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Autore: emanuela89    27/11/2013    1 recensioni
Il vampiro che credeva di non meritare l'amore.
La ragazza che si era rassegnata a stare da sola.
Il destino li ha fatti scontrare.
L'amore li ha legati insieme per sempre.
La storia è ambientata dopo che Elena ha scelto Stefan e Damon ha deciso di andarsene. Dopo 20 anni il suo mondo viene travolto e forse anche lui avrà un lieto fine.
Ho iniziato a scrivere questa storia poiché spronata da una ragazza meravigliosa, di Facebook, qui si chiama sweet fairy (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169352) eccola =D
Spero vi piaccia..
Un Bacio
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Damon and Alex'
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CAPITOLO 18

 

I RICORDI SONO L'UNICA LACRIMA A CUI NON PUOI IMPEDIRE DI USCIRE

 

Alex sentiva lo sguardo del vampiro su di se, sapeva che doveva iniziare a parlare, sapeva che doveva aprirsi con lui, quindi cercò di ripensare al giorno in cui tutta la sua vita cambiò, e puntuali i ricordi le riempirono la mente di immagini e di sensazioni che non provava da anni. Prese un respiro profondo e iniziò a parlare, mentre sentiva gli occhi iniziare a pizzicare.

“Mi chiamavo Alessandra di Benedetto, sono nata a Pisa, il 26 maggio, come te ma nel 1989, i miei genitori si erano incontrati alle scuole medie e da li non si sono più separati. Si sono sposati il 30 giugno del 1988, e dopo neanche un anno sono arrivata io, mi amavano ed io li amavo alla follia. Ma... il 17 agosto del 2002 hanno avuto un incidente, la loro auto venne falciata da una camion il cui autista era ubriaco” La mora dovette fermarsi per prendere un respiro profondo e per controllare le lacrime che volevano uscire strizzò leggermente gli occhi, poi fissando il piano di legno del tavolo riprese a parlare... “Quando vidi il carabiniere che venne a prendermi a scuola capì che era successo qualcosa di grave, una volta arrivati a casa, mia zia, che non vedevo da anni poiché si era trasferita a Roma molti anni prima e veniva su una volta al mese a trovarci, mi disse che i miei genitori non c'è l'avevano fatta ed erano morti a seguito di gravi lesioni interne, iniziai a piangere ed a picchiare chiunque mi si avvicinasse, poi corsi in camera mia. Lì nel silenzio della mia stanza realizzai che ero rimasta sola, e che molto presto mi avrebbero affidato ad un parente che non avevo mai visto, poiché i miei nonni erano già morti molti anni prima e non avevamo parenti stretti nelle vicinanze ne di Pisa ne della Toscana, o ad un orfanotrofio. Presi tutti i miei risparmi, il testamento che i miei genitori avevano nascosto nella cassaforte in camera loro, insieme a dei contanti e a dei gioielli, presi tutto quello che potevo tra vestiti, foto e roba da mangiare e poi scappai dalla finestra della mia camera lanciando un ultimo sguardo alla mia vecchia vita e pregando che i miei genitori mi proteggessero dal paradiso.” La mora non riuscì più a trattenere le lacrime così le lasciò uscire in un pianto silenzioso, ma al vampiro non erano sfuggite quindi rinchiuse le mani della ragazza nelle sue, iniziando a massaggiarle come aveva fatto lei poco prima. Alex sorrise per il gesto del vampiro, erano anni che non raccontava la sua storia, l'ultima volta lo aveva detto a Claudio, che aveva ascoltato tutto in silenzio seduto nella poltrona del suo ufficio, alla fine del racconto le aveva passato un fazzoletto, le aveva sorriso e le aveva sussurrato “Non ti dico che starai meglio, perchè non succederà mai, hai perso due persone che amavi e la tua felicità in un soffio, ti dico solamente che da adesso se vuoi hai me, non sei più sola” quelle parole erano state la sua ancora di salvezza e lei aveva amato Claudio come un padre da quel momento. Lui aveva capito che non voleva essere abbracciata o consolata a gesti, lei aveva bisogno di parole sussurrate con un sorriso e di qualcuno che restasse, come non avevano potuto fare i suoi genitori. Prendendo un altro respiro la ragazza continuò a raccontare...

