“E
grazie alle nuove stanze che ci avete concesso, potremo sistemare gran parte
dei volumi ora custoditi nell’archivio e allestire una sala di consultazione
per i manoscritti e i testi antichi o rari; infine sarà possibile iniziare ad
allestire una sezione con i più importanti componimenti pervenuti dagli altri
Regni.” così stava parlando il Bibliotecario reale, rivolgendosi ad Odino, che
assieme a lui stava ispezionando i nuovi ambienti che presto avrebbero ospitato
migliaia di libri.
“Un
eccellente progetto, Bragi, sono soddisfatto di
quest’organizzazione; finalmente avremo una biblioteca degna di questo nome e
il nostro sapere sarà accessibile a chiunque.”
“Non
per offendervi, ma questa è forse la prima volta che vi interessate a quest’aspetto
culturale.”
“Riconosco
di avere sbagliato a trascurarlo. La maggior parte degli Asgardiani
è ormai dedita alla guerra e vedere nell’esercito l’unico vanto e onore, ma
così non si può andare avanti. Dove finirebbe Asgard
se tra i suoi abitanti ci fossero solo soldati? Chi potrebbe progettare nuove
case? Chi i canali per irrigare i campi? Chi ci sarebbe nelle camere di
guarigione? Chi saprebbe allietare gli animi coi carmi? Il messaggio deve
essere forte e la Corte dovrà dare il buon esempio: da oggi in poi, non più
solo valorosi guerrieri, ma anche i migliori intelletti di Asgard
godranno dei favori del Re.”
Il
Sovrano di Asgard si congedò poi da Bragi e si diresse alla sala del trono, poiché era giunto
l’orario delle udienze. Loki camminava per i corridoi
dritto, sicuro e fiero, era orgoglioso di sé e di come stava regnando; dopo
essersi liberato del vero Odino e di Thor, poteva finalmente governare
indisturbato; inoltre, per il momento, grazie alle sembianze di Odino con cui
si presentava a tutti, non aveva da temere nulla e nessuno, nemmeno quegli
arroganti buzzurri con cui era stato costretto a crescere: Lady Sif e i tre guerrieri. Quei quattro odiosi, che non
rispettavano altro che la forza bruta e lo avevano sempre deriso e disprezzato,
essi presto avrebbero imparato che la forza, senza intelligenza, non vale a
nulla.
Loki sedette sul
trono e attese che fossero introdotti i vari postulanti, si trovò dunque a
dirimere un paio di questioni legali che i normali magistrati di Asgard non avevano saputo risolvere. Ad esempio si trovò
davanti due uomini assai ricchi, il primo diceva: “Sono stato selezionato per
finanziare la prossima Grande Festa di inizio Anno della mia città, asserendo
che sono l’uomo più facoltoso. Io mi sono appellato alla legge secondo cui
posso demandare quest’onere a un altro cittadino, dimostrando che sia più ricco
di me e ho dunque individuato il qui presente signor Tuhtmosi,
che però si rifiuta di assumersi quest’incarico.”
“Padre
degli dei, quello che dice costui è falso! È vero ch’io mi rifiuto di
sostituirlo nel tributo, ma solo perché certamente è lui il più ricco. È un
uomo avido e non vuole cedere nulla del suo denaro che è abbondantissimo! E
poi, come se non…”
“Sta
mentendo come sempre! Vuole tenere nascosti …”
I
due uomini iniziarono a contraddirsi, a parlare contemporaneamente,
sovrapponendo le voci e creando una gran confusione. Il sovrano sospirò e batté
la propria lancia a terra per richiamarli al silenzio, poi disse: “La soluzione
è semplice. Dal momento che ciascuno di voi ritiene che l’altro sia il più
forte, lei e il Signor Tuhtmosi, vi scambierete le
proprietà e le ricchezze, così poi lei potrà ritenersi il più ricco della città
e finanziare la Gran Festa senza problemi.”
La
soluzione lasciò i due disputanti interdetti, ma effettivamente era la cosa più
logica da fare e non poteva lasciare nessuno insoddisfatto.
Stava
concedendo un’altra udienza, quando un messo fece sapere di dover parlare con
un urgenza al Sovrano; fatto entrare, annunciò: “Padre degli dei, mi manda Heimdall, sta aprendo il Bifrost
verso il regno di Vanaheimr.”
“Vanaheimr…” ripeté, sussurrando, Loki
come se quel luogo gli facesse riaffiorare nella mente il ricordo di qualcuno o
qualcosa.
“Sì,
Vanaheimr, infatti è di ritorno la spedizione di Lady
Vör.”
