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Autore: 3words8letters    28/11/2013    11 recensioni
Dal capitolo 37:
Uno sbuffo divertito le uscì impercettibile dalle labbra.
"Non è una novità...quello che c'è stato tra noi, che tra parentesi ho già rimosso, non cambia la repulsione che provo per te"
Stavolta toccò a me ridacchiare. Quella era una scusa bella e buona.
Mi avvicinai a lei, mentre continuava a tenere la testa alta, poi le afferrai piano il polso. La sua mano, stretta pugno, si aprì, facendo cadere il bracciale nella mia.
"No, Meg...io so perché ce l'hai con me" dissi inclinando un angolo della bocca in un sorriso strafottente "Perché con me hai ceduto..."pronunciai piano, con voce roca "E perché io ti faccio sentire debole...dico bene?" osservai a lungo i suoi occhi, con attenzione, e una scintilla quasi impercettibile attraversò le sue iridi cerulee.
"Io ti odio perché sei un impertinente, arrogante e pieno di sé" pronunciò con astio.
"Però nonostante questo sei venuta a letto con me..." ribattei crudele.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Volevi una dimostrazione? Beh adesso ce l'hai… >>
Liam mi guardava con sguardo trionfante, mentre ancora faticavo a capire appieno cosa significassero quelle parole, o più che altro, che significato avessero per me.
Non l'aveva fatto per scommessa.
Ci mettevo ancora del tempo a metabolizzare quelle parole nella mia testa.
Non l'aveva fatto per scommessa. Mi piaceva quella frase.
Sollevai lo sguardo verso Liam, e incontrai un sorriso incoraggiante.
<< Non dirglielo >>gli dissi con tono di supplica << Non dirgli di questa nostra discussione >>
Liam prima mi rivolse un grande sorriso, poi mimò di avere la bocca cucita.
<< Devo uscire subito da qui… >>dissi prendendo le mie cose in un batter d'occhio.
Delle mani mi afferrarono per un braccio, trattenendomi prima che scappassi fuori dalla classe.
<< No, che fai? Non devi andartene! Devi parlare con lui! >>
Scossi la testa freneticamente.
<< No non posso, non sono pronta, io… >>ma le sue mani non mi lasciavano.
Gli gettai un'occhiata atterrita, ma lui si limitò a ridacchiare.
<< Meg non puoi tirarti indietro! >>
<< I-io lo farò domani…gli parlerò domani…oggi no… >>dissi tremante.
Non ero pronta per quello, non ero pronta a vederlo da una luce diversa da quella del solito puttaniere stronzo. No, non ero pronta ad affrontarlo.
<< E allora non farlo! Questo lo devi decidere tu…ma non puoi scappare…mi meraviglio di te! >>
<< Ciao ragazzi! >>
Ci voltammo entrambi, io con un'espressione di autentico panico.
<< Fratello! >>esclamò il ragazzo accanto a me, finalmente lasciandomi il braccio per correre incontro al suo amico. Peccato che ormai fosse troppo tardi per scappare.
I due ragazzi si abbracciarono, ma di fronte a me era come se non vedessi nulla.
<< Meg >>
Scossi la testa, per ritornare alla realtà.
<< Come va adesso? Come sta tua nonna? >>
Perché mi sentivo come quelle stupide ragazzine che balbettavano quando un ragazzo gli rivolgeva la parola?
<< B-bene grazie… >>risposi, cercando di fargli un sorriso << Scusami se non ti ho fatto entrare quel giorno…io… >>
<< Tranquilla…capisco. Avevi bisogno di un amico… >>
Il cuore sembrò crollarmi quando avvertii un tono triste nelle sue parole, tuttavia non dissi nulla, rimanendo a guardarmi le scarpe in silenzio.
<< Sai non mi aspettavo che oggi venissi a scuola… >>mi disse poi, per interrompere il silenzio che né Liam né io ci premuravamo di spezzare.
<< In effetti non sarei dovuta venire…mia nonna mi ha in un certo senso costretto >>dissi sbuffando << Infatti non ho nemmeno lo zaino >>
Lui annuì, sorridendomi leggermente.
<< Io…ehm…esco a cercare Emily >>inventai poi, pur di non stare un altro minuto in quella classe.
Invece mi precipitai nel bagno, la testa che mi pulsava fastidiosamente.
Mi osservai allo specchio, vedendo la mia pessima cera quella mattina.
Non avevo dormito un granché neanche quella notte, quindi era normale che avessi quelle occhiaie così profonde.
Mi domandavo ancora perché fossi venuta a scuola anziché andare a casa di nascosto e dormire, tanto la nonna non si sarebbe accorta di nulla.
Mi sciacquai la faccia per bene, come non avevo potuto fare quella mattina, poi mi preparai mentalmente per uscire da quel bagno.
Ma quanto in basso ero caduta? Mi stavo nascondendo in un bagno pur di non vederlo o parlargli. Patetica, ecco cos'ero, patetica.
