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Autore: Novalis    29/11/2013    3 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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BAILAMOS

3

Lo sai che ti amo, sei la cosa più bella che mi potesse capitare”

“Ti amo anch’io, ma non so…qualcosa non mi convince…chi era quella ragazza fuori dall’università?”

“Te l’ho già detto…era Sabrina…amica di mia sorella. Voleva che le prestassi un libro, visto che frequentiamo gli stessi corsi. Non mi credi?”

“No, no…ti credo…ho fiducia in te

-Woof, woff!

-Mhm…

-Woff…

-Carota? Mhm…che ore sono? Perché abbai così forte?

Uffa…!

Aprii di malavoglia gli occhi e sbirciando la sveglia sul comodino accanto al mio letto, mi accorsi che erano ancora le sei del mattino.

-Che cosa è successo?-chiesi, guardando gli occhi neri di Carota, che di tutta risposta , mi guardò inclinando la testolina rossa versa sinistra.

-Stavo dormendo, non lo sai? Già oggi mi aspetta una giornata impegnativa, poi tu mi svegli presto! Mannaggia a te!

Carota assunse un espressione quasi… triste. 

Non prendetemi per pazza, ma per me il mio cane era il mio migliore amico, dopo Rac, ovvio.

-Vabbè dai…ora non fare quell’espressione. D’altronde…non so, sento che in qualche modo…hai fatto bene a svegliarmi…non ricordo cosa, ma il sogno che stavo facendo, non era propriamente gradevole. Dai su…ormai mi hai svegliato, ti vanno i croccantini?

Carota abbaiò e così mi alzai dal letto, pronta ad iniziare una nuova giornata, dopo la “strana” serata che avevo trascorso il giorno prima.

***

-Esmeralda, puoi venire un attimo?-mi chiese Rachele mentre riempivo di gelato alla nocciola una confezione.

-Certo!- le risposi lasciando il cucchiaio nello scatolo,e  andando nel magazzino delle spezie dove si trovava.

-Senti, ma Gabriele ti ha fatto qualcosa?

-Chi? Gabriele? E chi è?

-Come chi è? Ma mi prendi in giro? Il ragazzo che abbiamo accompagnato insieme ad Emanuele ieri sera…lo spagnolo con cui hai ballato ieri…a proposito poi oggi dobbiamo parlare delle lezioni.

-Ah…lo spagnolo intendi…no, non mi ha fatto nulla!

Ero così abituata a chiamarlo “spagnolo” che mi era passato di mente il fatto che avesse un nome.

-Mhm…capisco! Però a me non sembra! Ieri in macchina non vi siete rivolti la parola e a lezione vedevo un certo distacco tra di voi!

Aveva davvero buon’occhio!

-Questo perché non lo conosco! Sai benissimo che con gli sconosciuti sono più fredda e acida di quanto non lo sia di solito!- risposi, guardando dritto nei suoi occhi marroni.

-Okay…come vuoi! In ogni caso dobbiamo imparare a conoscerlo e ad essere gentili con lui, soprattutto tu! Oggi verrà a parlare con mio padre, come ti ho detto appena sei arrivata...

Già... che splendida notizia!
 
-...E se tutto va bene, potrebbe venire a lavorare con noi! Questa immagino sia una notizia che non ti aggrada, visto come mi hai risposto sarcasticamente ieri quanto ti ho domandato se fosse una bella notizia il fatto che avrebbe potuto lavorare con noi!

-Come fai a dire che ero sarcastica?

-Non sono stupida Esmeralda, e poi…sono o non sono la tua migliore amica?

-Sì, lo sei…

-Bene, quindi…


-Quindi hai ragione tu e se verrà a lavorare con noi, sarò educata e mi comporterò garbatamente! Okay?

-Perfetto! Ma che poi…quello che voglio capire è perché ce l’hai con questo ragazzo?


-Non ce l’ho con lui! Non lo conosco neanche, perché dovrei avercela con lui?

-Boh…non lo so! Dimmelo tu…ti conosco abbastanza bene da capire ciò che ti passa per la testa e da come ho potuto constatare, provi una certa avversione nei confronti di Gabriele.

