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Autore: malpensandoti    27/11/2013    11 recensioni
Hai iniziato a parlare dell’America e di tutte le belle cose che hai fatto e tu dici sempre che la prossima volta mi ci porti e io sorrido e ti rispondo che c’è l’università e chissà cosa penseranno le tue fans a vederci insieme. Sono passi importanti, lo sai?, ti dico, tu sorridi e provi a sfiorarmi e lo so che hai più paura di me.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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farò rifare l'asfalto per quando tornerai






Hai detto che eri stanco perché il viaggio è durato più del previsto e non hai dormito granché. Ho fatto finta di non aver passato il pomeriggio a cercare di imparare a cucinare su quei libri che mia madre ci ha regalato e che ho sempre detto non sarebbero serviti a niente.

E invece.
Ti ho sorriso con le mani ancora infarinate di biscotti che so per forza di cose si siano bruciati, cerco in tutti i modi di non respirare forte per evitare di sentire la puzza di bruciato e di delusione che arriva anche tra le pareti della nostra stanza.
Niall mi saluta, hai detto. Grazie, ti aspettato mentre riponevi la giacca nel guardaroba e ho camminato piano sulle mattonelle rosse di casa.
Sei a casa.
Ti sei mosso con il passo ancora più pesante, le spalle ricurve che ogni tanto cerco di farti raddrizzare, tu che ti lamenti perché premo un po’ troppo forte sulla tua schiena e io sorrido perché le mie impronte su di te ci sono e ci devono sempre essere.
Hai dato un’occhiata al mobile nuovo che ho preso la settimana scorsa, “Bel colore” hai commentato, e nella tua voce c’era ancora traccia di jet leg e ringraziamenti mondiali ad una telecamera.
Quando ti ho detto di restare, io intendevo restare qui. Restare qui, resta qui.
In camera ti sei spogliato lentamente, io ho chiuso la porta d’ingresso con due girate di chiavi e ho lasciato marcire i biscotti nel forno. Ho spento le luci, ho visto il tuo nuovo tatuaggio sul braccio, accanto agli altri e un giorno mi spiegherai perché tutti da una parte, ho detto. Tu hai sorriso a petto nudo, “Così non si sentono soli”
E allora credo che prima o poi un tatuaggio me lo farò anch’io. Se non vedessi troppi film e programmi su MTV ti inciderei da qualche parte, ma sono troppo codarda e so che comunque ti farebbe paura. Ma io so che ci sono tra i segni del tuo corpo e le mie impronte sulla tua schiena curva sono un modo per ricordarti di me quando non riuscirai a dormire.
Hai iniziato a parlare dell’America e di tutte le belle cose che hai fatto e dici sempre che la prossima volta mi ci porti e io sorrido e ti rispondo che c’è l’università e chissà cosa penseranno le tue fans a vederci insieme. Sono passi importanti, lo sai?, ti dico,  sorridi e provi a sfiorarmi e lo so che hai più paura tu di me.
So che hai sentito l’odore di bruciato da come hai arricciato il naso e so che domani quando mi sveglierò ti troverò in cucina a mangiare i biscotti anche se probabilmente faranno schifo. Ho messo troppo burro e troppo poco ripieno, ma tu continuerai a masticare scrollando le spalle e dirai che sono accettabili e io mi chiedo: ti basta?
L’accettabile, dico. Ti basta qualcosa che è accettabile, che può andare, che passa, che è okay, che va bene. Io, ti basto? Tutto questo, l’appartamento che sa di bruciato e le scatole del cinese fuori in balcone? I piatti che non si lavano da soli e né tu né io che vogliamo una governante.
Ti basta?
Non ci vediamo mai, e sai che non mi piace viaggiare. E le canzoni che fai e i cd che vendi li ascolto solo perché sono i tuoi. Zayn non mi sta simpatico e non riesco a non ridere quando parli con tua madre al telefono, e non riesco a non farti arrabbiare perché hai ragione tu, sono troppo testarda e non ti guardo mai negli occhi.
E quindi, io ti basto?
Ti ho sentito raccontare l’ultima battuta che hanno fatto riguardo i tuoi jeans strappati finché non hai chiuso gli occhi. Ti sei messo su un fianco verso di me anche se so che difficilmente riesci a dormire in quella posizione (lo fai per me?) e hai sorriso leggermente, “Buonanotte” e sono le tre del mattino.
Credo di essere innamorata anche della tua voce raffreddata perché non leggi mai le previsioni del tempo sul telefono. E anche dei tuoi vestiti che ogni tanto indosso e costano più dell’affitto del mio appartamento nel quale abitiamo perché il tuo è troppo grande e ho paura di non ritrovarti più.
Facciamo finta che non stai dormendo, facciamo finta che non sei stato dall’altra parte mondo ma dall’altro lato del letto, facciamo finta che non ti sto svegliando, che non ti sto baciando il nuovo tatuaggio, il cuore nero, la scritta in ebraico, le rondini sul petto. Facciamo finta che non sei arrossito, che non stai sorridendo, che non mi stai stringendo, facciamo finta che non sia troppo tardi ma troppo presto per dormire.
Ti basta? Ti basto?
Facciamo finta che domani non riparti, che non mi manchi neanche adesso, che viviamo di rendita, che io so cucinare e che domani non mangerai i miei biscotti. Facciamo finta di essere grandi, facciamo finta che tu non sia famoso, che io non ti ami neanche un pochino perché così è meno doloroso.
Facciamo finta di non aver paura, di non tenerci e di non tenere a noi. Facciamo finta di non baciarci, faccio finta di non sentire le tue mani grandi e il metallo dei tuoi anelli sui fianchi mentre tu fai finta di non avere gli occhi lucidi.
Facciamo finta che domani ci sei. E quindi dove sei?




  
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