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Autore: GLAM_1D    27/11/2013    8 recensioni
L'amore e la vendetta sono facce della stessa medaglia. Per amore sono state reclamate vendette, e per amore di vendetta sono state combattute infinite battaglie. Sono entrambi molto potenti e quando, per una volta tanto, si schierano dalla stessa parte per vincere una guerra, sanno addirittura essere invincibili.
Ma chi è che ama? Chi si vendica? E chi, tra tutti, perde?
§§§
Dal testo:
[...] Harry e Louis sorrisero e inclinarono il capo, come a voler dire che non serviva ringraziare. Alzarono la loro bottiglia in direzione delle altre due e anche Liam imitò il loro gesto.
Talmente vicine da tintinnare l'una contro l'altra, vennero sollevate ancora un po' e si scontrarono tutte al grido liberatorio e unanime: “Alla nostra libertà!”.
#Larry
#Ziam
Peace&Love
N.B.: Per favore, per correttezza e per rispetto verso me e voi stesse evitate di copiare/prendere spunto dalle mie storie.
E' frutto di un mio lungo e studiato lavoro e non mi va di vedere le mie idee imitate (male) nell'account di qualcun altro.
In caso di forti analogie segnalerò all'amministrazione.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We're (Happily) On Fire Now



C'era una volta una sottile bava di fumo di sigaretta che volteggiava in un ingresso appena rischiarato. Si levava dissolvendosi in volute ampie e opache che facevano sembrare più lontano il soffitto. In quella casetta non troppo modesta, nel fitto di un bosco sulle colline che ammiravano Los Angeles, quella sigaretta veniva sorretta tra le labbra socchiuse, non permettendo a chi se la stavo godendo di respirare liberamente. Venne sollevata per il filtro per essere presa in mano ed essere appoggiata momentaneamente nel sottovaso che era solitamente adibito a quello scopo.
L'odore di benzina invase le narici della cattiva persona con il brutto vizio del fumo solo un secondo prima che l'atmosfera si facesse calda e vibrante.
Il tutto accadde in silenzio. Una solo parola ebbe il tempo di essere proferita:
“Cazzo!”
Ma le parole, come in quel caso, erano servite a poco e di fatto questo era un concetto già chiaro ai nostri eroi molto tempo prima che una brace di sigaretta appiccasse il fuoco in quella notte, una qualunque.
Quello che serviva davvero erano i fatti. Fatti che per anni avevano insinuato il dubbio.
Vogliamo una cosa pulita.”
Cos'era una cosa pulita? Un bagno splendente, un foglio immacolato, una tovaglia senza macchie?
Cos'aveva a che vedere il loro mondo con la pulizia? Dietro ad una telecamera tutto era sordido, malvagio, intriso di falsità costruita, addirittura architettata nei minimi dettagli.
Ci siamo intesi?”
Inutile specificare che aveva guardato loro due. Quell'ometto tarchiato e con i capelli impomatati li aveva indicati, puntandoli con l'indice e il medio della stessa mano. Quella era già un'ammissione: pur volendo negare la cosa e fingere di non aver capito se davvero ci fosse una relazione tra loro, quell'uomo ancora più piccolo del suo scarso metro e sessanta aveva consolidato inconsciamente ciò che già era tangibile agli occhi di tutti. Erano sì due dita, ma pur sempre della stessa mano.
Louis pensò con calma serafica che se volevano separarli, bisognava cominciare con il recidere o il medio o l'indice di quel tizio e nel frattempo lasciava sgocciolare i residui dell'ultima tanica nel sottovaso di quella squallida orchidea finta.
Ma quello era stato solo l'inizio.
Simon li aveva successivamente convocati nel suo ufficio, li aveva fatti accomodare e aveva consegnato loro una cartellina bianca. Con rassegnazione aveva spiegato che cosa quelle cartelline contenessero, e si era assicurato sospirando che tutti facessero il loro dovere:
Attenetevi a questo. Fatelo per voi stessi, sarà tutto più semplice.”
Non era vero e non semplice affatto. Recitare era fottutamente complicato per Harry, specie se doveva anteporre a qualsiasi altro pensiero (l'ansia di salire su un palco, la paura di dimenticare le parole, cosa scegliere al caffè all'angolo) quello di essere Harry Edward Styles degli One Direction.
Le cose tutto sommato funzionavano: gli scivoloni iniziali erano stizzosamente tollerati dalla produzione, dal momento che, essendo la band in fase di lancio, portavano le loro cinque facce sorridenti su blog, riviste, pagine facebook e quant'altro. Ma poi, mesi più tardi, erano cominciate le telefonate con dodici o tredici ore di fuso orario ad aggravare il contenuto delle parole e a spaventarli sul serio:
Sono cose che si vedono! Non fatevelo ripetere un'altra volta. Se non siete in ambiente protetto, attenetevi al contratto.”
Oppure:
E' davvero necessario stare sempre appiccicati? Gli altri sembrano... Normali! Dannazione, tirate fuori un briciolo di virilità almeno davanti alle telecamere!”
