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Autore: Dees    29/11/2013    4 recensioni
“Caro diario,
Da quando è morto mio padre sono cambiate molte cose..Mamma ha iniziato a lavorare tutti i giorni, io ho iniziato il liceo, mi hanno ammessa al balletto della mia scuola di danza, sono dimagrita 8kl, è morto il mio gatto, i miei capelli biondi platino naturali sono cresciuti fino al sedere e ho conosciuto Leo.
Se dovessi parlarti di Leo avrei così tante cose da dirti ma alla fine scriverei una sola parola: Infinito. E’ arrivato quando ormai non credevo più a niente e ora se ne è andato lasciandomi vuota e azzerata. Siamo due sconosciuti,che si conoscono meglio di chiunque altro. Ora, caro diario, sono pronta alla mia nuova avventura. Mi trasferirò in una nuova città,la stessa di Leo, ma stiamo parlando di Roma.. Grande com’è non correrò nessun rischio di incontarlo.
Partiamo alla scoperta della vita di Ali e Leo, ci affezioneremo a loro come due nostri amici. Buonviaggio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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                                            Cosa fai nella vita?
                                    CONTINUI SBAGLI.


Consegno ed esco, per un giorno non voglio pensare alle conseguenze. E’ il primo giorno in cui piango nel bagno della scuola.
 
Esco da scuola e corro a casa, tanto mamma lavorerà per tutto il giorno. Anche oggi. Decido di chiudermi in bagno e di farmi una bella doccia bollente. Non c’è niente di meglio di quelle docce fatte con acqua bollente in un freddo pomeriggio autunnale, mentre magari fuori diluvia. Come sottofondo la musica, quella che ti riscalderebbe anche in mezzo ad una tormenta. E in un attimo tutte le ansie, i pensieri e i problemi ti scivolano via come se non fossero nemmeno stati tuoi. Esco dalla doccia rilassata ma appena mi specchio mi prende il panico. Non sono affatto cambiata, lo vedo. Il grasso è ancora lì… E’ ancora troppo. Mi odio da far schifo, io mi faccio schifo. Mi asciugo i capelli, metto il maglione preferito di mio fratello e piango. Per lui, per me, per Leo, per mio padre che non vedrò mai più, per mia madre che ha perso l’amore. Per il mio grasso, le mie cosce, per la solitudine. PER LEO.

Caro diario,
oggi ho visto il mio corpo con occhi diversi, con gli occhi di un estraneo. Ho visto troppo grasso, troppe imperfezioni, troppi errori. Ho visto delle cosce troppo larghe, una pancia troppo rotonda, un seno troppo piatto, delle clavicole che si vedono troppo poco e delle costole che sono troppo nascoste. Ho visto un numero sulla bilancia troppo alto. Ho visto troppo cibo nel piatto. Ho visto che non mi sento a mio agio con me stessa, ho visto che voglio cambiare. Ho visto che voglio dimagrire, anche se gli altri non capiranno.


Chiudo il diario e mi addormento.

