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Autore: thequeenofdrama    29/11/2013    2 recensioni
Un ragazzo fuggito da una famiglia opprimente per inseguire il suo sogno. Una ragazzina geniale che si rifugia nei libri per scappare da una realtà che non le appartiene. Un incontro casuale. Un salvataggio non voluto. E un'amicizia intensa che nasce per caso e li accompagnerà per il resto delle loro vite. E forse si trasformerà in qualcosa di più. (Prequel/Spin Off della storia 'Hello, Goodbye', con la gentile concessione dei volti di Ian Somerhalder e Troian Bellisario)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Note dell'autrice: Riacquistare un po' di tempo libero, vuol dire per me anche dedicarmi di nuovo alla scrittura. L'idea per questa storia mi è nata scrivendone un'altra, "Hello, goodbye", scritta in collaborazione con dark_witch. I protagonisti di questa storia non sono ancora apparsi nell'altra, ma arriveranno presto. Ritroverete invece in questo prequel alcuni dei personaggi di "Hello, Goodbye." Poichè mi sono immediatamente affezionata alla storia di questi due migliori amici che, nonostante le diversità e la differenza di età, diventano ben presto inseparabili e indispensabili l'uno all'altra, ho pensato che mi sarebbe piaciuto esplorare come era nata questa amicizia, come si era evoluta nel corso degli anni, c'era tanto da dire nella mia testa e pochi flashback non sarebbero bastati. Così eccomi qui, a presentarvi la storia di Dylan e Meredith. Mi auguro possa piacervi e che possiate affezionarvi a loro, come me. In questo capitolo li inizieremo a conoscere e, se volete associare un volto ai personaggi, immaginate un giovane Ian Somerhalder per Dylan e un'ancor più giovane Troian Bellisario per Meredith. Partecipazione straordinaria di Matt Davis nel ruolo del coinquilino Max ;) (si, proprio lui, il prof di Kim ^^). Il titolo della storia viene da "May I" dei Trading Yesterday, perchè ascoltandola mi è venuta l'idea per questa storia.
Come sempre, critiche, commenti, annotazioni, tutto ben accetto! Vi lascio alla lettura!

 
1. All I want is to keep you safe.
 

Ottobre 1993

Abduttore, estensore, flessore...

Dylan tiene con le dita il conto dei primi muscoli che compongono una mano, il libro di Anatomia aperto davanti a lui, un intricato mescolarsi di colori ne ha ormai reso le pagine un arcobaleno fluorescente.

E poi b... br... Dio, com'era...

Incapace di darsi per vinto, il ragazzo si ostina a tenere gli occhi chiusi, alla disperata ricerca del vocabolo giusto nella sua mente ormai affolata da decine e decine di nomi complicati.

Dai... Br...

Brachioradiale.

Il suono di una vocina flebile lo fa quasi sobbalzare, troppo abituato al consueto silenzio della biblioteca della sua facoltà. 
Rivolge lo sguardo in direzione della voce e sbatte le palpebre più volte, perchè non c'è modo che quella ragazzina dagli occhiali spessi, le treccine che le ricadono sulle spalle, un libro sulla storia greca - grande quasi il doppio di lei - stretto tra le braccia e un'età che non supera i 12 anni, sia a conoscenza della risposta che ha appena ascoltato. Lei lo guarda dritto negli occhi, il mento dritto e un dito che sistema meglio gli occhiali sul naso.

Brachioradiale, il muscolo che non ricordavi.

Gli ripete, sollevando le spalle con noncuranza, come se gli avesse appena elencato i nomi dei componenti della sua boyband preferita.
Dylan la osserva a bocca aperta, indeciso se sia nel bel mezzo di un sogno, o quella ragazzina sia in realtà un alieno che si è impossessato del corpo di una preadolescente. Lei sbuffa, roteando gli occhi al cielo.

Memoria eidetica. Ricordo tutto quello che vedo o leggo.

Il ragazzo è ancora ammutolito. Lei scrolla di nuovo le spalle e si volta per allontanarsi, ma finalmente Dylan sembra aver ritrovato l'uso della parola.

