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Autore: thatswhatfriendsarefor    27/11/2013    12 recensioni
E se Rick fosse andato negli Hamptons senza Gina?
Una versione alternativa del rapporto fra Castle e Beckett a partire dalla fine della seconda stagione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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CAPITOLO 7 Something’s Changed

 

La tua risata risuona cristallina nella stanza, smorzata presto dai suoi baci impetuosi. In pochi istanti vi ritrovate nuovamente ad amarvi con tutti voi stessi. 

Un antipasto al lunner sta per essere servito direttamente lì nel letto.

 

Riuscite ad arrivare in cucina solo dopo aver fatto una tappa anche nel bagno padronale, per una doccia refrigerante che è diventata subito… bollente.

Non ti sei mai sentita così.

Intendiamoci, hai avuto le tue esperienze e ti è sempre piaciuto sperimentare in quel campo, ma non ti è mai capitato di provare un desiderio così intenso per un uomo. E di stare così bene con lui sin dalla prima volta. Tutto questo ti riempie il cuore e l’anima di una sensazione talmente potente da lasciarti quasi stordita.

Il lunner, dunque, è diventata una vera e propria dinner. Castle ti propone la sua favolosa pasta alla carbonara, sostenendo che avete bisogno di recuperare le energie spese nel corso dei round della giornata. L'atmosfera a tavola è davvero piacevole. Consumate la cena parlando poco, ma il gioco di sguardi vale molto di più di mille parole. Sembra che vi stiate studiando a vicenda.

Dopo mangiato, vi spostate nel patio. Questa volta, però, ve ne state tutti e due sul divano. Ti sei accoccolata accanto a lui e pensi che non ci sia un posto più comodo in tutto il mondo. Rick è seduto con le gambe allungate e tu sei sdraiata, con la schiena appoggiata al corpo di lui e con le sue braccia che ti avvolgono e ti tengono al caldo. Una delle sue mani gioca con i tuoi capelli e l’altra ti accarezza distrattamente un fianco. La tua parte razionale però, quella che sei riuscita in qualche modo a tenere a bada finora, riprende il sopravvento.

Domani è domenica e dovrai tornare a New York, mentre lui rimarrà qui per tutta l’estate.

Il caldo di solito dà alla testa e i crimini violenti si moltiplicano a dismisura nel periodo estivo. Dio solo sa quando potrai avere di nuovo due giorni interi a disposizione per stare con lui. Che ne sarà di voi? Non hai mai avuto fiducia nei rapporti a distanza, sai che le cose alla fine non funzionano se non c’è quotidianità. Oddio, ma anche se lui tornasse, non potreste più lavorare insieme. Lui non potrebbe più venire al distretto. Un momento, state insieme da quanto, dodici ore? E ti chiedi già come sarà il futuro con lui?

“Kate, smetti di pensare e rilassati” la sua voce interrompe il flusso concitato dei tuoi pensieri.

“Non stavo pensando” provi a mentirgli.

“Andiamo, detective, sentivo gli ingranaggi del tuo cervello lavorare a un ritmo serrato. Anzi, probabilmente li hanno sentiti persino nella villa accanto e, come minimo, ci faranno causa per schiamazzi notturni. Ci sono regole severe qui negli Hamptons, sai? Dai, dimmi: cosa c’è che ti preoccupa?”

Scuoti la testa e non puoi fare a meno di sorridere. Accidenti, è impossibile raccontargli delle balle. Avrai anche una faccia da poker strepitosa, ma lui riesce a leggerti come un libro aperto.

“Sai, Rick, the NYPD has a strict policy about coworkers… dating…” Ti vergogni un po’ a tirare fuori le regole del tuo ambiente di lavoro proprio in questo momento, ma hai deciso che devi essere sincera con lui.

“Beh, Kate, since I’m not getting paid, technically we’re not coworkers.” E’ una risposta logica, non c’è che dire. “Comunque, affronteremo il problema appena rientro a New York, fra un paio di settimane. Le mie conoscenze mi hanno fatto entrare al Dodicesimo, vedrai che mi ci faranno anche rimanere. Il Sindaco è un amico. E poi Montgomery mi adora. Però…” si interrompe, avvicina le labbra al tuo orecchio e, abbassando il tono della voce, riprende: “ti confesso una cosa. This is all just very new to me. And, call me selfish, but I want to keep what we have together to ourselves a bit longer.”

