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Un
caso che finisca bene è provvidenza, un caso che termini
male è destino.
Knut
Hamsun
-E uno e due e
tre! Passo destro in
avanti e movimento del bacino! Su ragazzi…non è
difficile! Posso capire i nuovi
arrivati, ma voi…su non sembra una bachata!
Ovviamente lei
era bravissima, e
con i suoi movimenti fluidi e precisi sembrava un angelo, mentre io
più un
pinguino in uno smoking.
Ma sapete qual
era la cosa più
strana? Se non lo sapete ve lo dico io!
Lo spagnolo,
quel maleducato
spagnolo che si era sentito autorizzato a offendere la mia
bru…ehm stupenda
t-shirt , sì perché pensandoci non era poi
così tanto orribile, sebbene, da
quel che avessi capito, fosse un nuovo arrivato, ballava divinamente.
E con
divinamente, intendo come un
dio veramente! Ogni movimento così sciolto, così
sensuale e quindi perfetto per
le danze latine,
così…così…bello da vedere!
Ed io?
Uffa…ma perché?
Ad aver notato
il talento del
ragazzo ci fu anche la mia amica, che fermando i suoi movimenti,
guardò verso
lo spagnolo.
-Oh finalmente
si ragiona! Guardate
Gabriele! E’ bravissimo! Vieni qui caro! Ho appeno detto che
potevo capire i
nuovi arrivati, ma tu sei molto bravo!
-No…ma
non è vero!-disse…timidamente il moro.
-Ma
come non sei bravo? E’ la tua
prima lezione, eppure ti muovi molto
agilmente! -disse la mia amica, posando le sue mani sui fianchi.
Diventava molto
professionale
quando ballava.
Infatti, non
sembrava la Rachele
che lavorava nella pasticceria, bensì sembrava quasi che per
ballare indossasse
un nuovo volto. Non che in pasticceria non fosse professionale, solo
che si vedeva che con il ballo, aveva un rapporto
più...magico!
-Non so che
dirle!
-Non darmi del
lei, tesoro!
Piuttosto dimmi, hai ballato già altre volte ,vero? La tua
scioltezza è tipica
di una persona che è abituata a ballare!
-Beh
sì…a dir la verità… mia
madre è
spagnola ed è una bravissima ballerina di danze latino
americane e fin da
quando ero piccolo mi ha insegnato
vari passi e movimenti, ma si fid…ehm, fidati se ti dico che
non sono bravo!
-Magari a te
sembra di non essere
bravo perché ti paragoni a lei, ma fidati tu se ti dico, che
sei molto capace. Insegno
queste danze da ormai cinque anni e sebbene dobbiamo ancora lavorare,
hai delle
ottime basi. Dunque, riconfermo la mia scelta di tenerti in coppia con
Esmeralda. Per lei è la prima lezione e mi piacerebbe che tu
le insegnassi a
tenere il giusto ritmo. A tal proposito, mancando solo
mezz’ora alla fine della
lezione, ragazzi mettetevi in coppie e preparatevi… metto la
musica.
Rachele…preparati, non sai nemmeno
cosa non
ti combinerò!-pensai, lanciando
fulmini
dagli occhi.
-Ehm…sempre
la solita che useremo
per la gara. “Obsession” degli Aventura.-disse con
le gote rosse.
Ma…un
attimo…aveva detto…gara?
Cosa?
No…vabbè io non vi avrei
partecipato! Questo è poco ma sicuro! D’altronde
questa che stavo seguendo era
la mia prima e ultima lezione di ballo.
Dopo aver detto
queste parole,
varie coppie si formarono e Rachele mi si avvicinò.
-Esme, non
sapendo ancora le basi
della bachata, limitati a mettere in pratica ciò che vi ho
insegnato oggi e a guardare
gli altri. Tu, Gabriele, come già ti ho detto, cerca di
aiutarla.- disse la mia
amica, senza darmi la possibilità di ribattere.
Che razza di
situazione! Bah…
-Posso?-chiese
lo spagnolo,
avvicinandosi a me.
-Cosa dovresti
fare?-gli chiesi con
un sopracciglio sparato in alto.
-Beh…ehm…dovrei
posare un mano sul
tuo bacino, e con l’altra tenere la tua mano…
poi…dovremmo ballare!-disse, con
tono ancora timido.