Aspetta!
Che c'è?

Dylan si alza e le va incontro, lei è abbastanza alta per la sua età, magrissima nei suoi jeans sdruciti e la felpa troppo larga, ma lui la sovrasta comunque un bel po'.

Come facevi a saperlo?
Te l'ho detto...
Si, la memoria, ho capito, ma perchè hai letto un libro di anatomia visto che hai solo... quanto, 12 anni?
Quasi tredici.

Gli risponde lei risoluta, un moto di orgoglio nella voce che lo fa sorridere a metà.

Bè, non sono comunque cose che ti insegnano a scuola.

La ragazzina socchiude gli occhi sospettosa.

Non sono affari tuoi.

E gli da di nuovo le spalle, allontanandosi tra due alte file di libri. Dylan non lo sa perchè è così interessato, ma lo è, e non ha intenzione di demordere. La raggiunge con due lunghi passi, poggiandole una mano sulla spalla.

Dai, sono curioso!

E strizza un occhio.

Perchè dovrei raccontarti i fatti miei, non ti conosco nemmeno!
Sei stata tu a venire da me!
Passavo di lì e ti ho aiutato, tutto qua.

Allora volevi solo vantarti di essere più brava di uno studente del college?

Lei gli lancia uno sguardo di fuoco. Dylan solleva un angolo della bocca, divertito. Gli occhi blu scintillanti. Dopo un pomeriggio intero passato a sgobbare sui libri, il diversivo di quella ragazzina gli appare quasi come un miracolo. Le tende la mano.

Ciao, io sono Dylan.

La ragazza aspetta qualche secondo prima di ricambiare.

Meredith.
E sentiamo, Meredith, che ci fai in una biblioteca riservata agli studenti della Facoltà di Medicina?

Le guance le si tingono di un rosso adorabile e lei butta lo sguardo a terra, stringendo di più il libro al petto.

È l'unico posto dove posso studiare in pace.

Risponde con un filo di voce.

E non ti hanno mai scoperto?

Dylan è alquanto ammirato. Meredith scuote la testa.

No, di solito mi nascondo in un angolo in silenzio e nessuno mi ha mai vista. Arrivo prima degli altri e vado via quando non c'è più nessuno.

E con il pollice gli indica la porta sul retro.

È difettosa, passo da lì.
Non mi hai ancora detto perchè hai letto libri di Anatomia.

Dylan incrocia le braccia al petto e si appoggia con la spalla ad uno scaffale, guardandola dall'alto.

Non è ovvio? Voglio fare il medico.

Hai già le idee chiare. Ti capisco. Anche io l'ho sempre saputo.

Le sussurra come se fosse un segreto. In cambio riceve il primo timido sorriso.

Ora sarà meglio che vada, prima che mi scoprano davvero.

Dylan annuisce.

Certo, ci vediamo qui in giro, allora!

Meredith gli rivolge uno sguardo stralunato. Poi si volta e corre verso la porta, senza voltarsi indietro.

 

Dylan respira l'aria fresca della sera, il rumore dei suoi anfibi attutito dal tappeto di foglie che hanno ricoperto il sentiero. Si sistema meglio la tracolla della borsa sulla spalla, passandosi l'altra mano tra i capelli e trattenendo uno sbadiglio. È ancora all'inizio del secondo anno e già si sente distrutto. A volte si domanda se arriverà vivo alla laurea, o se collasserà molto prima del traguardo finale. Poi il pensiero corre a suo padre e suo fratello, alla vita che si è lasciato alle spalle per coronare il suo sogno e per la quale lotta ogni giorno e pensa che si, ce la farà, perchè è questo quello che ha sempre voluto e non sarà la fatica a fermarlo.
Un gruppo di urla lo distoglie dai suoi pensieri. Si volta in direzione delle voci e nota un gruppetto di ragazzini che circondano qualcuno su una bici. Strizza gli occhi e gli pare di intravedere due lunghe trecce scure nella penombra del lampione. Senza pensarci, si dirige a passo sicuro verso la scena.
Quando finalmente è vicino, si accorge tristemente di aver ragione, in mezzo a quel gruppo di bulletti c'è Meredith, sulla sua bici scrostata, incapace di partire perchè quegli idioti le hanno bloccato la strada e la stanno insultando nel peggiore dei modi.
Dylan nota che Meredith se ne sta lì impassibile, non piange come molte altre ragazze della sua età avrebbero fatto, ha ancora lo sguardo fiero che lui ha notato in biblioteca, il mento alto e l'atteggiamento di chi non vuole farsi piegare dalla prepotenza. Le labbra però le tremano leggermente, così come le mani che stringono forte il manubrio.