-Visto che mi conosci bene, sai anche che io sono avversa a tutti i ragazzi!- dissi.

-Sarà Esmeralda, sarà! Ma per favore non fare in modo che degli stupidi pregiudizi prevalgano su di te, facendoti chiudere in una bolla di sapone. Sai che ti voglio bene come se fossi mia sorella, ed è proprio per questo voglio che tu scelga le strade giuste. Okay?

-Okay Rac!- risposi sorridendole


-Comunque tornando al discordo della danza, ieri mi è parso di udire che non vuoi più continuare a frequentare le mie lezioni, è vero?

-Sì…ehm…è vero!!


-No che non è vero…tu devi seguire le mie lezioni, devi iniziare a divertirti, a vivere! Lo vuoi capire? Non per montarmi la testa, ma sono una gran figa come insegnante di ballo ed è inammissibile che la mia migliore amica non partecipi alle mie lezioni!-mi disse Rachele avvicinandosi pericolosamente a me.

Cavoli…si stava arrabbiando!

-Ma Rac…io non so ballare…faccio veramente pena…e poi non ti sei mai lamentata del fatto che non ballassi con te, gli scorsi anni!

-Senta signorina De Angelis…o la smette di autocommiserarsi oppure con me ha chiuso, e non solo… ma la faccio licenziare anche da mio padre. Lei da oggi volente o nolente, dovrà essere una mia allieva! Is it clear? E poi non è affatto male a ballare, da qual che ho potuto vedere ieri.

-Uffa, Rachele…non puoi costringermi!- le risposi iniziando a ridere.

Quando iniziava a darmi del lei, finivo inevitabilmente col scoppiare a ridere.


-Invece sì…allora ci stai?

-E va bene…ma solo perché se no mi fai licenziare da tuo padre!

-Perfetto…!-mi disse sorridente, uscendo dal magazzino per rientrare nell’ingresso del locale dove la raggiunsi.

Sapeva essere molto testarda quando voleva. E ora, ero pure costretta a frequentare dei corsi di ballo, che si aggiungevano agli studi, al lavoro e alla casa da portare avanti. Di bene, in meglio!

Dopo qualche spolverata qua e la, Alfredo ci raggiunse.

-Ragazze…come state?

-Ciao papà, tutto okay! Tu?

-Sono in febbricitante attesa di conoscere il ragazzo di cui vi ho parlato e che mi avete detto già conoscete!

-Già pà…sono la sua insegnante di ballo! Siamo in attesa anche noi, vero Esme?

-Eh…certo!

-Benissimo…ci sarà maggiore sintonia tra di voi, allora! Mi raccomando…siate gentili e fatelo ambientare! Questa settimana lo metteremo alla prova… se si dimostrerà un bravo ragazzo, sarà dei nostri. Quando arriva, venitemi a chiamare, va bene?
-Certo papà!

-D’accordo Al!-risposi.

-Brave le mie ragazze!

Così detto Alfredo si ritirò nel suo studio, salendo le scale che affiancavano il magazzino, non prima però di averci dato un bacio sulla fronte.

Era come un secondo padre, per me.

Dopo qualche minuto, speso da me e  la mia amica nel sistemare il locale, nell’attesa di qualche cliente, la campanella che sovrastava la porta principale tintinnò, segno dell’arrivo di qualcuno.

Io e Rachele alzammo il capo, prima rivolto verso il bancone e la cassa, per vedere chi era entrato.

Nessun cliente, era… lo spagnolo, o meglio Gabriele!

-Oh…benvenuto, prego entra Gabriele!-disse la mia amica accogliendo il moro.

-Buongiorno Rachele! Hai visto alla fine ho trovato la gelateria!-rispose lo spagnolo sorridendo.

-Già…mi fa piacere! Se aspetti solo un attimo, vado a chiamare mio padre, così parlate un po’!-disse dolcemente la mia amica.

-Certo, fai pure…aspetterò qui!

Rachele gli sorrise  e salendo le scale mi lasciò sola.