Guardai i miei occhi, riconoscendomi poi in pieno.
Quegli occhi verdi, con delle leggere sfumature tendenti all'azzurro cielo, quegli occhi così determinati, quegli occhi così miei.
Non potevo dubitare di me stessa, nonostante i sentimenti che mi sguazzavano dentro fossero completamente nuovi, quegli occhi rimanevano sempre gli stessi. Sempre ardenti.
Annuii, facendomi forza, e poi uscii.
 
 
Sentivo ciarlare la mia compagna, tuttavia senza preoccuparmi di ascoltare una parola di quello che diceva, mentre rimanevo coi pugni sul mento, cercando di non addormentarmi per quella lezione di inglese così tremendamente noiosa.
Non avevo il coraggio di gettare uno sguardo dietro, così rimanevo semplicemente con la testa dritta di fronte a me, ad osservare la lavagna vuota. Se almeno ci fosse stata qualche scritta potevo fare finta di leggere, invece così sembravo totalmente in trance. E in effetti lo ero, visto che non muovevo neanche le palpebre.
Sentii all'improvviso un violento pizzicotto su un fianco, e poiché ero sempre stata soggetta al solletico in quella zona non potei fare a meno di fare un salto, quasi capovolgendomi sulla sedia. Diventai paonazza quando lo sguardo della prof si posò interrogativo su di me, interrompendo la lezione.
Gettai un'occhiataccia di rimprovero alla mia amica che mi aveva appena fatto fare una figuraccia, poi scusandomi di malavoglia abbassai la testa.
<< Stevens, potresti mostrare un po' più di attenzione alla lezione? >>disse con tono irritato quella cornacchia << E vedo che non hai nemmeno il libro! Come avresti intenzione di seguire? >>
<< La scusi professoressa, ma è stata tutta la notte all'ospedale con sua nonna >>mi salvò Emily, rivolgendo alla donna un leggero tono irrisorio.
Lei si guardò intorno spaesata, poi si rivolse di nuovo a me con tono cortese.
<< Scusami, non lo sapevo… >>
Alzai gli occhi al cielo. Preferivo che continuasse a non saperlo.
Comunque almeno una cosa positiva c'era: continuò la lezione ignorandomi completamente, anzi mi permise di fare quello che volevo, perfino uscire come se nulla fosse se l'avessi desiderato.
Tuttavia continuai a rimanere al mio posto, fissando ancora una volta la lavagna, in attesa solo che suonasse la campana.
Vidi la mia compagna di banco accasciarsi accanto a me, sbuffando, e per la prima volta mi voltai verso di lei, rivolgendole un'occhiata interrogativa.
<< Che c'è? Vuoi ancora parlarmi di Harry? >>sbottai sottovoce, non riuscendo a nascondere un tono un po' irritato. Ormai era da un po' di tempo che ogni volta che parlavamo usciva l'argomento Harry, e benché fossi così cortese da starla a sentire ogni volta adesso proprio non ne potevo più. Ne avevo già abbastanza di cose da pensare, non c'era bisogno che mi affollasse la testa con le sue chiacchiere su quanto Harry fosse perfetto.
Di risposta i suoi occhi segnavano un lieve cenno di offesa.
<< Volevo semplicemente dirti che Zayn non la smette di guardarti >>sbottò con tono asciutto, per poi voltarsi verso la professoressa.
Io invece mi raddrizzai sulla sedia, avvertendo il bisogno improvviso di scappare via per evitare i suoi raggi X.
<< Fagli cenno di smetterla >>le sussurrai poi, ma venni palesemente ignorata.
Dopo diverse mie insistenze finalmente mi considerò.
<< Faglielo tu il cenno >>ribattè scocciata.
<< Ti prego se lo fai potrai parlarmi di Harry tutte le volte che vorrai… >>dissi con tono di supplica. Sapevo che avrebbe funzionato.
Lei prese la matita in mano, cominciando poi a farla rotolare sul banco, annoiata.
<< Non voglio parlarti di Harry >>
<< E' per quello che è successo? >>chiesi immediatamente << Ti ho detto che è stato solo un malinteso >>dissi con tono mortificato.
<< Ho capito che non è il mio tipo, ecco. >>tagliò corto.
La guardai strabuzzando gli occhi.
<< Ma se…avevi detto che… >>borbottai confusa.
<< Ho detto una stronzata, ok? >>
<< O-ok… >>balbettai.
Calò il silezio tra noi due, fino a quando non fu lei ad interromperlo.
<< Non è colpa tua…è solo che ho capito che io e lui…beh, non stiamo fatti per stare insieme… >>mi spiegò poi, continuando a torturare la matita che teneva tra le mani.
Io annuii, poiché capivo perfettamente, in fondo quello era sempre stato il mio pensiero, quindi in un certo senso ero sollevata del fatto che se ne fosse accorta anche lei.