C'è qualche problema qui?

Dylan si ferma dietro i bulletti, le gambe leggermente divaricate e le braccia incrociate sul petto, in un atteggiamento che si augura sia vagamente intimidatorio. È un ragazzo abbastanza magro, i capelli corvini gli ricadono sugli occhi e gli coprono le orecchie leggermente sporgenti. Non esattamente un giocatore di football, tutto forza e violenza, ma si augura che il fattore età giochi almeno un po' in suo favore.

I ragazzini si voltano a guardarlo.

E tu chi sei?
Sono uno a cui non piace che si infastidisca una ragazza. Perciò ve lo dirò una volta sola, sparite!

Nessuno si muove. Anzi, i suoi interlocutori scoppiano a ridere.

Perchè, se no che ci fai?

Gli chiede ironico uno, dondolandosi sul suo skateboard.
Dylan pensa velocemente, poi con un calcio fa scivolare lo skateboard da sotto i piedi del bulletto, lo afferra con entrambe le mani e sovrasta il ragazzo che è caduto a terra.

Vediamo, potrei colpirti con questo e poi trascinarti sul ciglio della strada, far finta che un pirata della strada ti abbia fatto volare e sia poi scappato. Sai, una contusione alla testa resta una contusione, non importa se te la fai volando sull'asfalto o se te la faccio io con questo. Nessuno capirebbe la differenza.

Gli risponde con un sorriso malefico sul volto, gli occhi penetranti che dicono al ragazzo che non si tirerebbe affatto indietro dal mettere in atto il suo piano.

Il bulletto si rialza e fa per riprendersi lo skateboard, ma Dylan lo nasconde dietro la schiena e lo afferra per il colletto della maglietta.

Non sto scherzando. E il mio avvertimento vale anche per il futuro. Lasciate in pace la ragazza e sparite da qui, subito!

Lascia andare il ragazzo e scaglia lo skateboard contro un albero, facendo cadere alcune foglie. Il ragazzino corre a riprenderselo, poi fa un cenno agli altri e tutti corrono via nel giro di pochi secondi.
Dylan si rivolge sorridendo a Meredith, le mani sui fianchi.

Non credo ti daranno più problemi.

Lei abbassa gli occhi e poi li rialza, lo sguardo quasi ferito e forse anche arrabbiato.

Me la sarei cavata anche da sola, come sempre.

Gli sibila, prima di far girare i pedali e superarlo con la bici, lasciandosi dietro un Dylan sempre più attonito.

 

Dylan sbatte la porta del suo appartamento con un po' troppa forza, facendo sobbalzare il suo coinquilino dalla sedia. Max lo guarda da dietro lo schermo del pc, inclinando la testa da un lato. Non riceve nessuna spiegazione in cambio, solo altri rumori, la borsa di Dylan che cade sul pavimento, la porta del frigo che si apre e si chiude, una bottiglia di birra stappata e, per finire, il tonfo del corpo del suo amico che si butta sul divano.
Max continua a guardare Dylan.

Che c'è?

Gli chiede il secondo, con un certo risentimento nella voce.

Ciao anche a te, eh!

Dylan muove le dita della mano per ricambiare il saluto, poi torna a fissare il vuoto davanti a sé, bevendo qualche sorso di birra. Max, esasperato, va a prendersi da bere a sua volta e poi gli si siede accanto, sul quel divano che a stento li contiene entrambi, i chiari occhi azzurri che cercano quelli dell'altro.

Si può sapere che succede?
Niente.

L'altro ragazzo rotea gli occhi.