“Dopo
dieci anni …” si disse il sire, rimase in silenzio per qualche momento, come se
quell’informazione gli avesse suscitato disagio o un grande turbamento; poi si
ricompose: doveva rimanere nel proprio ruolo di Odino, per cui ordinò: “Bene,
conducetela qui! Mandate una banda ad accoglierla appena arriverà in città, che
ci siano Lady Sif e i tre guerrieri a scortarla! E
fate gettare petali per la strada principale, in modo che la gente sappia del
suo ritorno e che lo possa festeggiare, poi la riceverò di persona. Convocate Bragi, dovrebbe essere interessato, e fate preparare un
banchetto per stasera, invitate l’elite.”
Dati
questi ordini, Loki si alzò dal trono e andò vicino a
una finestra dalla quale poteva avere una visuale sul grande viale, lungo
chilometri, che congiungeva la porta principale di Asgard
con il palazzo reale. Con uno sguardo normale, non avrebbe mai potuto vedere
fino al Bifrost, ma egli usò la sua magia per rendere
i propri occhi potenti come quelli di Heimdall e
quindi poté osservare la grande comitiva che stava avanzando, trascinando seco
grandi casse poste su carri. Ad aprire la fila c’era lei, Lady Vör, con la sua grossa corporatura che, nonostante
l’abbondanza di chili, manteneva perfettamente le forme e le proporzioni del
corpo di una donna; i lunghi boccoli ramati le scendevano sulle spalle e il suo
sorriso raggiante rendeva ancora più brillanti gli occhi d’oro.
Quanti
anni erano passati da quando era partita! Dieci! Sì, decisamente pochi per un Asgardiano, corrispondevano a un paio di mesi per un
abitante di Midgard, eppure quanto erano sembrati
lunghi! Loki la scrutò avanzare, non per un solo
attimo scostò lo sguardo da lei e la seguì per tutto il tempo, finché non
giunse al portone del castello; allora il Sovrano tornò a sedersi sul trono ed
attese.
Si
udiva la fanfara avvicinarsi sempre più, poi il portone si aprì e il corteo
avanzò per il lungo salone; quando Lady Vör fu a
pochi metri dal trono, la musica si interruppe. La giovane fece il dovuto e
rispettoso inchino ed esordì: “Buon pomeriggio a voi, Padre degli dei!”
“Bentornata,
Lady Vör. Io, Odino, assieme ad Asgard
intera sono lieto di vederti nuovamente qui e sono impaziente di sapere che
cosa ci porti dopo dieci lunghi anni di studi.”
“Padre
degli dei, le mie ricerche sono state meticolose e mi hanno permesso di portare
a voi e al popolo molti tesori di ogni genere che arricchiranno Asgard sotto molti aspetti. Anni di scavi e indagini mi
hanno permesso di scoprire segreti affascinanti e sarò ben lieta di esporli a
voi e alla vostra famiglia.”
L’atmosfera
si fece d’improvviso gelida e tutti quanti si irrigidirono. Il Sovrano, dopo un
lungo sospiro, annunciò: “La mia amata Frigga e mio figlio Loki
sono morti, mentre Thor ha deciso di vivere su Midgard,
per amore di una mortale.”
Quelle
notizie colpirono profondamente la donna che abbassò lo sguardo, intristita,
rimase in silenzio qualche momento, prima di esprimere le proprie condoglianze
e scusarsi per aver toccato un tasto certamente dolente.
“Non
è necessario che tu chieda perdono.” la confortò il re “Eri lontana e non hai
potuto sapere nulla di ciò che è accaduto.” fece una pausa “Questa sera,
durante il banchetto in onore del tuo ritorno, ci illustrerai i reperti e ci
racconterai con precisione le tue scoperte. Ora riposati, Lady Sif ti terrà compagnia e ti aggiornerà sugli ultimi
eventi.”
“Ma,
Padre degli dei” tentò di protestare Lady Sif “Io,
veramente, dov…”
“Questo
è il volere di Odino!” la interruppe il Sovrano “Lady Sif,
non credo che sia una tragedia se oggi non ti allenerai col resto dei
guerrieri. Il tuo re ti ha ordinato di fare compagnia, per qualche ora, ha un’Asgardiana senza dubbio tua pari; nonostante non debba
esserci una grande affinità tra una combattente e una studiosa, non credo di
averti chiesto un gran sacrificio.”
“No,
sire. Anzi, sarà per me un piacere: è un’amica che non vedo da tempo.”
“Molto
bene, allora andate, vi aspetterò al banchetto.”