Sì, ha ragione. Meglio tenere la cosa segreta ancora per un po’. Anche se una parte di te vorrebbe gridare ai quattro venti quanto sei felice. Appena riesci a riprendere possesso delle tue facoltà mentali, spiazzate dalla dolcezza della sua confessione, il tuo cervello registra anche l’altra informazione: ha detto che ritorna a New York fra un paio di settimane? Ma non deve finire il libro?

“Scusa, quando hai detto che ritorni?” glielo devi chiedere. Devi sapere cosa è successo. In realtà credi di avere una vaga idea del motivo che sta dietro a questo cambio di rotta, ma hai bisogno di sentirtelo dire dalla sua voce. In nessuna delle tue relazioni precedenti ti sei mai sentita così. E’ troppo bello per essere vero!

“Lo so, ti avevo detto che avrei trascorso qui l’intera estate per scrivere il romanzo. Ma l’avevo fatto perché tu stavi con Demming e… ok, ero deluso per come si erano messe le cose. Non c’era motivo per me di rimanere a New York, tanto più che mia madre è in tournée fino ad agosto e Alexis sta frequentando il programma estivo di Princeton. Solo per solo, tanto valeva starmene in questo paradiso, non credi? Ora però…” Ti posa un bacio sui capelli. “Ora però c’è un’ottima ragione per tornare.”

Ma come si fa a non amare un uomo del genere?

Oddio, hai detto amare?

Va be’, cerchiamo di mantenere il panico sotto controllo.

“E come la metti con il libro? Ti ricordo che la tua seconda ex moglie, nonché editrice, ha chiamato anche al distretto pur di raggiungerti e di sollecitarti a consegnare il manoscritto.”

“Oh, come sai ho già diverse idee su come portare avanti l’intreccio del romanzo, devo solo metterle per scritto. Devo ammettere che la mia musa si è rivelata una fonte di ispirazione straordinariamente potente nelle ultime ore.” Lo senti ridacchiare fra i tuoi capelli.

“Castle!” Eccoci, sei ritornata a chiamarlo per cognome e a usare quel tono di voce irritato che gli propini ogni volta che ne combina una delle sue. Brutto segno. Ti volti verso di lui e, accidenti, anneghi di nuovo in quegli occhi colore dell’oceano, di quello stesso oceano che ha visto scatenarsi la vostra passione poche ore fa, e l’arrabbiatura svanisce repentinamente così come è arrivata.

Trascorrete la notte insieme, nel suo letto, accucchiaiati l’uno nell’altra, dopo esservi amati di nuovo, con un misto di passione e tenerezza. Il giorno successivo passate la mattinata a bordo piscina ad abbronzarvi e a coccolarvi. Come ti aveva promesso più volte, si è apprestato con grande dedizione a spalmarti la lozione solare sul corpo e tu ti sei goduta ogni singolo tocco. Ci sa proprio fare con le mani… Nel pomeriggio, però, prepari le tue cose e lo saluti. Devi far ritorno a Manhattan, nel tuo appartamento. Domattina entri in servizio molto presto. Affronti il viaggio di ritorno in moto con un sentimento misto di malinconia, per ciò a cui hai rinunciato, e speranza, per ciò che potrete avere insieme. Rivivi nella memoria ogni singolo bacio che vi siete scambiati, ogni singolo tocco con cui le sue grandi mani hanno venerato il tuo corpo. Almeno per un po’, dovrai farti bastare i ricordi.

Quelli e un suo bigliettino che hai scovato nel borsone.

Deve avercelo messo in un tuo momento di distrazione.

“Vorrei poterti preparare pancake tutti i giorni a colazione. Kate, l’ho sempre saputo: sei straordinaria, sotto tutti i punti di vista! R.”

Trovarlo mentre disfacevi i bagagli ti ha quasi commosso. Quale uomo, nell’ipertecnologico ventunesimo secolo, prende carta e penna e ti scrive un bigliettino? Un uomo terribilmente romantico, ecco quale. E tu hai la fortuna di averlo nella tua vita. Ripieghi con cura quel pezzettino di carta e lo riponi nel portagioie, insieme alle cose che contano davvero per te.

 

Lo squillo del telefono nel cuore della notte ti fa svegliare di soprassalto. E’ stato trovato un cadavere. Il dovere ti chiama. Un brutto modo per rientrare nella routine quotidiana dopo quella parentesi felice negli Hamptons.

Arrivi sulla scena del crimine poco dopo l’alba e vedi Lanie china accanto alla vittima.

“Buongiorno Lanie, cosa abbiamo?”

