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Autore: Mari Lace    28/11/2013    2 recensioni
-Scusami Sasuke-kun, ma ora devo controllare i tuoi ricordi-
Così, vide Sasuke da bambino, spensierato, giocare con Itachi.
Lo vide allenarsi per rendere fiero suo padre, non volendo essere da meno del fratello, a cui voleva comunque un gran bene.
E lo vide tornare a casa, il giorno dello sterminio del suo clan.

[SasuIno]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha, Team Hebi/Taka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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«Naruto, Sai, ho una missione per voi. Sakura, Ino e Hinata hanno trovato Sasuke Uchiha e sono riuscite a catturarlo; vista la sua pericolosità, andrete ad aiutarle» annunciò Tsunade, comodamente seduta alla sua scrivania.
La reazione dell’Uzumaki non si fece attendere. «Hanno trovato Sasuke?! Corriamo Sai, non lo lascerò scappare stavolta, 'ttebayo!» esclamò all’istante.
La quinta Hokage aveva previsto tanto entusiasmo. «Mi raccomando, Naruto, conto su di te». E su Sai, per star sicura che tu non faccia pazzie...

~

«Scusami, Sasuke-kun, ma ora devo controllare i tuoi ricordi».

Il ragazzo non rispose, chiuso in un ostinato mutismo. A parlare era stata l’erede degli Yamanaka, Ino: sembrava decisa a fare ciò che aveva annunciato. Lui non poteva opporsi, perché aveva abbassato la guardia un solo istante e le tre ragazze di cui ora si trovava prigioniero erano riuscite a catturarlo e renderlo inoffensivo. Se con Ino e Sakura non ci fosse stata Hinata, che era riuscita a bloccargli le vie del chakra, non ci sarebbero mai riuscite... ma ormai le cose stavano così e rimuginarci sopra non avrebbe migliorato la sua situazione.

Ora Sakura era alle sue spalle per assicurarsi che non facesse scherzi, mentre Hinata faceva la guardia all’esterno della grotta in cui avevano scelto di sostare. Forse temevano che i suoi compagni, il Team Taka, lo rintracciassero. Vano timore, perché li aveva mandati in ricognizione e aveva stabilito la riunione solo per il giorno dopo: aspettarsi un loro intervento sarebbe stato come sperare in un miracolo.

Quindi, senza che lui potesse opporre la minima resistenza, la bionda gli posò una mano sulla fronte, pronta ad utilizzare la tecnica che le avrebbe aperto i ricordi del ragazzo.

Sono nei ricordi di Sasuke-kun! Qui era ancora bambino...

Ino non era ancora molto pratica nell’utilizzo di quella tecnica, anzi; era la prima volta che la utilizzava fuori dagli allenamenti, era ancora un po’ incerta su come controllarla. Fu per questo che non appena entrò nell’inconscio di Sasuke fu letteralmente travolta dai ricordi del ragazzo.

Così vide Sasuke da bambino, spensierato, giocare con Itachi.

Lo vide allenarsi per rendere fiero suo padre, non volendo essere da meno del fratello, a cui voleva comunque un gran bene.

E lo vide rientrare, la notte dello sterminio del suo clan. Visse insieme al piccolo Sasuke l’esperienza di tornare a casa e ritrovarsi circondato dai cadaveri; tutte le persone a cui voleva bene e che solo poche ore prima aveva lasciato perfettamente in salute, ora erano morte. Corse insieme a lui verso casa, disperata, desiderando trovare i suoi genitori vivi; ma una parte di Ino sapeva benissimo che non sarebbe andata così. Assisté anche all’incontro tra Sasuke e Itachi, che gli diceva di non averlo mai amato, che aveva ucciso tutti per testare la propria forza...
E, insieme al minore degli Uchiha, decise che avrebbe seguito i consigli di Itachi, sarebbe cresciuto nell’odio, si sarebbe aggrappato alla vita e avrebbe ucciso colui che un tempo era suo fratello. Ma non poté vedere altro, perché Sasuke, che aveva rivissuto tutto ciò nella sua testa, con un enorme sforzo di volontà la buttò fuori dai propri ricordi. Rivivere quei momenti lo aveva scosso, ma non lo diede a vedere.
Sasuke... io... non immaginavo... scacciata dalla memoria del ragazzo, Ino rimase a occhi chiusi per qualche secondo. Quell’esperienza l’aveva sconvolta; ora sentiva di poter capire – almeno un po’ – il moro che le era sempre tanto piaciuto.

Si sedette a terra, inspirando profondamente.

«Che succede, Ino? Va tutto bene?» le chiese Sakura.