Io intanto rimasi ferma alla cassa, e legando meglio la mia “divisa” o meglio il grembiule arancione che portavo legato in vita, osservai il moro.

Aveva avuto almeno la decenza di vestirsi bene. Camicia bianca arrotolata fino ai gomiti, gilet nero lasciato aperto, jeans chiari e sneakers scure. I capelli avevano un’ effetto “bagnato”, invece.

-Salve Esmeralda!-mi disse cogliendomi di sorpresa.

Si ricordava di salutarmi solo adesso…tzè!

-Salve!-risposi guardandolo negli occhi.

-Come va?

Era gentile, sebbene ieri non avessimo avuto propriamente una conversazione “amichevole”.

-Non male, grazie! Tu?

Grazie? Tu? Da dove mi era venuto di chiedergli come stava? Esme...ritorna in te!


-Bene, anche se sono agitato per il colloquio con il signor Raffaldo.

-Eccomi qui…ho interrotto qualcosa?-chiese Alfredo, scendendo le scale e guardando me e il ragazzo che avevo davanti.

-No signore!-rispose lo spagnolo, volgendo lo sguardo ad Alfredo.

-Bene! Mi presento di persona. Sono Alfredo Raffaldo, gestore di questa pasticceria. Il signor Renato Castelli, come ben sai, visto che ne abbiamo parlato telefonicamente, era il nostro factotum, poi si è licenziato e mi ha parlato di te. Cosa mi puoi dire?

-Posso dirle che sarei lieto di mostrarle il mio impegno e di farle capire che potrei essere un ottimo lavoratore.

-Perfetto, allora saliamo nel mio studio, e voi ragazze aspettateci qui.

 
-Assolutamente sì!

Così concluso i due se ne andarono e così continuai la mia giornata lavorativa con la mia migliore amica.

***

 

Erano circa le undici del mattino, avevamo servito già dieci clienti e con l’imminenza della primavera che avrebbe portato il piacevole riscaldamento della temperatura, i gelati iniziavano ad essere preferiti ai biscotti e alle torte.

-Esme…ascolta…stanno scendendo!-disse Rachele, tendendo l’orecchio verso le scale.

-Già…chissà cosa succederà adesso!

-Secondo me papà lo assumerà!

-Beh…per dire questo, bisogna prima vedere come se la cava.

-Vedremo.

Qualche secondo dopo il padre di Rachele e Gabriele, scesero.

-Bene…allora, io e Gabriele abbiamo parlato di un po’ di cose. Da oggi fino a mercoledì prossimo è in prova, poi vedremo un po’ come si evolverà la situazione. Confido in voi ragazze per aiutarlo ad ambientarsi e a utilizzare adeguatamente tutti gli strumenti che usiamo. D’accordo?

Perfetto ora ci toccava anche fare da maestre…


-Sì.- rispondemmo.

Alfredo ci sorrise e dopo aver dato un grembiule arancione al moro, quest’ultimo si avvicinò alla cassa.


-Che bello Gabriele, ti conosco solo da ieri ma mi ispiri tanta simpatia.

-Oh…grazie Rachele, sei molto gentile! Spero di non deludere le aspettative di nessuno, lavorerò sodo, lo giuro.- disse lo spagnolo con il suo accento alla Banderas.

-Ne sono certa! Allora prima di iniziare, direi che potremmo rompere il ghiaccio parlando un po’ di te. Che ci puoi dire ?

-Beh…come si può capire dal mio accento,-disse guardandomi,- e da quello che vi dissi ieri a lezione, sono spagnolo, o meglio mia madre lo è. Mio padre è italiano e sono nato in Italia. All'età di tre anni la mia famiglia si è trasferita a Barcellona, patria natale di mia mamma e territorio in cui ho passato gran parte della mia infanzia. Poi, verso i tredici anni sono tornato nel territorio italiano in cui vivo tutt’oggi.


-Mhm…interessante…Barcellona che splendida città! Mi viene in mente una canzone di Freddie Mercury chiamata proprio così che mi piace molto! Ma dimmi…studi?

