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Autore: Laylath    29/11/2013    2 recensioni
Una raccolta di ventuno voci, una per ogni lettera dell'alfabeto, relative al mondo militare di Amestris.
Grazie all'aiuto del nostro team preferito, e al "Manuale del perfetto soldato" faremo un percorso alla scoperta dell'esercito.
Le scene sono di diverso genere: drammatico, comico, serio etc etc.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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T come “Tattica”

Fondamentale della formazione del soldato, tratta dei metodi d’impiego delle forze nel combattimento.
Sono due i principi fondamentali:
chi attacca deve disporre di un’adeguata massa di manovra (forze 3 contro 1);
l’attaccante sarà quanto più favorito quanto più coglie impreparato chi si difende, eseguendo l’azione nel modo più rapido e risolutivo possibile.

 
 
 
Non era ancora tutto perduto, lo sapeva.
Se la stava giocando sul filo del rasoio, andando contro tutti i principi di tattica militare che aveva imparato in Accademia: tuttavia, era ben consapevole che in determinate occasioni doveva dar retta al suo istinto piuttosto che alle normali regole.
Certo, la situazione era nettamente a suo sfavore: cercare di prendere Central City quando era protetta da così tante forze armate che sapevano benissimo delle sue intenzioni era quasi da suicidio.
Persino Havoc, in genere propenso a simili azioni spericolate, aveva commentato che era una mossa così folle che l’avrebbe sicuramente portato a perdere. Ma, nonostante tutto, dopo aver scosso la testa ed essersi acceso una sigaretta, il biondo non aveva detto altro.
Pensa a quello che devi fare tu, sottotenente… a Central ci penso io.
Sentiva su di lui anche gli sguardi di Falman e Breda: certamente anche loro stavano pensando che stava rischiando davvero il tutto per tutto con quella mossa. Il maresciallo era impassibile come sempre, mentre il rosso aveva un sorriso sarcastico, ma carico d’ammirazione per quella mossa spudoratamente rischiosa che stava per determinare le sorti della sua personale partita.
“Va bene, ci siamo – dichiarò, impassibile, incrociando le mani sul petto – Central ha ventuno truppe, io solo sette: un rapporto di tre a uno. Mi gioco tutto a questo giro… avanti, signor comandante supremo, vediamo come ti difendi.”
E con sguardo determinato, allungo la mano…
“Cazzo lo fa davvero!” commentò Havoc, sgranando gli occhi azzurri.
“Follia!” sospirò Falman.
“Se ci riesce è la botta di fortuna più allucinante della storia!” dichiarò Breda.
“C… colonnello, mi sta facendo paura.” mormorò Fury.
“Zitto sergente e prendi i dadi in mano; sei avvantaggiato, certo… ma vediamo se la tua difesa di Central tiene!”
Con un sospiro Fury prese in mano la sua coppia di dadi e così fece il colonnello: li tirarono all’unisono sul tavolo ed il primo punteggio vide la netta vittoria di Mustang.
“Venti contro sette – sorrise – forza e coraggio, ragazzo. Fatti massacrare dalle mie truppe!”
Furono i due minuti più devastanti nella storia della tattica militare: le regole imparate in Accademia vennero messe a tacere da quei tiri di dadi nettamente a favore del colonnello. I suoi uomini trattenevano il fiato vedendo la sfacciata fortuna di quella giocata che stava piano piano demolendo la corazzatissima e blindatissima Central City in mano ad un sempre più disperato Fury.
“Central City presa dal colonnello… - scoppiò a ridere Breda – risultato finale: quattro truppe rimaste contro le zero di Fury. Diamine ragazzo, ai dadi sei stato davvero sfortunato.”
“E prendendo Central – dichiarò Mustang – ottengo sei nuove truppe; inoltre ora che i miei territori sono collegati ne ho altre quattro extra per ogni zona. Direi che ora gli equilibri sono di nuovo fatti, vero signori? Non pensavate davvero che mi sarei fatto eliminare così facilmente da questa partita.”
“Effettivamente mi sembrava strano che lei uscisse per primo, signore” ammise Falman, con un sorriso.
“Nah… io non ci gioco più con voi – sospirò Fury abbattuto, mettendo i suoi piccoli soldatini azzurri nella scatola, dato che era stato completamente eliminato, avendo perso la capitale – venite sempre addosso a me… e anche quando gioco secondo tattica mi battete lo stesso.”
“Invece di lamentarti dammi le carte che hai in mano, sergente. Passano al vincitore del duello.”
“Eccole…”
“Uh! Caspita, eri messo benino, ragazzo… che peccato, le avresti potute usare solo al prossimo giro. In quel caso dubito che ti avrei battuto.”
“Mh…” mise il broncio il sergente, posandosi nello schienale.
“E dai, non fare l’offeso – sospirò Mustang, rendendosi conto che effettivamente il sergente era sempre il primo a venire fatto fuori in questi giochi a cui lo obbligavano a partecipare – forza, siediti accanto a me: ti nomino mio assistente personale per questa partita.”
“Sul serio? Grazie, signore!” esclamò il ragazzo andando a sedersi accanto al colonnello.
“E così restiamo in quattro a giocarcela, - dichiarò Breda con un sorriso furbo – rosso, nero, giallo e verde… qui ne abbiamo ancora per un bel po’ ragazzi. Vediamo se la tattica vince contro la fortuna.”
I quattro contendenti rimasti si guardarono in cagnesco, pronti a combattere fino all’ultimo soldatino.
La tensione nell’aria fu smorzata dall’arrivo del tenente Hawkeye.
“Non ci posso credere – sospirò la donna – state giocando ancora a Risiko?”
“Questo non è un gioco, tenente – dichiarò Mustang – sono esercitazioni di tattica militare.”
“Il lavoro è stato tutto fatto, signora – aggiunse Breda, iniziando a disporre le sue pedine per l’attacco – è tutto in perfetto ordine… e dato che mancano ancora due ore alle otto, abbiamo tutto il tempo di finire la partita.”
“Fury, fai un favore? Ci vai a prendere qualcosa da mangiare?”
“Ma certo, signore.”
E Riza, guardando quegli uomini grandi e grossi chini su quel gioco da tavolo come dei bambini, capì che era stato un grosso errore regalare a Breda il Risiko per il suo compleanno…
“Comunque potremmo fare un torneo – propose Falman – ogni venerdì, fino a quando uno non arriva a dieci vittorie.”
“Ottima idea, maresciallo… io ci sto!”
“Grandioso, pure io”
“Contate anche me… e Fury, beh, ormai lui è dentro i giochi.”
… appunto, dei bambini.
  
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