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Autore: beloser    29/11/2013    0 recensioni
Alice è una semplice diciottenne che riesce a superare una delusione d'amore grazie all'aiuto di Matteo, migliore amico del fratello. I due si sono sempre considerati fratelli quindi rimangono sorpresi e confusi quando capiscono che quello che provano per l'altro non è semplice affetto..
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"..in realtà a diciassette anni avevo gli ormoni a mille e..ero attratto da molte ragazze ma..quella per cui ho avuto una fissa pazzesca..sei stata tu.." disse arrossendo. In tutti quegli anni Alice non l'aveva mai visto arrossire e avrebbe pensato che era ancora più carino quando lo faceva se non fosse occupata a metabolizzare ciò che il ragazzo gli aveva appena detto.
"D-Davvero?..e mio fratello lo sapeva?"
"No, ma sei scema?! Mi avrebbe ucciso. Penso che sia stato il fatto che fossi la sorella del mio migliore amico, e quindi territorio proibito, che mi faceva avere quell'attrazione per te, era una vera e propria fissa..poi ci si metteva che eri davvero carina."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 10: No call, no message.

 

Lo so, non aggiorno da mesi e non ci sono scuse…mi dispiace davvero tanto. Diversi problemi familiari e gli impegni scolastici mi hanno tenuta occupata. Prometto che il prossimo capitolo lo pubblico a breve!

 