«Sì», rispose lei, osservando Sasuke. Il ragazzo aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma le sembrò di leggere del disprezzo, nel nero dei suoi occhi. La kunoichi immaginò fosse rivolto a lei, quel disprezzo. Non che potesse biasimarlo, aveva invaso la parte più vulnerabile del suo essere e se ne rendeva conto.

«Mi dispiace...» mormorò a voce bassissima, non sapendo nemmeno lei se stesse dicendo a sé stessa o al ragazzo che aveva davanti. Sakura non sentì.

«Hai trovato qualcosa d’importante, Ino?» le chiese ancora la compagna dai capelli rosa.
La Yamanaka parve finalmente riscuotersi. Si alzò. «No, nulla...» disse, avviandosi verso l’uscita della caverna. «Do il cambio a Hinata».

La verità era che voleva stare un po’ di tempo sola, per riflettere meglio su ciò che aveva visto.

Aveva sempre saputo che il Clan di Sasuke era stato sterminato tutto in una sola notte, e sapeva anche che il responsabile era Itachi... aveva pensato di poter immaginare il dolore dell’unico Uchiha sopravvissuto, ma si era sbagliata. L’aveva compreso solo adesso, vivendo il tutto con gli occhi del Nukenin. Sospirò. Finalmente riusciva a capirlo, eppure…

Ino sospettava ci fosse dell’altro, sotto. Qualcosa che non era riuscita a scoprire, perché lui non glielo aveva permesso. Diversamente la decisione di distruggere Konoha, che si diceva avesse preso, non si spiegava. Decise che avrebbe scoperto di cosa si trattasse.


«Che vuoi?» Sasuke non si preoccupò di nascondere l’irritazione. Quel pomeriggio quella ragazza era entrata nei suoi ricordi, aveva messo a nudo le sue debolezze più profonde esplorando i recessi della sua mente. Non gliel’avrebbe certo perdonato.

Il che poteva facilmente immaginarlo anche lei, e allora perché gli si era avvicinata mentre il turno di guardia toccava a Sakura e Hinata si riposava? O era incosciente, o... no, non c’erano altre scelte. Era incosciente.

«Ti chiedo scusa per oggi, Sasuke-kun. Io non volevo vedere... ciò che ho visto».

Lo prendeva in giro?

«No? Però lo hai fatto. Lasciami in pace» le intimò senza guardarla.

Lei ignorò quell’ordine e proseguì. «Non volevo, ma... lo ho visto lo stesso. Però non capisco. Voglio dire, Itachi ti ha fatto soffrire…», Sasuke sussultò impercettibilmente a quella frase, ma lei continuò: se voleva scoprire qualcosa doveva andare a fondo e parlare chiaro, «…e tu lo hai ucciso, per vendicare la tua famiglia. Forse lo avrei fatto anch’io, ma... sento che c’è dell’altro. Qualcosa che riguarda tuo fratello... perché hai deciso di distruggere Konoha, Sasuke?» chiese, stavolta senza preoccuparsi di aggiungere l’onorifico.

Lui non rispose, continuando a fissare davanti a sé. Quella ragazza si era avvicinata alla verità... ma se sperava che si sarebbe confidato con lei, altro che incosciente, era pazza.
«Ti aspetti seriamente che risponda?» le chiese, retorico.

«Sì, lo farai» rispose lei, ostentando una sicurezza che non possedeva.

«No. Non ti riguarda» fu la fredda replica. Ma chi si credeva di essere, quella ragazza? Alzò lo sguardo e ricambiò l’occhiata di sfida che lei gli stava rivolgendo.

Ino sbuffò. Non aveva intenzione di arrendersi, ma non sapeva che fare. Se Sasuke si richiudeva nel suo mutismo, non avrebbe ottenuto nulla.

Non era il caso di usare nuovamente la sua tecnica: non era stata una bella esperienza né per lui né per lei, non potendo controllarla al meglio c’era il rischio che non riuscisse a trovare quel che le interessava, e soprattutto: voleva aiutarlo, estorcergli il problema non era proprio l’ideale.

Continuarono a fissarsi per parecchi minuti. Nessuno dei due aveva la benché minima intenzione di distogliere lo sguardo: avrebbe significato darla vinta all’altro, accettare la sconfitta.

In altre circostanze, potrei ammirarla per come regge il mio sguardo.

Non mi aspettavo niente di meno da Sasuke-kun, ma non cederò.

La loro gara fu interrotta da un improvviso urlo di Sakura. «Hinata, Ino, svegliatevi! Ci attaccano!»

Subito dopo, un’esplosione.

  
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