’era motivo per me di rimanere a New York, tanto
più che mia madre è in tournée
fino ad agosto e Alexis sta frequentando il programma estivo di
Princeton. Solo
per solo, tanto valeva starmene in questo paradiso, non credi? Ora
però…” Ti
posa un bacio sui capelli. “Ora però
c’è un’ottima ragione per
tornare.”
Ma
come si fa a non amare un uomo del genere?
Oddio,
hai detto amare?
Va
be’, cerchiamo di mantenere il panico sotto controllo.
“E
come la metti con il libro? Ti ricordo che la tua seconda ex moglie,
nonché editrice, ha chiamato anche al distretto pur di
raggiungerti e di sollecitarti
a consegnare il manoscritto.”
“Oh,
come sai ho già diverse idee su come portare avanti
l’intreccio del
romanzo, devo solo metterle per scritto. Devo ammettere che la mia musa
si è
rivelata una fonte di ispirazione straordinariamente potente nelle
ultime ore.”
Lo senti ridacchiare fra i tuoi capelli.
“Castle!”
Eccoci, sei ritornata a chiamarlo per cognome e a usare quel
tono di voce irritato che gli propini ogni volta che ne combina una
delle sue.
Brutto segno. Ti volti verso di lui e, accidenti, anneghi di nuovo in
quegli
occhi colore dell’oceano, di quello stesso oceano che ha
visto scatenarsi la
vostra passione poche ore fa, e l’arrabbiatura svanisce
repentinamente così
come è arrivata.
Trascorrete
la notte insieme, nel suo letto, accucchiaiati l’uno
nell’altra, dopo esservi amati di nuovo, con un misto di
passione e tenerezza.
Il giorno successivo passate la mattinata a bordo piscina ad
abbronzarvi e a
coccolarvi. Come ti aveva promesso più volte, si
è apprestato con grande
dedizione a spalmarti la lozione solare sul corpo e tu ti sei goduta
ogni
singolo tocco. Ci sa proprio fare con le mani… Nel
pomeriggio, però, prepari le
tue cose e lo saluti. Devi far ritorno a Manhattan, nel tuo
appartamento.
Domattina entri in servizio molto presto. Affronti il viaggio di
ritorno in
moto con un sentimento misto di malinconia, per
ciò a cui hai rinunciato, e speranza, per
ciò che potrete avere insieme. Rivivi nella memoria ogni
singolo bacio che vi
siete scambiati, ogni singolo tocco con cui le sue grandi mani hanno
venerato
il tuo corpo. Almeno per un po’, dovrai farti bastare i
ricordi.
Quelli
e un suo bigliettino che hai scovato nel borsone.
Deve
avercelo messo in un tuo momento di distrazione.
“Vorrei
poterti preparare pancake tutti i giorni a colazione. Kate,
l’ho
sempre saputo: sei straordinaria, sotto tutti i punti di vista!
R.”
Trovarlo
mentre disfacevi i bagagli ti ha quasi commosso. Quale uomo,
nell’ipertecnologico ventunesimo secolo, prende carta e penna
e ti scrive un
bigliettino? Un uomo terribilmente romantico, ecco quale. E tu hai la
fortuna
di averlo nella tua vita. Ripieghi con cura quel pezzettino di carta e
lo
riponi nel portagioie, insieme alle cose che contano davvero per te.
Lo
squillo del telefono nel cuore della notte ti fa svegliare di
soprassalto. E’ stato trovato un cadavere. Il dovere ti
chiama. Un brutto modo
per rientrare nella routine quotidiana dopo quella parentesi felice
negli
Hamptons.
Arrivi
sulla scena del crimine poco dopo l’alba e vedi Lanie china
accanto alla vittima.
“Buongiorno
Lanie, cosa abbiamo?”
“Maschio,
caucasico, sui 35 anni. Dalla temperatura direi che la morte
risale a 4 o 5 ore fa. E’ caduto, ma non ti so dire da che
altezza. Ci sono
segni di colluttazione sulle mani e sulle braccia.” Ti
snocciola con professionalità
le informazioni salienti senza sollevare lo sguardo dalla sua
cartellina. Poi
si alza e ti scruta con attenzione, come solo lei sa fare.
“Kate, what
– are you doing something different?”
“No. Why?”
“I
don’t know. Something’s
changed.”
