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Autore: Jay_J    27/11/2013    1 recensioni
Uno schiaffo alla società d'oggi: critica ai pregiudizi e alla discriminazione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sai che cosa c’è?
C’è che c’ho lo scazzo un giorno sì, e l’altro anche.
C’è che ci si sente oppressi, perché non si sa più chi e come si deve essere, perché se da un lato va di moda essere trasgressivi,
dall’altro andare oltre l’ordinario spaventa,
e le critiche arrivano come frecce già sporche di sangue scoccate da un Cupido che ci vede fin troppo bene,
e che si è scordato che il tuo nome è Amore, non Odio.
E questa cosa funge un po’ da droga, come il boom dell’eroina degli anni settanta, che il suo sangue era nella tua siringa;
oggi il boom è dei colpi causati dalla disperazione della gente, che il suo sangue è nel tuo proiettile, e come la mettiamo?
Troppo razzismo che esce dalla bocca di chi ancora non sa nemmeno cosa voglia dire.
La gente si dimentica che le razze son superate, e si pensa che l’uomo sia tanto evoluto, ma a parer mio non lo è affatto.
E se lo è, certamente non nel modo di pensare, che è più chiuso delle porte di un’agenzia segreta,
di quelle 007-637322 è il mio numero, e se sei “normale” chiamami, altrimenti no.
Io non vi chiamo,
io non son normale, è vero.
Ma non per i motivi che dite voi.
Non son normale per i vostri stereotipi.
Perché vi comprate su Ebay un cervello preconfezionato a scompartimenti standard,
di quelli che il bagno nei ristoranti è in fondo a destra e il Natale è neve e caminetto acceso.
Io dei comportamenti convenzionali me ne infischio, e sono quel che voglio essere, e nient’altro.
E niente di meno,
e niente di più.
E se a te non sta bene, divento un po’ razzista anche io, sì ma verso gli ignoranti.
Perché tu ignori, e non vedi che la bellezza del mondo e dell’intera umanità inizia proprio laddove ci son differenze,
e ti immagini che confusione se tutti ci chiamassimo allo stesso modo, o dicessimo, o guardassimo, o pensassimo le stesse cose?
E allora correte dove e quando volete, e se volete parlare con una qualunque persona fatelo, anche se è pazza, strana, o semplicemente diversa.
Non fate come quelli che “non vedo, non sento, non parlo”.
Gettiamo siringhe e pistole, stravolgiamo le planimetrie dei locali, andiamo al mare a Natale, col sole,
e facciamoci delle radiografie, e scambiamocele, e verifichiamo la disuguaglianza, che se sei maggiore tu, o io, non ha alcuna importanza.
Scattiamo fotografie a tutte le persone, e facciamone un puzzle, e ricostruiamo il mondo, anzi no, l’intero universo,
e rendiamoci indistinguibili nella nostra diversità.
Io son diverso da te, e tu da me.
E questo è il bello.
Non odiamoci per questo.
Ricominciamo,
un giorno sì,
e l’altro anche.
  
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