Le
due donne si trovavano nella sala dove già molte volte avevano passato le
serate o i pomeriggio piovosi a parlare o giocare assieme ai principi e ai tre
guerrieri. Lady Vör era rimasta sorpresa e contenta
dell’accoglienza ricevuta, ma si era poi rattristata, apprendendo il
disgregarsi della famiglia reale. Dopo il viaggio attraverso il Bifrost, ella non aveva certo bisogno né di riposarsi, né
di lavarsi, per cui si era limitata a scegliere un abito da indossare quella
sera, optando infine per un lungo abito blu, con le maniche a losanga.
“Che
cos’è successo? Quando?” domandò Vör, dopo che lei e
l’altra donna erano rimaste per alcuni minuti in silenzio a fissare il
focolare.
“Due
anni fa, Thor stava per essere nominato re di Asgard,
ma la cerimonia fu interrotta per colpa di un’incursione dei giganti di ghiaccio
che volevano rimpossessarsi del loro scrigno. Thor, allora, volle punire la
loro sfacciataggine e così organizzò un blitz; io e i tre guerrieri lo seguimmo
e … ah, già, c’era pure Loki, va beh per quel che ha
fatto. Noi siamo stati straordinari! In cinque abbiamo tenuto testa all’intero
esercito di quei mostri! Uno dei pericoli maggiori ch’io abbia mai corso,
l’adrenalina era a mille e ha aiutato parecchio. Comunque, alla fine siamo
tornati al sicuro su Asgard, con Odino furioso a tal
punto che ha bandito Thor e poi è sprofondato nel suo sonno per un paio di
giorni, durante i quali quel viscido di Loki ha
usurpato il potere e tentato di uccidere sia noi che Thor. Alla fine di quella
brutta vicenda lo credevamo morto, ma dopo appena un anno, giocando col tesseract, ha tentato di conquistare Midgard
con un esercito di chetauri, ma per fortuna Thor e
dei guerrieri terrestri gli hanno dato la lezione che si meritava, a quel
miserabile, e lo ha riportato qui in catene. Poi Thor, io e i guerrieri ci
siamo cimentati in una serie di battaglie per pacificare i mondi, un bel
periodo intenso: uno scontro dopo l’altro, una gratificazione continua. Beh,
tra una questione e l’altra arriva il momento dell’allineamento dei nove mondi:
la fidanzata mortale di Thor viene a contatto con l’Aether
che entra dentro di lei, lui la porta qui e gli elfi oscuri ci attaccano e
durante la battaglia Frigga è rimasta uccisa. Thor ha pensato bene di spostare
il campo di battaglia altrove e io e i guerrieri lo abbiamo aiutato a raggiungere
il regno oscuro con la sua donna e Loki, che aveva
momentaneamente liberato per vendicare la madre. Non so che cosa sia successo
là, Thor mi ha raccontato che Loki è stato ucciso,
mentre lo difendeva.”
“Bah,
sarà stato ammazzato mentre si nascondeva da qualche parte!” commentò Fandral, ridacchiando, mentre entrava nella stanza assieme
agli altri due guerrieri.
“Per
me può anche essere vero che più o meno si sia sacrificato” borbottò Volstagg, mentre masticava qualcosa “Tanto quel mentecatto
non aveva certo nulla da perdere: meglio morire che l’ergastolo, no?”
Vör gettò su di loro quasi
un’occhiata di rabbia, prima di domandare acidamente: “Non avete un briciolo di
rispetto nemmeno per i morti?”
“Rispetto
per quello?” replicò Hogun “Dopo che ha tentato di
uccidere Thor e impossessarsi del trono? Mai!”
“Non
mi pare che lo rispettaste, nemmeno prima.” ribatté Vör.
“E
facevamo bene a diffidare di lui.” dichiarò Sif “Non
mi è mai piaciuto quel meschino, ero certa che avremmo fatto bene ad
allontanarlo molto prima. La sua gelosia nei confronti di Thor era palese!”
“Era
un essere malvagio, ma cos’altro ci si poteva aspettare da un gigante del
ghiaccio?” proseguì Fandral “Odino, prendendolo in
fasce, sperava di cambiarne la natura, invece ha portato il male dentro Asgard. Si capiva fin da subito che in lui c’era qualcosa
di sbagliato…”
“Perché?”
proruppe veementemente Vör “Perché invece di
picchiare ogni cosa che si muovesse, preferiva altre arti? Perché ha voluto
usare la mente e la magia come arma, anziché il ferro?”
“Mi
riferivo ai suoi pessimi scherzi! Come quella volta che tagliò i capelli a Sif, o quando si divertiva a mettere nei guai chiunque!”
