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Autore: imsuperwoman    29/11/2013    2 recensioni
"Lui sapeva leggere la mia anima."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Mi guardavo allo specchio senza trovare una soluzione, ero grassa, odiavo il mio corpo. 

Misi  una felpa gigante, in modo di coprire le mie forme, e andai a prendere l'autobus che stava per passare.

Odiavo salire in quel veicolo, tutti mi osservavano. Io ero quella strana, quella che a sedici anni non aveva mai avuto un ragazzo, quella che era ancora vergine, quella che non era circondata da amici, quella che non piaceva frequentare le feste ma preferiva rimanere a  casa ad ascoltare della musica. Quella invisibile. 

Tutto era fuori dal comune in me. Tutto sbagliato. Io ero sbagliata.Io ero grassa.Io ero brutta. Continuavano a ripetermi tutti, fino a quando riuscirono a convincere anche me.

Quando entravo a scuola era sempre la solita storia, quando un gruppo di ragazzi rideva pensavo che quelle risate erano verso di me. Purtroppo la mia autostima era arrivata vermente sotto zero.

Finalmente passarono quelle ore, lunghe ed infinite ore scolastiche. Tornai a casa e trovai i miei genitori litigare, come ormai facevano da un po' di tempo. Salì nella mia camera, accesi la musica ed entrai nel mio mondo. Quando si fece sera e le acque sembravano essersi calmate scesi per prendere qualcosa da mangiare, e vidi mia madre piangere nella sua camera e il cassetto di papà svuotato.
Capì subito la situazione, presi il cappotto e uscì. Passeggiai un po' per il parco vicino la scuola fin a quando, non ce la feci più  e scoppiai a piangere.
Le lacrime non volevano più fermarsi, tutta la gente che passava mi guardava senza fermarsi credendo che fossi una pazza. 

Decidetti di farla finita corsi verso il ponte che separava l'autostrada da un grande lago e salì sopra.

Mi girai e vidi, non tanto distante da me, un ragazzo abbastanza alto, sembrava avere i capelli ricci.Anche lui era nel bordo del ponte pronto a gettarsi.

Si voltò verso di me.

Lo guardai per un po', poi il mio sguardò ritornò sul quella grande distesa d'acqua che mi aspettava.

Avevo paura.

Il mio fiato accelerò.

Il ragazzo si voltò verso di me.

'Cosa stiamo facendo?'

Non lo guardai.

Lui si avvicinò, fino a toccarmi la mano.

'Se io ritorno indietro, tu mi segui?'

Scossi la testa.

'Bene, allora facciamolo, buttiamoci.'

Inghiottì faticosamente.

'Dai..'

Mise un piede fuori, penzolante nel nulla.Poi staccò una mano. 

'Al mio tre ci buttiamo, ok?'

Continuai nel mio silenzio.

'Uno...due...'

Guardavo il vuoto.

'Tr..'

'No, fermo!'

Il ragazzo si voltò verso di me e sorrise.

'Andiamo dai.'

Ritornammo nella strada, molta gente ci guardava. Ero molto imbarazzata,invece lui si comportava come se fosse
abiutuato a tutto ciò. 

Pochi metri più lontani, lo guardai.

'Non riesco neanche a togliermi la vita..neanche questo so fare.'

Rise.

'Se è per questo neanche io. Torno lì ogni mese, deciso di farla finita ma poi qualcosa lo impedisce.'

'Ogni mese?'

'Sisi.'

Lo guardai e abbassai subito lo sguardo.

'Stai pensando che sia pazzo, vero?'

'No..'

Rise vedendomi arrossire.

'Qual'è il tuo nome?' Mi chiese.

'Mel.'

'Piacere, io sono Harry.'

Sorrisi.

'Be' Mel dimmi, quel'è il motivo del tuo tentato suicidio?'

Non volevo raccontare tutto ad uno estraneo, ma stranamente le parole uscirono da sole.
Ci sedemmo, lui mi ascoltò veramente, senza annoiarsi, senza guardare oltre,lui guardava i miei occhi. 

Finì di raccontare, ma lui non disse nulla.Accarezzò leggermente la mia mano.

Il conforto che mi serviva in quel momento.

Non lo guardavo a lungo in viso per puara che lui trovasse tutte le mie imperfazioni.

'Be' Harry..e tu?'

'Emm, te lo racconterò, ma adesso..'

Si alzò.

'..devo andare.'

Baciò la mia guancia e andò via.

'Ma Harry...'

Era troppo lontano per riuscire a sentirmi.

Tornai a casa e andai a letto pensando a lui.
  
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