29/11/2013
3 recensioni
XXIV – Making up afterwards
“Your arms around me come undone, makes my heart beat like a drum.
See the panic in my eyes. Kiss me only when I cry”.
(Ellie Goulding - Bittersweet)
Wendy si rigirò nuovamente tra le lenzuola sfatte e così pesanti che sembravano opprimerla, tentando di prendere sonno ma senza nessun risultato. Osservò il soffitto con le mani giunte sul ventre e chiuse gli occhi, inspirando profondamente per ritrovare una calma che era andata a farsi benedire. Gettò uno sguardo verso la finestra...era chiusa. Si alzò di scatto, quasi mossa da una forza invisibile che la portò ad avvicinarsi alla finestra e la aprì immediatamente, mentre il vento si infrangeva violento contro il suo viso, come mille lame gelide tutte insieme.
Aveva chiuso quella finestra che fin dall'inizio non era stata altro che il passaggio più facile che permettesse a Peter di arrivare al suo cuore, e ora lui non sarebbe tornato.
Ma come poteva? Era stata lei stessa a cacciarlo via.
Diede le spalle alla finestra, stringendosi le braccia quasi congelate.
Non avrebbe mai preso sonno in quella stanza e forse in nessun altra, ma decise ugualmente di uscire, impedendo che tutte le immagini di prima si ripresentassero.
Si rannicchiò sul divano nel salotto, coprendosi con una coperta e provò a dormire.
Dopo quelle che a Wendy parvero settimane, aprì gli occhi, portando lo sguardo sull'orologio affisso alla parete e si accorse che era passata soltanto un'ora. Una insulsa ora.
Si alzò di nuovo, riprendendo a vagare come un fantasma intrappolato nella sua stessa casa.
Wendy era sospesa in una sorta di limbo dal quale soltanto una persona ma poteva liberarla ma quella persona non soltanto non era lì, ma se l'avesse liberata, l'avrebbe trascinata all'inferno.
Quale poteva essere la scelta più giusta per lei? Continuare a muoversi per quel limbo senza forme e colori alla ricerca di una soluzione ai suoi turbamenti o lasciare che Peter la trascinasse tra le fiamme?
La risposta si trovava esattamente sul piccolo divano che Wendy aveva nella sua camera da letto. Lo usava principalmente per appoggiarci i vestiti e le borse, ma quella notte una figura era distesa sul divano di colore blu con il petto che si alzava e si abbassava regolarmente: Peter.
Wendy si avvicinò con attenzione, cercando di non svegliarlo e senza dare ascolto a tutti i ragionamenti che le avevano attanagliato lo stomaco, si accoccolò al suo fianco, poggiandogli una mano sul fianco e il capo sulla schiena, socchiudendo gli occhi.
Il ragazzo si ridestò leggermente, voltando di poco il volto, che si illuminò alla vista di Wendy.
Nessuno dei due parlò, Peter semplicemente portò un braccio all'indietro, allacciando le sue dita a quelle di Wendy, per poi poggiare un bacio sul dorso della mano nivea.
Non c'era nulla da dire, avevano già detto abbastanza e gli sguardi che si erano scambiati erano bastati a rendere fin troppo chiare le reciproche intenzioni.
Si addormentarono così con le mani intrecciate e la consapevolezza di un nuovo inizio.
Angolo dell'autrice
Eccomi anche oggi con il prompt, cosa ve ne pare? :)
Ovviamente, si tratta del seguito della flash precedente e spero di non aver fatto errori, cioè personalmente io li vedo fare pace in questo modo, senza troppi paroloni e discorsi visto che dicono già abbastanza quando discutono. Voi cosa ne pensate? Fatemi sapere e spero che vi sia piaciuto.
Alla prossima e grazie come sempre a tutti coloro che stanno seguendo la raccolta <3