<< Adesso fai capire a Zayn che non deve fissarmi? >>dissi ad un certo punto.
Lei ridacchiò. << Ma che problemi hai con Malik? Ancora non avete risolto? >>mi chiese sospettosa. In effetti le avevo detto che ci ignoravamo a vicenda, anche se poteva verificare lei stessa che avessi mentito spudoratamente.
<< No…non…mi vuole lasciare in pace… >>sussurrai stringendo poi le labbra.
Lei assottigliò gli occhi, gettando di tanto in tanto qualche occhiata dietro, tutto questo nel corso della lezione di inglese.
<< Vuoi vedere che hai fatto cadere Malik ai tuoi piedi? >>mi disse in tono malizioso, dandomi poi una gomitata.
<< M-ma che dici! >>esclamai piano, massaggiandomi poi il braccio.
<< Per forza…altrimenti perché dovrebbe andarti ancora dietro dopo che gliel'hai data? >>
Da quando in qua Emily parlava in modo così spiccio?
E perché tutti quanti quel giorno mi dicevano la stessa cosa? Si erano messi d'accordo?
Bene, con quelle chiacchiere mi appannavano ancora di più il cervello, che già era appannato per conto suo.
<< Va bene, adesso basta Emily >>tagliai corto, cercando di assumere un tono autoritario.
<< Sono o non sono la tua migliore amica? >>
E allora? Voleva incastrarmi con quella domanda a trabocchetto? Beh, ci stava riuscendo.
<< Sì, Emily >>pronunciai con tono esasperando, alzando poi gli occhi al soffitto.
<< E allora? Che hai intenzione di fare adesso? Non capita tutti i giorni che uno come Zayn ti vada appresso… >>disse allusiva, cercando di essere più chiara possibile.
Sbuffai. Perché anche lei doveva essere così stressante?
<< Non lo so, Emily! Non lo so! >>esclamai un po' troppo ad alta voce, dal momento che l'insegnante fermò di nuovo la spiegazione.
Tuttavia riprese dopo qualche secondo, ignorandoci.
Sinceramente preferivo mi mandasse dal preside piuttosto che stare lì, e sopportare oltre agli sguardi di Malik, anche quelli insistenti di Emily.
Dannazione, dovevo tornare immediatamente a casa.
 
La campana suonò quando ormai credetti di non poter sopportare oltre.
Mi alzai in fretta, ringraziando il cielo per avermi finalmente salvato da quell' inferno di sguardi.
Ma ovviamente la cosa non era ancora finita, difatti il mio incubo peggiore mi venne dietro in un batter d'occhio, afferrandomi poi delicatamente il polso non appena mi raggiunse.
<< Devi andare all'ospedale? Vuoi un passaggio? >>mi chiese con fare gentile.
<< No grazie, vado con l'autobus >> Ebbi l'impressione che il tono asciutto e distaccato, che avevo accuratamente scelto di utilizzare non appena me lo sarei trovato di fronte, lui lo avvertì come un tono scocciato.
<< Vedi che non mordo >>mi provocò a questo punto, visto quanto velocemente mi ero voltata per dirigermi alla fermata.
Dovevo velocemente scollarmelo se non volevo che la situazione precipitasse e mi portasse a dire cose che non avrei dovuto.
<< Non devi per forza essermi amico, Zayn >>ribattei brusca, sperando che il tono della mia voce non tradisse il leggero tremolio che sentivo alle gambe quando incontravo i suoi occhi che riflettevano la luce del sole, facendo intravedere quelle sfumature dorate all'interno dell'iride scura.
La sua fronte si aggrottò in un istante.
<< Non devo, o non vuoi tu? >>mi disse poi, mettendosi a braccia conserte, consapevole di avermi messa in difficoltà per quella domanda spinosa.
In poche parole mi stava chiedendo se lo volessi o no come amico. E che dovevo dire adesso?
<< Io…non credo possiamo essere amici >>tagliai corto, osservandolo mentre storceva la bocca.
In effetti era vero, avevo solamente detto la verità, anche se avevo omesso un particolare. Avrei dovuto dire: non credo possiamo essere solo amici.
Tuttavia lui non insistette oltre, e mi lasciò andare indisturbata quando mi voltai e corsi verso la fermata dell'autobus, senza rivolgergli un'altra occhiata.
Forse non avrei dovuto rivolgermi a lui così acida, ma progettavo di riparare al danno il giorno successivo.
 
 
 
 
La mattina dopo mi ritrovai a sognare ad occhi aperti nel letto talmente presto, che dubitavo anche che avessi potuto dormire qualche secondo quella notte.
Tuttavia rimasi sotto le lenzuola a guardare rapita il soffitto, fino a quando non suonò la sveglia.
Saltai giù dal letto, animata da una strana forza quella mattina.
Avevo passato tutta la notte ad autoconvincermi a farmi avanti con Zayn.