O ancora:
I giornali fortunatamente hanno qualche guerra in giro per il globo di cui parlare, ma le fan vedono, dannazione!, vedono tutto, anche quello che non c'è, quindi farete meglio a non offrire loro nessun genere di spunto! Te lo ripeto un'ultima volta, testolina vuota che non sei altro, ascoltami...”
Sono Louis Tomlinson, non 'testolina vuota'.”
Sì sì, Luke o come diavolo ti chiami: non fa differenza! Dicevo...”
Louis”
E chi è? Che c'entra?”
...”
Uno dei peccati capitali degli uomini d'affari è quello di lasciare l'umanità ben ripiegata nel primo cassetto del loro comodino, pensò Louis tastando da sopra il tessuto della tasca la durezza di una chiave, prima di estrarla e chiudere a due mandate il cancello. Non si preoccupavano di capire qualcosa di poco tattile come i sentimenti, che a differenza dei soldi non potevano essere conteggiati ed erano pericolosi al punto da compromettere l'immagine della casa di produzione (che in ogni caso si sarebbe facilmente riciclata con un altro nome e scartoffie di dubbia legalità).
Sarà stato per il fatto che loro erano qualcosa di molto vicino agli artisti e nello stesso tempo qualcosa di tremendamente lontano da un contabile, ma per quanto si fosse sforzato, lui aveva continuato a non capire. Non si spiegava il perchè di tutto quell'accanirsi. Il mondo aveva ben altro di cui curarsi, mentre a lui sembrava che non ci fosse cosa più importante di quella. Le fan avevano addirittura dato un nome alla loro relazione: la “Larry Stylinson”, che in realtà non suonava tanto male. Sembrava una persona vera, e Harry non riusciva effettivamente a pensare alla storia con Louis senza vedersi perfettamente integrato a lui.
Un giorno, ricordò con astio Harry mentre lanciava lontano da sé la sesta tanica vuota, chiamarono per annunciare quello che l'omino basso ed emotivamente letargico definì untuosamente: “la vostra salvezza”. Parole testuali.
Di che cosa si tratta esattamente?” aveva chiesto annoiato Louis.
Di una copertura, testolina vuota.” aveva risposto scocciato l'omuncolo, sentendo che il suo entusiasmo veniva smontato dall'incostanza dei suoi due interlocutori.
Un copertura?” aveva mimato con le labbra Harry allarmato, guardano Louis.
Gli rifilavano già un appuntamento dopo l'altro, che bisogno c'era di una copertura per il suo ragazzo? La routine gli era più familiare che mai: cena, macchina, il solito paparazzo appostato dietro il primo lampione, due flash, faccia sconvolta, e via. La sera successiva era lo stesso. Ogni tanto, se c'era qualcuna che aveva bisogno di maggiori attenzioni in Europa, la si faceva uscire con lui per qualche settimana, qualcuno tra la folla gridava “matrimonio” e per una decina di giorni eccolo, il “playboy redento”. Quando lei era sufficientemente ancorata al suolo europeo mettevano repentinamente fine a tutto, facendo ritornare l'immagine del “playboy rubacuori”. A volte era carino uscire con qualcuna di loro: non erano tutte egocentriche e scontate, e in quei rari casi nemmeno doveva fingere troppo, poteva semplicemente passare delle belle serate chiacchierando piacevolmente. Ogni tanto gli ricordavano con una smorfia di scuse che forse doveva baciarle. E poi via, il gioco ricominciava, ripetitivo e talvolta simpatico, ma mai leggero da sopportare.
Sì, carino. Una copertura. E' perfetta, è una ragazza discreta, figlia di un mio caro amico e aspirante attrice. Sai, nel nostro ambiente una mano lava l'altra...”
Una mano lava l'altra?” aveva ripetuto scandalizzato Louis: quel tipo pensava davvero che una cosa simile fosse sintomo di pulizia?
Poche storie, coso... Si chiama Eleanor, Eleanor Calder. Hai un appuntamento con lei al party di bentornato organizzato per voi nella West London la settimana prossima. Vedi di mettergliela giù garbatamente: per me è come una figlia e dovrete cominciare da subito a sembrare in sintonia. Tra un paio di mesi ufficializzeremo che siete insieme. E' tutto sistemato e lei ha già firmato i documenti.”
Nessuno dei due aveva avuto il tempo di ribattere dal momento che un “click” concluse la telefonata. Harry aveva battuto i pugni sul tavolo e se n'era andato senza guardare Louis, che costernato ed impotente lo guardò allontanarsi. E si odiò.
Sembrava basarsi tutto sulla falsariga di un brutto racconto, constatò Louis risalendo il dolce pendio erboso per raggiungere Harry, che lo precedeva di pochi passi. Si avvicinò per stringergli il braccio e lo osservò finalmente ritto e fiero, mentre con la sua figura flessuosa si stagliava contro la luce dei fari della loro auto accesa.
Sentendo il contatto caldo e rassicurante, Harry desiderò di rivivere tutto il dolore per poterlo finalmente sfogare, e i suoi desideri non si discostavano molto da quelli del suo ragazzo.