Mi risveglio con il suono del campanello, mi do una sistemata allo specchio e corro ad aprire.
Apro la porta e trovo davanti Rossella, la madre di Leo.
“Ciao cara, ti disturbo?”
“No Rossella non preoccuparti, come posso esserti d’aiuto?” Nel frattempo la maledico perché mi ha svegliata da un bellissimo sogno in qui io e suo figlio eravamo tanto felici
“In realtà tesoro volevo avvertire tua madre chela cena di questa sera è confermata, vi aspettiamo alle sette. Leo, se vieni, è felice “ E intanto tutta contenta se ne torna in casa senza aspettare una mia risposta.
Chiudo la porta, URLO.
Più cerchi di evitare una persona più te la trovi davanti!
Alle sei e mezza io non sono pronta e mamma sta entrando di corsa in casa.
“TESOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORO”  
“Ciao M A M M A. “ Scandisco le parole con un tono da assassina.
“Perché non mi hai avvertita? Io non ci voglio venire. “ Continuo.
“Tesoro, se vai a cena da lui risulterai superiore. Leo così penserà che ti è passata del tutto la cotta e vedrai che ti lascerà in pace.”
Sono accecata dalla rabbia.
“Mamma non siamo bambini dell’asilo che ci ignoriamo. Io per Leo non ho una semplice cotta, lo sai. Non verrò.”
Fatto sta che io alle sette e dieci sono in cucina in casa del mio nemico numero uno.  Come se non bastasse una bambina di sette anni mi sta assillando.“Aliiiiiiiiiiiiiiiii mi trucchi come te? Aliiiiiiiii mi insegni qualche balletto? Aliiiiiiiiiiiiiiiii giochiamo? Aliiiii Aliiiiiiiiiiiii Aliiiiiiiiiiiiiiii”Lei è Michela, la piccola della famiglia, la sorella del nemico.
“Alice, piuttosto, balli ancora?” Mi chiede Rossella in modo molto gentile.
“Sì, domani inizierò i corsi nella nuova accademia.” Sorrido quando in realtà muoio dentro. Leo non si vede e se prima pensavo che sarebbe stato brutto cenare insieme ora sono convinta che non sapere dove si trova è ancora più brutto.
“Dov’è Leo? “ Chiede mia madre solita impicciona.
“Oh ora arriva, è da Giorgia.La sua ragazza.”
Bene, preferivo non saperlo dove stava.
Tralasciamo.
Per un’ora mi sono finta felice di giocare con una bambina che di delizioso ha solo la magliettina rosa.
Finalmente sua signoria Leonardo si degna di entrare in casa e di farci finalmente cenare.
“Leo ma ti sembra l’ora di rientrare?” Lo sgrida la madre.
“Scusa mammottina, lo sai come è fatta Giorgia.” Una cosa mi rendeva triste e una cosa mi rallegrava un po’. Il fidanzamento con questa Giorgia era ufficiale, ne parlava addirittura con la madre. D’altro canto però continuava a usare la nostra espressione “ mammottina.” Lo avevamo preso entrambi dal film che vedevamo sempre quando stavamo insieme: LOL la versione francese. Ogni volta che facevo qualche complimento su Mael, il protagonista, si ingelosiva tanto. Senza sapere che  tra loro due non ci sono molte differenze, si assomigliano. Ma tra tutti  avrei sempre scelto lui, il mio primo amore.Leo.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo che ora è a tavola con noi e mi sta davanti. Mi fissa ed io muoio per ogni suo sguardo, mi guardo le mani, strappo le pellicine e mordo il labbro. Vorrei urlargli contro, scaraventare su di lui ogni granello di odio.
E quando pensi che le cose stanno già andando male arriva sempre qualcosa a peggiorare la situazione .
“Leoooooo Leoooooo” Urla Michela.
“Dimmi piccola, senza che urli che sono qui vicino a te” Risponde Leo con una dolcezza che mi fa venire la pelle d’oca. Quanto mi manca.
Michela tutta felice dice “Perché non lasci Giorgia e ti metti  con Ali? Lei sembra una principessa delle favole”. Ah si, io per la sua famiglia sono sempre stata la migliore amica a distanza..
“Michi, penso che Ali e io ormai siamo cresciuti” Risponde Leo.
La bambina triste continua a guardare la televisione mentre il mio stomaco si è chiuso in una morsa letale.
Siamo cresciuti? Siamo cresciuti da due settimane fa da quando aveva detto che mi avrebbe riconquistata? Da quando stavamo per fare l’amore l’anno scorso e poi ci siamo fermati? Dal primo bacio? Tutto questo mi sembra accaduto un’eternità fa eppure è così presente.
“ E’ pronto” E’ Rossella che ci salva da una situazione insostenibile, o meglio sono le lasagne che ci porta dentro la teglia che ci salvano. Io non riesco a cenare, un po’ perché devo dimagrire e un po’ perché sono nauseata dalla situazione e quindi fingo di stare male.
Finito la cena un’idea malsana passa per la testa delle nostre mamme.
“Leooo perché non vai in camera con Ali mentre io e sua madre parliamo di cose da grandi?” Dice Rossella come se davanti a se avesse dei bambini di dieci anni.
“ Non credo abbia voglia di venire” Risponde pronto Leo.
“Oh non dire sciocchezze, dai andate  ragazzi.” Dice mia madre, devo ricordarmi di ucciderla questa notte.
Ci dirigiamo verso la camera di Leo, lui era stato molte volte a casa mia in passato ma io nella sua mai. Avevo visto la sua camera quando facevamo la web molto tempo fa e nel momento in cui entro mi accorgo che in fondo non è cambiata affatto. E’ sempre la stessa che vedevo nelle mie sere felici dell’anno scorso.
Lui mi guarda, mi fissa, non parla. Io impazzisco. Perchè gli occhi si amano prima del cuore, si baciano prima delle labbra,fanno l’amore prima del corpo. E in un attimo immagino cosa vorrei da lui, un abbraccio, le sue labbra. Vorrei il suo amore.
“Mi dispiace” Dice soltanto.
Io non rispondo.
“Mi dispiace” Continua lui. “ Mi dispiace per quello che stai passando, io non riesco a rivoluzionare la mia vita ora. “
“Lascia perdere” Lo blocco, non voglio sentire altre parole vuote, altre promesse.” Io devo andare, ho una festa con Chiara.”
“ Beh vado anche io, andiamo insieme.  Vai a cambiarti che tra dieci minuti usciamo.”
Non ho voglia di parlare ancora, così esco e mi vado a vestire.
Indosso dei leggins neri attillatissimi e una camicia larga nera e borchiata. Indosso le mie Jeffrey Campell nere tacco dodici che mi portano tanta fortuna, mi trucco leggermente, spruzzo il mio profumo alla violetta e sono pronta ad uscire.
A metà tragitto Leo mi guarda, sorride e dice “ Amo il tuo profumo alla violetta, ti caratterizza. Sei l’unica persona che conosco che lo porta. E’ il tuo profumo, sa di te.”
Lui sa la storia di quel profumo e per un attimo dimentico quanto odio posso provare nei suoi confronti perché i ricordi mi annebbiano.
 