-Certo! Studio alla facoltà di medicina. Vorrei diventare un pediatra. Purtroppo ho un cugino malato e vorrei laurearmi il prima possibile per vedere di aiutarlo.

Un cugino malato…poverino...!


-Oh capisco, mi dispiace per tuo cugino! Il tuo è un pensiero davvero nobile! …Vabbè…detto questo, direi che possiamo procedere con le spiegazioni in merito alla gelateria.

-Benissimo!


-Allora da dove iniziare? Emh…questa è il bancone…dieto questo vetro, come vedi, ci sono tutti i dolci e le confezioni di gelato, che prepariamo in quel magazzino lì.- disse indicando i vari punti che aveva detto con l’indice.

-Questa invece è la cassa! Non so se tu abbia già avuto a che fare con conti e scontrini nei tuoi precedenti lavori. Se così non fosse stato, ti spiegherò io.

-No, non c’è ne bisogno! Ho lavorato in due bar e in una pizzeria, dunque…so come si usa.


-Bene! Poi…all’arrivo dei clienti, ti avvicini loro e li fai accomodare nei tavolini che vedi qui davanti, dando loro i menù con i vari prodotti. Fin qui, problemi?

-No, assolutamente! Tutto chiaro.

-Bene…poi…direi che possiamo passare al laboratorio e poi al magazzino, che ne pensi Esme?

-Per me è okay…se dice che ha capito fin qui come si procede, puoi fargli vedere il resto!

-Perfetto, però…dai, ora mostragli tu il resto!

-Come? No…non sono brava quanto te a spiegare!

-Sei costretta… vedo- e si avvicinò alla porta d’ingresso- che sta arrivando la signora Camilleri e sai che vuol farsi servire solo da me!

Uff…andava tutto come voleva lei, che pizza!

-D’accordo…seguimi!

A quel punto, mi avviai in laboratorio.

-Allora…alla tua destra c’è un conservatore in cui dovrai mettere il gelato appena fatto ad una temperatura di -18°C , poi accanto a questo vi sono questi due frigoriferi,-mi fermai indicandogli ciò che avevo detto,- in cui vanno messe le materie prime quali panna e latte fresco. Okay?

-Sì.

-Bene. Altro importante elemento è il banco da lavoro su cui si lavorano le materie per produrre tutto ciò che ha a che fare con la pasticceria. Di solito Renato non si occupava di queste cose, ma non si sa mai…

-D’accordo…-mi rispose guardandomi.

-Fin qui…tutto chiaro?-chiesi con il mio solito tono.

-Certo.

Così risposto continuai a camminare per mostrargli gli altri macchinari, ma qualcosa non me lo permise.

Questo qualcosa era un sacco di farina, lasciato “intelligentemente” aperto all’angolo di un forno, che io giustamente non vidi, rischiando  una caduta.

Caduta che fu evitata grazie allo spagnolo.


...Un attimo…lo spagnolo?

Sbaglio o mi stava tenendo per un polso?


-Tutto okay? Stai bene?-mi chiese…premurosamente.

-S-sì…grazie…puoi lasciarmi ora.

Ed ad adesso che mi mettevo a balbettare? Cosa mi prendeva?

-Di nulla!-mi disse, lasciandomi e sorridendomi.


Perchè mi sorrideva sempre?  Non c'era  stato proprio un bello scambio di parole tra di noi la sera prima, eppure...bah...si vedeva che era l'esatto mio opposto.

 

  ****L’ANGOLINO DI NOVALIS****

Ciaooo! Come state?
Scusate per il ritardo, ma vuoi un impegno, vuoi la mancanza di ispirazione, non sono riuscita a concludere il capitolo prima di oggi!^^
A proposito del capitolo cosa ve n’è parso? Esmeralda si troverà a lavorare con lo spagnolo, ma cosa succederà?
Come sempre mille grazie a coloro che seguono e leggono la mia storia. Come soprattutto a : elev, Sun_Rise 93 e Rhye 39 per le loro splendide recensioni. ^___^ Spero che anche per questo capitolo possa avere il piacere di leggere il commento di voi che leggete!;)

Al prossimo capitolooo :)

 

 

 

   
 
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