Non sapevo il perché me lo fossi imposto con così tanta determinazione, fatto sta che sembrava funzionare. Non potevo negare di essere agitata, ma dopo le parole di Liam e quelle di Emily avevo acquistato un certo coraggio, che si era però manifestato solamente dopo ore e ore di rimunginamento.
Mi lavai la faccia in fretta, proponendomi di sistemarmi al meglio quella mattina.
Mi lavai i denti, poi tornai in stanza per scegliere accuratamente i vestiti.
Di solito non facevo molto caso a queste cose, però a quanto pare essere così tesa mi faceva questo effetto. Sembravo una maniaca dell'ordine e della perfezione quel giorno.
Svuotai praticamente tutto l'armadio sul mio letto, proponendomi di sistemarlo non appena fossi tornata a casa, finché non trovai ciò che desideravo.
Un paio di leggins color jeans molto semplici, e sopra un pullover grigio che mi fasciava perfettamente i fianchi. Poiché mi lasciava il petto scoperto mi affrettai a prendere una sciarpetta di cotone.
Passai un po' di blush sul viso, per dar colore alle guancie, poi solamente un po' di matita nera sul contorno degli occhi. Infine diedi il tocco finale con un mascara non troppo pesante.
Per Dio, non mi indaffaravo così tanto per curare il mio aspetto da almeno qualche mese. Non mi piaceva andare a scuola truccata, quindi lo facevo solo in casi pietosi, il più delle volte proprio nel bagno della scuola, giusto per darmi una sistemata e non farmi apparire uno zombie. Fortuna che per i capelli non dovevo fare granché, in fondo mi bastava spazzolarli un po' e si ravvivavano, perciò quando mi guardai allo specchio perfettamente in orario non potei che essere soddisfatta.
Evitai di svegliare la nonna, che stava ancora dormendo nell'altra stanza e scesi le scale, indossando il giubbotto imbottito e mettendomi lo zaino in spalla.
 
Poiché ero venuta anche quel giorno con l'autobus, arrivai piuttosto presto in classe, e attesi l'arrivo degli altri.
Emily anche quel giorno aveva perso l'autobus, così probabilmente aveva convinto Louis a portarsi la macchina per darle un passaggio.
Solo qualche mese, e poi finalmente l'avrei avuta anche io la macchina. Beh, se quel catorcio che aveva mia nonna avrebbe potuto definirsi macchina.
Ma almeno mi sarei accontentata. Ero praticamente una delle poche persone che al quinto anno viaggiasse ancora con l'autobus, ed ero stufa di questo. Non vedevo l'ora di diventare maggiorenne.
Qualche tempo fa Emily mi aveva chiesto come avrei festeggiato i miei 18 anni.
La verità era che non ne avevo la più pallida idea.
Progettavo una semplice serata tra amici, ma forse sarebbe stato troppo squallido.
Forse era meglio non far nulla, avrei evitato stress inutili.
Guardai il calendario: mancavano esattamente tre mesi. Chissà dove sarei stata tra tre mesi…forse immersa tra i libri per tutte le materie che sicuramente avrei dovuto recuperare, forse ancora a viaggiare da sola con l'autobus.
Immersa nelle mie riflessioni più che profonde non mi resi conto che la classe si era già affollata, e la professoressa era appena entrata. Era strano: ero certa che la campanella non fosse ancora suonata, allora che ci faceva lei qua?
Guardai l'orologio al mio polso, ed esso mi confermò che mancavano ancora 10 minuti buoni all'inizio della lezione.
<< Ragazzi volevo solo dirvi che oggi vedremo un film… >>tuonò la grassottela che insegnava storia, sistemandosi gli occhiali spessi sul naso aquilino.
<< Quindi non appena suona la campana ci vediamo in aula video >>ci comunicò, e detto questo uscì dalla classe, portandosi dietro la sua classica valigetta in pelle marrone chiaro.
In poco tempo anche gli altri ritardatari arrivarono, ma notai che mancava ancora Emily, e anche qualcun altro.
Controllai il cellulare per accertarmi che mi avesse in qualche modo avvertita del suo ritardo ed effettivamente visualizzai sullo schermo un nuovo sms.
 
 Meg oggi non aspettarmi, non vengo…
 
Oh, bene, sarei stata senza compagna di banco quest'oggi.
Allora non aveva semplicemente perso l'autobus, ma non si era presentata per un altro motivo. Probabilmente stava male.
Non avevo soldi nel cellulare per risponderle, così lo rimisi nella tasca, e mi misi lo zaino in spalla per iniziare a dirigermi verso l'aula video insieme ai miei compagni.
La professoressa non ci aveva detto il nome del film, ma probabilmente sarebbe stato uno di quei cortometraggi storici che ci faceva sempre vedere. Un solo pensiero: che palle! Per di più senza Emily sarebbe stata una noia totale.