Ora era compito loro mettere la parola fine a quello scempio.
Dopo che gli venne presentata Eleanor, Louis comprese che non gli piaceva. Era frivola, era... Vuota. Il fatto che uscissero insieme era stato riconosciuto e celebrato da subito, era tutto talmente poetico che uno dei collaboratori dell'omuncolo chiamava rispettivamente prima lui e poi lei per concordare una data e un luogo e poi li richiamava il giorno stesso per ricordarglielo e accertarsi che si presentassero.
Harry l'aveva sempre accuratamente evitata e non si era mai preoccupato di nascondere il suo disgusto nei confronti di quella “condor femmina”.
Era andata avanti per un tempo infinito, per la “Elounor” venivano spesate vacanze e viaggi oggettivamente fantastici, ma Louis non se li godeva perchè non li viveva con chi amava davvero. Banalmente anche solo sorridere in pubblico era una tortura: sapeva di dare una pugnalata a Harry ad ogni scatto con la sua “ragazza”.
Secondo Harry, lei non era affatto brava a fingere: non sarebbe riuscita a lanciare uno sguardo di quelli che dava lui al suo ragazzo neanche se avesse pagato qualcuno per insegnarglielo. Era algida, insipida e irrecuperabilmente oca. Come lo guardava lui, con quella coscienza, con quella consapevolezza, con quel desiderio. Nessuno lo sapeva fare, nessuno mai avrebbe potuto.
A dire il vero continuava ancora, ma sarebbe durata per poco. Harry ghignò nel buio, preparandosi allo spettacolo.
Si erano mossi pochi giorni prima a Los Angeles, ovviamente per motivi di lavoro, e lì la goccia aveva fatto traboccare il vaso: quell'ometto patetico e senza cuore aver pagato qualcuno perchè indicasse ai due amanti clandestini quand'era il momento di allontanarsi, di avvicinarsi, di guardarsi e addirittura quando era ora di stringersi la mano durante i saluti del loro concerto californiano. E pensare che quel fumatore basso e tozzo riuscì addirittura a sentirsi soddisfatto del proprio lavoro! Che cattiva persona, che animo sporco.
Tutto questo non fece altro che spingere Harry e Louis a perseverare nel loro piano di vendetta e a non conservare più il minimo dubbio a riguardo.
L'omino insensibile aveva fatto tanti conti in vita sua, eppure non sapeva che avendoli così vicini a lui, non solo non sarebbe riuscito a controllarli meglio, ma addirittura si sarebbe creato qualche problema. Era sicuro che fosse opera loro, ma non disse nulla: era troppo impegnato a gridare e contorcersi come una marionetta rotta. Ironia della sorte.
Avevano speso ore a progettare il loro piano e avevano dovuto fare tutto in volo, lontano da occhi e orecchie indiscreti. Solo lì erano al sicuro.
Avevano fatto il loro concerto, con annessi bagni di folla, meeting e after party. Una volta in albergo, stanchi ma euforici, si erano dileguati, diretti oltre l'ultimo anello periferico per cambiare auto, e raggiungere la loro destinazione in perfetto anonimato.
Avevano lavorato sodo, accertandosi di non lasciare il minimo spazio a dubbi o sospetti sul loro comportamento. Una volta arrivati nei quartieri più malfamati era stato uno scherzo fermasi ad ogni distributore e prelevare una tanica di benzina. Ogni volta una scusa diversa, ma per amore di teatralità Louis si tradì più che volontariamente all'ultima stazione di servizio.
Una tanica? Nessun problema: avete un amico in panne?”
No, vogliamo appiccare un incendio!” disse il maggiore nascondendo con il frontino del suo berretto gli occhi troppo seri per la risata che gli stava uscendo di bocca.
Il benzinaio aveva riso fragorosamente a sua volta e aveva insistito per caricare nel loro fuoristrada la tanica colma, ma Louis si era gentilmente opposto: non doveva vedere le altre cinque già sistemate nel bagagliaio.
Avevano salutato ed erano ripartiti. Una volta in casa avevano agito silenziosamente e in modo molto organizzato. Ad ogni scroscio di liquido denso sul pavimento un “Questo è per come ci hai trattati” o un “E questo è per quella volta che..” era stato pronunciato a mezza voce, dando a quell'attentato il senso di una benedizione e di una maledizione al tempo stesso.
Harry si voltò e abbracciò Louis, e rimasero vicini a guardare la prima fiammata che spaccava il cielo, graffiando con un crepitio secco il silenzio di una notte, una qualunque.
L'incendio divampava, consumando avidamente tra le sue fiamme i muri di quella villa e blandendo la notte, una notte qualunque.
Si sentì uno scalpiccio e un rumore di passi poco delicati: qualcuno stava risalendo la scarpata. Altri passi, che appartenevano a un'altra persona, anzi, a due.
“Stanno arrivando.”
“Già. Sono venuti a prenderci.”
“Bene, immagino sia ora...”
Con calma placida si voltarono, abbandonando con un po' di pena la visione della loro vendetta, pronti ad accogliere i loro ospiti.