Ma questo tipo
mi prendeva in giro?
Cioè…prima mi offendeva e ora usava un tono da
gatto morto timido e dolce? Ma
per favore!
-Se proprio
devi, d’accordo!-gli
risposi.
-Ed io dove
dovrei tenere le mie
mani?-continuai antipaticamente.
-Beh…una
sulla mia spalla e una
nella mia!-mi rispose.
Aveva delle mani
fresche e grandi.
-Pronta?-mi
chiese con il suo
accento strascicato, posando la sua mano sul mio bacino.
-Non lo
so…sono una frana!-ammisi.
-Nah…volere
è potere! Tu segui i
miei passi.
-D’accordo
…- gli disse
semplicemente.
-Allora
ragazzi…siete pronti?
Vediamo se con un po’ di musica caliente vi vien voglia di
ballare meglio!-disse
Rachele
-Seguimi,
seguimi e basta, fai solo
quello che ti senti di fare!- mi disse Gabriele, vedendomi immobile.
Fu
così che guardando i suoi passi
cercai di muovermi.
Un passo in
avanti, uno indietro e
movimento del bacino…
Un passo in
avanti, uno indietro e
movimento del bacino…
Uffa…era
più difficile di quanto pensassi!
Un rumore di
tacchi sul parquet mi
avvertirono della presenza dell’insegnante di ballo, mia
amica.
-Brava
Esme…vedi che stai
imparando?-mi disse la sopracitata, osservandomi.
-Dici? Io mi
sento solo un
robot!-le risposi.
-Migliorerai
vedrai,
migliorerai!-continuò continuando a fare il giro tra le
coppie, con lo scopo di
evidenziare pregi e difetti nel ballo, di ognuno.
Io continuai a
muovermi, cercando
di seguire i movimenti dello spagnolo, ma questo era troppo bravo per i
miei
gusti.
-Guardami negli
occhi!-mi disse ad
un certo punto il moro che avevo davanti.
-Come scusa?-gli
chiesi, non
capendo.
-Ti ho chiesto
di guardarmi negli
occhi! Hai detto di sentirti un robot, giusto?
-Sì…
-Bene…rimarrai
tale se ti limiterai
a fare movimenti meccanici.
-Ma tu mi hai
detto di limitarmi a
seguirti!-gli risposi con tono indisponente.
-Sì
di seguirmi, ma non di essere
un robot! Forse mi sono espresso male, io intendevo dire che volevo che
tu mi
seguissi, senza sforzarti di fare movimenti arzigogolati e complessi!
Semplicemente essendo te stessa e facendo ciò che il tuo
corazon ti dice.
-Bah…non
mi sembra che tu mi abbia detto
queste parole! Comunque, come già dettoti sono un emerita
incapace nel ballo e
se non procedo meccanicamente, ti ritroveresti a ballare da solo,
perché io non
so far nulla.
-Mhm…capisco!
Allora ti porgo le
mie scuse! Io sono un emerito incapace con le parole!
Dunque…riformulo. Limitati
a seguirmi, mettendoci passione!-si limitò a dire.
-Facile a dirsi,
ma non a farsi!
Comunque, ci proverò!-gli dissi.
Lo spagnolo mi
sorrise, e riprese a
muoversi, con più lentezza di prima, per permettermi di
seguirlo!
Alzai lo
sguardo, per guardarlo
negli occhi, come mi aveva consigliato di fare, e mi ritrovai ad
affogare nei
suoi neri ,profondi, e…buoni!
Sì
buoni...il suo sguardo mi
sembrava infatti gentile.
Ma forse era la
stanchezza che mi
stava rincitrullendo! Un ragazzo non poteva essere gentile, tranne se
era una
persona speciale o se voleva qualcosa in cambio!
-Chi ti dice che
mi sia offesa?-gli
chiesi.
-Beh…mi
hai solo fulminato con lo
sguardo! In ogni caso, scusami, sono stato scortese!
-Capisco! Ma non
importa,
d’altronde non ti conosco e non ci rivedremo più,
dunque le tue scuse non
servono!
-Beh…il
fatto che tu non mi conosca
e che non mi rivedrai più non implica che tu non possa
accettare le mie scuse e
che io non possa fartele!
-
Okay…grazie delle tue scuse,
allora!-continuai freddamente.
Sembrava avesse
sempre la risposta
pronta, questo tipo!