Mentre camminavo per il corridoio seguendo la mia classe pensai che effettivamente ci sarebbe potuto essere un lato positivo: in quelle ore di film potevo benissimo pensare a cosa dire a Zayn.
Non mi andava di chiamarlo specificatamente per questo motivo, doveva essere tutto molto…naturale e spontaneo.
E mentre ci dirigevamo nell'aula video ecco che lo vidi spuntare in fondo al corridoio, in compagnia di Liam.
<< Dove state andando? >>ci chiesero.
Gli risposero i miei compagni e i due ragazzi si accodarono a noi senza nemmeno passare dalla classe.
I capelli di Zayn erano sempre alzati in un alto ciuffo, stavolta spostato un po' lateralmente, e un cappello con la visiera gli copriva il resto dei capelli.
I giubbotto aperto lasciava intravedere la maglietta di cotone semplice che aveva sotto, con qualche strana scritta che non riuscii a leggere, i pantaloni erano sempre di jeans scuro. Evitai di fissarlo troppo a lungo, anche perché quando mi passò accanto non mi rivolse nemmeno un'occhiata.
Ne fui un po' delusa all'inizio, ma in fondo mi resi conto che stava solo rispettando il mio volere. C'era stato un bel po', ma alla fine ci stava provando ad ubbidirmi.
Peccato che avesse scelto proprio il periodo sbagliato per ignorarmi.
Beh, a maggior ragione dovevo essere proprio io a farmi avanti.
D'altro canto quando mi passò accanto Liam schiacciò l'occhio, facendo poi una faccia complice.
Che cosa aveva in mente? Quell'espressione non mi piaceva per niente.
Arrivammo alla sala col maxi schermo, adibita ad aula video, e già ci iniziammo a posizionarci nei vari banchi.
Liam mi diede una gomitata, e finalmente capii le sue intenzioni: voleva cedermi il posto accanto a Zayn, in modo tale che potessi parlargli un po'.
La paura prese ad assalirmi quando rimasi solamente io in piedi, e Zayn dietro di me che aspettava che mi sedessi in qualche posto.
Mi spostai di lato, facendolo passare, e lui si andò a posizionare nell'ultima fila.
Deglutii, poi sorpassando tutti i posti avanzai verso di lui.
<< Posso…sedermi qui? >>chiesi timidamente.
Lui sollevò lo sguardo verso di me, lasciando intravedere una lieve espressione sorpresa.
<< Perché? >>disse poi, come per sfidarmi, difatti alzò entrambe le sopracciglia, mettendosi a braccia conserte.
Non mi ero aspettata quella domanda, tuttavia non mi tirai indietro.
<< Emily non c'è oggi… >>
<< Credevo di aver capito che non mi volessi come amico >>mi interruppe lui, testardo.
Beh, se lui era testardo, io lo ero ancora di più.
<< Oh e spostati! >>dissi brusca, strattonandolo leggermente per farlo spostare in modo da lasciarmi il posto.
<< C'è Liam qui… >>
<< Non vedi che Liam è seduto in prima fila? Vuole prendere appunti lui… >>
<< E tu? Non ne vuoi prendere appunti? >>
Trattenni a stento una risata ironica, tuttavia senza altre insistenze il ragazzo si spostò, permettendomi di sedermi nella sedia coi braccioli accanto a lui.
<< Allora? Non avevi detto che volevi che io scomparissi dalla tua vita? >>
Ecco, ci risiamo. Voleva rinfacciarmi tutto ciò che avevo detto.
Sbuffai sonoramente. << Beh l'hai detto anche tu: non puoi semplicemente scomparire… >>
Zayn si accigliò.
<< A che gioco stai giocando Stevens? >>
Oh, adesso ritornavamo a chiamarci per cognome?
<< Non sto giocando, Zayn >>sottolineai bene, zittendolo.
Lo sentii borbottare qualcosa di indistinto, poi mi voltai verso lo schermo quando la professoressa spense le luci, facendo partire il film.
Lo chiamai, sussurrando il suo nome, finchè non si voltò verso di me, fingendosi infastidito.
<< Ho capito il significato di quel sorriso >>sputai di botto.
<< Che? >>Le sue sopracciglia si incurvarono, perplesse.
<< Il sorriso! Quello del tuo disegno… >>dissi sempre sottovoce, mentre le guancie mi si colorarono quando pensai alla volta in cui avevamo discusso proprio di quel disegno. Fortuna che eravamo al buio e lui non poteva vedere il mio colorito in quel momento.
<< Oh >>disse, sembrando interessato << E allora? >>mi chiese poi curioso.
<< Beh, eravamo rimasti alle spine. Io avevo visto le spine come punizione…però credo di aver sbagliato… >>
<< Ah sì? >>
Annuii.