Cinque anni prima, il natale prima della morte di mio padre, avevo ricevuto in regalo dai miei genitori una boccetta di profumo alla violetta. Mio padre mi disse che il colore delle viole gli ricordava molto il colore dei miei occhi al momento del tramonto. Da quel giorno quel profumo diventò parte di me.

Svegliata dal mio stato di trans creato da troppi pensieri trovo Leo accostato ad un lato della strada che mi tiene la mano.
“Sei la persona più forte del mondo, ricordalo sempre” Detto questo riparte veloce in direzione della tanto aspettata festa. Mentre guida lo fisso ed è così bello, con la sua camicia a quadri rossa  e nera e i suoi skinny jeans così attillati. Il suo ciuffo è più spettinato del solito, ma probabilmente è fatto solo per renderlo più provocante. Le sue mani sul volante risvegliano in me qualcosa, Dio com’è provocante. Il suo collo lo morderei all’infinito.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo di essere già arrivata e rossa in viso esco di corsa dalla macchina ed entro nel locale alla ricerca di Chiara.
La trovo attaccata a una bottiglia di birra e da quel momento in poi restano di quella serata solo ricordi frastagliati.  Salgo sul palco, poco lucida, inizio a ballare, probabilmente senza maglia quando qualcuno mi afferra e mi prende in braccio. Mi accorgo che è Leo solo nel momento in cui riesce silenziosamente ad aprire la porta di casa mia e portarmi dentro, sempre in braccio. Mi adagia molto lentamente sul letto e mi toglie la felpa che mi aveva prestato per poi mettermi la maglia del pigiama. Sotto il suo tocco dolce e lento tutto il male che sento sembra svanire, vorrei rimanere così per sempre.
Nel momento in cui sento che sta uscendo di casa lo fermo.
“Leo” Bisbiglio.
“Shhh, o ti sentirà tua madre Cenerentola.”
“Resti con me?" Bisbiglio ancora.
“Se mi vuoi si, Cenerella.”
“Tutta la notte?”
Un bacio schioccò sulla sua fronte. 
“Tutta la vita.”
Ma mentre pronuncia quelle parole così importanti io sono già nel momento dei sogni al caldo tra le sue braccia, il mio posto preferito.
 
 



Salve a tutti dolci anime, vi ringrazio per ogni recensione e per ogni singola visualizzazione. Vi amo tutti, dal primo all'ultimo.

Lei è la nostra dolce Alice.

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