Ti prego, hai la faccia di uno a cui hanno ammazzato il gatto!

Dylan beve un altro lungo sorso di birra.

La gente non sa più cosa sia la gratitudine!

Sbotta all'improvviso. Max lo guarda senza capire.

Dei bulli importunavano una ragazza, li ho fatti sparire...

Occhiata scettica del suo amico.

A parole!
Ah, ecco, mi sembrava strano! In una lotta fisica non batteresti nemmeno un bambino!

Max scoppia a ridere, piegandosi in avanti e spruzzando birra dal naso.

Ugh, che schifo! Grazie della fiducia, comunque!
Te lo dico da più di un anno che dovresti venire in palestra con me, almeno non avresti il fisico di uno delle medie!

Dylan abbandona la birra sul tavolino e stringe le braccia al petto.

Oh, e non fare quel musetto imbronciato! Dai, raccontami! Li hai fatti scappare... Meno male che il tuo cervello compensa la mancanza di muscoli!
Hai finito?

Max sorride ancora.

Si, si, vai avanti!

Insomma, gli idioti scappano e lei che fa? Mi dice che se la poteva cavare da sola! Ti pare?
Ooooh, ho capito! Volevi il bacino di ringraziamento! Mi spiace, ti è andata male, amico!

E Dylan riceve una pacca di consolazione sulla spalla.

Bac... Ma quale bacino! Non voglio finire in galera!
Cosa?
Meredith ha 13 anni. Ed è un piccolo genio! Si ricorda ogni cosa che legge e viene a studiare nella biblioteca della mia Facoltà, mi ha perfino aiutato...
Wow... wow... wow... fermati un attimo!

Max porta una mano avanti a sé per fermare il fiume di parole di Dylan.

13 anni? Sei impazzito? Perchè passi il tempo con una bambina? Finirai sul serio in galera!
Sei scemo? Non ci ho passato del tempo, è stato un incontro casuale e poi quei bulletti la stavano insultando e l'ho aiutata, tutto qua! Ma a quanto pare ho fatto anche male... E smettila di guardarmi come se fossi un maniaco!
E come dovrei guardarti?
Se mi facessi spiegare...

Due birre e molte parole più tardi, Dylan ha finalmente finito il resoconto del suo pomeriggio.

Pazzesco...

È l'unica parola che Max riesce a dire.

Bè, ti sei comportato più che bene, magari lei era solo sorpresa che uno sconosciuto la aiutasse.

Dylan annuisce piano, gli occhi blu che si perdono a guardare le luci della strada.

“Ora non ti farai ossessionare da questa cosa, vero?

Gli chiede Max sospettoso.

Cosa? No! No, certo che no. È stato solo... strano.

Dylan chiude gli occhi e l'immagine di quella ragazzina tanto piccola e fragile, ma allo stesso tempo così forte e determinata gli ritorna alla mente. Quante prese in giro ha subito? Perchè se l'è sempre cavata da sola? Come mai preferisce chiudersi in una biblioteca universitaria invece di uscire con le amiche?

Bè, torno a scrivere il mio romanzo.

La voce di Max lo distoglie dalle mille domande che gli affollano la testa. Sente un legame con quella ragazzina, forse perchè gli ricorda sé stesso da piccolo, il secchione che preferiva studiare e stare solo, invece di vivere. Peccato che lui non avesse la memoria di un genio.

Ancora al primo capitolo?

È passato più di un anno da quando convivono e Max - che studia letteratura, con il sogno di fare lo scrittore - non ha fatto molti progressi da quando si sono conosciuti. Il primo capitolo della sua storia è l'unico traguardo che è riuscito a tagliare fin'ora.
Dylan si alza dal divano, raccogliendo le bottiglie vuote dal tavolino e gettandole nella spazzatura.

Mmmh... Arriveranno gli altri, se mi torna un po' di ispirazione.
Ricordati che la prima stampa è mia! Autografo compreso!

Gli urla Dylan dall'uscio del bagno. La risata di Max lo raggiunge prima di chiudersi la porta alle spalle, sperando che una lunga doccia lavi via anche tutti i pensieri.


 
   
 
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