“Non capisco come ti fanno a piacere Elena e Damon insieme.” Giulio la guardò con una faccia scandalizzata.
“Oh, avanti Giulio, lui è così tenere con lei e quando stanno insieme riesce a cacciare la parte migliore di sé” rispose Alice “Piuttosto tu, come puoi dire che Stefan è il ragazzo adatto a lei?”
Stavano seduti sul divano di casa della ragazza e avevano appena finito di vedere la nuova puntata di ‘The Vampire Diaries’ e stavano da più di mezzora a discutere sulle coppie di quel telefilm.
“Tu difendi Damon solo per la sua bellezza! Sei proprio come tutte le ragazze” rispose guardandola schifato.Alice si sentì punta sul vivo.
“Non è vero! E poi tu non puoi proprio parlare, ti guardi un telefilm per ragazzine e dire che hai diciannove anni e sei un ragazzo..non è che sei gay e non me l’hai mai detto?” Giulio la guardò con una faccia scioccata e Alice si mise a ridere, amava prenderlo in giro.
“Ma quale gay?! Dovresti sapere che come sto io dietro alle ragazze non ci sta nessuno.” Alice gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con aria da finta dispiaciuta.
“Non devi nascondere il vero te stesso. Guarda che io ti accetto così come sei”
“Alice…adesso ti farò pentire di tutto ciò che stai dicendo.” In meno di un secondo le prese i fianchi e inizio a farle il solletico, la ragazza si dimenò, scalciando e spingendolo via, ma fu tutto vano. Alla fine si sbilanciarono si trovarono entrambi stesi sul divano con lui che continuava a farle il solletico e lei che continuava a dimenarsi.
“Oddio, bastaa, ti pre..pre..pre..ti prego.” Disse Alice continuando a ridere.
“Rimangiati subito quello che hai detto” Alice fece cenno di no con la testa e lui continuò a farle il solletico, finché non furono interrotti da una voce.
“Si può sapere che state facendo?” Giulio si fermò e guardò verso la porta del soggiorno e lo stesso fece Alice, rimanendo sempre stesa sotto il corpo dell’amico. A parlare era stato il fratello, che li guardava in modo strano, ma quello che fece gelare il sangue nelle vene ad Alice fu lo sguardo di Matteo. Freddo e sconvolto.
Era semplice pensare che Alice e Giulio stessero facendo qualcos'altro, si trovavano stesi l’uno sull'altro, i visi vicini e le mani di lui sui fianchi di lei. Cosa che per Giulio e Alice non era per niente strana, si conoscevano da molti anni e stare così vicini per loro era naturale, c’era molto contatto fisico tra loro, come abbracci, baci sulla guancia, ma anche schiaffi scherzosi e sberle. Ma dagli sguardi di suo fratello e del ragazzo che frequentava capì che per loro non era così e che sicuramente avevano frainteso.
Giulio subito si alzò dal corpo della ragazza e Alice si rimise seduta.
“Questo scemo mi stava facendo il solletico” disse Alice distogliendo lo sguardo da Matteo, non riusciva a guardare quegli occhi che tanto le piacevano fissarla in quel modo freddo e deluso.
“Si, certo. E stavate così vicini.” Disse Lorenzo scettico, alzando un sopracciglio.
«Fratello geloso all'attacco» pensò la ragazza. Sentì Giulio sospirare e si girò verso di lui e lo vide alzarsi dal divano.
“Penso che sia meglio che me ne vado.” Probabilmente era preoccupato degli sguardi di fuoco che gli stavano lanciando i due ragazzi. “Ci sentiamo.” Si abbassò verso Alice e le diede un bacio sulla guancia – in quel momento sentì lo sguardo di Matteo farsi più insistente su di sé- , per poi uscire dal soggiorno.
Stavano tutti e tre in silenzio finché non sentirono la porta chiudersi e Matteo si decise a parlare per la prima volta da quando era venuto.
“Mi sono ricordato che ho un impegno importante.” Mentre parlava non guardò mai Alice, teneva lo sguardo fisso sul pavimento.
“Ma non dovevamo fare quella partita alla play?”
“Sarà per la prossima volta, ciao.” Dicendo ciò si girò e se ne andò. Alice avrebbe tanto voluto seguirlo ma c’era suo fratello fermo sulla porta che la fissava.
Per qualche secondo rimase a guardarla poi si andò a sedere vicino a lei.
“Sei sicura che tra te e Giulio non ci sia niente?” Alice alzò gli occhi al cielo.
“Si, sono sicurissima. Siamo solo amici e per noi è normale giocare così.”
“E’ che eravate così vicini, i vostri nasi quasi si sfioravano.”
“Noi non ci facciamo nemmeno caso. Siamo amici e rimarremo sempre e solo amici” disse esasperata, voleva solo correre in camera e chiamare Matteo.
“Okay, scusa se sono così impiccione è che mi preoccupo. Non voglio vederti soffrire di nuovo.” Lorenzo si passò una mano fra i capelli, segno che era imbarazzato e Alice non poté fare a meno di sorridere. Nonostante tutto amava quando il fratello si preoccupava per lei.
“Lo so, e sono contenta che ti preoccupi per me. Ma devi capire che so difendermi da sola.”
“Si, lo so. Però da poco hai smesso di soffrire per quel deficiente, penso solo che sia troppo presto per te iniziare un’altra storia.” Subito il suo pensiero andò a Matteo.
“Non è troppo presto, ci siamo lasciati quattro mesi fa – quasi cinque – e ho capito che è un deficiente, infatti non mi importa più nulla di lui. E comunque non ti preoccupare, ti ho già detto che tra me e Giulio non c’è niente al di fuori dell’amicizia.”
“Okay. Mi prometti che se troverai qualcuno me lo dirai? Lo incontrerò, lo picchierò per aver messo gli occhi sulla mia sorellina e in fine, forse, lo accetterò.” Alice deglutì sentendo quelle parole.