“Maschio, caucasico, sui 35 anni. Dalla temperatura direi che la morte risale a 4 o 5 ore fa. E’ caduto, ma non ti so dire da che altezza. Ci sono segni di colluttazione sulle mani e sulle braccia.” Ti snocciola con professionalità le informazioni salienti senza sollevare lo sguardo dalla sua cartellina. Poi si alza e ti scruta con attenzione, come solo lei sa fare.

Kate, what – are you doing something different?”

No. Why?”

I don’t know. Something’s changed.”

Accidenti, la dottoressa Parish è peggio di un segugio. Forse ha sbagliato lavoro, avrebbe dovuto fare la detective più che il medico legale. Fai finta di niente e le rispondi con nonchalance. “Sono solo riposata, sai, ho avuto un week-end lungo. Week-end che è stato, you know, uneventful.” Non sai perché, ma senti il bisogno di giustificarti, anche se fornire informazioni non richieste indica colpevolezza, come il tuo istinto di detective ti dovrebbe ricordare. Ma evidentemente quell’istinto deve essere ancora in vacanza. Meglio sorvolare. “Cos’altro mi puoi dire della vittima?”

“Ti darò maggiori informazioni una volta eseguita l’autopsia. E comunque, ragazza, tu non mi convinci. Sappilo.” Ti fissa assottigliando lo sguardo e ti punta il dito indice, a sottolineare il fatto che, per lei, la storia non finisce qui.

Scuoti la testa e ti incammini verso Esposito e Ryan che stanno ancora raccogliendo testimonianze e controllando i reperti. Improvvisamente ti senti chiamare dalla tua collega. Ti volti nella sua direzione e lei esclama: “Ecco cosa c’è, sei abbronzata!”

Beccata.

E ora cosa le inventi?

“Ho solo fatto un po’ di solarium, Lanie, per avere un aspetto più sano. E ora scusami ma devo andare. Ho un omicidio da risolvere.” Wow, una battuta che starebbe bene in un film. Speriamo se la sia bevuta.

Poche ore più tardi, ti arriva un sms proprio da Lanie che ti chiede di scendere all’obitorio per comunicarti i risultati degli esami autoptici. Mentre sei in ascensore, rifletti sul suo messaggio. Ultimamente convoca sempre Esposito. Sono convinti che nessuno sappia che si frequentano da tempo, quindi le ragioni per cui questa volta ha chiamato te possono essere solo due:

1)     Vuole depistare i sospetti sulla sua relazione con Javi (ma sei la prima a non  crederci nemmeno lontanamente)

2)     Vuole metterti sotto torchio per capire cosa c’è di diverso in te.

Speri tanto che non sia la seconda, ma ormai sei arrivata al suo piano e non hai pensato a una via di fuga. Sospiri e ti rassegni all’inevitabile.

Appena entri nel suo ufficio, ti apostrofa dicendo: “I figured out what’s different.”

Speri si riferisca al caso, ma non ne sei sicura al cento per cento, così fingi di non capire e le rivolgi uno sguardo interrogativo.

Il medico legale continua: “You’re having sex.

Ha lanciato una bomba e non se ne è minimamente resa conto. Porti avanti la tua sceneggiata e le rispondi con l’aria di una caduta dalle nuvole: “Excuse me?”

Oh, don’t try to deny it. There’s a glow. I know that glow.” Fa anche un cenno per aria con le mani, quasi a voler toccare quell’aura che ritiene tu emani.

Caspita, com’è che qui tutti sanno leggere così bene la tua anima? Cos’è, sono tutti andati a fare un corso di lettura del pensiero? E’ una fortuna che tu non stia giocando a poker, altrimenti ti avrebbero lasciato in mutande. Mentre il tuo cervello cerca freneticamente di inventarsi una scusa, Lanie prosegue: “So, who’s the guy? Non avevi rotto con Demming?”

OK, situazione sotto controllo.

Ce la puoi fare.

Ha capito che la tua vita sessuale va alla grande (oh, eccome se va alla grande!) ma non ha individuato il responsabile.

E’ già qualcosa.

C’è solo un piccolo, insignificante problema: ora cosa ti inventi?

 

 

Angolino delle autrici:

Cuore 1 – Cervello 0!

Il fine settimana fiabesco si è concluso e Kate è tornata a NY, accompagnata dai ricordi, da un romanticissimo bigliettino di Rick e dalla prospettiva di una separazione più breve del previsto.

Per ora il loro rapporto rimane top secret, ma il sesto senso femminile di Lanie capisce sin dalla prima occhiata che Beckett nasconde qualcosa.

Riuscirà la nostra detective a mantenere il segreto?

Grazie a tutte voi per l’affetto con cui ci seguite!

A sabato,

Debora e Monica

  
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