Accidenti,
la dottoressa Parish è peggio di un segugio. Forse ha
sbagliato lavoro, avrebbe dovuto fare la detective più che
il medico legale.
Fai finta di niente e le rispondi con nonchalance. “Sono solo
riposata, sai, ho
avuto un week-end lungo. Week-end che è stato, you
know, uneventful.”
Non sai perché, ma senti il bisogno di
giustificarti,
anche se fornire informazioni non richieste indica colpevolezza, come
il tuo
istinto di detective ti dovrebbe ricordare. Ma evidentemente
quell’istinto deve
essere ancora in vacanza. Meglio sorvolare.
“Cos’altro mi puoi dire della
vittima?”
“Ti
darò maggiori informazioni una volta eseguita
l’autopsia. E
comunque, ragazza, tu non mi convinci. Sappilo.” Ti fissa
assottigliando lo
sguardo e ti punta il dito indice, a sottolineare il fatto che, per
lei, la
storia non finisce qui.
Scuoti
la testa e ti incammini verso Esposito e Ryan che stanno ancora
raccogliendo testimonianze e controllando i reperti. Improvvisamente ti
senti
chiamare dalla tua collega. Ti volti nella sua direzione e lei esclama:
“Ecco
cosa c’è, sei abbronzata!”
Beccata.
E
ora cosa le inventi?
“Ho
solo fatto un po’ di solarium, Lanie, per avere un aspetto
più sano.
E ora scusami ma devo andare. Ho un omicidio da risolvere.”
Wow, una battuta
che starebbe bene in un film. Speriamo se la sia bevuta.
Poche
ore più tardi, ti arriva un sms proprio da Lanie che ti
chiede di
scendere all’obitorio per comunicarti i risultati degli esami
autoptici. Mentre
sei in ascensore, rifletti sul suo messaggio. Ultimamente convoca
sempre
Esposito. Sono convinti che nessuno sappia che si frequentano da tempo,
quindi
le ragioni per cui questa volta ha chiamato te possono essere solo due:
1)
Vuole
depistare i sospetti sulla sua relazione con Javi (ma sei la prima a non crederci nemmeno
lontanamente)
2)
Vuole
metterti sotto torchio per capire cosa c’è di
diverso in te.
Speri
tanto che non sia la seconda, ma ormai sei arrivata al suo piano e
non hai pensato a una via di fuga. Sospiri e ti rassegni
all’inevitabile.
Appena
entri nel suo ufficio, ti apostrofa dicendo: “I
figured out what’s different.”
Speri
si riferisca al caso, ma non ne sei sicura al cento per cento,
così fingi di non capire e le rivolgi uno sguardo
interrogativo.
Il
medico legale continua: “You’re
having sex.”
Ha
lanciato una bomba e non se ne è minimamente resa conto.
Porti avanti
la tua sceneggiata e le rispondi con l’aria di una caduta
dalle nuvole: “Excuse me?”
“Oh,
don’t try to deny it. There’s a glow. I know that
glow.” Fa
anche un cenno per aria con le mani, quasi a
voler toccare quell’aura che ritiene tu emani.
Caspita,
com’è che qui tutti sanno leggere così
bene la tua anima?
Cos’è, sono tutti andati a fare un corso di
lettura del pensiero? E’ una fortuna
che tu non stia giocando a poker, altrimenti ti avrebbero lasciato in
mutande.
Mentre il tuo cervello cerca freneticamente di inventarsi una scusa,
Lanie
prosegue: “So, who’s the
guy? Non
avevi rotto con Demming?”
OK,
situazione sotto controllo.
Ce
la puoi fare.
Ha
capito che la tua vita sessuale va alla grande (oh, eccome se va alla
grande!) ma non ha individuato il responsabile.
E’
già qualcosa.
C’è
solo un piccolo, insignificante problema: ora cosa ti inventi?
Angolino
delle autrici:
Cuore
1 – Cervello 0!
Il
fine settimana fiabesco si è concluso e Kate è
tornata a NY, accompagnata dai ricordi, da un romanticissimo
bigliettino di
Rick e dalla prospettiva di una separazione più breve del
previsto.
Per
ora il loro rapporto rimane top secret, ma il
sesto senso femminile di Lanie capisce sin dalla prima occhiata che
Beckett
nasconde qualcosa.
Riuscirà
la nostra detective a mantenere il
segreto?
Grazie
a tutte voi per l’affetto con cui ci
seguite!
A
sabato,
Debora
e Monica