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Autore: Melinda Pressywig    28/11/2013    11 recensioni
Partecipa al Contest "Gimme Five" sul Forum di EFP.
Dalla prima drabble: "È così semplice confondersi tra la gente..."
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:
Questa storia - suddivisa in drabble - partecipa al Contest Gimme Five indetta dall'utente  Giuns/Chara sul Forum di EFP.
Dovevo scrivere una storia attraverso 5 momenti, nonché 5 drabble, ispirandomi ad una citazione del telefilm Scrubs
Ho scelto la citazione numero 20: "Passiamo la vita a preoccuparci di quello che la gente pensa di noi, la verità è che le parole più dure sono quelle che rivolgiamo a noi stessi."  Ed ecco qua cosa ne è venuto fuori. Non mi aspetto di vincere, ma in ogni caso sono contenta di aver partecipato. Spero sappiate cogliere la mia idea. E spero anche vi piaccia.












 
Open up my eyes













1.

È così semplice confondersi tra la gente. Basta sedersi sulla panchina di una stazione e far finta di aspettare un treno. Quando mi guarderanno apparirò come una semplice ragazza in attesa di partire o tornare a casa. E magari penseranno che io sia una semplice studentessa o una lavoratrice, ma in realtà non sono nessuna di queste identità. Vago, in cerca di un punto fermo, ma non lo trovo. Forse perché sono una povera illusa, forse perché non ho la forza di cambiare. E allora guardo gli altri, immersi nella loro vita quotidiana e immagino di essere come loro: persone con degli obiettivi, con delle certezze. Cose che io non avrò mai.












 
2.

L'aeroporto è uno dei posti che preferisco. Vengo spesso qui. Mi perdo nella frenesia che lo compone. Qui le persone camminano spedite, ti guardano di sfuggita, e se ti fissano è perché hai qualcosa di sbagliato.  Ci sono voli che vanno verso mete sconosciute e altri che tornano da nessun dove. Io mi siedo sempre allo stesso posto: vicino agli Arrivi. Osservo gli abbracci, osservo i sorrisi di coloro che sanno a chi volgere lo sguardo. Mi ricordano quanto sia rimasta sola. Io no... non sono capace di mantenere un'amicizia, di riallacciare rapporti, perché sono un'asociale senza scrupoli. Come potrò realizzarmi in questa vita? Sono una nullità.














3.

La piazza è gremita di persone. Hanno organizzato un evento di beneficenza. Donne, ma soprattutto anziane, sono sparse qua e là presso i banchetti allestiti. Vendono delle piante, quelle sempre verdi. Il ricavato andrà devoluto ai bambini del terzo mondo. Magari loro se la passano meglio di me. Me ne sto seduta, a metà di una scalinata che sta proprio lì di fronte. Mi chiedo cosa penseranno di me, vedendomi qui in solitudine. Penseranno sia una ragazza irrispettosa, mentre fisso loro con sguardo apatico. Cosa ci faccio qui se non contribuisco? Sono bloccata  in un limbo da cui è difficile uscire da soli. Aiutare gli altri è semplice, ma non me.













 
4. 

Il parco pubblico, vicino casa, allieta sempre le mie giornate. Mi soffermo ogni volta. È l'unico posto in cui il cuore e la mente si alleggeriscono. È l'atmosfera rilassata che riesce a trasmettermi, come se per un attimo le mie frustrazioni sparissero. Mi scambiano per una semplice padrona che porta a spasso il suo cane, e non per una ragazza problematica quale sono. Mi guardano, mi sorridono cordiali, e allora non mi sento più tanto male. Finalmente mi siedo, e a quel punto la vedo: una madre tiene in braccio suo figlio. Sorride, è felice. La sua serenità mi solleva il morale. Forse posso essere anche io come lei...















5.

Sono passate settimane dall'ultima volta che mi sono seduta in un luogo pubblico. Non facevo altro che piangermi addosso, rinnegare la mia esistenza, vomitarmi addosso parole dure e distruttive. Finalmente ho capito che posso farne qualcosa di me. Sono uscita dal quel limbo maledetto. Sono in grado di aiutare me stessa. Ho avuto il coraggio di cambiare, di ignorare le persone di cui temevo il giudizio. Posso guardare avanti con il sorriso sulle labbra. Tempo dopo, quando sono tornata in quel parco, ho rivisto quella donna. Istintivamente mi sono avvicinata, salutando suo figlio. Lei mi ha chiesto se volessi lavorare come babysitter. Io ho accettato e ora è tutto diverso.































 
Spazio Autrice
Ollè. Apposto.
Se avete voglia d farmi sapere il vostro pensiero al riguardo, prego. Mi farà piacere.
E sennò nulla. Grazie per aver letto.
In caso vi farò sapere com'è andata. 

Un saluto - Melinda Pressywig




Sono arrivata quarta *-* 
Sono stra felice e stra soddisfatta del risultato! 
Grazie di tutto. 


 
  
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