-Di niente!
Quanti anni hai, se
posso permettermi di chiedertelo?
-Beh ad una
donna non si chiede mai
l’età, ma se insisti ne ho ventitré!
-Abbiamo un anno
di differenza,
dunque!
-Ah…-risposi,
guardando dietro di
lui.
-Perché
hai deciso di frequentare
questi corsi di ballo?
-Non ho deciso io, ma Rachele, lei è la mia migliore amica e voleva che vedessi una sua lezione.- risposi, in maniera distaccata.
Troppe
confidenze per una volta sola!
-Bene…bene!
Basta così…mi duole
dirlo ma la lezione è terminata!-annunciò
Rachele, spegnendo la musica.
Erano passati
già trenta minuti?
Wow…
-Di
già? No, Rachy, no!-disse un
ragazza mora.
-Eh
già…purtroppo il tempo è
tiranno! Ripetete la base 2 e la base 3! Ci vediamo giovedì!
–rispose la mia
amica, staccando alcuni poster di passi latini, che aveva appeso alle
pareti.
Tutte le coppie
si distaccarono,
tranne quella formata da me e lo spagnolo, che continuava a tenere la mano sul mio
bacino.
-Ehm…scusa,
eh?-gli dissi togliendo
la mia mano dalla sua spalla.
-Sì…scusami!-disse
lo spagnolo
allontanandosi da me.
Ma non ebbi il
modo di capire cosa
le stesse dicendo, poiché un ragazzo dai capelli rossi mi si
avvicinò,
facendo cambiare traiettoria al mio sguardo, che così
notò che lo spagnolo mi
stava guardando.
-Ciao sono
Giovanni, ma puoi
chiamarmi Johnny! Sono il rappresentante del gruppo! Organizzo eventi e
segno
date di spettacoli! Piacere di conoscerti!
-Ho notato che
te la cavi bene con
il ballo! Questa non sarà la tua prima lezione, vero?
-Io me la cavo
bene? Per niente
proprio! Sono negata! E questa è stata la mia prima e ultima
lezione.- gli
risposi scoppiando a ridere.
Io che me la
cavo nel ballare?!
Ahaha…questa è bella!
-Capisco! Mi
dispiace, pensaci su,
però! A tutto il gruppo piacerebbe conoscerti meglio!
-Okay! Lo
farò senz’altro!-gli
risposi sorridendo.
A quel punto il
ragazzo se ne andò,
ricambiando il sorriso, e mentre lo spagnolo continuava a fissarmi,
Rachele si
avvicinò a me.
-Ehi Esme, oggi prima di andare a mangiare qualcosa da Amedeo, devo dare uno strappo anche a Bobby, il ragazzo biondo che mi ha fatto una domanda all'inizio e che ...mi piace...- si interruppe per dire l'ultima frase sottovoce.
-...e a
Gabriele, per
te non ci sono problemi, vero?-continuò.
Ecco che cosa le
aveva chiesto il
biondo.
-Certo che no!
Cos’altro
potevo risponderle? Sì,
per me è un problema, perché lo spagnolo non mi
ispira simpatia? Certo che no!
-Bene! Parlando
della lezione, che
te n’è parsa?
-Sei stata molto
brava! Sei
splendida come insegnante, ma non me la sento di continuare! Sono una
vera
schiappa e non credo di potermi organizzare con il lavoro e
l’università!
-Uffa…ma
perché sei così?
Eh…perché? Ne riparleremo, questo è
poco ma sicuro! E ora andiamo, i due baldi
giovani ci aspettano.
Così
detto, uscì dalla stanza, e
dopo essermi rinfrescata e aver messo il piumino, uscì dalla
scuola di danza,
seguita da Levanti e un Bobby intento a parlare con Rac.
Sembrava che fra
i due ci fosse
intesa.
-Esmeralda!
–mi sentii chiamare.
Mi voltai
trovando lo spagnolo
dietro di me.
-Che vuoi?
-Volevo
chiederti se posso sedermi
io vicino a te nei
sedili posteriori.
-E
perché mai? Io avevo intenzione
di sedermi accanto alla mia amica.
-Capisco,
ma…-disse fermandosi al
ma.
-Ma cosa?
A quel punto si
avvicinò
pericolosamente a me, e vicino al mio orecchio continuò a
parlare.
