Grazie.
[500
parole. Esatte]
Sasuke-kun
sarebbe tornato.
Era
certo. Sarebbe tornato.
Per forza.
Avrebbe
camminato per un po’, magari, poi si sarebbe ricordato di avere ancora una
casa, lì da qualche parte nel villaggio, e avrebbe fatto retrofronte. E lei non
lo avrebbe sgridato, come era giusto che fosse, perché lui era Sasuke Uchiha e
lei soltanto Sakura Haruno. Chi era Sakura Haruno per poter sgridare Sasuke
Uchiha?
Nessuno.
Ma Sasuke-kun
sarebbe tornato, sì, l’avrebbe fatto. Perché lui non era uno sprovveduto, lui
aveva una missione ed era quella di riportare in auge il suo clan. E il suo
clan, il clan Uchiha, era lì, a Konoha. Perciò sarebbe tornato. Magari anche un
po’ per lei? Per ciò che gli aveva detto? Oh, forse no, ma lei era soltanto
Sakura Haruno, dopotutto. Forse per questo ancora non tornava?!
“Mi dispiace Sasuke-kun, davvero…se torni
non piangerò più, davvero. Stavo solo cercando di convincerti, non volevo, non
volevo cacciarti via.”
Ma il
cancello rimaneva immobile e Sasuke non tornava. Sul serio, Sasuke non tornava
più. E la sensazione di gelo rimaneva, mentre il sole si affacciava all’orizzonte.
Era colpa sua, era dannatamente colpa sua.
E adesso?
Avrebbe dovuto dirlo a Naruto? Forse non era il caso di allarmare nessuno. Forse
Sasuke era solo in ritardo al suo appuntamento col destino. Forse aveva
soltanto bisogno di altro tempo, per ricordare che la sua casa fosse lì, a
Konoha, e non da qualche parte in mezzo al niente.
Forse.
Sakura
aveva sempre avuto il sentore che a Konoha ci fosse tutto ciò di cui aveva
veramente bisogno. Conoscendo Sasuke, quel vago sentore si era tramutato in
certezza. Entrando nel Team 7, un dato di fatto.
Eppure,
mentre attendeva paziente e tormentosa il suo ritorno, Sakura l’avvertiva la
sensazione di vuoto espandersi vertiginosa nel petto. Come se, seriamente,
mancasse qualcosa. Un pezzo del puzzle?
Un pezzo
del Team 7.
Che
cosa stupida, dopotutto. Sasuke-kun sarebbe tornato, non c’era motivo di agitarsi
per così poco. Lui non sbagliava, non sbagliava mai – nemmeno per sbaglio.
Lei
invece era solita sbagliare. Naruto sbagliava spesso. Sasuke non sbagliava mai,
punto.
Non
avrebbe sbagliato nemmeno quella volta, per questo sarebbe tornato indietro [da lei].
E lei
gli avrebbe sorriso, un po’ in imbarazzo forse, ma gli avrebbe sorriso. E lui
avrebbe alzato gli occhi al cielo, come era solito fare, e avrebbe fatto finta
di non vederla nemmeno mentre si avviava verso la sua casa. E lei lo avrebbe
seguito, come sempre, perché anche se lui fingeva di no, lei lo sapeva che a
lui piaceva quando lo accompagnava. Altrimenti, non le avrebbe mai detto quelle
parole…
Grazie.
Sasuke-kun
sarebbe tornato, non avrebbe tradito. E lei gli avrebbe fatto capire che era
sincera quando gli aveva detto quelle cose [lo amava] e lui, magari, un giorno avrebbe imparato ad amarla. Anche
se lei, era soltanto Sakura Haruno.
Ma
lui non diceva mai quella parola [grazie],
no?
[No].
Per
questo, anche per questo sarebbe tornato.
Lei
era l’unica persona alla quale lo aveva detto [grazie].
Note:
Scritta di getto, in davvero pochissimi minuti. Idealmente da porsi dopo la
dichiarazione di Sakura, prima che Sasuke abbandoni definitivamente (per adesso
u.u) il Villaggio della Foglia per seguire Orochimaru e compagnia bella. Sto cercando
di combattere la crisi da scrittura, perciò vi sarei eternamente grata se mi
facesse sapere cosa ne pensate. Davvero. Eternamente.
Anche se una volta da qualche parte ho letto che -eternamente è un tempo
seriamente lungo- (fandom di Harry Potter? Probabile).