<< Credo che quelle spine rappresentassero non una punizione, ma tutte le difficoltà che si incontrano nella vita. C'è chi si lascia abbattere da questi imprevisti, questi problemi…e chi invece, come la ragazza nel disegno, li affronta con determinazione, sempre col sorriso sulle labbra… >>
Quando conclusi lo guardai attentamente: sembrava soddisfatto, quasi orgoglioso del fatto che io ci fossi arrivata.
Dopo un po' che mi fissava col suo solito sguardo intenso, mi voltai, rivolgendo lo sguardo di nuovo al maxi schermo.
<< Ripeto l'offerta: se vuoi te lo regalo… >>
Mi disse questa frase a due centimentri dal mio orecchio, e non facevo altro che chiedermi come si era avvicinato così tanto senza che me ne accorgessi.
Probabilmente si accorse di quanto diventai rigida d'un tratto, così lo fece apposta a soffiarmi sul collo.
Aria calda mi colpì la pelle, che avevo lasciato scoperta quando mi ero tolta la sciarpa.
Un brivido mi salì su per la schiena, ma continuai a fissare davanti a me, sperando solo che non si fosse accorto di che effetto mi facesse averlo a pochi centimetri da me e dalla mia pelle.
<< No, davvero…non è necessario. Tienilo ad abbellire la tua stanza, lì sta molto meglio >>risposi dopo un po'.
<< Perché non mi guardi? Ti vergogni di me? >>
Mi voltai all'istante, colpita nell'orgoglio.
<< Ma che stupidaggini dici? Perché dovrei vergognarmi di te? >>sbottai con tono un po' offeso.
Non potei sfuggire al suo sguardo magnetico, ancora a distanza ravvicinata.
Si era sporto nella sedia, avvicinandosi, ma dopo un po', stanco di rimanere in bilico fu costretto a ritornare al suo posto.
<< Che sei bella oggi >>esclamò, e notai che aveva un tono leggermente sorpreso.
Aggrottai le sopracciglia. << Perché lo dici con quell'aria sbalordita? >>borbottai lievemente offesa.
<< No, non volevo dire che… >> ridacchiò, portandosi le mani avanti << beh, sono sorpreso solamente perché sembri molto…curata. Non che di solito tu non sia curata, è solo che oggi lo sei più degli altri giorni >>
Il suo inutile tentativo di adularmi mi fece sorridere.
<< Oggi ho avuto più tempo del solito per sistemarmi, visto che mi sono svegliata stranamente molto presto >>dissi. Non volevo che pensasse che avevo fatto questo per lui, anche se in effetti era proprio così.
<< Anche se hai dormito poco i tuoi occhi sembrano brillare oggi… >>mi sussurrò ancora, con tono sensuale.
<< I tuoi brillano sempre >>
Non feci in tempo a tapparmi la bocca che già le parole erano uscite da sé.
Mi maledissi mentalmente, poi distolsi lo sguardo dal suo mentre i suoi occhi si spalancavano ancora per la sorpresa.
Dio mio, che stupida! Si può essere più stupidi di così nel dire una stupidaggine così stupida?
Sussultai quando la sua mano si poggiò sulla mia gamba.
<< Zayn che…? >>
Lui mi zittì, nuovamente a pochi centimetri dal mio viso, o forse anche meno.
Strusciò la punta del suo naso contro la mia guancia, poi le sue labbra corsero al mio orecchio.
<< Ho capito cosa vuoi, piccola… >> Soffiò contro il mio orecchio, facendomi allontanare per riflesso, poi lo sentii ridacchiare.
<< Ti pare il momento? >>esclamai sottovoce, con un tono un po' agitato.
Non ero sicura di saper rispondere delle mie azioni, e sicuramente non volevo che nessuno si accorgesse a che distanza stavamo noi due.
Le mie braccia rimesero però ferme ai miei fianchi, e quando lui non esitò a togliere la mano dalla mia coscia mi limitai a mordermi il labbro, col capo rivolto in avanti.
<< Non c'è situazione più erotica… >>sussurrò con voce roca << E poi qui dietro siamo soli, non ci vede nessuno… >>
Gli rivolsi un'occhiataccia. I suoi occhi brillavano di una luce maliziosa, non più dolce. Tornai a concentrarmi sul film, o almeno a fingere di concentrarmi, visto che qualcuno al mio fianco aveva intenzione di farmi impazzire.
Difatti la mano di Zayn prese a salire, mentre accarezzava pian piano tutta la coscia.
I leggins che indossavo erano talmente leggeri, che sentivo come se la sua mano fosse a contatto con la mia pelle, scaldandola.
<< Il film è così interessante, non è vero? >>pronunciò ironico.
Il mio respiro si era fatto sempre più pesante, tuttavia riuscii a rispondergli secca.
<< Sta' zitto >>
La sua mano si insinuò tra le mie cosce, arrivando a sfiorare l'inguine, il che mi fece drizzare sulla sedia, e stringere i pugni.
<< Zayn, ti prego smettila >> Cercai di artigliargli la mano, ma ero debole e tremante, e il mio gesto troppo inefficace e fiacco.