“Certo…te lo dirò” fece un sorriso forzato e, con un grande senso di colpa, lo abbracciò. Odiava mentirgli ma se avesse saputo che usciva con il suo migliore amico avrebbe ucciso prima lui e poi lei! Lorenzo non dimostrava spesso l’affetto nei suoi confronti ma quando qualche ragazzo le si avvicinava lui impazziva di gelosia. Non voleva nemmeno pensare a quel che avrebbe fatto a quel povero Matteo..
“Adesso è meglio che vado a studiare, domani ho un’interrogazione.” disse la prima scusa che le era venuta in mente, in realtà voleva solo andare a chiamare Matteo.
“Va bene, io vado telefono a una ragazza che ho conosciuto ieri.” Alzando gli occhi al cielo, Alice si alzò dal divano e corse in camera sua. Si stese sul letto e rimase a guardare lo sfondo del suo telefono.
Nessuna chiamata, Nessun messaggio.
Matteo non l’aveva cercata, ma poteva capirlo. Aveva sicuramente frainteso se si era arrabbiato, toccava a lei chiamarlo e chiarirsi.
Ma se lui non l’avrebbe creduta?
Sospirò.
Rimase a guardare il telefono dieci minuti prima di trovare il coraggio di inoltrare la chiamata.
Con il cuore in gola attese.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro squilli.
Non rispondeva.
« Forse ha il telefono lontano» pensò.
Sbuffando decise che era meglio studiare per evitare di pensarci.
Circa un’ora dopo provò a richiamarlo ma niente, non rispondeva. Così gli mandò un messaggio dicendogli di chiamarla subito ma dopo mezz'ora ancora nessuna chiamata e nessun messaggio.
Il suo umore stava peggiorando molto, quella mattina si era svegliata felice e lo era stata per la maggior parte della giornata ma dopo quell'incomprensione si era prima rattristita, poi aveva avuto dell’ansia pensando che lui non la volesse più vedere, ma poi si era risollevata un po’ convincendosi che magari aveva avuto da fare però quando si mise nel letto per dormire il suo umore era sotto terra.
Lui non l’aveva chiamata per l’abituale telefonata notturna.
Ne una chiamata, ne un messaggio.
Fu così anche tutta la giornata successiva. Non si fece sentire e aveva iniziato ad attaccare le telefonate di Alice, così la ragazza dal triste era diventata furiosa, non era mica colpa sua se lui aveva frainteso e non voleva nemmeno chiarire!
Quella sera, notando che Matteo non l’aveva chiamata, aveva telefonato a Elvira per sfogarsi. Anche se l’aveva tormentata tutta la mattina a scuola parlandole del ragazzo..ma in fondo Elvira era sua amica e aveva il diritto di confortarla!
“Ti rendi conto che ha staccato il telefono?!”.
“Dai Ali calmati, essere arrabbiate non risolverà niente”.
“Come faccio a calmarmi? Sono due giorni che non si fa sentire.” Alice sospirò stendendosi sul letto. Non sapeva più che fare, di certo non poteva presentarsi a casa sua e picchiarlo e dopo chiedergli scusa per l’accaduto. Anche se l’idea l’allertava molto.
“Prova a metterti nei suoi panni, se tu l’avresti visto con qualche ragazza nella stessa situazione in cui ti ha trovato lui, tu di sicuro prima l’avresti ammazzato e poi non gli avresti parlato più. E abbiamo l’esempio di Alessio” Elvira aveva ragione, di sicuro l’avrebbe fatto. Ma questo non riusciva a farle passare la rabbia, voleva parlargli e chiarire ma lui non le dava l’opportunità.
“Si ma ciò non toglie che io non so come fare per chiarire.”
“E se vai a casa sua?”
“Si e farmi vedere dai genitori così poi lo vanno a dire a mia madre e a mio fratello. Non posso correre il rischio.” Anche se… “E se domani mi faccio trovare fuori l’università?”
“Ma lui non va all'università con tuo fratello?”
“Si ma domani Lorenzo non ci va, quindi non c’è il rischio che mi veda. E di sicuro Matteo non potrà evitarmi una volta arrivata lì fuori.” Si stava esaltando per quell'idea geniale.
“Potrebbe benissimo decidere di non ascoltarti e camminare diritto verso casa.” Ma quanto era pessimista quella ragazza?!
“Dio quanto sei pessimista Elvi! Non ti preoccupare, mi farò ascoltare. Tu pensa solo a coprirmi domani a scuola.”
“Scusa ma tu non devi andare quando esce dall'università?” chiese l’amica stranita.
“Sì, ma domani i suoi corsi finiscono alle undici, e io per precauzione vado lì fuori verso le dieci e mezza.”
“Va bene, basta che la smetti di stressarmi con le tue questioni amorose.” Disse Elvira in tono esasperato, ma Alice sapeva che le faceva piacere ascoltarla e si sarebbe fatta in quattro per aiutarla con le sue ‘questioni amorose’.
“Grazie di tutto Elvi. Lo sai che ti voglio bene, vero?”
“Certo che lo so. Adesso vai a dormire prima che ti venga in mente qualche altra cosa su cui lamentarti e tenermi altre tre ore a telefono.” Sapeva che Elvira le voleva bene anche se non glielo diceva spesso, perciò non si applicò quando l’amica non glielo disse.
Una volta attaccato, Alice si mese a letto e pensò a tutto ciò che avrebbe detto al ragazzo l’indomani, doveva assolutamente fargli capire ciò che era successo con Giulio. Non poteva permettere che la loro storia finisse prima ancora di iniziare.
Prima di addormentarsi riguardò il cellulare anche se sapeva di non trovarci nulla. E infatti…
Nessuna chiamata, nessun messaggio.

 

Eccoci qui.
In realtà in questo capitolo ci doveva essere anche il discorso che faceva Alice a Matteo ma per pubblicarlo prima ho deciso di scrivere questa parte nel prossimo capitolo  :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapre ciò che ne pensate in una recensione.Volevo lasciarvi il mio acount di twitter: 
https://twitter.com/BeLoser1
Ciaaao :D

   
 
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