-Ma se non te ne
sei accorta, il
mio amico è interessato alla tua amica e vorrei che si
avvicinassero di più.
-Cosa? Lui
è interessato a lei? E
come potevo accorgermene se la prima volta che
l’ho visto è stata oggi!
-Io lo so,
perché Emanuele è il mio
migliore amico e mi racconta tutto! Ora però lo sai anche
tu, dunque ci stai?
-Sì,
sì! Certo!
-Rispondi sempre
così
freddamente?-mi chiese allontanandosi da me.
-Con chi se lo
merita, sì,
spagnolo!
-Io sono
italiano quanto te!
-Dal tuo accento
non si direbbe!
-Mhm…se
la metti su questo piano, hai ragione! Pensandoci anche tu dal tuo
viso non sembri acida, ma lo sei!
Touché
A quel punto, lo
guardai con molta
impassibilità e sorridendo leggermente, aprii lo sportello
della macchina della
mia amica.
Mi aveva saputo
rispondere davvero
bene, non c’è che dire!
-Esme, non ti
siedi accanto a
me?-chiese Rac, vedendomi salire sui sedili posteriori.
-No, no!
Parlerete meglio tu ed Emanuele,
se vi sedete vicini!-le dissi, facendole l’occhiolino.
I due ragazzi arrossirono e presero uno il posto del guidatore, uno il sedile accanto a questo.
Wow...anche
Bobby interessato a Rachele?! Che bella notizia! Non rimaneva altro che
far affiorare i loro sentimenti!
Lo spagnolo si
sedette , come
stabilito, vicino a me, e il viaggio cominciò.
Rachele accese
la radio da cui
partì una canzone di Ligabue, e continuò a
parlare con Bobby, mentre il moro al
mio fianco si mise a fissare fuori dal finestrino.
-Ah…ora
che ricordo, Gabry, non
dovevi chiedere a Rachele quella cosa relativa ad un tuo lavoro?-chiese
il
biondo.
-Cosa?
Ah… sì giusto! Rachele
volevo chiederti se conoscevi la gelateria “Dolce
vita”! Io non conosco bene la
zona!
-Sì,
certo che la conosco! E’ la
gelateria in cui lavoro, ma tu Ema non lo sapevi?
-So che lavori
in una gelateria, ma
non sapevo il nome!-si giustificò Bobby.
-Ah…okay!
Comunque è quella in cui
lavoriamo io ed Esmeralda. Il gestore è mio padre.
Perché me lo chiedi?
-Ah…Wow!
Beh perché, prima che
arrivassi alla scuola di ballo, mi è arrivata una chiamata
da parte di tuo
padre che mi ha proposto di lavorare come factotum alla vostra
gelateria! Quindi volevo sapere dove fosse.
-No, non ci
credo! Allora sei tu il
ragazzo di cui ci ha parlato Renato!
-Renato
Castelli? Se è lui, sì! Mi
ha chiamato in mattinata, per dirmi che per motivi vari si è
licenziato e che
se dimostravo buona volontà potevo prendere il suo posto!
Cosaaaa? Oh no!
No! Ma perché il
destino si divertiva a
farmi questi
scherzi? Per quale ostrogoto motivo?
-Che bella
notizia, guarda! Un mio
allievo che è anche mio collega! Vedrai se ti dimostrerai un
bravo ragazzo e un
assiduo lavoratore mio padre ti assumerà di certo!
-Spero proprio di sì!
-Bene! Allora il
locale si trova in via Alessandro Manzoni, accanto al supermercato "Da
Romualdo".
-Forse ho
capito! Grazie, Rachele!
-E di che! Non
è una bella notizia,
Esme?
-Come? Ah
sì…come no!
Certo, une bella ma
proprio bella
notizia!
L’ANGOLINO
DI NOVALIS
Hola bella
gente! Come state? Passato un Halloween
terrificanteee?XD
Eccoci arrivati
al secondo capitolo! Cosa ve n’è parso?
Vorrei
ringraziare: Sun_Rise
93,arimika,
elev e Rhye 39 per
le belle recensioni allo scorso capitolo e coloro che hanno aggiunto la
storia
tra le seguite! Siete dolcissimi! Grazie di cuore! Spero che il
capitolo sia
risultato di vostro gradimento e spero di avere l'onore di sapere
qualche vostro commento!^_^
Bacioni,
Novalis
;)