“quel giorno presi un treno per Genova, era il primo che partiva, e una volta arrivata trovai lavoro come cameriera in un albergo a conduzione familiare gestito da due anziani signori, avevo usato dei documenti falsi per poter essere assunta. Vi restai 2 anni risparmiando ogni centesimo, poi arrivò un controllo e scoprirono che avevo mentito sulla mia età, usato dei documenti falsi e che ero scappata dai servizi sociali a Pisa, quindi mi misero in riformatorio per 2 anni, precedentemente erano 3 anni poi…per buona condotta sono diminuiti. Prima di essere messa in riformatorio ero ancora una bambina, ma in quell'ambiente sono dovuta crescere e diventare più forte se non volevo essere sempre presa di mira. Una volta uscita, avevo ancora tutti i miei risparmi, quindi decisi di cambiare città per ricominciare, ero seduta in un bar con una cartina e la sorte lasciò cadere la penna su Torino, quindi andai da un giudice e chiesi l'emancipazione, me la concedettero provvisoriamente, prima dovevo trovare un appartamento e un lavoro nella nuova città poi il tribunale di Torino avrebbe confermato o cancellato la mia emancipazione. Trovai subito questo appartamento, per il lavoro devo ringraziare Claudio per avermi concesso fiducia e i gestori del vecchio albergo di Genova, che inviarono una lettera a Claudio descrivendomi come diligente e ligia al lavoro, ma soprattutto una persona troppo buona che aveva sofferto troppo e che non se lo meritava, la conservo ancora. Naturalmente mi confermarono l'emancipazione, chiedendo anche di poter cambiare il mio nome, ed il giorno seguente andai in comune con i documenti per cambiare il mio nome di battesimo, da Alessandra ad Alexandra, perchè era simile al nome che mi avevano dato i miei genitori ma più deciso” prendendo un sorso del suo caffè ormai freddo e un lungo respiro la mora raccontò l'ultima parte della sua vita...

“Insieme all'emancipazione entrai in possesso delle vecchie proprietà dei miei genitori e di tutto quello che vi era nel testamento, vendetti la loro vecchia casa ed alcuni appartamenti, andai a recuperare degli oggetti tra cui l'anello di fidanzamento che mio padre regalò a mia madre, mi diceva sempre che un giorno sarebbe stato mio, ma speravo fosse lei a darmelo, non il comando dei carabinieri che avevano in consegna i loro effetti che indossavano il giorno dell'incidente. Avevo chiuso con la mia infanzia. Avevo trovato un equilibrio, poi 4 anni fa Claudio morì per un infarto, tra le mie braccia, lasciandomi una lettera ed il suo testamento. Non aveva figli e la moglie era morta anni prima dando alla luce il loro primo, ed unico figlio, ma amava me come se lo fossi sempre stata. Il giorno del suo funerale, mi resi conto di non aver mai saputo il suo cognome, lo lessi per la prima volta sulla sua lapide poi sulla lettera, quel giorno cambiai il mio cognome in Paradiso, perchè se io ero stata come una figlia per, lui era stato un padre per me. Poi presi la patente della moto perchè lui ne aveva due, così ogni volta che le guido lo sento un po' più vicino a me. Al lavoro ho qualche amico, ma nessuno sa nulla sul mio passato, e voglio che rimanga così. Da quando non c'è più Claudio mi sono sempre sentita sola, poi ho incontrato te”.

Le lacrime della mora si erano lentamente fermate grazie al senso di tranquillità e sicurezza che le arrivava dal vampiro. Ora si erano aperti l'uno con l'altra, non avevano più segreti, ora potevano stare insieme, forse per sempre.


Non dico nulla, spero solo che a qualcuno interessi ancora la mia storia, anche se sono una frana ad aggiornare ed a scrivere.
Baciiiiiiiii :*

 

  
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