“Oh,
certo, prendiamo le bravate di un bambino e facciamole diventare i primi passi
di un demonio!” continuava Vör “Come se voi foste dei
santarellini! Non lo schernivate forse di continuo per via del suo aspetto
gracile? Non l’avete più volte gettato nel fango o picchiato per dimostrare che
eravate più forti? E quando gli nascondevate i suoi oggetti in cima agli alberi
più alti?”
“Noi
col tempo siamo cresciuti e abbiamo smesso con quegli scherzi.” si difese Fandral “Lui, invece, è diventato sempre più subdolo.”
“Non
era forse sempre al vostro fianco in battaglia, nonostante non fosse un
guerriero, mettendo a disposizione tutte le sue arti per aiutarvi ed essere
accettato nel vostro gruppo?”
“Ehi,
noi non lo abbiamo mai allontanato!” protestò Volstagg.
“Ma
lo accettavate? Era un vostro amico o era con voi solo perché non potevate dire
a Thor di non portarsi dietro il fratello?”
“Non
era certamente un gran simpaticone!” fu il commento di Hogun.
“E
poi in battaglia era solo un peso!” si lamentò Fandral.
“A
me risulta che la sua magia vi abbia più volte tirato fuori dai guai.”
puntualizzò l’altra.
“Bah,
fumo, ponti illusori e trucchetti simili, possono
aver facilitato qualche fuga, o averci aiutato a sbarazzarci rapidamente di
alcuni nemici, ma il suo intervento non è mai stato risolutivo.” spiegò Sif “Loki era solo un debole che
viveva d’espedienti, non ha mai fatto nulla d’importante per Asgard, se non procurare guai!”
“Dimentichi
allora chi ha ottenuto dai nani preziosi doni come l’anello di Odino e la sua
lancia Gungnir, la nave che ha sempre il vento
favorevole, la scrofa che può volare e camminare sull’acqua e lo stesso
martello Mjolnir! Loki
riuscì ad ottenerli o recuperarli, grazie alla sua astuzia!”
Vör aveva parlato con una certa
rabbia; gli altri quattro rimasero in silenzio e dunque lei continuò: “Vi ha
salvati in più occasioni e ha portato a termine compiti difficili, qualcuno di
voi si è mai complimentato con lui? Qualcuno di voi l’ha mai ringraziato?”
No, era la
risposta che ognuno degli interpellati diede tacitamente. Dopo qualche attimo
di esitazione, Fandral disse: “Noi forse non siamo sempre
stati gentili con lui, ma la sua malvagità, la sua invidia non dipendono certo
da questo. Perché ci tieni tanto a difendere la memoria di un morto?”
“Perché
so che cosa significa vivere qui e crescere assieme a voi. Siete guerrieri e
tutte le vostre attenzioni sono sul combattimento e la lotta, siete il modello
esemplare che questa società dà ai suoi membri. Vi sentite superiori ad ogni
altro perché siete forti e siete capaci di uccidere e disprezzate chiunque si
dedichi ad altro. guardavate con sospetto o pietà sia me che Loki perché eravamo diversi, perché anziché la guerra o
l’estetica, noi due ci dedicavamo agli studi, alla ricerca della conoscenza e
del sapere! Dieci anni fa, quando sono partita, ero felicissima di poter
finalmente allontanarmi per un po’ da quest’ambiente e ho trovato un luogo
meraviglioso. Non mi stupisce che Loki abbia preso
una brutta strada; non mi stupisco non perché fosse di natura malvagia, ma
perché l’amore verso i propri cari, se continua a scontrarsi conto un muro ed
essere respinto, facilmente si trasforma in odio.”
Detto
questo, Ladi Vör si alzò in
piedi e uscì dalla stanza con fare piuttosto sdegnoso. Se gli altri quattro,
invece di lanciarsi vicendevolmente occhiate stupite, l’avessero osservata,
forse avrebbero notato le lacrime che stavano affiorando sul volto della donna,
che forse piangeva la sorte dell’amico Loki.
Solo
Fandral volse il capo verso di lei per qualche
istante, senza bene capire, rattristato per aver scoperto solo allora il
malessere di quella giovane. Si interrogò su se fosse stato troppo aspro nel
parlare di Loki e valutò quanto ciò aveva turbato Vör. Mentre gli altri parlavano tra di loro, lui si chiuse
in un meditativo silenzio, in cui studiava il modo per farsi perdonare: doveva
ragionare in fretta, la cena sarebbe stata servita dopo meno di un’ora.