“Accendere i fari non è una grande idea quando si cerca di nascondersi in un bosco.”
“Avremmo pur dovuto segnalare che eravamo qui, no?”
“Bastava una telefonata, Louis. Avanti, ora spegnili.” la voce di Liam tradiva un certo nervosismo, quindi Louis fece come gli era stato detto senza replicare troppo per poi dirigersi verso i nuovi arrivati, seguito da Harry.
“Avete avuto problemi?” chiese il minore
“No, tutto in completa serenità! Quasi noioso!” rise Niall, dando una pacca sulla spalla di Liam, che reagì mollandogli una manata in pieno petto.
“E dai, vuoi stare tranquillo?”
Zayn, che fino a quel momento non aveva parlato, si avvicinò a Liam e lo strinse a sé guardando Niall e scusandosi con gli occhi per il comportamento angosciante del suo ragazzo. Il biondo alzò le spalle come a dire che lo capiva e massaggiandosi comunque lo sterno chiese entusiasta: “Bel lavoro no? Facciamo una foto?”
Perfino Liam si lasciò sfuggire un sorriso quando il biondino estrasse dalla tasca della giacca una Kodak da venti scatti usa e getta.
“Certo!”
Si sistemarono in modo da avere sullo sfondo parte delle fiamme e il bagliore caldo, sorrisero e attesero che Niall premesse il pulsante.
“Un'altra, per sicurezza...”
Finirono di scattare e solo a quel punto Zayn esclamò cospiratorio: “Aspettate un attimo, bisogna brindare!”
Detto questo si diresse oltre la macchia di arbusti dalla quale era sbucato poco prima, si udì una portiera sbattere in lontananza e il ragazzo ricomparve qualche minuto dopo barcollando sotto il peso di uno scatolone.
“Zayn, ma che diavolo...”
Il moro estrasse dalla tasca dei jeans un coltellino a serramanico e con un gesto preciso tagliò il nastro adesivo. Subito ne estrasse quattro bottiglie di champagne e le distribuì ai suoi amici, poi ne prese una per sé.
“Non hai esagerato stavolta?”
Liam guardava perplesso la sua mentre Harry, ridendo di gusto, stava già sforzando il tappo della sua.
“Zitto e bevi!”
Le stapparono tra le grida di gioia e una volta che furono tutte aperte e traboccanti di schiuma, Niall levò la sua al cielo, lasciando che i polsini della sua giacca si inumidissero appena prima che anche i suoi occhi lo facessero. Fissò i suoi compagni di avventura, e con voce tremante parlò:
“Siamo sottostati al volere degli altri per troppo tempo, nascondendoci come dei clandestini, non abbiamo potuto vivere come ci sarebbe piaciuto e dovendo rinnegare noi stessi.”
Si interruppe per guardare Harry e Louis e proseguì: “Voi per primi e più di tutti ne avete pagato le conseguenze, comportandovi da maestri e da amici. Vi siete sacrificati per coprire anche noi.”
A quel punto Zayn si affiancò al biondo e levò a sua volta la bottiglia in alto, proseguendo per lui, perchè la voce gli veniva meno: “Avete fatto in modo che almeno noi avessimo la fortuna di vivere il nostro amore in silenzio e se vi siete comportati duramente nei nostri confronti, è stato solo per il nostro bene.”
Harry e Louis sorrisero e inclinarono il capo, come a voler dire che non serviva ringraziare. Alzarono la loro bottiglia in direzione delle altre due e anche Liam imitò il loro gesto.
Talmente vicine da tintinnare l'una contro l'altra, vennero sollevate ancora un po' e si scontrarono tutte al grido liberatorio e unanime: “Alla nostra libertà!”
Bevvero e risero, spensierati come non erano più da tempo, scherzarono e bevvero ancora. Dopo qualche minuto di gioia spudorata, Harry baciò Louis e quando si staccò chiese:
“Niall, Marcus non doveva raggiungerci?”
“Sì, ma all'ultimo gli ho detto di rimanere in albergo: ha avuto una brutta litigata con quel bastardo proprio ieri e non volevo che venisse incluso nella lista dei sospetti se qualcosa fosse andato storto... Che lui e quella merda di uomo non andassero d'accordo già si sapeva, quindi era meglio evitare...”
“Hai ragione” assentì Zayn, “ma se fossi stato al posto tuo mi sarei preso una piccola soddisfazione prima di ucciderlo!”
Tutti lo guardarono interrogativi.
“Bè, io al posto tuo mi sarei presentato da lui con Marcus e gli avrei fatto presente che stavi proprio con il suo figliastro! Fargli sapere che si era cresciuto una serpe in seno sarebbe stato uno spettacolo che non mi sarei perso per nulla al mondo! E poi io avrei concluso dicendo che lo hai conosciuto proprio grazie a lui... E che prima di incontrarlo eri perfettamente etero... Forse gli sarebbe venuto un infarto e non sarebbe stato necessario nemmeno il falò!” disse ridendo come un pazzo indicando le macerie brucianti alle sue spalle.
Ne convennero tutti e si unirono alla macabra gioia alzando per l'ennesima volta la bottiglia al cielo, brindando ancora alla loro ritrovata felicità.
“Al fuoco e alle ceneri, che puliscono e rendono sterile ogni cosa!”
“Voleva una cosa pulita, no?”
“E noi gliel'abbiamo data, Louis!”
“Ben detto, Harry!”.

