Era una fresca mattina d’estate. I raggi mattutini entravano deboli dalla finestra socchiusa. Sapevo che se quella mattina avessi preso l’aereo tutta la mia vita sarebbe cambiata totalmente. Anche se ero ancora un po’ stanca, mi alzai dal mio letto e mi diressi verso il bagno. Lì mi vidi riflessa nello specchio: una ragazza di 17 anni, abbastanza alta, né troppo magra né troppo grossa, lunghi capelli bruni, labbra carnose e due occhi grandi verdi. Per quanto riguarda il mio carattere, beh, c’è da dire che è un po’ complicato. Sono testarda (molto testarda), non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, con la gente nuova sono un po’ timida ma dopo cinque minuti mi sciolgo, posso essere spiritosa ma allo stesso tempo posso diventare acida. Comunque dopo essermi lavata, mi diressi verso la cucina, dove feci colazione con una brioches e un cappuccino. Mi vestii con dei semplici pantaloncini di jeans a vita alta, una camicetta bianca senza maniche, un golfino e le mie amate all-stars. Erano appena le sei di mattina. Mia mamma subito mi disse:                                                                                                                    
M:Aurora mi raccomando che appena scendi dall’aereo mi devi chiamare così so che stai bene- Annuii e la salutai. Uscii da quella casa che per tanto tempo non avrei più rivisto. Presi un taxi e arrivai all’aeroporto di Malpensa. Aspettai un’oretta prima che la voce dell’altoparlante chiamasse il mio volo. Mi alzai dalla panchina su cui mi ero seduta ma prima che me ne potessi accorgere, un ragazzo mi venne contro facendomi cadere a terra. Aveva un viso familiare ma non lo riconobbi per via degli occhiali da sole, una sciarpa che gli copriva la bocca e un cappellino. Ci guardammo per un tempo interminabile. Aveva qualcosa che mi colpiva molto, anche se non sapevo bene che cosa. Mi chiese scusa e se ne andò frettolosamente. Non feci caso a quello strano incontro e mi diressi versol’aereo.                                                                                                                                                                                     
NIALL’S P.O.V                   
Stavo correndo come un pazzo per raggiungere l’aereo che avrei dovuto prendere. Ero così distratto che per sbaglio travolsi una ragazza vicino a me. La aiutai ad alzarsi ma non appena la vidi negli occhi ne rimasi incantato: aveva dei lunghi capelli scuri e lisci e due occhi grandi e verdi. Aveva qualcosa che mi colpiva tanto che rimasi imbambolato a guardarla per molto tempo. Lei di sicuro non mi  riconobbe per via del mio travestimento. Salii sull’aereo che mi avrebbe portato a Londra pensando a quella ragazza.                                                                                                                                                                                        
AURORA’S P.O.V.                                                                                                                                                                          
Appena salita un’hostess mi salutò e mi mostrò il mio posto, attaccato al finestrino. Ero così eccitata di andare a vivere a Londra ma allo stesso tempo avevo paura. Intanto l’aereo era decollato e veniva raccomandato di stare seduti ai propri posti con le cinture allacciate. M’infilai le cuffiette e iniziai ad ascoltare un po’ di musica. Mi addormentai. poco dopo fui svegliata dall’hostess che mi diceva che eravamo arrivati. Ecco ero arrivata a Londra.