Difatti lui ridacchiò per la mia reazione, continuando a sfiorarmi, consapevole di quanto fossi sensibile, dopodiché mi soffiò ancora una volta nell'orecchio.
<< Alan darà una festa sabato, ci vieni con me? Andiamo a divertirci… >>mi disse con un sorriso eloquente.
<< Non ci penso nemmeno >>ribattei brusca.
Quel suo comportamento stava facendo uscire la mia parte acida a poco a poco.
<< Oh andiamo…so che anche tu lo vuoi… >>disse ancora, mantenendo il suo tono malizioso.
<< Cosa te lo fa pensare? >>chiesi io, asciutta.
Rise ancora. << Per esempio…il fatto che tu sia in questo stato solo perché ti ho sfiorato, tesoro… >>disse col tono di chi la sapeva lunga.
Mi irrigidii, stringendo i pugni.
<< Come…come puoi trattarmi così? >>dissi sentendo gli occhi pizzicare.
I suoi gesti, le sue parole…si stava comportando come se fossi una puttana, solo e unicamente la sua puttana. Gli pareva forse che ero a sua disposizione?!
<< Come dovrei trattarti allora? >>replicò << Ogni volta che provo a parlarti tu mi rifiuti…ho deciso allora di cambiare atteggiamento, visto che è l'unica cosa di me che ti piace! >>sbottò, anche lui utilizzando un tono brusco.
<< Che cosa stai insinuando?! Che mi piace solo fare sesso con te?! >>dissi più arrabbiata che mai.
<< Non è così? >>domandò pungente.
<< Non è vero…io…odio fare sesso con te… >>cercai di difendermi dai suoi attacchi, ma sapevo benissimo che le mie difese erano inutili quanto false.
E rise. Mentre io sentivo che le lacrime sarebbero uscite da un momento all'altro lui rise.
<< Questa sì che è bella… >>disse beffardo.  
Sentii la sua mano insediarsi nei miei leggins, e senza neanche rendermi conto di come ci fosse arrivata, lui mi sfiorò l'estremità superiore degli slip.
Mi alzai di colpo dalla sedia, facendola cadere dietro di me, provocando un gran frastuono.
Tutti gli sguardi si girarono verso di me, rimasta immobile con espressione colpevole.
<< M-mi scusi professoressa… >>dissi con voce tremante << Ho assoluta necessità di andare in bagno. Posso andarci? >>chiesi con tono più supplichevole che mai.
Forse lo avvertì dalla mia voce, forse lo vide dallo sguardo, fatto sta che l'insegnante mi mandò senza fare troppe storie, nonostante non mandasse mai nessuno in bagno durante i film.
Senza guardare nessuno, men che meno Zayn, mi diressi a grandi passi verso l'uscita.
Una volta fuori dalla classe iniziai a correre verso il bagno, sentendomi uno schifo.
Solo entrata dentro scoppiai in un pianto liberatorio, incapace di trattenermi oltre.
Mi aveva umiliata, mi aveva ferita, mi aveva trattata peggio di uno straccio.
Questo era Zayn Malik, ed io per tutto quel tempo mi ero fatta offuscare dalle sue parole, da quelle di Liam e Emily, dalle mie convinzioni.
Lasciando la porta socchiusa mi accasciai a terra, nascondendo poi il volto nelle ginocchia, e accucciandomi.
Addio matita, addio mascara, addio tutto ciò che mi ero premurata a fare quella mattina. Adesso mi sentivo ancora più sciocca.
Ridurmi così per un ragazzo, con lo stomaco intrecciato più volte su sé stesso, creando una voragine al centro del petto, gli occhi stravolti dal pianto, il respiro irregolare per via dei singhiozzi così frequenti…se me lo avessero detto un paio di mesi fa mi sarei messa a ridere fino a farmi venire le lacrime, credendo non fosse possibile. Eppure lo era. Quel ragazzo mi aveva distrutto fin troppe volte ormai, dovevo esserne abituata, invece ogni volta era sempre peggio. Invece ogni volta il dolore aumentava esponenzialmente, la morsa stringeva sempre di più, fino a sfracellarmi il cuore.
Sussultai violentemente quando la porta del bagno si spalancò di botto, andando a sbattere contro il muro di fronte.
Mi rannicchiai ancora di più quando vidi, nonostante gli occhi appannati, Zayn chiudere la porta dietro di sé, come se quella posizione in quell'angolino potesse proteggermi da lui.
Tirai su col naso, poi mi strofinai gli occhi, anche se era impossibile non far vedere quanto avessi pianto.
<< Meg… >>mi chiamò << Mi dispiace io…io non volevo farlo…non so cosa mi è preso… >> disse con tono colpevole
Nessuna risposta arrivò da parte mia, non avevo più intenzione di dargli altre possibilità, se le era giocate tutte, tutte quante. Perfino il suo viso preoccupato adesso non faceva che disgustarmi. O meglio, mi imponevo di farmelo apparire così, anche se sapevo che anche con tutta la volontà del mondo non potevo in qualche secondo mutare ciò che provavo per lui.