 

 

 

 

Vas Happenin, Girls? :D

Ciao fanciulle!

Allora premetto: appoggiate i picconi e le forche un momento e ascoltatemi! ;)

“We're (Happily) On Fire Now” è stata scritta in un paio di pomeriggi di noia e come ogni OS verde pubblicata qui, è stato frutto di un convincimento poco carino da parte delle mie coinquiline, ma questa volta hanno faticato meno: è un esperimento più sperimentale del solito e ero curiosa di vedere se era quantomeno leggibile!

So che ho ancora un capitolo in sospeso e prometto che entro fine settimana lo avrete, nel frattempo vi lascio questa!

Per quanto riguarda i contenuti vi dico solo un paio di cose che ritengo importanti specificare!

  1. Sono sì una Larry e una Ziam shipper, ma questo non significa che voglia vedere Eleanor, Sophia, Perrie o chiunque altra sotto un camion, al contrario! Il fatto della “copertura” è stata una circostanza dettata dalla storia e non c'è assolutamente nulla di personale o cospiratorio. Questa OS è nata così e, ne approfitto per introdurre il secondo punto, rimane così:

  2. Non accetterò recensioni che consistano solo di: “Io sono shipper”, o recensioni critiche quali: “Ma io non lo sono”. Al di là del fatto che non le riterrei tali, mi sembrano una perdita di tempo per voi e per me.

  3. Io rispetto personalmente l'idea di chi non è shipper, come molte di loro rispettano la mia idea. E' tutto esclusivamente creato a fini narrativi, non voglio fare propaganda o attirarmi le ire di coloro che non credono a nessuna b/romance. E' UNA STORIA e questo vuole rimanere: questo è il mio modo di immaginare una data situazione e sicuramente differirà dal vostro, per cui, vi prego ancora una volta, consideratela semplicemente una OS come tante: non prendetela a mo' di capro espiatorio per le vostre opinioni riguardo al fandom.

  4. Ho stima di voi e per quanto possa sembrarvi “cattivo” da parte mia scrivere queste avvertenze, mi sembrava doveroso puntualizzare per evitare future situazioni spiacevoli. :)

Ora la finisco di castigarvi e vi dico solo, di cuore, che ringrazio le ragazze che, a mesi di distanza, si sono fatte sentire forte e chiaro: come al solito siete andate oltre le mie aspettative in dolcezza! <3

Spero veramente che vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualcosa! <3

 

KISSES&HUGS

GLAM_1D

   
 
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