Si inginocchiò di fronte a me, stava per sfiorarmi il viso quando ci ripensò, ritirando la mano. Comunque il suo viso rimase a poca distanza dal mio, e i suoi occhi pentiti cercavano i miei senza arrendersi. Quando li trovarono non li lasciarono più.
Sapevo dell'effetto che quegli occhi provocavano su di me, e dovevo imparare ad affrontarli se volevo andare avanti.
<< E' solo che… >>provò a spiegarmi << Io non ti capisco…non ti ho mai capita. Ogni volta che mi lasci mi dici che non mi puoi più vedere, poi ritorniamo sempre insieme, come attirati da una calamita…non so come comportarmi…se faccio il ragazzo dolce mi rifiuti amaramente, se faccio quello sincero credi che menta…che cosa devo fare? >>disse con tono disperato.
<< Hai ragione, sono un'idiota >>risposi atona.
<< Scusami se ti ho trattato da puttana. Io non mi comporterei mai così con te… >>
<< L'hai già fatto, Zayn >>
Lui accusò il colpo, poi con sguardo afflitto provò a prendermi le mani.
<< Ti ho già detto perché l'ho fatto, e non sai quanto sono pentito di questo… >>
Le trovò, dopodiché non me le mollò più.
<< Sono io l'idiota qui. Quello che non capisce, quello ottuso e imbecille, sono stato davvero insensibile…e vorrei solo che non fosse mai successo…ma è successo purtroppo… >>
Continuai a sostenere il suo sguardo, non so con quale forza sinceramente.
<< E nonostante io odi con tutta l'anima ciò che ti ho fatto…c'è anche una cosa positiva in tutto questo… >>
Assottigliai gli occhi. Una cosa positiva? Ero proprio curiosa di sentirla questa "cosa positiva".
<< Sei la ragazza più complicata che io conosca…dico sul serio… >>disse sollevando un angolo delle labbra.
Dove voleva andare a parare? Lo ascoltai con curiosità crescente.
<< Ho impiegato mesi per riuscire a capirti >>continuò.
Mi stava tenendo sulle spine, ecco cosa faceva. E quel suo sorriso mi irritava non poco.
<< Ma finalmente credo di esserci riuscito…dopo oggi credo di farcela a fronteggiarti >>concluse con occhi speranzosi.
Quella conclusione accompagnata dalla sua espressione convinta mi fece scoppiare a ridere. Ancora rannicchiata nell'angolino di quel bagno, con gli occhi arrossati e i vestiti umidi per le lacrime che vi erano cadute, non potei fare a meno di ridere.
<< Malik, non è mica una battaglia >>
<< Beh, per noi sì…dico bene? >>ammiccò lui, lasciandomi spiazzata.
Aggrottai la fronte, prima che il mio viso fosse avvicinato al suo con una mano sotto il mento. Sbattendo le palpebre non mi opposi quando le sue labbra sfiorarono le mie leggermente, premendo in seguito più forte, accertandosi prima che non rifiutassi quel bacio, che però finì lì, dopo qualche secondo.
Un bacio a stampo, ecco cos'era stato. Così semplice ma allo stesso tempo così significativo in quel momento.
Ancora con gli occhi smarriti non fiatai, e del resto lui non aspettò me per dire qualcosa.
<< Te lo ripeto: vuoi venire alla festa di sabato? Come mia fidanzata? >>


 


La storia NON è ancora finita

Bene, spero di essermi spiegata chiaramente hahaha 
In poche parole, manca ancora l'epilogo...
Spero di pubblicarlo presto, insieme al primo capitolo della mia nuova fanfiction, che si chiamerà Revenge. 
Sto accuratamente evitando di parlare troppo del fatto che ormai siamo alla fine, perché altrimenti scoppio a piangere solo al pensiero di dovermi separare da Meg, Zayn, e tutti i miei personaggi...quindi cambiamo discorso che siamo tutti più felici! 
Per prima cosa: avete sentito Midnight Memories? Ma che domande faccio?!? hahaha 
Penso che non potrei mai riuscire a descrivere quanto lo adoro ** 
Seconda cosa: avete visto le 7 ore e mezza di livestream? AHAHA io sì, e non si sa per quale miracolo divino ero sveglissima nonostante si sia fatto così tardi! Non mi sono pentita nemmeno per un secondo di essere rimasta a guardare le loro cazzate in diretta! hahah 
Bene, io vi abbandono qui :) 
Parlatemi, sfogatemi, parlatemi di quello che volete nelle recensioni, mi fa davvero piacere! E se per caso qualcuno avesse twitter, do di nuovo il mio: https://twitter.com/x3words8letters 
Un bacione a tutte :) a presto 

   
 
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